Morire per debiti è assurdo. Chiediamo ai parlamentari che si acceleri l’iter di un disegno di legge che porti finalmente in Italia la possibilità di dichiarare bancarotta personale”.
A proporlo è il presidente di Federcontribuenti Marco Paccagnella, dopo che questa notte un odontotecnico oberato dai debiti si è ucciso sparandosi un colpo di pistola all’addome alla periferia di Padova. “Analogamente a quanto succede in Gran Bretagna ed in generale nei paesi anglosassoni – continua Paccagnella – se una persona non ce la fa a pagare i propri debiti va dal giudice e concorda una via d’uscita. In Italia invece al momento i giudici servono in questi casi solo ad emettere i decreti ingiuntivi ed a mettere all’asta la casa di chi poi vistisi schiacciati dalla crisi come in questo caso non trovano altra via di uscita del suicidio. Negli ultimi dodici mesi ho personalmente dissuaso sei imprenditori a commettere gesti estremi, ma resta il fatto che le persone in difficoltà economica in questo paese sono lasciate sole, trattate come se fossero colpevoli di chissà quale colpa. E’ grottesco che la banca centrale europea abbia stanziato miliardi di euro per salvare le banche e gli stati con tassi ridicoli, e i cittadini di quegli stessi stati che hanno salvato le banche vengano strozzati da rientri da fidi o da pignoramenti che in alcuni casi sono al limite dell’istigazione al suicidio. Io non ce l’ho con i giudici, che, bene inteso, fanno il loro lavoro ed applicano la legge, ma mi chiedo se qualcuno in parlamento e nei consigli regionali dove si deliberano con leggiadrìa rimborsi spese forfettari ed esentasse da duemila euro, si sia accorto di quanto drammatica sia la vita di una fascia crescente della popolazione italiana”.
A differenza della bancarotta fallimentare dove un curatore si occupa di vendere i beni e ripartirli tra i creditori di una azienda o società, per bancarotta personale intendiamo quella procedura che permetterebbe ad un cittadino – contribuente, di usufruire di agevolazioni tali da impedire il fallimento o la disperazione umana. Attraverso una semplice procedura, simile alla bancarotta di una impresa, un giudice si occuperà di verificare lo stato economico del richiedente e in base alla situazione riscontrata decidere come intervenire per meglio aiutare il soggetto. Alle volte basta usare il buon senso, sospendere le scadenze fiscali o bancarie dando tempo all’individuo di rientrare in possesso della liquidità e riprendere quindi i pagamenti. In Italia se ne era parlato, che fine ha fatto il disegno di legge?
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