“La tanto attesa RiformaFiscale, che a partire dal dicembre 2023 ha visto approvazione di una serie di decreti legislativi è stata descritta come un passo avanti significativo nella riduzione della complessità fiscale e nella promozione di una maggiore equità ma in realtà ci si incomincia a domandare se essa si stia rivelando agli occhi del contribuente come un inganno ben confezionato, nascosto dietro la facciata di promesse seducenti”. Così, in una nota il tributarista Fulvio Mastrangelo del Comitato scientifico di Federcontribuenti nel commento alla riforma fiscale varata dal governo. “Nonostante le promesse di una riduzione delle aliquote da quattro a tre, del taglio del Cuneo fiscale, dell’introduzione di una flat tax universale, della riduzione dell’Ires e dell’abolizione dell’Irap – fa presente Federcontribuenti – persistono forti dubbi sulla fattibilità finanziaria di tali misure, soprattutto perché la riforma non può essere finanziata tramite deficit’.
È inevitabile chiedersi, sottolinea la nota “se siamo di fronte a fantastiche quanto illusorie promesse che si scontrano, questo è certo, con una cruda realtà di ‘fregature’ ben nascoste”. La riforma intende cementare principi come la certezza del diritto e il legittimo affidamento attraverso la riforma dello Statuto del Contribuente “purtuttavia, la realtà sembra discostarsi notevolmente dalle aspettative: la recente abolizione del reclamo-mediazione e la restrizione dell’uso dell’interpello, ora a pagamento -rileva Mastrangelo – sollevano seri dubbi sulla facilità di accesso a queste forme di tutela. In aggiunta, il nuovo istituto del contradditorio preventivo, sebbene innovativo, è limitato da numerose eccezioni e una prevista inefficacia quotidiana, complici le pressanti necessità dell’Agenzia delle Entrate di massimizzare i recuperi fiscali”.
Per Federcontribuenti, infine “questa situazione ha reso estremamente difficile, se non impossibile, mantenere un dialogo costruttivo con i funzionari dell’Agenzia delle Entrate. Ciò rappresenta un netto regresso rispetto alla precedente accessibilità di mediazione e interpello, ora percepite come un lontano ricordo”.