La storia di un’imprenditrice lasciata sola nella crisi.
La vicenda di Sulmona, che vede protagonista una piccola imprenditrice schiacciata dal peso della crisi e da un sistema incapace di offrire risposte tempestive e umane, rappresenta purtroppo una drammatica testimonianza di ciò che accade troppo spesso nelle pieghe del nostro tessuto economico locale. È esattamente per situazioni come questa che Federcontribuenti ha scelto di esserci: per difendere i diritti dei contribuenti e cittadini, per chiedere trasparenza e sensibilità istituzionale, per affermare che un’impresa non è solo una partita IVA, ma una storia di vita, di coraggio e di lavoro condiviso. Questa battaglia non è solo legale: è una battaglia di civiltà.
Federcontribuenti si unisce con fermezza alla voce di ANISPI – Associazione Nazionale delle Partite IVA – nel denunciare quanto sta accadendo a Sulmona (AQ), dove una piccola imprenditrice, alla guida di due supermercati locali e con un organico di 8/9 dipendenti, sta affrontando una crisi senza precedenti che rischia di trasformarsi in un drammatico fallimento umano, oltre che aziendale.
La vicenda ha origine nel luglio 2024, quando l’imprenditrice, in un estremo tentativo di salvare la propria attività, ha presentato una proposta di concordato “in bianco”, a costo zero, per ottenere una sospensione temporanea dai debiti accumulati e costruire un piano di rilancio. Il Tribunale di Sulmona ha accolto la proposta con la nomina di un Commissario, il cui atteggiamento sin dai primi giorni ha però sollevato forti perplessità, soprattutto per l’ostilità dimostrata nei confronti del coinvolgimento di una struttura di supporto proveniente da Milano, benché specializzata nel salvataggio di imprese. Secondo quanto segnalato da ANISPI, la linea adottata dal Commissario avrebbe favorito un approccio liquidatorio, con scarsa attenzione alla reale possibilità di risanamento. “In alcune realtà locali – denuncia ANISPI – sembra prevalere una cultura della chiusura anziché del salvataggio, una tendenza che finisce per agevolare i grandi gruppi della distribuzione organizzata, pronti a rilevare a prezzi irrisori ciò che resta delle piccole realtà in crisi”. Nonostante le iniziali rassicurazioni, i contatti con i potenziali partner commerciali promessi dal Commissario si sono rivelati sterili: i contratti proposti non garantivano margini sufficienti nemmeno alla sopravvivenza dell’impresa. Al rientro dalle ferie, il Commissario ha assunto una linea ancora più rigida, attribuendo la crisi alla concorrenza di nuovi supermercati presenti nella zona. ANISPI ha replicato con dati alla mano: le difficoltà dell’azienda erano ben precedenti all’arrivo dei nuovi player. Il Tribunale ha infine respinto il concordato, provocando il crollo del fragile equilibrio su cui poggiava la tenuta psicologica dell’imprenditrice.
I fornitori, precedentemente bloccati, hanno iniziato a presentare istanze di pagamento, aggravando la situazione. Nonostante un ulteriore tentativo di concordato, il Tribunale ha disposto l’esecuzione dello sfratto. Un ufficiale giudiziario ha notificato la richiesta di restituzione delle chiavi, prevista per oggi. La titolare, già provata psicologicamente, ha subito un grave collasso emotivo. ANISPI ha immediatamente fatto appello alla legge “anti-suicidi e anticrisi”, chiedendo una proroga di 30/40 giorni per motivi di salute. La risposta, gelida e burocratica, è stata: “Mi dispiace, eseguo gli ordini.” Federcontribuenti condanna con forza l’assenza di umanità e di buon senso dimostrata in questa vicenda, chiedendo che si accenda una luce sulla gestione dei concordati nelle realtà locali, dove troppo spesso si registra una mancanza di strumenti e di sensibilità per salvare le microimprese, vera ossatura del tessuto economico italiano. «Non è solo una questione legale – afferma Federcontribuenti – ma morale e sociale. In gioco non c’è soltanto un’attività commerciale, ma la dignità di una donna che ha lottato con coraggio per la propria impresa e i posti di lavoro di chi, ogni giorno, ne condivide il destino. È inaccettabile che una battaglia per la sopravvivenza venga soffocata dalla freddezza delle procedure.» Quello di Sulmona è il primo caso del genere nella zona, ma rischia di diventare un pericoloso precedente. Federcontribuenti invita i media, le istituzioni e le forze politiche a unirsi in questa battaglia di civiltà, affinché si apra un dibattito trasparente sulla reale possibilità di offrire alle piccole imprese strumenti di salvataggio più efficaci, più rapidi e soprattutto più umani. E si impegna a supportare ANISPI nella diffusione di questa vicenda, offrendo i propri canali e risorse per sensibilizzare l’opinione pubblica per una storia che non può e non deve cadere nel silenzio e nell’oblio.
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