Affitti brevi fuori controllo e sfratti in aumento: i residenti delle città d’arte rischiano di essere esclusi.
“Serve un meccanismo per bloccare la folle corsa dei canoni di affitto, oramai una piaga sociale. E’ arrivato il momento che i comuni mettano mano alle modifiche delle norme tecniche dei piani regolatori.
Sono aumentati gli sfratti del 30% su numeri già stratosferici su patrimonio privato. Sfratti nati dall’esigenza di liberare più alloggi possibili per trasformarli in Bad e breakfast, e i costi dei pochi affitti lievitano come fosse una rendita. Il governo intervenga subito con numeri certi su quanti possono essere le abitazioni in affitto breve oppure le disincentivi tassandoli pesantemente!”.
Lo si legge in un report di Federcontribuenti sui condomini dei centri storici nelle città d’arte. “In Italia le azioni legali di molti condomini si sono sovrapposte alle iniziative di amministrazioni pubbliche e nazionali per regolamentare – spiega Marco Paccagnella citando una recente indagine – il settore e consentire anche il recupero di evasione fiscale ma soprattutto per garantire l’accesso alla casa ai residenti e rispondere alle richieste di studenti e lavoratori circa l’impossibilità di reperire appartamenti in affitto nelle principali città anche nelle zono non storicamente destinate ai turisti” . Per non parlare dell’abusivismo, sottolinea Paccagnella: ‘Solo lo scorso anno l’amministrazione della Citta di Roma aveva censito oltre 12mila alloggi abusivi, una cifra che, in vista dell’ondata di visitatori attesi per il Giubileo di quest’anno, potrebbe salire ancora.In termini formali però, Firenze è l’unico Comune Italiano che abbia messo in campo un intervento amministrativo, un vero e proprio blocco per gli affitti brevi in centro storico contro il quale è però intervenuto il Tar a dichiarare decaduto il provvedimento nel luglio 2024. L’attuale sindaca Funaro a introdurre una variante nel Piano operativo urbanistico che ripropone lo stop, anche questo dalle sorti incerte, visto che incombono nuovi, annunciati ricorsi al Tar. Proprio nei giorni scorsi è arrivata la notizia di una sentenza, a Milano, favorevole alla battaglia del condominio contro il b&b. In questo caso la proprietaria – conclude Paccagnella – è stata condannata a pagare oltre 40 mila euro al condominio, una penale di 100 euro al giorno, condanna confermata in Cassazione”.
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