”Il salario minimo puo’ diventare la base d’asta della contrattazione, il punto dal quale partire e mai scendere. L’arma in mano ai sindacati per adeguare finalmente i salari e soprattutto gli stipendi imposti dalle cooperative le più grandi oppositrici al salario minimo. I lavoratori beneficiari dell’introduzione di un salario minimo legale a 9 euro orari sarebbero circa 2,6 milioni ma secondo le massime Confederazioni che in Italia rappresentano artigiani e commercianti il salario minimo sarebbe un peggioramento delle condizioni dei lavoratori. Ma perché mai? Non e’ vero che verrebbe meno la contrattazione collettiva e tantomeno gli aumenti di stipendio perche’ stiamo parlando di uno dei paesi Ue fanalino di coda nelle retribuzione dei lavoratori italiani”.
Lo scrive, in una nota, Federcontribuenti che, riguardo i 2,6 milioni di lavoratori di questi, ”circa 1,9 milioni di lavoratori a tempo pieno (il 18,4% del totale dei dipendenti a tempo pieno) per un costo di 5,2 miliardi, e circa 680.000 lavoratori a tempo parziale (il 29% del totale dei dipendenti part-time) per un costo di 1,5 miliardi. Il costo totale per le imprese sarebbe di 6,7 miliardi di euro”. Inoltre, ricorda Federcontribuenti ”e’ diventato usuale assumere i collaboratori scolastici con contratti da novembre a giugno, così gli insegnati precari e poi mandarli in Naspi. E’ corretto – si chiede l’associazione dei consumatori – che un lavoratore o lavoratrice subiscano questo trattamento? O che sia lo Stato a pagare poi i mesi scoperti dal contratto? Di questo dovrebbero disquisire le grandi sigle e non se sia giusto meno pagare degnamente chi lavora!” .In Italia ”stipendi e pensioni sotto i mille euro sono da estirpare”, e concedere di pagare in nero o in regola un qualunque lavoratore meno 10 euro ”ci rende complici di riduzione alla schiavitù”. La vera tutela per un lavoratore, scrive al riguardo Federcontribuenti ”è dunque una legge che ripulisca le decine e decine di contratti farlocchi; imponga un salario minimo; passi al setaccio tutte le cooperative prima e poi negozio per negozio battendo il territorio palmo a palmo in cerca degli sfruttatori”. Infine secondo Federcontribuenti ”anche i contratti part-time andrebbero regolamentati: un percentuale di part time per impresa a seconda del numero di operai”.