Spedite le notifiche per gli Atti di intimazione di pagamento di tutte le cartelle a ruolo dal 2000 al 2016. Federcontribuenti: ”ogni 6 mesi ripropongono la stessa manovra al solo fine di obbligare al pagamento anche debiti sfacciatamente decaduti per prescrizione. Alla prima notifica attivatevi”. Guida al ripristino della legalità fiscale.
Appunto.
Da molti mesi l’Ente della riscossione non sta pagando le spese legali obbligando i legali dei contribuenti a fare atto di pignoramento nei confronti dell’Ente stesso, veniamo obbligati a pagare da chi a sua volta non paga i debiti.
La Federcontribuenti, come lo Stato, ciclicamente mette in guardia i contribuenti e suggerisce loro come difendersi: ”alla prima notifica, anche via pec, inviate per un controllo l’estratto di ruolo per analizzare quanto esattamente dovete allo Stato e permettere una opposizione mirata e puntuale che vi metta al riparo da ulteriori azioni intimidatorie perchè, 9 volte su 10 le somme imposte sono viziate o inesatte per meglio dire gonfiate.
Da lunedì 13 novembre sarà possibile consegnare le procedure per l’adesione bis del pagamento agevolato: ”la prima ondata è stata un fallimento, qualcuno è riuscito a pagare solo la prima rata, molti altri nemmeno questa e ora il Fisco torna alla carica. Non consegnate nulla di firmato senza avervi fatto prima consigliare”.
Va ricordato che l’adesione agevolata quando firmata obbliga il contribuente a non avviare nessun procedimento di opposizione per le cartelle parte dell’adesione.
”Quando firmate qualunque rateizzazione vi mettete nella condizione di non potervi più opporre né né aprire un contenzioso a tutto vantaggio del fisco che si vede pagare somme che non poteva più richiedervi”
In questi giorni sono partite a raffica notifiche con intimazioni di pagamento per cartelle a ruolo che vanno dal 2000 al 2016, ‘‘in barba a tutte le norme insistono con lo spedire atti intimidatori per debiti non più esigibili. Inoltre nelle cartelle si continuano ad accertare errori di conteggio, vizi di notifica e irregolarità che le annullano perchè lo scopo è sempre lo stesso: fare cassa basandosi sulla legge dei grandi numeri e cioè, su 3 contribuenti solo uno troverà l’errore”.
Non abbiate paura di ricorrere.
”Ogni tanto ci dicono che il 70% delle volte il tribunale da ragione al fisco, questo è falso. Certe notizie si danno per intimorire il contribuente, spaventandolo con il miraggio della condanna alle spese legali e con parcelle dell’avvocato da paura. Gli avvocati tributaristi sono specializzati in questo genere di contenzioso e non sempre affidarsi al commercialista o al caf vi mette al sicuro, anzi, il più delle volte vi richiedono la rateizzazione e pace”.
Altra opportunità poco battuta è la – Sospensione Legale e Annullamento del Debito – ce lo spiega il noto tributarista di Federcontribuenti, Giuseppe Nucera, ”esiste nel nostro ordinamento un istituto a carattere stragiudiziale introdotto dal legislatore nel 2012 con la legge n.228/2012, successivamente modificata con il D.Lgs 159/2015, che consente, in presenza di determinate condizioni, la sospensione e l’eventuale annullamento dei debiti tributati in caso di inerzia dell’ente impositore in conseguenza di una apposita istanza presentata dal contribuente”. La formula del Silenzio – Assenso.
In pratica il contribuente, a seguito della ricezione di un atto del concessionario per la riscossione, depositando una istanza allo stesso diretta ottiene due effetti: ”uno immediato, che consiste nella sospensione di azioni cautelari (ipoteca o fermo amministrativo) o esecutive (pignoramenti) intraprese dal concessionario stesso; l’altro resta condizionato dal comportamento dell’Ente Impositore, il quale deve seguire una procedura che porti alla conferma o all’annullamento del ruolo entro il termine di 220 giorni. All’inutile spirare di tale termine il concessionario sarà tenuto ad annullare i debiti iscritti nei ruoli esattoriali”.
La ratio della norma è quella di tutelare i contribuenti dal proseguimento di azioni cautelari o esecutive conseguenti a errori e o anomalie nei flussi informativi tra ente creditore e concessionario per la riscossione (a seguito ad esempio di pagamenti, sentenze di annullamento, sospensioni amministrative o giudiziali) oppure in caso di prescrizione o decadenza del diritto di credito sotteso.
Le sedi della Federcontribuenti sono a disposizione di quanti vorranno farsi analizzare la posizione debitatoria. Resta un maledetto dubbio: ”perchè lo Stato insiste con il fare cassa su dei morti quando questi morti potrebbero resuscitare tornando a versare all’Erario tasse e tributi?”
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