”Adottare questa misura, presente in moltissimi Paesi – sottolinea Federcontribuenti – sarebbe, invece, un atto di rispetto verso chi vive solo di lavoro e chiede che la sua opera abbia un riconoscimento economico che non sia umiliante. Sapere che ci sono milioni di lavoratori sotto la soglia di sopravvivenza dovrebbe essere una spinta per cercare di aiutarli ad uscire da questa condizione umiliante, spesso degradante. Per misure del genere ci deve essere però, prima ancora del normale confronto politico, la presa di coscienza che, come in questo caso, si tratta di un problema di dignità, di rispetto della persona, al di là del lavoro che svolge”.
Rinviare la proposta di legge in commissione ”dilata i tempi ulteriormente”, allo stesso modo in cui ”lo era stato affidare al Cnel il compito di giudicarla, quando esso dovrebbe mantenere e difendere la sua terzietà”.
Allo stesso modo appare pretestuoso ”ostacolare l’iter della proposta di legge dicendo che danneggerebbe la contrattazione che, già ora, offre salari minimi più alti. Pretestuoso perché – conclude Federcontribuenti – l’istituzione di un salario minimo non significa livellare le retribuzioni orarie a nove euro, quindi al ribasso, laddove ci sono condizioni di migliore favore”.