Il bail in per MPS non può essere applicato, significherebbe mettere le mani nelle tasche dei grandi gruppi industriali e in più ha diverse quote di Bankitalia ed è noto essere il forziere della politica e dei politici. Mentre le banche venete hanno ”informato” per tempo gli azionisti o i correntisti di un certo ”rilievo” lasciando le perdite sulle spalle dei piccoli risparmiatori e imprenditori. ”Il coraggio di un governo riformista sta sopratutto nel fare pulizia e giustizia tra le pieghe dove avide sanguisughe hanno divorato ogni risorsa ed opportunità”
“Cinque miliardi di euro della recente operazione salva banche da considerarsi persi per sempre e la responsabilità è da ricercare nella blasonata imprenditoria italiana, capitalisti senza capitale, bravissimi a privatizzare gli utili e nazionalizzare le perdite“. A dirlo il presidente nazionale della Federcontribuenti che mette in guardia da facili entusiasmi circa le prospettive che si aprono per il salvataggio di Monte dei Paschi di Siena e delle banche venete squassate dall’erosione del capitale.
“Quel capitale se lo sono pappato, nel caso di Mps, i grandi gruppi industriali – spiega Marco Paccagnella – non è un mistero che la maggior parte degli incagli più grossi fanno rima con i cognomi dei consigli di amministrazione passati e presenti di Confindustria e dei cosiddetti salotti buoni, politicamente bypartisan come spesso avviene quando di mezzo ci sono le grandi abbuffate. Ci domandiamo come mai, a quanto appare, tra Mps e banche popolari venete siano stati usati due pesi e due misure: da una parte i grandi gruppi tutelati anche dopo aver mandato in malora uno dei gruppi bancari più antichi d’Italia, dall’altra, in Veneto, soci azionisti defraudati di tutti i loro risparmi. Il conto di quei salotti ora lo paga la collettività. Credo sia importante una riflessione su quanto avvenuto in questi anni di capitalismo senza capitale in Italia”. Secondo le analisi di Federcontribuenti comunque le operazioni di salvataggio in Italia hanno importi risibili rispetto a quanto avvenuto ad esempio in Francia e Germania negli ultimi dieci anni.
“Anche ammettendo di perdere tutti i crediti elargiti a salvataggio di Mps e delle altre banche in difficoltà, saremmo a una cifra inferiore ai 150 euro per italiano – spiega Paccagnella – un costo tutto sommato accettabile visto che l’alternativa è il default finanziario.
Tale cifra in Germania, dove lo Stato attraverso la Bundesbank ha fatto operazioni per 238 miliardi di euro, è di quasi tremila euro pro capite: giusto per dare l’idea di quanto, grazie al risparmio degli italiani, le banche siano state risparmiate dai marosi della turbofinanza”.
Concludendo ”ci troviamo nuovamente a chiedere lumi alla magistratura, a chiedere la summa di tutte le indagini e di arrivare ad un maxi processo. Non sono stati dei fantasmi a ripulire il MPS, o il governo vuole convincerci del contrario?”