Quanto sono al sicuro i risparmi lasciati in banca? Federcontribuenti, ”due banche hanno bloccato gli accessi ai conti correnti. Un segnale gravissimo che riaccende i riflettori sui pericoli che corrono le famiglie italiane”. Cosa succede quando una banca ti blocca il conto corrente? Come difendersi?
L’ultima banca a bloccare i conti correnti è stata Banca Base di Catania.
A conti correnti bloccati ha inviato un sms ai propri clienti lasciandoli nel panico.
La situazione debitoria di Banca Base era già nota 12 mesi fa quando cioè ci si accorse che tale banca aveva concesso somme oltre il 119% del proprio patrimonio a soggetti senza garanzie e senza copertura. E gli istituti di vigilanza cosa hanno fatto in questi 12 mesi? ”Incredibilmente arriviamo sempre dopo, evidentemente avranno cercato una soluzione all’italiana, cercando cioè aiuti a destra e a manca fin quando non si è arrivati alla fine. – commenta il presidente di Federcontribuenti, Marco Paccagnella -, chissà se avranno imposto ai clienti ai quali hanno anticipato soldi di rientrare come avviene per tutti gli altri piccoli sfigati correntisti italiani, avranno attivato le normali e barbare procedure di recupero crediti? Ma si possono concedere soldi a persone che non hanno niente da portare in garanzia? È successo proprio questo, ogni volta scopriamo che migliaia di euro vengono dati a dei nullatenenti”.
Cosa rischiano i correntisti?
Il Fondo Intebancario di Tutela dei Depositi garantisce il risarcimento totale per depositi sotto i 100 mila euro, mentre per i depositi superiori si sarà costretti ad adire alle vie legali e di insinuarsi nel passivo rischiando di perdere tutto e anche le spese legali. ”Quindi il nostro sistema bancario non solo non è solido o almeno lo è nella misura in cui è solido uno Stato debitore, ma non garantisce nemmeno i soldi dei correntisti come abbiamo visto da alcuni anni a questa parte”.
Come tutelarsi?
Oltre ad accertare la solidità della banca, per intenderci quelle piccole risultano le meno sicure, bisogna evitare di lasciare sui conti correnti importi superiori alle 100 mila euro, in questo modo in caso di fallimento si verrà totalmente risarciti. ”Poniamo il caso di vendere un bene per importo superiore ai 100 mila euro, in questo caso o cambiamo valuta o li dividiamo per conti oppure li mettiamo in una cassetta di sicurezza”.
Quale futuro per le banche italiane?
Guardiamo all’Europa con Daniela Turri e Fabrizio Zampieri esperto finanziario di Federcontribuenti.
” La Lettonia è entrata nell’Unione europea nel 2004 e la BCE è stata responsabile della supervisione delle sue banche dal 2014, quando la nazione baltica di 2 milioni di abitanti si è unita alla zona euro. La ABLV Bank a metà febbraio aveva chiesto aiuto alla BCE per fronteggiare il problema di liquidità dopo l’accusa da parte degli Stati Uniti di essere coinvolta nel riciclaggio di denaro a favore di clienti russi ed ucraini: la notizia ha avuto un impatto immediato, attivando la corsa al ritiro dei fondi, i clienti hanno ritirato circa 500 milioni di euro in depositi nelle ultime settimane). L’Agenzia europea per la liquidazione delle banche di Marged (SRB) ha classificato la banca come non importante dal punto di vista sistemico lasciandola al suo destino, un po’ come è successo con le Popolari Venete, ritenute non strategicamente importanti dall’Organismo Europeo. Il rischio di avvio di un – domino – che coinvolga tutto il settore bancario europeo è altissimo. E la BCE non può farci assolutamente nulla. Ripetiamo: nulla.
L’epilogo del settore obbligazionario europeo, in un gioco lose-lose (prospettiva compresa da pochi) di cui faranno le spese i cittadini europei.
Torniamo alle banche italiane.
Le banche italiane hanno in pancia 626,8 miliardi di euro di debito pubblico; ogni mese BCE e Banca d’Italia acquistano 4 miliardi di titoli di Stato italiano. Rompere il legame con le banche è oggi pressoché impossibile proprio perchè Stato e Banche hanno lo stesso rapporto che lega un creditore a un debitore. Ecco perchè si preferisce salvare le banche ai piccoli risparmiatori, perchè lasciando le banche al fallimento lo Stato verrebbe citato per insolvenza e si aprirebbe il baratro per tutti i cittadini italiani.
Misure cautelari
Ai primi segnali di crisi di un istituto di credito congelare e bloccare subito la posizione della banca e procedere al sequestro conservativo di tutti i beni mobili e immobili a tutti i componenti del Consiglio di Amministrazione.
Dare infine di ufficio via libera alla GdF per verificare le posizioni non solo degli amministratori della banca ma anche dei clienti insolventi e trattenere i beni sequestrati laddove si evinca che sono state concesse somme sulla base di nessuna tutela e garanzia. Vale a dire applicare lo stesso pugno duro usato con i piccoli, sempre sfigati, correntisti italiani.
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