La patrimoniale sugli immobili è una realtà già da diversi anni: Federcontribuenti ”Complessivamente nelle casse comunali nel 2018 sono entrati 34,3 miliardi di euro; 21 mld tra Imu e Tasi; 4,6 mld di addizionale comunale Irpef; 9 mld di Tari. Nel 2019 ad aumentare saranno le addizionali comunali Irpef grazie all’approvazione inserita nella Manovra finanziaria del 2019. I sindaci non hanno perso tempo a batter cassa”. Il gettito procapite sulla proprietà immobiliare si attesta sui 814 euro l’anno più 220 euro di Irpef.
La Tari, vale a dire la tassa sui rifiuti viene determinata dalla somma di due fattori: ”abbiamo una quota fissa sul servizio della raccolta dei rifiuti decisa sulla base della quantità di rifiuti prodotto dal comune e una quota variabile in base al numero dei componenti del nucleo familiare. La Tari aumenta di 1,07 euro ogni mq aggiuntivo e di 40 euro per ogni componente in più. Da una analisi della Banca d’Italia sui bilanci delle famiglie è emerso che più il reddito è alto e meno la Tari incide sul bilancio familiare, viceversa le famiglie più povere subisco il peso di una tassa iniqua”.
Quante sono le imposte che gravano sui proprietari di immobili?
”Sono esattamente 14. Dalla cedolare secca all’Imu, alla Service Tax costituita dalla gestione dei rifiuti urbani (Tari) di chi occupa, a qualunque titolo, locali o aree suscettibili di produrre rifiuti urbani e dalla copertura della Tasi gestiti dall’Amministrazione comunale, a carico di chi occupa fabbricati. Poi abbiamo la Tassa di scopo meglio nota come Iscop la quale consente ai singoli comuni di richiedere ai propri cittadini un contributo per scopi specifici. L’Iscop si basa sull’applicazione dell’aliquota Imu agli immobili, per una durata massima di 10 anni. Se entro i primi 2 anni l’opera prevista non è stata ancora iniziata, il comune deve restituire ai contribuenti quanto incassato fino a quel momento. Ancora la Tefa, un’addizionale sulla Tares destinata alle Province (anche se è riscosso da Comuni), che si applica in percentuale (dall’1 al 5%) sull’importo della componente rifiuti della Tares. La Tassa di registro sul contratto di locazione: l’imposta è pari al 2% del canone annuo, con un minimo di 67 euro. L’Irpef , l’imposta di registro che si paga allo Stato al momento dell’acquisto dell’immobile ed è proporzionale al valore dell’immobile, secondo certi coefficienti stabiliti dallo Stato. L’Imposta ipotecaria e catastale, una tassa che si paga allo Stato in seguito a volture catastali e trascrizioni, iscrizioni e variazioni nei pubblici registri immobiliari, in proporzione ad aliquote stabilite dallo Stato. L’Iva che si paga allo Stato se si acquista l’immobile da una impresa. La Tassa sui passi carrabili, la Tassa per l’occupazione di spazi e aree pubbliche, i Tributi locali che vengono applicati nelle città . L’Imposta sul valore degli immobili all’estero”.
Per questi motivi la Federcontribuenti intende ricordare all’attuale governo, e in vista dei continui richiami dalla UE, che una tassa patrimoniale sugli immobili degli italiani già esiste e nella maniera più iniqua poiché: ”nessun controllo sui comuni nella determinazioni delle tariffe e sulla qualità del servizio e sul rispetto ambientale. Si spende ogni anno di più e senza distinzioni e ciò ha infierito soprattutto sui redditi più bassi. La principale fonte da cui proviene il gettito fiscale è il lavoro (49.8%) tassato dai nostri governo per il 65%, poi ci sono le tasse sui consumi (28.5%) ed infine tutta quella marea di balzelli tra accise e addizionali che troviamo fin dentro le bollette di luce e acqua e gas”.
La Federcontribuenti ricorda la differenza tra l’imposta ”quota della ricchezza o del reddito che lo Stato o gli enti pubblici prelevano coattivamente per procurarsi i mezzi necessari alla produzione dei servizi di comune utilità”– e la tassa – ”tributo pagato allo Stato dai privati cittadini per usufruire di particolari servizi”. Le imposte si versano per mantenere in piedi la struttura dello Stato e se lo Stato spreca commette un’abuso a danno della popolazione già devastata”
Per quanto riguarda le tasse e le imposte sulla casa l’associazione ricorda che: ”ci sono ritardi nella riforma di un sistema catastale; nella reintroduzione della tassazione delle proprietà sulle famiglie ad alto reddito; nella creazione di una piattaforma digitale per le proprietà immobiliari; e nella riduzione del numero e della portata benefici fiscali. Sia le entrate che il regime fiscale e di imposta vanno rimodulate e razionalizzatesulla base dei redditi altrimenti tutto questo sarà ancora e sempre un sistemo iniquo e incostituzionale”.