Diritto al pluralismo.
Vi sarà capitato spesso di assistere a qualche famoso talk show politico in televisione e avrete certamente notato la presenza, puntata dopo puntata, di ospiti fissi: rappresentanti di qualche blasonata sigla politica, federativa, associativa o sindacalista.
Personaggi paganti.
Pagano e concordano con le redazioni sia il costo per la loro presenza sia una linea editoriale consensuale. Manipolazione mediatica, pilotaggio dell’informazione, annientamento del diritto di replica, di pluralismo, di informazione a 360 gradi. Puntate a pagamento, con i fondi pubblici per una informazione che, di fatto, non informa su nulla. I temi sono squisitamente sociali, anzi, si attinge dalla disperazione collettiva. Imprese che falliscono, banche che strozzano, riscossione barbara, tagli ai servizi sociali, alla sanità: disoccupazione, cassa integrazione, precarietà. Temi per catturare l’attenzione pubblica, per far salire l’odiens, per accaparrarsi gli sponsor più succulenti. Si apre sempre con un reportage. Un filmato girato in questa o in quella casa, o in questo o in quel capannone, dove le telecamere rubano, usano, sottolineano lacrime, urla, rabbia, dolore. Finito il filmato si torna nello studio televisivo e il siparietto organizzato ha inizio. Analizzano quanto visto nel reportage: commentano, difficilmente propongono e mai danno risposte chiare, informazioni utili ai cittadini. Mai viene data una risoluzione, consigliato un percorso. Mai si fa riferimento ai diritti che per legge possono essere pretesi. Mai si spiega come uscire dall’inferno, mai si dice che dall’inferno si può uscire. Basta riflettere sui numeri: su oltre 600 deputati gli italiani ne conoscono solo una dozzina. Su oltre 300 senatori agli italiani se ne mostrano i soliti noti, i più ripresi su giornali, tv e radio troviamo i ministri. Molto peggio va per le associazioni di categoria e per la base dei sindacati. Questo sistema discrimina e penalizza fra tutti i cittadini, costretti, per cercare una soluzione al proprio problema ad incorrere in lunghe code in uffici non in grado di dare le risposte sperate, passa parola, ricerche sul web: spesso il rischio del fai da te è quello di cadere in truffe ben congegnate. Per concludere, se è vero che la televisione rispecchia la nostra cultura, le nostre passioni e in generale ciò che siamo, è indispensabile ricordarvi che il sistema senza una vostra azione concreta si auto alimenta e non si corregge.