In ogni casa italiana, dove il reddito annuo non raggiunge i 16 mila euro, si pratica un culto, quello della fede e della speranza che tutta questa ingiustizia sociale, prima o poi finirà. Anche per questo motivo la casa principale dovrebbe essere del tutto esente dall’Imu.
Per il mese di dicembre il carico fiscale toccherà l’incredibile picco del 70% a famiglia.
La proposta è di chiedere una dilatazione del saldo Imu a 6 mesi e senza interessi, solo per chi possiede una sola casa di proprietà ed è in difficoltà economiche. Una proposta che si appella al buon senso e al buon gusto del ministro Grilli. Non si tratta di chiedere un favore, ma di esercitare un diritto, quello di non sopperire e di vivere dignitosamente senza venir, continuamente, prosciugati da imposizioni fiscali non al passo con lo sterminio della liquidità. Una dilatazione che potrebbe essere estesa ai piccoli imprenditori e commercianti. ” E’ tempo di fare una scelta, – precisa Paccagnella di Federcontribuenti, – continuare a tira la corda fin quando la stessa non si spezzerà, od iniziare a sperimentare politiche per il sociale. Iniziare a fare un distinguo serio tra diversi redditi”. La Federcontribuenti chiede anche di non assalire, con il riscossaggio, le famiglie, saranno molte, impossibilitate a saldare l’Imu nei tempi obbligati.
Al nord non superano i 16 mila euro di reddito una famiglia su dieci, al centro una su sei e al sud una famiglia su tre. Il 60% dei pensionati è sotto la soglia dei mille euro, il 40% non raggiunge le 600 euro. Invece, una famiglia su tre, da nord a sud, possiede una casa di proprietà. Una sola casa. Acquistata con un mutuo, data in dono dalla famiglia, ereditata. La casa principale, intesa come unica proprietà, non è un bene tassabile, non deve esserlo. L’Imu ha quadruplicato l’Ici. Se una famiglia, proprietaria di un bilocale pagava 100 euro di Ici, con l’Imu ne pagherà 400, detrazioni incluse. Le tredicesime non sono state detassate, aggiungendo il saldo Imu, dello stipendio resterà solo tanta amarezza e rabbia. Uno stipendio di 1.300 euro si ridurrà a circa 500 euro e sarà con questa somma rimasta che si pagheranno le bollette, l’idraulico se si rompe un tubo in casa, una pizza e tutto il resto. Una richiesta eccessiva quella del governo, quella di aver pazienza, che la fine del tunnel è vicina, che bisogna fare sacrifici. Non siamo in guerra e non siamo chiamati a salvare una Patria che di patriottico ha solo lo sventolio del tricolore.
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