I due dipartimenti Federcontribuenti no ENPAPI e No ENPAF denunciano gravi carenze e forti discriminazioni in ambito lavorativo: ”mancano regole omogenee sul territorio nazionale e soprattutto mancano i dati sui contagi tra i farmacisti mentre sappiamo che nei presidi medici ogni 9 contagiati uno è un infermiere. A noi non fanno tamponi, manca il reagente, però nessun limite ai politici e ai calciatori. Non siamo eroi e non vogliamo essere degli eroi; abbiamo paura, abbiamo figli piccoli e genitori anziani”.
I 2/3 dei farmacisti del territorio sono costituiti dai farmacisti collaboratori, al pari di una qualunque Partita Iva non hanno tutela, hanno una paga base oraria lorda di 10,40 euro e devono pagarsi una seconda previdenza di tasca propria. La portavoce per la Federcontribuenti denuncia: ”solo in alcune regioni le farmacie operano a battenti chiusi, nella maggiorparte delle farmacie mancano le mascherine adeguate e siamo costretti ad assistere clienti che entrano con la febbre. Siamo in sintesi un canale di diffusione del contagiano lasciati fuori da ogni norma sulla sicurezza”.
Per coprire le enormi lacune sanitarie e seguire l’emergenza epidemiologica, il governo italiano arranca su tutti gli altri fronti.
Federcontribuenti: ”tra gli operatori sanitari contagiati dal virus Sars-Cvov-2 l’età media è molto più bassa di quella della popolazione generale (49 anni invece di 63)” (report ISS sanitari contagiati).
Perchè se sei un sanitario non ti fanno il tampone anche se sei venuto a contatto con pazienti positivi al contrario di qualunque altro cittadino? Mancano da nord a sud le famose maschere FFP2/FFP3 nonchè i camici impermeabili, occhiali, visiere”.
Per operatori sanitari e farmacisti le Linee Guida parlano di “razionalizzarne e ottimizzarne l’uso” insomma ”utilizziamo mascherine non adeguate e spesso le dobbiamo indossare per 3 giorni di fila. Vedere cittadini a spasso col il cane o i politici in televisione come altri essere privilegiati non avere alcun problema nel reperire le mascherine con la valvola mentre noi, in trincea, veniamo definiti eroi per convenienza è inaccettabile”.
Farmacisti e infermieri valgono meno dei medici pagati, in alcuni regioni, ”fino a 200€ al giorno esentasse, con vitto e alloggio e spese di viaggio. Gli infermieri valgono 12 euro all’ora senza alcun rimborso o contratti da 25 euro al giorno!”.
Farmacisti e infermieri chiedono attraverso la Federcontribuenti, al governo italiano: ” il riconoscimento dell’indennità di rischio biologico, l’abrogazione della norma inserita nel dl del 9 marzo 2020, n. 14 dove si prevede che i sanitari esposti a pazienti COVID-19 non siano più posti in quarantena, ma continuino a lavorare anche se potenzialmente infetti e che la sospensione dal lavoro sia prevista, sempre secondo questa norma, solo se sintomatici o positivi.
A queste richieste si aggiunge quella dell’abolizione dell’obbligo contributivo Enpaf per i farmacisti e Enpapi per gli infermieri.