Attenzione alle truffe sulla multiproprietà. E’ la denuncia di Federcontribuenti che da anni sta mettendo in guardia i consumatori sui metodi truffaldini di veri e propri geni del male che operano verso i multiproprietari con un vero e proprio stalking, estorcendo somme importanti che spesso mettono in crisi l’economia familiare.
Sui multiproprietari – spiega – vige una vera e propria truffa: imposta sui beni immobiliari pari a 65 euro per 21 anni più imposta di bollo di 55 euro per un totale di 1.420 euro. Gli stessi multiproprietari minacciati e oggetto di stalking da parte di società dedite alla truffa con spese di gestione pari a 4 mila euro o scatta il recupero crediti. Sarà un amaro ritorno per chi sciaguratamente ha acquistato una multiproprietà.
Queste pseudo-società di gestione delle multiproprietà impongono bonifici a nome di persone fisiche, non su un conto aziendale o riferito ad un Ente pubblico quando parlano di imposte, ma ad una determinata ora e di una determinata giornata pena interessi su interessi. Ci stupiamo di come l’italiano non riesca a liberarsi dello spettro dei venditori di fumo, dei santoni, di come riesca a farsi abbindolare e di come appaia ingenuo davanti a richiesta assurde che dovrebbero insospettire.
Un altro inganno nel quale mai si dovrebbe cadere è la promessa di vendervi la multiproprietà dopo avervi chiesto denaro anticipato per la gestione della vendita e le spese notarili. Dopo aver avuto i soldi spariscono e del notaio nessuna traccia. Inoltre, le multiproprietà non hanno mercato e non danno ricavo. Per liberarsi delle settimane bisogna affidarsi a società serie e primarie: se ci sono dubbi, Federcontribuenti è a disposizione con uffici e consulenti esperti.
Può capitare anche, conclude la nota dei contribuenti e consumatori italiani, di trovarsi davanti una brutta sorpresa, come successo nel 2018 in Basilicata in cui i multiproprietari si sono visti negare l’accesso agli appartamenti perché la vecchia gestione non pagava le imposte sugli immobili, e su di loro è caduta una cartella esattoriale da 2 milioni di euro.
Per l’articolo, si ringrazia Panorama