Draghi: ” la gente come me ha investito tutte le sue fortune, la sua autorità, carriere e prestigio nella costruzione dell’euro ”. Paccagnella: ” Anche noi cittadini abbiamo investito molto nell’euro e lo stiamo tutt’ora facendo, ciò che non ci piace è che ha pagare le conseguenze siamo rimasti solo noi, società civile” Lo diciamo subito, Federcontribuenti non è per una uscita dall’euro, siamo invece per una rivisitazione delle carte che regolamentano la zona euro, a partire dai rigidi parametri di Maastrich. Un passo del discorso che il Governatore Mario Draghi ha pronunciato durante la conferenza del 4 aprile presso la BCE: ” la gente come me ha investito tutte le sue fortune, la sua autorità, carriere e prestigio nella costruzione dell’euro. Se l’euro si rompe, noi persone veramente importanti cadiamo con lui e perdiamo tutto, prestigio, carriere, autorità, soldi e potere. Perciò non ci sarà mai un’uscita dall’euro, troppo grande è il capitale politico che ci abbiamo investito”. ” Anche noi cittadini – dice il presidente della Federcontribuenti Paccagnella – abbiamo investito molto nell’euro e lo stiamo tutt’ora facendo, ciò che non ci piace è che ha pagare le conseguenze siamo rimasti solo noi, società civile”. Secondo l’economista della Federcontribuenti, Fabrizio Zampieri, non solo la ripresa è lontana ma il rischio Cipro, Grecia ect, è sempre più vicino.
Zamparini, l’Italia rischia un secondo prelievo forzoso? ”Certo, potrebbe accadere anche in Italia ed anche più velocemente di quanto ci si possa aspettare. E’ già pronto un piano per la tassazione dei conti correnti degli italiani. Il problema è che non lo verranno certo a dire ai cittadini; sarà un’operazione effettuata un venerdì pomeriggio, con le banche già chiuse, ed i correntisti italiani si ritroveranno così i conti decurtati già il lunedì mattina, sempre ché le banche apriranno… Vi invito perciò a diffidare delle dichiarazioni ottimistiche e rassicuranti dei nostri politici e dei rappresentanti delle Istituzioni Finanziarie; non dicono la verità e spesso se ne escono con affermazioni fuorvianti ”.
Cosa stanno facendo le Istituzioni Europee per tentare di ridurre la crisi ed i disagi dei cittadini comunitari? ” Purtroppo non stanno facendo granché e tutte le misure economiche e fiscali rigide e repressive attuate in questo periodo non vengono certamente varate per aiutare le popolazioni in difficoltà ma piuttosto per aumentare le loro posizioni di potere e di prestigio in capo ai diversi organi di controllo europeo. Più il processo d’integrazione europea avanza, più lo stato di crisi generale peggiora ”.
Molti dicono che se non avessimo una valuta forte come l’euro, la situazione sarebbe ben peggiore…
” False credenze popolari e dichiarazioni propagandistiche. I parametri di Maastrich hanno distrutto gran parte delle economie europee, soprattutto di quelle un tempo flessibili e concorrenziali come l’italiana e la spagnola, che avevamo nell’arma della svalutazione competitiva la loro forza. I fatturati di interi settori produttivi, fiore all’occhiello dell’export italiano (meccanico, mobile, moda, nautica, calzaturiero, marmo, tessile, ecc…) sono crollati, molti distretti e con loro migliaia di piccole-medie aziende stanno scomparendo, l’occupazione ha raggiunto livelli record, il PIL nazionale continua a registrare cifre negative nonostante le previsioni di ripresa da parte dei nostri governanti puntualmente smentite dalle cifre reali, i consumi delle famiglie italiane ed il potere d’acquisto di stipendi e salari si erodono sempre più facendoci ripiombare alla situazione di circa 20 anni fa ”. Le anomalie del Trattatodi Maastricht sono la causa dei nostri mali.L’Euro è rimasta una moneta sintetica che non appartiene a nessuno, un prodotto di trattati europei di puro stampo ideologico. Manca una Banca Centrale che la renda una valuta vera. Il denaro si compra nel mercato finanziario emettendo titoli che alla scadenza si devono pagare, realmente pagare, e non come una volta che per ogni bisogno emettevi la tua moneta e potevi coprire così tutte le necessità e far prosperare il paese. Come fa l’America con la Fed che emette tanti dollari quanti ne occorrono agli Stati Uniti per reggersi in piedi ed imperare nel mondo. Il problema non è uscire dall’Euro ma cambiare i trattati che regolamentano la zona Euro e l’emissione di moneta, come anche la questione dei debiti sovrani. L’euro è chiamato a convivere con una moltitudine di curve di tassi di interesse a scadenza. Ogni paese membro ha la sua curva, assurdo. La zona euro non può contenere simili differenziali è controproducente e illogico. Così pensata l’Europa è l’anello debole dell’economia nazionale, incapace di dare sviluppo e innescare l’economia dei Paesi membri. Prima di tutto l’euro deve vivere in una Europa con una omogenea politica fiscale! Se la zona euro attuerà questa politica di allineamento l’euro diventerà una moneta internazionale forte e decisiva anche nei mercati internazionali. Ogni paese membro deve avere lo stesso costo di produzione e consumo, la stessa politica fiscale, stesso contratto nazionale di lavoro. Il divario tra questi stati oggi è la prima causa della crisi economica attuale. È tempo che l’Unione Europea diventi la madre di ogni Stato membro e una madre tratta in egual modo ogni figlio, difende tutti i figli e assicura loro la stessa crescita e mantenimento.