Le polemiche e le critiche come sempre terminano davanti ad un dato inconfutabile. Questo è successo ieri sera al ristorante Al Vigò di Padova, durante la cena organizzata dalla Federcontribuenti al fine di raccogliere fondi per concorrere alle spese necessarie all’appello proposto dalla sig.ra Masiero contro una sentenza ritenuta ingiusta. È bastato portare copia del dispositivo, presentare la normalità della famiglia Masiero per far gridare allo scandalo.
Il giudice firmatario della tanto discussa ordinanza è il Dott. Giorgio Bertola, del tribunale di Padova seconda sezione civile e la contestazione nasce ponendosi su tre principi chiave violati da codesto tribunale: primo, alla signora Masiero viene fatto divieto di rendere pubblica la decisione del giudice come i nomi degli attori, compreso il suo per intenderci. Secondo, il giudice Bertola non ha preso in alcun modo in seria considerazione, vagliando i fatti e le prove, che la signora Masiero fosse vittima di un grave abuso da parte della banca. Terzo, un giudice che senza se e senza ma si schiera in favore di una banca crea un pericoloso precedente che, visti i tempi, merita ogni attenzione.
In un clima confidenziale, i circa 50 ospiti, tra cui: l’avv. e GOT del tribunale di Venezia Sandro Santinello, il Presidente di Federcontribuenti Marco Paccagnella, l’avv. Zanetti della Federcontribuenti, simpatizzanti, associati qualche curioso. Insieme si sono discussi i temi emersi dal dispositivo e si è stati tutti d’accordo, alla fine, di farsi carico delle spese per concorrere in appello contro tale decisione.
Al di là del merito della vicenda, che ci si augura avrà un esito diverso in Corte d’Appello a Venezia, è veramente sconcertante che venga imposta la “censura” agli elementi identificativi di una sentenza che dovrebbe essere pubblica.
Alla fine della serata è stata aperta l’urna delle offerte con una somma raccolta pari ad € 550,00, mancano ancora da conteggiare alcuni bonifici arrivati direttamente sul conto donazioni di Federcontribuenti.
Articolo di approfondimento sulla vicenda della famiglia Masiero