Le banche si possono rifiutare di aprire un conto corrente agli ex protestati? Federcontribuenti: ”abbiamo contattato circa 8 istituti bancari e tutti hanno negato l’apertura di un conto corrente ad una nostra assistita che così non può tornare a lavorare, eppure non esiste alcuna legge che lo vieta. Al solito le banche dimostrano poteri e libero arbitrio grazie all’assenza di norme chiare”. L’Abi non se ne occupa, la Banca d’Italia nemmeno e il CRIF? ”Quanti giorni della sua vita deve perdere un cittadino italiano per risolvere un banalissimo inceppo burocratico?
Il decreto Bersani ha introdotto l’obbligo per le P.Iva di avere un conto corrente dedicato dove far affluire le somme riscosse, pagare gli F24 e disporre del lettore pos come strumento per il pagamento elettronico, ” per avere il lettore di pos e carte di credito c’è bisogno di un cc d’appoggio, e allora come facciamo se le banche non hanno la volontà e/o l’obbligo di concedere il servizio?”.
Rimozione del protesto
Se si riesce a regolarizzare la propria posizione che ha dato origine al protesto entro un anno, ai fini della cancellazione basta inviare un’istanza presso l’Ufficio Protesti della Camera di Commercio competente. Se la posizione è stata regolarizzata oltre i primi 12 mesi occorre ottenere la riabilitazione presso il Presidente del Tribunale del proprio circondario. ”Se nel frattempo il cittadino ha aperto una P.Iva per tornare a lavorare rischia di restare bloccato nella sua attività con il risultato di avere debiti da saldare senza poter lavorare e guadagnare. La nostra assistita ha estinto il debito e ha richiesto la cancellazione dal registro, eppure 8 banche le hanno negato l’apertura di un conto corrente per lavorare. Dove sta il problema? Non risulta la cancellazione dal registro dei cattivi pagatori e di chi è la colpa? Tutti se ne lavano le mani scaricandosi le responsabilità a vicenda”. Questo nell’era della semplificazione, della digitazione, ”forse per semplificare andrebbero semplicemente aboliti enti pubblici e privati diventati un cancro inguaribile e che tutto fanno tranne che intervenire”.
C’è chi suggerisce di aprire un conto corrente a Malta.
”Fatta la legge trovato l’inganno. Hanno consigliato alla nostra assistita di aprire un cc a Malta finendo in una black list che nega il diritto di tornare ad essere un cittadino, lavoratore e contribuente regolare nel Paese dove esercita e ci domandiamo: quando ci muoveremo per conoscere i nostri mastri evasori in quel di Malta?”
Le banche italiane
Abbiamo detto che non esiste una norma che vieta alle banche di aprire un conto corrente ad un cittadino protestato, ma nemmeno obbliga le banche a concedere un conto corrente senza consegna di assegni e senza la possibilità di effettuare pagamenti a credito nei confronti dell’istituto, ma solo di metterlo nella condizione di poter lavorare. ”I grandi debitori hanno distrutto l’economia delle banche ma aprono, rubano e chiudono come vogliono un conto corrente. Un cittadino onesto e lavoratore viene costretto a giorni e giorni di navigazione tra una banca e l’altra, tra un ufficio e l’altro pur avendo saldato da tempo quel debito maledetto. Norme su norme che creano un caos diabolico e dove i controllati esercitano comunque in anarchia. Come è la storia dei diritti, della tutela, dei pari diritti e democrazia? Perchè noi – conclude il presidente di Federcontribuenti, Marco Paccagnella – , non la ricordiamo!”.
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