Alitalia versa in una situazione drammatica, non solo per i debiti ma anche per l’incapacità di immaginare un futuro competitivo in tema trasporti pubblici. Federcontribuenti: ”manca un piano olistico di rilancio e di sviluppo capace di competere con i partner stranieri e l’idea del governo di incorporare la società Alitalia dentro le Ferrovie di Stato, al 100% della Nazione, rischia di paralizzare tutto il sistema trasporti a livello nazionale”.
Alitalia, ce la teniamo oppure no? ”Questo anno Alitalia ha accumulato 450 milioni di euro di debiti, mentre le FS hanno un utile fermo a 420 milioni di euro; questi numeri ci dicono che incorporare Alitalia nelle FS porterà quest’ultima in debito e pensare di sprecare denaro pubblico per salvare una compagnia di bandiera incapace di competere con i competitor low cost – mentre le nostre ferrovie versano, in troppi tratti, in condizioni vergognose – è da folli. Nessun vero imprenditore azzarderebbe un simile acquisto”. Il governo, dopo aver bocciato tutte le proposte estere, per rilevare Alitalia, attraverso i Commissari, ha accettato l’offerta presentata da Ferrovie dello Stato Italiane (FSI). ”Ricordiamo che si parla di investire denaro pubblico e ricordiamo che, FSI riceve contributi per la gestione della rete, per alcuni servizi a lunga percorrenza e per quelli regionali. Creare un unico gruppo con Alitalia farebbe confluire le perdite di Alitalia dentro il gruppo FS, che è sussidiato dallo Stato, senza alcun beneficio per i consumatori”.
Alitalia come tutto il sistema Paese non è stata capace di leggere il futuro, finendo in guai grossi.
Dal 1 aprile del 1997 il mercato aereo europeo è stato completamente liberalizzato e se nel 1997 volavano in Italia 53 milioni di passeggeri nel 2017 sono saliti a 144 milioni di euro, ma l’85% di questi 144 milioni ha volato con la formula low cost. ”Facciamo una esempio – illustra il presidente di Federcontribuenti Marco Paccagnella – se da Venezia devo andare a Napoli con una compagnia low cost spendo andata e ritorno meno di 100 euro, se volessi usare i nostri treni dovrei spendere il doppio. Ecco cosa ci rende fragili nel mondo, non sappiamo cavalcare le onde che altri ci sbattono contro”’.
Ryanair e Easyjet si trovano in seconda e quinta posizione nel ranking delle compagnie
aeree europee per numero di passeggeri. I vettori tradizionali hanno invece subito le conseguenze della competizione fino a restare con un solo 15% di quota passeggeri, ”a livello internazionale Alitalia ha una fetta di passeggeri pari a 8,5%”.
”Cederla sarebbe stata la scelta giusta, e lo è ancora. Per anni abbiamo salvato questa compagnia aerea senza mai studiare un vero piano di rilancio, soldi finiti dove? Dirigenti pagati a peso d’oro e questo ci rende unici nel mondo; altrove se un amministratore sbaglia viene mandato via a pedate, da noi gli si danno emolumenti da nababbo”. ”.
Le nostre Ferrovie dello Stato ”dovrebbero occuparsi di rendere le nostre linee ferroviarie sicure e con treni all’avanguardia. Ricordiamo anche che l’Italia è l’unica in Europa ad avere ben 8 linee da incubo: 3 al nord e 5 al sud. Che da Napoli in giù abbiamo un treno ogni ora e quelli regionali sono i peggio in assoluto”.
Ulteriore scontro con la UE
Pare chiaro che usare le Ferrovie di Stato per salvare, di nuovo, Alitalia, violerebbe la disciplina europea in tema aiuti di Stato. ”Il fatto che FS sia una società a totale partecipazione pubblica implica come l’offerta di mercato sia in realtà solo una malcelata operazione di salvataggio pubblico”.