La morte delle edicole, solo 14.626 rimaste ad oggi. La denuncia delle edicole che spariscono non è solo un grido nostalgico o l’appello a salvare una categoria di lavoratori, del resto internet ha visto una esplosione di siti di informazione, ma soprattutto le conseguenze che i lettori stanno subendo da alcuni anni a questa parte.
Federcontribuenti: “abbonarsi ad un periodico ad una rivista è facilissimo, ma disdire? Oppure quando la società ti scatena contro gli uffici di recupero crediti perché ti dice di averti inviato il materiale mentre il postino non ti ha mai consegnato nulla? Un fenomeno in forte crescita come denunciato dai nostri associati”.
Gli edicolanti dal 2019 si son visti mancare ricavi fino al 77%, anche le edicole in piazza faticano a superare uno stipendio di 1.500 euro quando, fino al decennio scorso, una edicola dava a campare anche a due famiglie. “Su ogni giornale o pacchetto di figurine il guadagno varia da un euro a 25 centesimi”. Così le case editrici da un lato spingono agli abbonamenti online con aggiunta di regali che non avrebbero in edicola, dall’altro le procedure di disdetta o reclamo per mancata consegna al cliente restano nebbiose. I consumatori così finiscono spesso di subire non solo la difficoltà a disdire gli abbonamenti specie se fatti con RID bancario, dall’altro si vedono raggiungere da ingiunzione di pagamenti da uffici di recupero crediti senza aver ricevuto il materiale, sparito nei meandri della spedizione e consegna. Ad esempio, una importante azienda famosa per la raccolta di figurine, non consegna più agli edicolanti moltissime raccolte dedicate ai più piccini e questo penalizza pesantemente sia gli edicolanti stessi sia i consumatori costretti a fare acquisti online. Una catena diabolica che sta uccidendo un settore tra i più garbati e, inspiegabilmente, tra i più silenziosi”.
Le edicole fanno parte di quelle attività commerciali che tra il 2016 e il 2018, ci dice l’Istat, sono diminuite di 11.514 unità, “la somma di tutti i negozi al dettaglio in Italia è pari a solo 745 mila unità. “Vogliamo ripopolare i piccoli borghi italiani e togliamo loro servizi, avremo città sempre più pollaio perdendo quell’identità commerciale che ci ha reso ricchi e famosi nel mondo”.
Abbonamenti a riviste o periodici online: cosa fare se non riuscite a disdire un abbonamento? O se siete stati raggiunti da un ufficio di recupero crediti?
“Basterà contattare una qualsiasi associazione dei consumatori con, a portata di mano, i dati del vostro abbonamento, per sbrogliare la matassa, anche per quanto riguarda la questione del recupero crediti, perché fino a prova contraria è la casa editrice che deve dimostrare di aver consegnato la merce, non basta di certo una bolla di spedizione, scaricherebbe solo la responsabilità al corriere.
Nel 2017 un protocollo di intesa prevedeva la riduzione del canone delle edicole italiane per l’occupazione del suolo pubblico e la possibilità di poter ampliare la categoria dei beni e servizi pur continuando a garantire la vendita delle copie della stampa. Tuttavia nel 2021, lo Stato ha stanziato 232,9 milioni di euro supplementari (143 milioni nel 2020) sotto forma di crediti d’imposta. Particolarmente favorevole per i grandi editori è la “Forfettizzazione delle rese al 95%” per cui si ha Iva agevolata al 4% e che si applica solo al 5% delle copie. Questo ha significato per Cairo, Gedi e Mondadori, fatturato di 2 miliardi nel 2020, un risparmio di 360 milioni. Di cui 71 diretti a giornali diffusi in Italia e il resto suddiviso tra minoranze linguistiche, periodici diffusi all’estero, contributi a giornali per non vedenti e per varie associazioni. “Stiamo davvero mettendo la tecnologia al servizio dei cittadini o la stiamo usando soprattutto ai fini di lucro?”