L’Associazione Federcontribuenti, impegnata attivamente nella battaglia per il riconoscimento dei diritti dei precari della scuola, ricorda a tutti l’imminente scadenza del termine per l’impugnazione del licenziamento. Cosa significa? Che per poter ottenere dal Giudice del Lavoro il riconoscimento dei vostri diritti, ovvero gli scatti di anzianità, le differenze retributive e contributive, il risarcimento del danno per licenziamento illegittimo, è necessario inviare una raccomandata al MIUR entro 60 giorni dalla scadenza del proprio contratto. Avrete poi 270 giorni per decidere se ricorrere al Giudice, e da chi farvi tutelare in giudizio. Chiamateci per ricevere gratuitamente il format per la raccomandata, non lasciatevi sfuggire i vostri diritti!
Ricordiamo che un’importante vittoria sul fronte del riconoscimento dei diritti, violati, dei precari della scuola, è stata ottenuta con la sentenza n° 15802 emessa dal Tribunale di Roma il 4/10/2012. Il Giudice, Dott. Alessandro Coco, in funzione di giudice del lavoro, ha infatti accertato il diritto del ricorrente, insegnante precario, ad usufruire degli scatti di anzianità, con le modalità e nella misura indicata dall’art. 53 della legge n° 312 del 1980, e per l’effetto ha condannato il MIUR al pagamento delle relative differenze. Il precario, che da oltre 10 anni viene assunto dalla Pubblica Amministrazione a settembre per essere poi licenziato a giugno, si vedrà riconoscere, in forza di tale sentenza, una cifra di poco superiore a 13.000 Euro, che comunque non soddisfa appieno la domanda svolta nel ricorso. Per questo, gli avvocati Lida Falcioni e Fabiano De Santis, delegati Federcontribuenti per la Regione Lazio, sono pronti a continuare la battaglia in appello, per sentire accertata dal Giudice l’illegittimità dell’apposizione del termine ai relativi contratti, dato il contrasto con la normativa comunitaria (Direttiva 1999/70/CE), nonché con quella nazionale di recepimento (d. lgs. 368/2001), che consentono l’apposizione di un termine di durata al contratto di lavoro subordinato soltanto a fronte di ragioni di carattere tecnico, produttivo, organizzativo osostitutivo: è chiaro invece che il ricorso alla stipula di contratti a termine da parte della Pubblica Amministrazione è reiterato per far fronte non a esigenze oggettive di carattere temporaneo, bensì ad esigenze permanenti e durevoli della stessa amministrazione. Dal riconoscimento di tale illegittima apposizione del termine, deriva la sua nullità, dalla quale secondo alcuni giudici discende la stabilizzazione del contratto di lavoro, ovvero la sua conversione a tempo indeterminato, o in alternativa un risarcimento del danno, quantificato anche in 20 mensilità. Nella prima udienza, fissata per febbraio prossimo, i legali di Federcontribuenti si batteranno per il pieno riconoscimento dei diritti del precario.
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