Non chiediamo leggi speciali, ma che l’Italia torni ad essere un Paese normale, dove i sacrifici dei contribuenti non vadano sprecati per organismi fine a se stessi poiché l’associazionismo è una forma di aiuto ai propri iscritti che non dovrebbe pesare nelle tasche di tutti, come succede in Italia, è comodo fare il paladino dei diritti finanziato, spesso e volentieri, da chi combatti!
In Italia associarsi è un diritto inviolabile e sancito. Chiunque può costituire un partito politico, un comitato civico, una associazione di categoria e non solo i partiti politici godono degli stanziamenti pubblici, anche molte associazioni. «Come può una associazione dirsi apartitica, disposta solo al bene e diritto collettivo, quando questa è parte integrante di un organo politico?». Se lo chiede il presidente di Federcontribuenti, Marco Paccagnella: «spesso arrivano a noi dopo aver provato con ben altre note associazioni di consumatori raccontandoci di non aver ricevuto l’aiuto sperato o almeno quell’aiuto pubblicizzato dalle stesse associazioni. Queste non vengono controllate regolarmente, alcune hanno bilanci favolosi, eppure, sono associazioni no profit». La Federcontribuenti si chiede se non sia il caso di rivedere la missione del Consiglio Nazionale dei Consumatori e degli Utenti, il CNCU, un organo dello Stato italiano che fa capo al Ministero dello Sviluppo Economico ed è presieduto dallo stesso Ministro. Il CNCU ha funzioni consultive sugli argomenti relativi alla materia dei diritti dei consumatori e presiede spesso ai famosi tavoli istituiti quando l’ira civile minaccia tempesta sulla casa politica. Tutte le associazioni possono richiedere di entrare in questo organo e tutte ricevono soldi pubblici, eppure, nessuna di queste associazioni accoglie cittadini in difficoltà senza tesserarli o richiedere contributi per questo o quel modulo. Il ruolo di tali associazioni è determinante perchè sono quella retta diretta che collega la società civile con le sue esigenze e problematiche con la casa governativa, invece, pur partecipando attivamente sugli schemi di disegni di legge del Governo o di iniziativa parlamentare, nelle proposte in materia di tutela dei consumatori e degli utenti, pur favorendo iniziative volte a promuovere mezzi di giustizia per la soluzione delle controversie tra cittadini e vari enti, pur portando negli uffici governativi le ingiustizie di questa o quella categoria come le grida di aiuto del mondo delle PMI, non risultano risolutori. Inoltre hanno anche il potere e compito di segnalare alla Presidenza del Consiglio dei Ministri eventuali difficoltà, impedimenti od ostacoli, relativi all’attuazione delle disposizioni in materia di semplificazione procedimentale e documentale nelle pubbliche amministrazioni. «Queste associazioni, tutte no profit, ricevono pochi controlli eppure, hanno bilanci di tutto rispetto, un po come i partiti politici, se quindi è vero che associarsi è una libertà inviolabile, eppure vero che tale organo limita ampliamente ed arbitrariamente il diritto di ogni associazione di agire in piena libertà. Noi abbiamo scelto di non aderire al CNCU e non godiamo quindi di nessun beneficio pubblico, per questo siamo liberi di dire che, facendo qualche visura su qualche associazione, notiamo gravi anomalie. Inoltre temiamo che tale sistema alimenti i cosi detti bacini di voto».
Gli ultimi anni sono stati caratterizzati da una agenda politica centrata sulla questione economica e fiscale. Misure varate alla velocità della luce, in gran parte indigeste ai cittadini perchè invasive, ingiuste, succhia sangue. Il cittadino, ignaro, punta il dito sui vari leader di partito, sui ministri e presidente del Consiglio o della Repubblica. La macchina governativa è invece molto più complessa ed articolata e vede muoversi diversi uffici. In Italia non risulta solo difficile fare impresa, investire, trovare quindi lavoro e sopravvivere da contribuente, ben più difficile è entrare nelle lobby non solo intese come gruppi occulti, ma anche come gruppi di prescelti con cui si discute e si decidono le linee politiche come le leggi. Ragion per cui, al di la delle bestiali uscite sulla necessità di tornare al voto, si dovrebbe discutere, contemporaneamente alla riforma della legge elettorale, sulla riforma del sistema legislativo italiano, sul compito dei vari uffici ed enti e abolire lobby come il CNCU.