SSN a misura di reddito. Federcontibuenti: ”il ministro della salute Roberto Speranza sposa il piano dell’Associazione per estendere a tutti il diritto alle cure. Sono mesi che denunciamo un aumento esponenziale di cittadini che rinunciano o limitano o si trovano a far debiti per accedere alle cure: 539 mila famiglie che hanno dovuto rinunciare del tutto alle cure e 13 milioni le famiglie che hanno dovuto limitare le spese sanitarie”. Punto ribadito durante l’ultimo Consiglio Nazionale di Federcontribuenti svoltosi presso la Sala del Carroccio in Campidoglio e ora, finalmente, ”un ministro presta la dovuta attenzione su una emergenza nazionale”. Nella bozza previsti 2 miliardi di investimento. ”Vigileremo affinchè ne usufruiscano le fasce più deboli e i disabili gravissimi”.
Il ministro Speranza annuncia un ticket sanitario «progressivo» novità inserita in un ddl che si accompagnerà al Def. Federcontibuenti: ”abbiamo dettagliatamente presentato un piano ideato assieme a Pimos Mutua, il primo progetto in Italia nato come un sodalizio mutualistico per l’erogazione di prestazioni sanitarie in base alla redditualità’ del paziente nel rispetto dell’art. 32 della Costituzione”.
Il peso economico del SSN è pari a ”114, 439 miliardi una cifra importante che, inspiegabilmente, non garantisce a tutti il diritto alle cure. Nel ddl si parla di un costo progressivo in base al reddito e di un tetto massimo oltre il quale non si dovrà più pagare nulla: noi insistiamo nel dire che chi ha un reddito inferiore ai 15 mila euro l’anno deve avere subito l’accesso gratis alle cure ma, anche alla prevenzione”.
In Italia il SSN stanzia 87 euro pro capite per la prevenzione e la mancanza di maggiori investimenti a favore del SSN causa una diminuzione dei servizi sanitari gratuiti creando la sacca della povertà sanitaria. Si tratta di ”un segnale preoccupante a livello economico sociale dove troviamo il 43,5% delle famiglie in difficoltà nell’affrontare le spese mediche mentre cresce il costo del servizio sanitario privato che ha superato il 25%. Stesso discorso per il settore farmaceutico dove i medicinali di classe C e A acquistati privatamente con i ticket e i medicinali di automedicazione hanno forato il muro dei 6 miliardi di euro”
Attualmente il ticket sanitario si paga in base alle prestazioni; per le prestazioni ambulatoriali, il ticket ha un costo massimo di 36,15 euro, con leggere varianti su base regionale.
Per il pronto soccorso invece il tetto massimo è di 25 euro, ma vale solo per le prestazioni senza ricovero.
”Abbiamo dimostrato – dichiara il segretario generale prof. Filippo Fordellone – che garantire ai più deboli e ai malati gravissimi l’accesso alle cure non è solo fondamentale, ma possibile e senza gravare la spesa pubblica. Abbiamo anche presentato un piano di ridistribuzione dei fondi previsti dal SSN vista la cattiva proporzione tra pubblico e privato. Non arretreremo di un passo”.
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