
Esiste un posto dal nome evocativo “Castillo beach” a Fuerteventura, isole Canarie. Eppure a molti quel nome fa venire i brividi. Perchè è sinonimo di spese di gestione altissime, lettere dagli avvocati spagnoli e una ingarbugliato intreccio di società spagnole e italiane che non hanno più sede e un club all’isola di Mann che emette certificati come quello qui a fianco.
Federcontribuenti mette in guardia tutti quelli che sono caduti nella trappola della multiproprietà alle canarie, se lecito è usare quel termine.
“Si tratta di un bidone vuoto – spiega Marco Paccagnella, presidente nazionale di Federcontribuenti – il guaio è che dentro quel bidone continuano a finire i soldi di migliaia di persone che hanno sottoscritto i certificati di multiproprietà, di fatto convertiti in affiliazione ad un club dell’Isola di Mann, paradiso fiscale dove è difficile sondare cosa succeda davvero”. Eppure una via di uscita esiste. “Se il contratto di multiproprietà è stato sottoscritto contestualmente con un finanziamento personale finalizzato a pagare la multiproprietà è possibile ricevere indietro le somme versate dalla finanziaria che ha erogato il prestito – spiegano gli esperti di Federcontribuenti – e quindi chiudere l’incubo senza ulteriori strascichi”.
Liberarsi della multiproprietà insomma è possibile, anche a distanza di anni dalla sottoscrizione del contratto. Quindi perchè continuare a pagare le spese di gestione quando si può recuperare il capitale e mettere fine a raccomandate e intimazioni di pagamento?