ROMA, 28 OTTOBRE – Federcontribuenti denuncia ancora una volta la “drammatica condizione delle micro, piccole e medie imprese italiane schiacciate da una pressione fiscale insostenibile e dalla totale chiusura del sistema bancario al credito”. Così in una nota l’associazione dei contribuenti italiani.
DATI CHIAVE: La pressione fiscale in Italia si attesta intorno al 42,5% del PIL, un livello tra i più alti d’Europa. Parallelamente, il fenomeno delle chiusure è drammatico: negli ultimi dieci anni, il numero di imprese artigiane in Italia è diminuito del 22%, con la perdita di migliaia di unità.
L’associazione sottolinea come “mentre il Governo parla di crescita e ripartenza, il Paese reale affronta una crisi profonda con una tassazione sproporzionata rispetto alla reale capacità contributiva e con le banche che negano l’accesso al credito anche ad aziende sane”.
IL CROLLO DEL CREDITO: L’accesso ai finanziamenti per le PMI è sempre più difficile. Negli ultimi periodi si è registrato un calo marcato dei nuovi prestiti concessi alle PMI e microimprese, con tassi di interesse sui prestiti per investimenti che in alcune aree hanno superato il 5-6%, scoraggiando di fatto ogni piano di sviluppo.
Tutto questo per Federcontribuenti porta ad un crollo degli investimenti e blocco dei cantieri, delle forniture e dei servizi con centinaia di migliaia di lavoratori lasciati senza reddito e senza prospettive”. Inoltre, rileva l’associazione “il combinato tra fisco aggressivo e sistema creditizio assente sta provocando la chiusura silenziosa di migliaia di attività, soprattutto artigiani, commercianti e imprenditori locali. Dunque – secondo Federcontribuenti – serve un patto fiscale nuovo, basato sulla fiducia e non sulla persecuzione. Se si spezza la catena produzione–credito–lavoro, l’intero Paese si ferma”.
Federcontribuenti chiede:
Una moratoria fiscale per le PMI in difficoltà.
Fondo di garanzia reale per l’accesso al credito.
Riforma della riscossione che tenga conto della sostenibilità e del contesto economico.
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