Federcontribuenti vicino agli Agenti di Commercio e Promotori Finanziari
La previdenza Enasarco, rappresenta in Italia una grande ingiustizia sociale che toglie dignità alle famiglie e alle persone anziane, ex Agenti di Commercio, nel momento in cui si obbliga ad un certo numero di anni di contribuzione per vedersi riconosciuti la pensione complementare. Un caso unico e discriminatorio che bisogna urgentemente far ritornare nella logica del buon senso.
DIPARTIMENTO ENASARCO
Il Dipartimento Enasarco nasce all’interno di Federcontribuenti dopo aver ricevuto numerose segnalazioni di iscritti che denunciavano azioni discriminanti nel metodo di gestione della previdenza Enasarco
Il nostro dove, come associazione a tutela dei contribuenti, è partecipativo e non demolitivo, per provare a risolvere le varie incongruenze che sono presenti in questo tipo di previdenza.
Lo Stato italiano ha posto nelle mani di Enasarco dei contribuenti, obbligandoli a pagare una previdenza integrativa a INPS (art.29 Legge 613/1966), al fine di ottenere una pensione integrativa parallela a quella erogata dalla stessa INPS, sia nei tempi che nelle modalità.
Così non accade, perché le logiche di maturazione sono state disattese.
Abbiamo creato un manifesto di intenzioni per tutelare la categoria degli iscritti a Enasarco, chiedendo il rispetto delle leggi nella loro naturale intenzione legislativa, nonché delle modifiche sostanziali nel diritto, in quanto la categoria degli Agenti di Commercio e Promotori Finanziari paga molto di più di qualsiasi altro lavoratore in previdenza, e, pertanto, deve portare necessariamente a dei diritti proporzionali ai versamenti contributivi.
In sede legislativa noi chiediamo:
- Il rispetto della natura dell’art. 29 Legge 613/1966, dove si afferma che INPS e Enasarco sono la stessa previdenza, integrativa l’una dell’altra, e per tale ragione deve essere riconosciuta nel momento di maturazione dei requisiti pensionistici presso la previdenza di primo pilastro INPS, senza limiti di anni di contribuzione; perché una previdenza integrativa non può essere soggetta ad obbligazione di anni, altrimenti perde la sua funzione; diversamente si ravvisa un doppio obbligo pensionistico, discriminatorio di uno stato di diritto, nonché incostituzionale.
- Visto la correlazione tra le due previdenze, deve essere gestita in un fondo complementare in INPS; eliminando l’inappropriata gestione privatistica di soggetti che nulla hanno a che vedere con la funzione pubblica, sia dal punto di vista soggettivo che istituzionale.
- Gli iscritti versano in contribuzione il 24,48% in INPS e il 17% presso la previdenza integrativa; sommando le due previdenze si arriva ha una ragguardevole percentuale del 41,48%, contro il 34% del lavoratore dipendente. Per una equità di diritto rispetto a coloro che usufruiscono anche di indennità di malattia, tredicesima mensilità, assegni familiari e quattordicesima per ferie; anche agli Agenti di Commercio e Promotori finanziari devono vedersi riconosciuti gli stessi.
La doppia contribuzione previdenziale sarebbe un vantaggio non da poco se l’assicurazione Enasarco si concludesse con un’equa pensione per la vecchiaia, ma molti agenti e rappresentanti non riescono a raggiungere i contributi minimi, perdendo non solo il sostegno integrativo ma anche tutti i contributi versati poiché non sono previste forme di restituzione. Inoltre, avendo una finalità esclusivamente integrativa, la contribuzione Enasarco non può essere cumulata con qualsiasi altro contributo obbligatorio versato all’INPS per gli stessi periodi, né sotto forma di ricongiunzione né con la nuova totalizzazione.
Un divieto mal sopportato da generazioni di professionisti del settore. Finora a vuoto tutti i tentativi che nel corso degli anni hanno cercato di allentare o di equilibrare il doppio vincolo contributivo.
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