Se chi è ”beccato” a rubare è la stessa persona che esige da chi amministra rigore fiscale e pesanti vessazioni finanziare fino a spingerlo al suicidio, è intellettualmente e giuridicamente sbagliato accusarlo, oltre che di furto e di gravi crimini contro lo Stato, di istigazione al suicidio? Prendiamo il caso di Torino, che poi potrebbe essere Roma, Napoli, Milano. Non siamo un Paese senza risorse economiche, siamo un Paese senza moralità e Giustizia.
La procura di Torino sta indagando sui rimborsi dati a dei consiglieri regionali, raggiunti da avvisi di garanzia. Sotto la lente degli uomini della Guardia di Finanza, coordinati dal procuratore aggiunto Andrea Beconi e dal sostituto Enrica Gabetta, i rimborsi spese dei gruppi consiliari tra il 2010 e il settembre 2012. Il primo posto per scontrini non giustificati spetta a Michele Giovine dei Pensionati per Cota: 121mila euro tra bar, ristoranti, night club ma anche abbigliamento, fiori, regali per bambini centri estetici e alcolici. Tra le spese anche 700 euro per due biglietti per vedere la Juventus e uno scontrino da 51 euro di un bar delle Canarie. A seguire c’e’ Maurizio Lupi (Verdi verdi) che dovra’ giustificare spese per 74mila euro: bar e ristoranti (oltre 30mila euro), videogiochi, solarium e ferramenta ma soprattutto 20mila euro per biglietti ferroviaria su tratte che non sembrano avere una giustificazione istituzionale credibile. Al terzo posto Andrea Stara (Insieme per Bresso) con rimborsi per 57mila euro. Anche per lui scontrini per bar e ristoranti senza farsi mancare articoli da ferramenta e bagno turco. Chiude Eleonora Artesio della Federazione della sinistra, che dovra’ spiegare l’uso di 12.632 euro soprattutto tra buoni pasto, rimborsi autostradali e piccole spese come ricariche telefoniche.
Nel frattempo a Torino un idraulico di soli 47 anni, senza lavoro, si è impiccato con la cintura dell’accappatoio. Chi lo conosceva dice che lo ha fatto per la crisi, perché di lavoro ne aveva poco e di spese tante. Un lavoro che era sempre più scarso che lo costringeva probabilmente a fare i conti ogni mese, e le cifre non quadravano mai, una fatica che ormai gli sembrava impossibile da reggere.
È il secondo suicidio in pochi giorni, domenica a morire era stato un ambulante di 46 anni, poco più giovane dell’idraulico, di lui si sapeva quasi tutto: soffocato dai debiti e dalla mancanza di lavoro, questi erano i motivi della sua disperazione. Due settimane fa una guardia giurata di 50 anni si era sparato un colpo di pistola alla testa. Lo aveva trovato così in un lago di sangue la moglie, rientrando dal lavoro. La donna aveva poi raccontato alla polizia che da alcuni anni il marito aveva lavori precari e che era depresso per questo. Poi c’è Brunetta che piange di non avere soldi per saldare l’IMU: “Io sto pagando la seconda rata dell’Imu, ma i soldi non li ho, ho dovuto chiederli in prestito ad una banca. La pagheremo cara, il premier Monti ha sbagliato”. Il presidente di Federcontribuenti ricorda che Renato Brunetta oltre ad essere stato parlamentare europeo dal 1999 al 2008, è in pensione e percepisce l’indennità di parlamentare eletto nelle fila del Pdl. Come fa un parlamentare pensionato, che da 13 anni guadagna circa 150mila euro l’anno, pagate direttamente dalle tasche dei cittadini, a non avere i soldi per pagare la seconda rata dell’Imu? Senza contare altri introiti legati ad altre attività.