A Milano il 10% dei commercianti dichiara di pagare il pizzo. La ‘ndrangheta ha un giro di affari di oltre 44 miliardi di euro, il 2,9% del Pil. Oggi la ‘ndrangheta è la più potente organizzazione internazionale. A Milano, la presenza mafiosa, estorce circa 500 euro a cittadino al mese, che esso sia o meno consapevole del fenomeno. Estorsioni, usura, prostituzione e la gestione dei migranti; poi ci sono gli appalti pubblici. Perchè i soldi sporchi vanno lavati. Ogni giorno la mafia avvia trattative con la politica locale e ogni 16 ore un amministratore della P.A viene raggiunto da offerte che diventano minacce se non colte al volo e Nadia è una testimone d’eccezione.
Giovedì 26 aprile dalle ore 16 presso l’hotel Cavalieri in Piazza Missori – Sala Malatesta – ingresso libero.
Che ironia usa la sorte. Negli anni 60 a Milano i Bagarella, i Provenzano e i Riina trovavano ospitalità durante le lor fughe proprio nella nascente periferia milanese. A processo sarebbe dovuta andare tutta la storia dal dopo guerra ai giorni nostri dove la trattativa tra Stato e mafia non è mai cessata e non cesserà dopo l’amara sentenza. Nadia, vittima del sistema mafioso e costretta per motivi di sicurezza a scappare dalla sua città inizierà il suo tour italiano proprio a Milano, dove la presenza mafiosa si fa di giorno in giorno più soffocante.
Ma la mafia a Milano come si presenta?
Sotto forma di abili imprenditori dai modi garbati e con l’accento milanese e se la trattativa, l’offerta non viene accettata, allora si manda la manovalanza – molto meno borghese e cortese.
Poi abbiamo i mastini da quartiere – quelli che conoscono ogni attività commerciale e ogni commerciante in crisi economica e qui colpiscono duro; offrono denaro con fare amichevole e poi a gioco fatto fanno schizzare gli interessi fino all’800% con il fine di farsi cedere, a gratis, l’attiva commerciale. La gerarchia scende e troviamo gli spacciatori di droga – di tutte le droghe – e la prostituzione, gestita senza pietà.
La sanità è uno dei settori maggiormente insidiati dalle mafie. I bilanci regionali della Lombardia indicano l’80% della spesa pubblica su questa voce. Le opportunità di profitto sono infinite per le organizzazioni criminali. Queste ultime godono di rapporti di favore eccellenti che spesso superano la fantasia. Le cosche sono riuscite a inserirsi all’interno di diversi segmenti del sistema sanitario: dagli appalti di fornitura alla direzione di importanti Asl, fino all’ingresso nella distribuzione dei farmaci con l’acquisto e la gestione di farmacie.
Tornando a Nadia – ho dovuto cambiare regione a seguito della determinazione di un gruppo di persone che mi hanno rovinato la vita osteggiandomi nel lavoro, incutendomi paura, facendomi vivere sotto la costante minaccia di atti contro la mia vita. Ho denunciato, ma nulla si è mosso. Una storia politica, civile e giuridica tutta sbagliata. Una città, una operazione finanziaria, una amministrazione pubblica già raggiunta da sentenze definitive, eppure sono stata costretta all’esilio. Ma da cosa si riconosce un mafioso? Come si combatte la mafia? Cosa stiamo facendo contro il potere economico e politico di stampo mafioso? Cosa comporta denunciare un mafioso?
La colonizzazione ‘ndranghetista nel tessuto produttivo trae vantaggi sia dalle fasi di espansione che da quelle di recessione economica e non c’è settore, dalle costruzioni al turismo, dal commercio alla ristorazione, dal gioco d’azzardo legale allo sport, in cui le imprese mafiose non abbiano investito.
Come sarebbe possibile questo pieno controllo del territorio senza un legame, una collaborazione e quindi trattativa tra Stato e mafia?
Ci sarà Nadia a raccontare la sua storia e altri importanti nomi della società civile e politica che non annunceremo, perchè la protagonista dovrà essere la nostra resistenza alla mafia!
Evento organizzato dalla Federcontribuenti e sponsorizzato dal Fondo Salute Cesare Pozzo di Harmonie Mutuelle Italia – perchè la mafia non ruba soltanto i soldi, ma anche la salute.