Nelle ultime settimane molti datori di lavoro stanno ricevendo pesantissime ingiunzioni da parte dell’Inps per omesso versamento di ritenute previdenziali. Ciò che colpisce è che l’importo delle sanzioni risulta quanto mai spropositato rispetto all’importo del mancato pagamento. Federcontribuenti: “Le ritenute previdenziali sono tutti quei contributi obbligatori previdenziali e assistenziali, calcolati sulla retribuzione, trattenuti sia al dipendente che al datore di lavoro e versati alle Casse Previdenziali alle quali il dipendente è iscritto. Poi ci sono le ritenute fiscali, destinate all’Agenzia delle Entrate per il pagamento dell’IRPEF, e dalle ritenute extra-erariali destinate ad uno o più soggetti”. Se per stessa dichiarazione di Ernesto Maria Ruffini, in Italia abbiamo 19 milioni di cittadini in debito con il fisco le domande sono due ed è il parlamento a doverci rispondere: il carico fiscale italiano è insostenibile per i redditi degli italiani o gli italiani vanno considerati evasori per cultura? Interroghiamoci sul totale del cuneo fiscale e sulle modalità e sulla questione dei bassi redditi degli italiani!
Ritenute previdenziali non versate, cosa rischia il datore di lavoro?
Se l’ammontare delle ritenute non versate supera € 10.000,00 annui si realizza un illecito penale punibile con la reclusione fino a 3 anni e con la multa fino ad € 1.032. Se l’ammontare delle ritenute non versate, non supera € 10.000 annui non vi sono conseguenze penali ma l’inadempimento è punito con una sanzione da € 10.000 ad € 50.000. Permettere alle imprese di sopravvivere significa salvare posti di lavoro e se tagliassimo il peso fiscale a carico dei datori di lavoro questi potrebbero aumentare i salari.
Cosa fare quando arriva la cartella esattoriale.
Suggeriamo anzitutto di monitorare le caselle di posta elettronica certificata e verificare sempre che non vi siano eventuali atti giudiziari non ritirati in quanto in tali ipotesi si corre il rischio che le richieste dell’Inps diventino definitive e quindi l’Ente possa procedere con l’esecuzione forzata. Suggeriamo poi di segnalarci immediatamente il ricevimento di queste notifiche in modo da poter predisporre con attenzione una adeguata strategia difensiva.