Trento, tutto inizia da un normale controllo da parte della Gdf ad un concessionario di autovetture, era il 21 novembre del 2006: da questa data, questi onesti imprenditori diventano oggetto di mobbing e persecuzione: incastrati tra i premi di produttiva promessi ai dirigenti locali di Equitalia.
Una di quelle notizie sensazionalistiche, squisitamente propagandistiche: scoperti evasori milionari. Cio che non si dice è che si tratta di ”ipotesi di reato”.
Dal verbale: ”nel corso delle attività ispettive veniva rilevato che, l’impresa, poneva in essere numerose operazioni commerciali con paesi europei, soprattutto Germania di compravendita di autovetture nuove e usate. Non importate direttamente dall’impresa ma da soggetti residenti in Italia. Tutto in totale evasione ai fini Iva”. Non da parte dell’impresa che ha regolarmente versato l’Iva, ma dagli importatori. Ciononostante l’impresa non colpevole subisce il sequestro preventivo del parco macchine. E’ come dire che se si acquista un cappotto o altro, si viene condannati perché il negoziante non ha versato all’erario l’Iva dovuta. Ricordate la “frode caroselloL’acquisto di automobili estere da fornitori nazionali che avrebbero evaso l’Iva per operazioni inesistenti e sono chiamate a pagare, allo Stato italiano tramite Equitalia, milioni di euro? Ma quel ”si ipotizza un reato” non si è mai tramutato in ”conferma di reato” tuttavia, questa azienda è sotto la scure di Equitalia. Anche perchè come potevano essere “inesistenti” le “operazioni sono accusa” se le autovetture venivano regolarmente immatricolate (e sono tuttora circolanti) dalla Motorizzazione Civile, quando preventivamente questo Ente avrebbe dovuto accertare, con la collaborazione dell’Agenzia delle entrate, la regolarità fiscale? Allora è un errore sia della Motorizzazione, sia dell’Agenzia delle Entrate, perchè, le vittime, hanno eseguito alla lettera la normativa vigente e gli adempimenti fiscali. Addirittura, per questi imprenditori, in data 31/mag/2012, il consiglio regionale ha indetto una conferenza stampa con le aziende trentine che hanno in corso con l’Agenzia delle entrate di Trento un pesantissimo contenzioso. Il fisco, infatti, pretende il pagamento di oltre 10 milioni di euro. Durante la conferenza in presenza di tributaristi, imprenditori coinvolti e consiglieri si chiariva che le aziende sono estranee alla “frode carosello”, contrariamente a quanto verbalizzato dalla guardia di finanza. Come è possibile accusare di frode onesti cittadini, quando, se il reato fosse stato davvero consumato, sia la Motorizzazione civile (Servizio della Provincia autonoma) sia l’Agenzia delle entrate che, per legge, devono controllare la documentazione relativa alle automobili provenienti dall’estero, ma vendute da fornitori nazionali, dovrebbero essere inquisite per correità e complicità o quanto meno per omissione di atti d’ufficio.
Inoltre i processi verbali di constatazione della GdF hanno fatto scattare l’indagine penale, ma mentre la procura della repubblica di Trento ha chiesto l’archiviazione del procedimento, quella di Rovereto ha ottenuto, rinviando a giudizio degli imprenditori. In caso di danno provocato da un dipendente pubblico è lo Stato a risarcire il cittadino danneggiato e solo successivamente lo Stato può rivalersi sul dipendente. Pertanto, un dipendente dell’Agenzia delle Entrate che effettua un rilievo di dubbia fondatezza, ma lo fa con una negligenza minima non incorre in alcuna responsabilità amministrativa, poiché la sua negligenza è considerata lieve. L’articolo 3, comma 165, della legge 350/2003, stabilisce che il 2% di tutte le somme riscosse a titolo definitivo a seguito dell’attività di accertamento tributario e della lotta all’evasione fiscale venga ripartito tra i dipendenti delle Agenzie Fiscali. Un “premio produttività”. Tale premio arriva persino a sfiorare i 19 mila euro all’anno per i dirigenti di prima fascia, ed 11 mila euro per quelli di terza fascia (totalmente pensionabili). La logica della società dedita alla riscossione: accerto il maggior reddito, che è il presupposto per il raggiungimento degli obiettivi dell’ufficio (e quindi un “dividendo”); sarà il Giudice a decidere nel merito. Qualsiasi ipotesi di riforma della giustizia tributaria non può prescindere da un’adeguata riflessione sul seguente dilemma: Si riceve un premio di produzione per aver raggiunto determinati obiettivi, oppure si raggiungono determinati obiettivi per ricevere un premio di produzione proporzionato? Dopo una battaglia durata oltre 6 anni, dove a questi onesti lavoratori è stato tolto tutto, compreso la salute, e dove Equitalia intima ancora pagamenti per un milione di euro cada uno, da pagare entro 30 giorni, dove son state distrutte vite, intere famiglie, i rapporti con la banca, cosa dire?
I protagonisti di questa ingiustizia racconteranno la loro storia sabato 16 marzo a Roma: info
Degli oltre 70 miliardi di euro di crediti che le imprese vantano dallo Stato, ”secondo un primo bilancio fatto dal ministero dello Sviluppo economico, nel primo mese di operativita’ ne sarebbero stati liquidati appena 3 milioni di euro”. Intanto, per gli imprenditori non pagati e che son finiti negli artigli di Equitalia rateizzando i debiti contratti a causa dei mancati pagamenti, il Consiglio di Stato, ha deciso che non possono partecipare alle gare d’appalto.
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