Napolitano aveva nominato 10 saggi per indicare cosa doveva fare il governo; il governo ne ha nominati 40 per fare le riforme ma allora che ci sono a fare i ministri? Camera e Senato costano 1,5 miliardi di euro l’anno, pari allo 0,1 per cento del Pil. Nessuna assemblea legislativa al mondo costa tanto quanto la nostra. Gli stipendi del personale della Camera costano 238 milioni di euro, ciò significa che ciascun addetto alla Camera, barbiere e autista compresi, in media guadagna 150mila euro l’anno, oltre 10mila euro al mese.
Non accetteremo impassibilmente che un governo, cui membri sono stati nominati dai partiti dopo che le elezioni hanno tradito nuovamente le aspettative degli elettori, senza alcuna autorizzazione, riformi le aree strategiche del Paese includendo il presidenzialismo. Tutto ciò col concorso di un partito cui capo è stato condannato per evasione fiscale, sotto processo per concussione e compravendita di senatori. Altro ancora ci preoccupa, perchè oltre a dover contrastare il genocidio in atto a danno degli italiani a furia di credit crunc, riscossione spregiudicata e tassazione ai record storici, dobbiamo anche difendere la moralità di uno Stato depravato, perverso: a conferma di ciò il disgustoso plauso di Licio Gelli per l’impegno profuso dal governo Letta per il presidenzialismo o semi presidenzialismo.
Cos’altro bolle in pentola?
Bisogna rinnovare decine di consigli di amministrazione perchè in scadenza. Si cercano e scambiano manager, politici per rinnovare i cda delle società di Stato, le stesse che hanno portato alla rovina l’economia interna giocando dietro il debito pubblico. Circa 200 poltrone da sostituire, cui compensi oscillano tra i 50 e i 70 mila euro l’anno, più gli accessori naturalmente. Ad esempio, tra i cda da rinnovare, troviamo la società Mefop, sviluppo fondi pensioni, la Sicot (società di supporto e consulenza al Tesoro), la Sogin (smaltimento dello scorie nucleari) e la Invitalia rimproverata dalla Corte dei Conti per aver fatto lievitar poltrone e compensi a spese dei contribuenti italiani. La Sogin è una vergogna infinita, una delle tante a dir la verità: Sogin, Società Gestione Impianti Nucleari, ha dilapidato oltre un miliardo di euro, soldi delle famiglie italiane, sborsati attraverso un sovrapprezzo sulla bolletta dell’energia elettrica. Avrebbe dovuto occuparsi dello smantellamento e bonifica dei siti nucleari. L’Autorità per l’Energia ed il Gas, che controlla il mercato elettrico e decide sulle tariffe, assegnava alla Sogin, per il periodo 2002-2004, ben 412,3 milioni di euro per la messa in sicurezza dei siti nucleari; a questa cifra si arriverà portando il costo dell’aliquota nucleare a 0,5 centesimi a Kw con un incremento della bolletta elettrica del 2%. Si rinnova anche Finmeccanica, Cassa Depositi e Prestiti, la Inail, insomma, i tentacoli di una piovra voracissima. Dagli enti inutili e soppressi potremmo ricavare 11 miliardi di euro: nessuno scatto Iva, nessuna tassa per chi ha una sola casa, pagamento immediato dei debiti della PA, riduzione delle tasse sulle imprese: ecco dove trovare i soldi. Fabrizio Zampieri, Responsabile Aziende e Mercati Finanziari per Federcontribuenti, è andato a caccia di tutti quegli Enti inutili partendo dall’Ente istituito per abrogarli: ” ci sono agenzie, accademie, istituti consorzi, centri, opere, unioni, leghe e istituti, che fanno capo a parecchi dicasteri. Ho esaminato circa 36 mila enti oggi esistenti e ho potuto contare decine di doppioni, ovvero medesime società con lo stesso compito ma con oneri differenti. Controllandoli tutti, depennando i copioni, eliminando quelli ancora in vita per dare un guadagno agli amici, o quelli usati come bacino di voti, si avrebbe un risparmio per le casse dello Stato di circa 10.795.694.942 euro. ” Quello delle Partecipazioni Pubbliche è un fenomeno generale esteso a tutte le regioni Italiane e all’intero territorio nazionale ”. Paccagnella, presidente di Federcontribuenti, ” si discute sempre di dove trovare risorse per far ripartire l’economia e il lavoro? Sembra semmai evidente che si passa il tempo a mantenere le proprie roccaforti in piedi e spennare i contribuenti italiani ”. La struttura su cui regge il sistema Stato, poggia su di un architrave che minaccia di cedere. Non solo gli enti inutili, il ginepraio di sigle nate con il solo scopo di catturare i fondi pubblici e compiacenze utili per restare vent’anni alla Camera, soprattutto, accavallamento di comitati, commissioni, dentro e fuori la camera, il senato e i dicasteri. Ecco il perchè, la causa, del debito pubblico.
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