Il Tribunale di Milano dichiara fallita la società Agenzia Debiti, diventata famosa per aver truffato centinaia di migliaia di cittadini nei guai con banche ed Equitalia. “Possiamo iniziare a tirare un sospiro di sollievo – commenta l’avvocato Carla Favaron, coordinatore dell’ufficio legale di Federcontribuenti Padova – ma è presto per cantare vittoria. Occorre che quanti hanno titoli in scadenza, cambiali o assegni, compiano i passi giusti per insinuarsi nel passivo della società. La data per l’udienza di verifica dello stato passivo è già stata fissata al 24 aprile del prossimo anno, che sembra un tempo lungo ma in realtà dà il tempo appena sufficiente per istruire le pratiche”. Tra i creditori con una posizione più cospicua c’è anche Giovanni Baldo, 59 anni di Loreggia (Padova), ingegnere agente di commercio che si è rivolto a Federcontribuenti dopo essere entrato in contatto con Agenzia Debiti, ed aver firmato alla società milanese cambiali per ventimila euro. “Il caso del signor Baldo è praticamente un record – continua l’avvocato Carla Favaron – ma stiamo già raccogliendo molti altri casi simili di persone che rivoltesi ad Agenzia Debiti per questioni di bollette non pagate o di cartelle Equitalia da due o tremila euro, si sono trovati invischiati in una situazione debitoria accresciuta ed anzichè uscire dai pasticci sono finiti ancora di più nei guai. Ora fortunatamente la via d’uscita c’è, quantomeno per bloccare definitivamente gli assegni e le cambiali sottoscritte”.
Purtroppo dichiarata fallita Agenzia Debiti, l’emergenza truffe è tutt’altro che scongiurata, il presidente nazionale di Federcontribuenti Marco Paccagnella: “E’ come tagliare la testa all’Idra, ne chiudi una di queste agenzie e ne aprono due, perchè il business della disperazione sembra essere l’unico che tira in questo momento e i soliti sciacalli ci si stanno buttando a capofitto. Occorre rimuovere alla radice le cause di questo meccanismo per cui chi si indebita rischia di scivolare su un piano inclinato verso il baratro senza più appigli. Occorre che il prossimo governo prenda in seria considerazione e in esame la nostra proposta di riforma del sistema della riscossione. Con nuove norme che annullino gli abusi e le persecuzioni e gli enormi tassi di interesse applicati sulle cartelle; con una rateizzazione del debito in rispetto del reddito di chi vuol pagare ma anche vivere. Obbligando la riscossione a tener conto delle prescrizioni sui tributi che invece nei tribunali con sentenze chiare e univoche salvando la vita ai cittadini. Senza confiscare aziende sane, che danno lavoro ma che vivono un momento di difficoltà econonomica; senza bloccare o pignorare i conti correnti a chi non ha evaso milioni di euro, ma è solo vittima della indotta e mal gestita crisi economica. Proibendo venga tolta l’unica fonte di abitazione, l’unica casa di proprietà. Infine concedere la compensazione per quelle aziende che vantano crediti con la Pubblica Amministrazione. Basta mandare sul lastrico la parte più debole della società, proprio quella che lo Stato dovrebbe aiutare e che invece sta strangolando”.