Doppi incarichi, doppi stipendi e bilanci che non vengono resi pubblici. È quanto denuncia Federcontibuenti riguardo alla gestione dell’Opv, Orchestra di Padova e del Veneto. ”Tutto falso quanto sostenuto dalla Federcontribuenti”, così il vice presidente dell’Orchestra di Padova e del Veneto Vittorio Trolese alla notizia dell’esposto in Procura e alla Corte dei Conti, ”valuteremo se adire alle vie legali”. Tuttavia ogni ”Regione ha la sua orchestra”.
Un esposto di 23 pagine con 400 allegati in Procura e così spiega Marco Paccagnella, presidente di Federcontribuenti, ”non vogliamo certo attaccare o criticare o smantellare le orchestre, solo fare luce su delle ombre emerse a seguito di segnalazioni.”
Ad esempio, ”otto orchestrali sarebbero allo stesso tempo dipendenti dell’orchestra e anche del Conservatorio percependo, dunque un doppio stipendio. In Italia abbiamo ben 14 fondazioni I.C.O riconosciute e tutte godono di importanti contributi pubblici”.
Scavando negli archivi ”abbiamo trovato interrogazioni in merito alla gestione poco chiara di altre fondazioni orchestrali, segno evidente che un problema c’è”.
Il sospetto non cade certo sugli artisti, ma ”sugli amministratori e sui soci fondatori; soggetti pubblici e privati anche perchè le Regioni arrivano a sborsare anche fino a 300 mila euro l’anno”.
Dal Veneto alla Sicilia: a marzo di quest’anno la Fondazione Orchestra sinfonica siciliana è stata ammessa al prestito di 7 milioni di euro previsto dal Fondo di rotazione per gli interventi straordinari.
La Federcontribuenti non ha fatto altro che mettere insieme le tante segnalazioni piovute da più parti: ”dalle audizioni, alle borse di studio fino a licenziamenti in tronco o debiti accumulati e il tutto senza la dovuta trasparenza. Sapete che le Regioni possono – e fanno – deliberare contributi pubblici alle fondazioni orchestrali ma non possono vigilare sulle amministrazioni delle stesse?”.
In Italia abbiamo la mania di chiuderci in circoli a numero chiuso, la mania dell’agire nell’ombra invece di aprirci mentalmente e culturalmente, ma anche lavorativamente. Succede in ogni ambito, ma quando ci si ciba di contributi pubblici tali azioni si trasformano in danni erariali e ingiustizie sociali.