“Nell’ultimo ventennio la Serbia ha attuato tutta una serie di riforme del mondo del lavoro con l’obbiettivo di consolidare l’economia del nostro Paese. Il risultato é che, dagli anni 2000 fino al 2008, il nostro Paese ha avuto un incremento del PIL di 8 punti percentuale. Grazie anche agli accordi stretti con molti Paesi dell’area euro e internazionali, ci proponiamo come uno Stato di concorrenza del mercato mondiale”. Così la delegazione serba della municipalità di Odzaci che oggi, presso la sala Paladin di Palazzo Moroni, ha presentato alla stampa tutte le opportunità di investimento per le imprese italiane nel loro Paese.
“Ci preme anzitutto sottolineare che tutte le merci che vengono prodotte o assemblate in Serbia vengono esportate in regime di esenzione dai dazi doganali. Questo grazie a una serie di accordi che il governo ha stretto con l’Unione Europea, Stati Uniti d’America, Federazione Russa, Turchia, Egitto e altri paesi del Sud Est Europa. Una condizione molto favorevole per l’export che rende la nostra produzione estremamente competitiva”. In più, ogni municipalità, ha messo a punto tutta una serie di agevolazioni sul costo del lavoro e per gli imprenditori: “In Serbia abbiamo costi aziendali estremamente contenuti: lo stipendio medio per ogni operaio é di circa 380 euro con una tassazione dei redditi privati e d’impresa al 10 percento. Tutte le rendite di capitale o redditi di partecipazione sono tassati al 20 percento”. Ma ancora, per ogni nuova impresa, l’erogazione di forti incentivi: “Abbiamo convenuto su contributi a fondo perduto che vanno dai 4mila ai 10mila euro per ogni dipendente assunto, un programma di sussidio per le assunzioni e le riqualificazioni, l’esenzione da pagamento dei tributi fino a 3 anni e l’esenzione dalla tassa sugli utili per dieci”.
Nessuna doppia tassazione con il paese di origine, poca burocrazia e costanti investimenti nelle infrastrutture che collegano l’area industriale: “La municipalità di Odzaci ha già provveduto a destinare diversi terreni ad uso industriale – dicono ancora i rappresentati della delegazione – possono essere acquistati a prezzi inferiori di quelli di mercato, o affittati direttamente attraverso il comune. Stiamo lavorando per rafforzare tutte le infrastrutture di trasporto, come quelle ferroviarie e portuali”.
“La proposta avanzata dalla Serbia é certamente volta alla valorizzazione del lavoro, soprattutto come motore di ripresa per la crisi economica. Che é esattamente il contrario di quanto sta facendo il nostro governo – dice Marco Paccagnella, presidente di Federcontribuenti – Abbiamo deciso di sostenere questa iniziativa per provocare una reazione forte da parte dello Stato: serve un’urgente rivoluzione delle regole che disciplinano il mondo dell’impresa. Impossibile competere, in queste condizioni, con paesi dove la manodopera costa meno di 400 euro al mese. E soprattutto
che distano meno di sette ore di macchina dalle nostre regioni. La nostra classe dirigente si é dimostrata completamente inadeguata con la conseguenza che oggi, l’Italia, é l’unico paese in Europa a percorrere una strada di deindustrializzazione. Le aziende devono correre ai ripari perché ormai non c’é più tempo: né per attendere le riforme né per sperarle. E Roma, per questo, deve ringraziare solo se stessa”.