”Nel mese di settembre 2014 si è presentato alla mia porta un funzionario di Equitalia il quale mi notificava 67 cartelle per un valore di 630 mila euro da pagare in 5 giorni”. Inizia così l’ennesimo calvario di un contribuente, ”non mi capacito di come abbia potuto accumulare un simile debito”. Federcontribuenti: ”per INPS ed Equitalia applicata una sorta di bail in, i debiti inesigibili sulle spalle di chi si può ancora spremere”
Nel giro di qualche mese vengono notificate altre cartelle arrivando ad una cifra da capogiro, 930 mila euro, ”ho 40 anni e una ditta individuale aperta nel 2008, come ho potuto espormi fino a questo punto è un dubbio che mi tormenta”. Conto corrente bloccato, ipoteca sull’abitazione e nient’altro ma, solo perchè questo contribuente non possiede nessun altro bene aggredibile in quanto viveva del suo lavoro, oggi la ditta ha dovuto chiudere.
Nel cassetto fiscale del signor Vincenzo hanno pesato i contributi previdenziali e gli studi settore, ”35 euro l’ora, tanto guadagna un imprenditore qualsiasi secondo l’Agenzia delle Entrate, la realtà virtuale di uno Stato disconnesso dalla società reale. Come possono pensare – si domanda il presidente di Federcontribuenti, Marco Paccagnella -, che un piccolo artigiano possa guadagnare più di 250 euro al giorno?”.
Su questo ipotetico guadagno lo Stato avanza pretese fiscali alle quali difficilmente il piccolo artigiano può far fronte. ”Quelli furbi sanno che il modo migliore per scappare ad un controllo è dichiarare guadagni in linea con gli studi di settore, tanto nessuno li andrà a verificare, chi invece dichiara quanto effettivamente guadagnato e malauguratamente la somma è inferiore alla soglia indicata dagli studi di settore, finisce allegramente nel tritacarne”.
Il movimento #tagliaequitalia promosso dalla Federcontribuenti porta avanti un concetto tanto semplice quanto giusto per i contribuenti e per l’Erario, ”secondo i nostri parametri, se li avessimo applicati a questo contribuente, avremmo avuto un imprenditore che ancora lavorava e un Erario con un contribuente in più. Secondo i nostri calcoli ogni giorno in Italia 20 aziende decidono di chiudere a causa degli effetti perversi del vortice Equitalia. Ed altrettante persone si vedono portare la casa all’asta per lo stesso motivo”.
Dello stesso avviso William Carmagnola, responsabile dell’ufficio proposte legislative Federcontribuenti. “Mi auguro che il premier abbia il buon senso di mantenere quanto promesso in merito all’abolizione degli interessi e delle spese accessorie delle cartelle esattoriali, per arrivare ad un superamento di Equitalia. Mi auguro sopratutto che lo faccia in tempi rapidissimi. Le imprese non possono più aspettare e con esse anche l’intera economia del Paese, vessata da un sistema di riscossione, che con sistemi paragonabili a quelli mafiosi, costringe milioni di cittadini al fallimento. L’invito che posso fare a Renzi è quello di adottare in toto la proposta di Federcontribuenti e con essa dare una svolta positiva a questo Paese”.
Dobbiamo superare il concetto insopportabile che vuole evasore ogni contribuente in difficoltà e renderci conto che la figura stessa del contribuente medio è cambiato da quando è cambiata la legge di mercato e il contratto di lavoro come la normativa stessa dei professionisti. L’attuale disparità di reddito e redditi non più sicuri o continuati rendono il carico fiscale e la sua riscossione un castello da rivedere perchè ad oggi risultano sproporzionati rispetto alla reale capacità contributiva di ogni contribuente. ”Dobbiamo permettere di detrarre tutte le spese per intero alle aziende per poter puntare alla convenienza di una dichiarazione fiscale fedele, così facendo l’evasione fiscale si batterà in maniera sistematica e automatica e basta fondi a pioggia alle aziende con grande occupazione, ricordiamo gli stabilimenti della Fiat li abbiamo pagati decine di volte e oggi paga le tasse altrove”.