Serve una svolta strutturale, la pressione fiscale in Italia continua a crescere senza tregua, raggiungendo nel 2024 il 42,6% del Pil, contro una media europea del 40,1%.
Così Federcontribuenti in una nota.
Un divario – continua la nota – che si fa sempre più ampio e che, secondo Federcontribuenti, rappresenta non solo un sintomo di inefficienza del sistema, ma una minaccia concreta alla tenuta economica e sociale del Paese.
Del resto, i dati diffusi dall’ISTAT e rielaborati dall’associazione mostrano come nel solo quarto trimestre del 2024 il carico fiscale abbia raggiunto il picco del 50,6%, sommando imposte dirette, indirette e contributi sociali.
“Lavoratori dipendenti e pensionati subiscono il peso maggiore”
Un livello – denuncia Federcontribuenti – che erode il potere d’acquisto dei cittadini, già messo a dura prova dall’inflazione e dalla stagnazione dei salari. Le famiglie italiane hanno perso, in termini reali, lo 0,6% di capacità di spesa solo negli ultimi tre mesi dello scorso anno. A subire il peso maggiore di un sistema che Federcontribuenti definisce iniquo e autoreferenziale sono innanzitutto i lavoratori dipendenti e i pensionati, che non possono sottrarsi al prelievo fiscale grazie alle ritenute alla fonte. Ma anche le piccole e medie imprese, strette nella morsa di tasse come l’IRAP e un cuneo fiscale tra i più elevati d’Europa. Ed ovviamente le famiglie consumatrici, penalizzate da un sistema di imposte indirette, prima fra tutte l’IVA, che colpisce ogni transazione e riduce il potere di acquisto.
Il paradosso – sottolinea Federcontribuenti – è che si continua a chiedere sacrifici a chi già paga tutto, mentre si chiudono gli occhi davanti all’evasione sistemica di interi settori. Il nostro sistema fiscale non è solo pesante: è anche profondamente iniquo. Secondo l’associazione non è la sola entità del carico fiscale a pesare, ma la sua inefficienza strutturale: Francia, Belgio e Paesi scandinavi hanno livelli di imposizione anche superiori – osserva Federcontribuenti – ma lì il cittadino percepisce un ritorno tangibile sotto forma di servizi pubblici efficienti, digitalizzazione, sanità funzionante. In Italia, invece, a un carico fiscale record corrispondono burocrazia, sprechi, ritardi e disuguaglianze.
A tutto ciò – prosegue la nota – aggiunge un crescente squilibrio redistributivo: chi evade o elude spesso gode di servizi pubblici finanziati da chi paga fino all’ultimo euro.Questo è moralmente inaccettabile e economicamente insostenibile.
“Urge riforma fiscale strutturale”
In questo scenario, Federcontribuenti ribadisce con forza l’urgenza di una riforma fiscale strutturale, basata su tre pilastri fondamentali: equità reale, per garantire che tutti paghino il giusto e che il carico non ricada sempre sugli stessi contribuenti; efficienza amministrativa, con digitalizzazione, semplificazione e una lotta seria all’evasione; sostegno concreto a famiglie e PMI, con la riduzione del cuneo fiscale e delle imposte indirette sui consumi essenziali.
Ma ciò che più di ogni altra cosa serve – conclude l’associazione – è una visione di lungo periodo, che metta al centro il contribuente onesto e premi chi produce ricchezza, lavoro, innovazione. Perché non si può chiedere ai cittadini nuovi sacrifici mentre si spalancano i rubinetti della spesa pubblica militare. Così facendo, rischiamo di portarci al collasso senza nemmeno bisogno di una guerra.