Federcontribuenti chiarisce: la rinuncia all’immobile in multiproprietà non è una scorciatoia, ma un percorso pieno di ostacoli tecnici, giuridici ed economici. Meglio una dismissione tracciabile e sicura.
Sulla rinuncia dell’immobile anche senza conformità catastale, Federcontribuenti ritiene necessario intervenire per chiarire le implicazioni concrete di questa pratica, che rischia di essere presentata come una soluzione semplice e gratuita, quando in realtà si scontra con ostacoli tecnici, giuridici ed economici tutt’altro che trascurabili. E’ quanto afferma il Comitato Tecnico Scientifico riguardo le ultime pronunzie giurisprudenziali sul tema della multiproprietà. “Per fare un esempio – scrive il CTS di Federcontribuenti – la rinuncia abdicativa e’ legittima ma impraticabile.
La recente sentenza della Cassazione ha aperto alla possibilità di rinunciare alla proprietà di un immobile anche in assenza di conformità catastale. Tuttavia, nella realtà operativa, questa possibilità si rivela spesso inattuabile. I notai, infatti – fa sapere Federcontribuenti – si rifiutano nella quasi totalità dei casi di stipulare atti di rinuncia, a causa di:Responsabilità potenziali legate alla presenza di vincoli, ipoteche o passività ambientali; Incertezza procedurale sulla trascrizione e sulla voltura catastale verso il Demanio; Assenza di compenso proporzionato rispetto alla complessità dell’atto. “Poi ci sono i costi reali ben superiori a quelli ipotizzati e la rinuncia non e’ affatto gratuita.
I costi effettivi includono le spese notarili spesso superiori a quelle di una vendita simbolica; i costi di bonifica, messa in sicurezza e certificazioni obbligatorie e i rischi di revocatoria in caso di debiti pendenti”, rileva Federcontribuenti secondo la quale la dismissione a titolo oneroso, anche con valore simbolico, resta la via più sicura perche’ garantisce una trasferibilità chiara e definitiva del bene, la liberazione da obblighi e responsabilità e una tracciabilità fiscale che tutela tutte le parti coinvolte.
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