376 boss ai domiciliari; che umiliazione per tutti quanti noi onesti cittadini, che rabbia a sentire le dichiarazioni di Basentini, Bonafede, del Procuratore Nazionale Antimafia. Con la scusa del covid nelle carceri si sono organizzati fino a piegare il debole apparato politico che ha finito con l’arrendersi alle minacce. Era il 6 maggio 2019 quando, Nadia Gentilini, consegnava a mano al Presidente della Repubblica Mattarella, al CSM all’attenzione di Davigo, Alla direzione Nazionale Antimafia De Raho, e al ministro di Giustizia Bonafede l’ultima di una lunga serie di denunce rimaste inascoltate, ”alla luce di quanto emerso e in base a quanto ho potuto personalmente constatare, è indubbio che all’interno del M5S qualcosa non và in merito di lotta alla mafia: più volte mi sono sentita dire – abbiamo le mani legate – . Federcontribuenti: ”covid o meno, mettere ai domiciliari un capo mafia significa fare 100 passi indietro nella lotta alla mafia. Significa mandare messaggi inquietanti ai cittadini italiani, significa mortificare chi ha denunciato la mafia e incoraggiare la stessa che ancora tiene, per le palle, l’intero stivale!”. Non ci importa sapere se sono o meno innocui, con la loro scarcerazione si è messa una bomba sotto a fragile cultura della legalità.
Alle dimissioni di Basentini devono seguire le dimissioni del ministro Bonafede per un motivo semplicissimo: hanno sbagliato entrambi! ”Davanti alla prospettiva – commenta Nadia Gentilini – di disporre ai domiciliari i più sanguinari mafiosi della storia Italiana, il ministro della Giustizia assieme alla Procura Nazionale Antimafia avrebbero dovuto all’unisono impedire tale schifo con la forza e i poteri di cui dispongono! Non con inutili dichiarazioni rilasciate dopo che i buoi son scappati. Chi ci assicura che questi boss non spariranno nel nulla? Io vivo ancora sotto la minaccia della mafia”. Ha ragione il PM Maresca quando dice che ”..troppe cose non quadrano dalle rivolte nelle carceri ai mafiosi mandati a casa come la consegna di papelli con richieste precise dei mafiosi al Dap . Richieste che in buona parte vengono accolte ……”.
Nadia Gentilini si fa portavoce, attraverso la Federcontribuenti che la segue da anni, di questo voltastomaco figlio di quando accaduto nei giorni scorsi: ” se il capo dipartimento penitenziario e il ministro della giustizia non sono stati capaci di bloccare i domiciliari a dei capo mafia per me non c’è speranza! Lo scorso 6 maggio 2019 ho depositato a Bonafede come alla Direzione Nazionale Antimafia e al CSM una denuncia, l’ennesima, con documenti inconfutabili dove svelavo un contesto massonico mafioso che opera “indisturbato” in Liguria ed alcune zone del Piemonte da oltre vent’anni . Pesante contesto mafioso ravvisato dagli inquirenti ma insabbiato dalla procura. Di non poco conto se si considera che i fatti che ho denunciato sono gravi e riguardano il traffico di droga e di armi, riciclaggio ed estorsioni. Anche il presidente della Commissione Antimafia Nicola Morra stà seguendo il mio caso dal novembre 2018 ma solo un mese fa mi ha sollecitato a trasmettere tutta la documentazione alla collega, la testimone di giustizia, onorevole Piera Aiello e alla Commissione Antimafia con l’istanza di essere sentita”.
Mentre il governo fatica a trovare i soldi per sostenere i lavoratori rimasti senza reddito e che rischiano di dare fallimento, la mafia ha oceani di soldi da riciclare e si è già messa in moto. Sistema Italia: il 42,4% dichiara che nel settore in cui opera succede troppo spesso di essere obbligati a pagare per ottenere licenze e concessioni o contratti con la P.A. o per agevolare pratiche fiscali o velocizzare procedure giudiziarie. Parliamo di quasi 12 milioni di italiani entrati in contatto con il sistema mafia.
Il ministro Bonafede deve dimettersi per coerenza.
Se lasciassimo ancora una volta passare il messaggio che il nostro potere giudiziario non è in grado di far muro contro le minacce mafiose i pilastri della democrazia non reggerebbero ancora una volta. Siamo ancora testimoni di un sistema di contropotere giudiziario, organizzato per avvicinare, condizionare e tentare di corrompere un numero indeterminato di magistrati e interi apparati di Stato. Come possiamo noi tutti credere di combattere il sistema mafioso, le ingiustizie civili figlie di quel complotto tra toghe e mafia dove la politica fa da collante senza rivoltarci tutti contro chi finge di non sapere?
Conclude Nadia Gentilini.
A differenza di Catello Maresca non voglio credere che sia tutto finito! Mi attendo dal ministro Bonafede o che si dimetta o che agisca immediatamente e concretamente. Io da più di 10 anni sono vittima della mafia dalla quale scappo nell’attesa che lo Stato mi chiami. Questo non solo per Nadia Gentilini ma per tutte le vittime che con coraggio hanno denunciato mettendo a rischio la loro vita e quella dei loro familiari e si sono ritrovate economicamente distrutte, senza fissa dimora e con il grave rischio di contagiarsi da Covid 19: contrariamente ai boss mafiosi noi siamo al 41 bis e senza diritti, ossia gli invisibili”.
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