Il nuovo disegno di legge rischia di penalizzare le vittime delle crisi bancarie e tutelare i responsabili. Le associazioni chiedono giustizia, non privilegi.
“A distanza di anni dalle crisi bancarie che hanno travolto oltre 300.000 famiglie italiane, la ferita del risparmio tradito è tutt’altro che guarita. Anzi, rischia di riaprirsi con forza con l’approvazione del disegno di legge 1426, attualmente in discussione in Parlamento”. A lanciare l’allarme, con un appello al governo e al Parlamento, è Federcontribuenti, che insieme al Comitato Fondo Ristoro Integrale, ha partecipato il 12 giugno a un incontro a Roma da cui è emersa una posizione unanime: il DDL 1426 penalizza le vittime, non i responsabili.
Il provvedimento, anche nella sua versione modificata, prevede una limitazione della responsabilità civile dei revisori contabili, perfino in modo retroattivo. Una scelta che, secondo l’associazione, rappresenta “un grave vulnus etico e giuridico”. In altre parole: si protegge chi avrebbe dovuto vigilare, mentre si continua a ignorare chi ha perso i risparmi di una vita. “Non chiediamo privilegi, chiediamo giustizia. Chi ha subito il danno va risarcito, senza se e senza ma” sottolinea Federcontribuenti. “Non possiamo accettare che dopo essere stati traditi da banche e controllori, i cittadini vengano ora colpiti anche dal legislatore. Contro il disegno di legge, l’associazione ha messo sul tavolo una proposta chiara e fattibile: istituire un Fondo Ristoro Integrale da 3 miliardi di euro, finanziato interamente con i conti dormienti prescritti, come previsto dalla legge 266 del 2005”.
Nessun aggravio per i contribuenti e sono 11 le richieste precise che Federcontribuenti considera fondamentali per sanare definitivamente la frattura tra cittadini e istituzioni: indennizzo al 95% per i 134.000 risparmiatori già rimborsati in parte; aumento del tetto massimo di rimborso a 200.000 euro; tutela fiscale per chi ha ricevuto i fondi FIR entro il 31 dicembre 2023; utilizzo dei fondi residui FIR (stimati tra 15 e 30 milioni) per chi è stato escluso da errori o da eventi pandemici; riapertura dei termini per oltre 156.000 risparmiatori rimasti fuori dal primo ristoro; inclusione dei nuovi casi, come la vicenda FWU; riforma della normativa di vigilanza, con ristoro integrale rivalutato e con interessi; cancellazione dei debiti derivanti da prestiti truffaldini o operazioni baciate; desecretazione degli atti della Banca d’Italia e della Commissione Casini; recupero dei fondi pubblici promessi e mai erogati; inasprimento delle pene per chi commette reati finanziari.
L’appello oltre che da Federcontribuenti è promosso dal Comitato Fondo Ristoro Integrale, parte integrante del progetto, guidato da Patrizio Miatello insieme all’avvocato Fulvio Cavallari e il Movimento Risparmiatori Traditi, rappresentato da Milena Zaggia.