Federcontribuenti: ”continuano a pervenire richieste di aiuto per illegittime apposizioni di ipoteche, fermi amministrativi, procedure esecutive basate su pretese creditorie prescritte o inesigibili. Lo studio legale dell’Associazione fa quindi chiarezza sulle poche norme introdotte dal decreto e che non hanno a monte risolto il problema, perchè ”solo una riforma del processo tributario poteva porre fine a questo strapotere. – precisa l’avvocato Forcellino – Oggi al contribuente mancano gli strumenti adeguati e soprattutto ispirati al principio costituzionale del giusto processo per potersi difendere. La legge che regola il processo tributario non tutela adeguatamente il diritto di difesa del contribuente, che continua a porlo in uno stato di assoluta inferiorità rispetto all’agente della riscossione. Mentre il contribuente, che introduce il processo è soggetto a termini ben precisi per impugnare la pretesa creditoria, cartelle e/o intimazioni di pagamento, il discorso non vale invece per l’agente della riscossione che può costituirsi in giudizio anche pochi giorni prima della udienza di discussione. E ancora: non si contano i giudici di merito sia tributari che ordinari che hanno sancito la giuridica inesistenza della cartella di pagamento notificate direttamente e a mezzo posta, perché il legislatore ha escluso tale possibilità, eppure, molti giudici e la stessa Cassazione, con la sua giurisprudenza altalenante, cerca di riconoscere questo potere all’agente della riscossione ”. Per non parlare poi della possibilità concesse ad Equitalia di procedere con fermi, iscrizioni ipotecarie, pignoramenti, limitandosi ad indicare, in questi atti, solo l’identificativo della cartella e la sua data di presunta notifica.Un sistema giuridico che si rispetti, dovrebbe fare in modo che l’agente della riscossione, quando intende far valere una sua pretesa creditoria, lo faccia compiutamente, o, almeno, come un qualsiasi altro creditore, vale a dire dando prova rigorosa della fondatezza e della sussistenza del proprio credito. Secondola Cassazione, che negli ultimi tempi è riuscita a contraddire se stessa, l’iscrizione ipotecaria è un atto semplicemente cautelare e non espropriativo, pertanto Equitalia può procedere ad iscriverla senza notificare preventivamente intimazioni di pagamento. La differenza non è di poco conto; sostenere che una ipoteca ha valore cautelare e non espropriativo, significa sostenere che all’agente della riscossione viene concessa la possibilità di cautelarsi vincolando il bene del debitore contribuente, anche sulla scorta di crediti, prescritti o inesigibili. Se davvero si voleva concedere ossigeno ai contribuenti tartassati, sarebbe stata incisiva una norma introdotta nel decreto del fare o in qualsiasi altra disposizione normativa, che avesse obbligato gli istituti di credito a non tener conto della iscrizione ipotecaria accesa da Equitalia su beni del contribuente, atteso che essa è solo una misura cautelare. Inutile quindi ampliare i termini della rateizzazione o impedire ad Equitalia di pignorare la abitazione principale, se non si creano dei limiti preventivi e se non si mette mano ad una profonda e seria riforma del sistema della riscossione e del processo tributario che finalmente realizzi , fattivamente le garanzie, al momento solo enunciate nello Statuto del Contribuente ( legge 212/2000) e, soprattutto garantisca al contribuente italiano di essere giudicato da un giudice terzo rispetto alle parti in causa. Il presidente Paccagnella: ” i nostri utenti ci chiedono: viste le varie indagini che riguardano sia Equitalia e sia l’Agenzia delle Entrate, perchè non procedere con una denuncia alla Procura della Repubblica? Si dovrebbero bloccare gli interessi come i pagamenti di tutti quelli che hanno ricevuto cartelle nei periodi riguardanti le indagini della magistratura fino a quando non saranno chiare le responsabilità di queste infamanti accuse. Una richiesta legittima alla quale voglio rispondere pubblicamente: entrambi gli enti come la stessa procura sono organismi dello Stato. Basta domandarsi quindi, chi ha voluto e chi intende mantenere vivi certi meccanismi? Del resto non mancano le denunce già fatte.”
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Abbiamo rifiutato da sempre i finanziamenti pubblici previsti per le grandi Associazioni perché, la nostra politica, prevede di sedere al tavolo dei cittadini e non dei politici. Oltre all'assistenza e alla tutela in tutte e le sedi per quanto riguarda il diritto bancario, fiscale, tributario, commerciale verso contribuenti, utenti e consumatori il nostro impegno é anche di dotare i nostri iscritti di servizi importanti nel pieno rispetto del Codice del Consumatore.
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57 Commenti
Giacomo Sanfilippo
Nel mio caso non risulta che i Giudici Tributari sono parziali. Assolutamente. All’interno delle Commissioni Tributarie vi sono Giudici corrotti dalla punta dei capelli alle suole delle scarpe che emettono Sentenze illegittime ed incostituzionale. come in effetti, le hanno emesso nel mio caso. per la veridicità clicca su http://www.sanfilippo-editore.it
Giacomo Sanfilippo
L’AFFARE: SPIE DI PAESE; MILITARI DELL’ARMA BENEMERITA E DEL CORPO DELLA GUARDIA DI FINANZA; FUNZIONARI DELL’AGENZIA DELLE ENTRATE DI AGRIGENTO E DI PALERMO; FUNZIONARI DELLA SERIT DI AGRIGENTO; POLITICI D’ALTO RANGO; MAGISTRATI DELL’AG DI AGRIGENTO; GIUDICI DI PRIMO, SECONDO E TERZO GRADO PENALE; GIUDICI TRIBUTARI DI AGRIGENTO E DI PALERMO; CSM – GIACOMO SANFILIPPO. INCOMBE SULLA PROCURA DI AGRIGENTO.
La risposta ai noi non siamo la forza del diritto, ma il diritto della forza e manipolatori della legge e tu sei nessuno, non è ingiuria. Per cui, cuocetevi a fuoco lento nel vostro primordiale brodo come cuoce il cappone (la mamma del prete). In essa, le vostre scellerate emissioni di: Accesso d’usura e fiscale; rinvio a giudizio; Sentenze penali e tributarie; archiviazioni di querele corredate da documentazione di pubblico dominio. Aggravate dalla: tentata estorsione con la complicità delle CTP, CTR e SERIT Agrigento; querela per diffamazione sportami dai due Maramaldi Leto e Spoto della Agenzia delle Entrate di Agrigento archiviata dalla Procura d’Agrigento; occultamento di atti d’Ufficio; inadempienza professionale e reiterazione di reato.
(Il prete). In lui, io nessuno, non quello dell’odissea di Ulisse del IV secolo a.c. Di Favara in carne ed ossa!!! In possesso di inique Sentenze cu (scripta manent nfundus) da una manica di Giudici corrotti, cercatesi col lanternino, ho l’onere di: far genuflettere gli infedeli della legge ed eseguire la spartizione del cappone: testas patris, pedis mater et corpus meu; far dire grazie come gli uomini grandi a tutti coloro i quali si sono comportati da bambini che giuocano con i (balocchi dalla mamma). In essa, la Procura agrigentina capitanata dal dott. Ignazio De Francisci. Ora ch’è capitanata dal dott. Renato Di Natale non può più comprarveli, perché è indaffarata nel passare il Rubicone per andare a prendere il toro e le mucche per le corna dal di là del fiume e riportarli nella stalla. Cioè, riconoscere i soprusi commessimi dai summentovate NOTABILI già immortalati nelle storiche vicissitudini e pubblicate nel: 2001 – 2004 – 2005 – 2006 – 2006– 2008 – 2010. Mai controverse dai NOTABILI e non. . Ed accertare la penale e civile responsabilità in testa agli implicati in questa oscura faccenda di faccendieri disonesti nominati con nomi e cognomi, sia nelle denunce – querele illegittimamente archiviate, sia nelle denunce – querele e diffide depositate presso la Procura di Agrigento dal 10/11/2011 ad oggi. Il secondo volume è di prossima pubblicazione. Clicca su http://www.sanfilippo-editore.it
Giacomo Sanfilippo
L’AUTORE ED EDITORE GIACOMO SANFILIPPO SFIDA CHIUNQUE DEL GLOBO TERESTRE CHE NON C’E’ NE SONO STATE, NON C’E’ NE SONO, NE’ C’E’ NE SARANNO PERSONE CHE ABBIANO AVUTO A CHE FARE CON GIUDICI CORROTTI ALLA MERCE’ DI COSTRUIRE UN CRIMINALE DA UNA PERSONA ONESTA.
CON GIUDICI CORROTTI CHE PUR DI OCCULTARE I CRIMINI COMMESSI DA PIU’ UOMINI DELLE FORZE DELL’ORDINE E DA PIU’ FUNZIONARI DELLA AGENZIA DELLE ENTRATE DI AGRIGENTO RINNEGARONO LA SENTENZA DELLA SUPREMA CORTE DI CASSAZIONE CHE PORTO’ AL GIUDICE MARIA AGNELLO DEL TRIBUNALE PENALE DI AGRIGENTO A REVOCARE LA SENTENZA N° 259/06 PRONUNZIATA IL 03/06/96. E CON POLITICI CODARDI CHE NON ADIEMPIONO AI PROPRI DOVERI.
VEDI PAGINE 69 – 150. E 151 – 268 IGNOMINIE EPOCALI VOL I PUBBLICATO NEL 2006. E SEGUENTE PUBBLICAZIONE SUL SITO INTERNET http://www.sanfilippo-editore.it
C’è un tempo per restare nascosto sotto un velo di ipocrisie e uno per uscire allo scoperto e raccontare la verità con scripta manent nfundus. Dalla quale documentazione gli inquirenti agrigentini dovranno prendere il toro e le mucche per le corna e riportarli nella stalla. Come si legge nella quinta pagina dell’esposto denuncia del 04/03/2006 inviato al C.S.M. Cioè, riconoscere i soprusi commessimi dagli inquirenti, prima e durante l’insediamento del Procurato capo Ignazio De Francisci. E dai giudici penali e tributari (Immortalati nelle storiche vicissitudini e pubblicate nel: 2001 – 2004 – 2005 – 2006 – 2006– 2008 – 2010. Mai controverse dagli implicati in questa iniqua storia). Ed accertare la penale responsabilità in testa agli implicati in questa oscura faccenda di faccendieri disonesti nominati con nomi e cognomi, sia nelle denunce – querele già archiviate, sia nelle denunce – querele e diffide depositate presso la Procura di Agrigento dal 10/11/2011 ad oggi. Il secondo volume è di prossima pubblicazione.
Giacomo Sanfilippo
GIACOMO SANFILIPPO
EDITORE
C/DA BAGLI 53, 92026 FAVARA (AG)
TEL. FAX. 0922.32115 – Cell. 347.6862733
Opera pubblicata: IGNOMINIE EPOCALI VOL. I
clicca su: http://www.sanfilippo-editore.it
E-mail: info@sanfilippo-editore.it
sanfilippo-editore@libero.it
AL DOTT. ATTILIO BEFERA
DIRETTORE GENERALE
DELLE AGENZIE DELLE ENTRATE D’ITALIA
VIA CRISTOFORO COLOMBO N° 426 C/D OO145 – ROMA
P. C.
AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO
DEI MINISTRI E MINISTRO DELL’ECONOMIA E
DELLE FINANZE MARIO MONTI PALAZZO
CHIGI PIAZZA COLONNA 370 00187 – ROMA.
E P. C.
ALLA DIREZIONE DELLA AGENZIA DELLE ENTRATE
VIALE DELLA VITTORIA 92100 AGRIGENTO
DOTT. GIUSEPPE LA ROCCA
OGGETTO: ULTERIORE DIFFIDA
Il sottoscritto Giacomo Sanfilippo, nato il 24/01/1941 a Favara, ed ivi residente in contrada Bagli 53, fa presente alla SV Illustrissima che non è tutto oro quello che luccica, né tutto vero quello che scrivono i militari delle Fiamme Gialle, nella fattispecie.
E fa premessa che: non è, né vuol’essere, se non è portato a fare l’avvocato dei contribuenti d’Italia.
Ma l’avvocato di se stesso a difesa dei complotti studiati maldestramente sulla sua persona.
Dal Maresciallo della Caserma dei Carabinieri di Favara, Giordano Epifanio. Che nella sua totale mancanza di etica morale e professionale, il 09/05/94 ha stilato la nota informativa n° 7875/33 e l’ha trasmessa alla Procura di Agrigento. Pagina 1 della querela in allegato.
Per la documentazione ridotta vedi cartella n°1 del DVD denominato nuova querela 2011.
Per quella intera vedi cartella n°1 del DVD denominato I°
Dal PM Stefano Dambruoso che si vestì della veste di SATRAPO e nella sua totale consapevolezza che avrebbe sparato, come si suol dire, contro la Croce Rossa. Cioè, contro una persona ricca di principi morali, sana di mente e ben pensante. In data 15/02/05 emette “illegittimamente” provvedimento n° 112 UG, delegando la Guardia di Finanza di Agrigento per la perquisizione della mia abitazione e per il controllo fiscale e generale nei miei confronti.
<<I militari delle Fiamme Gialle, nelle persone di: Migliori Fabio capitano; Falsone Nino Maresciallo M; Garziano Rosario Brigadiere; Tranquillo Giuseppe Brigadiere. Il 16/02/95 hanno eseguito la perquisizioni, sequestrando dell’innocuo cartaceo. Il Brigadiere Tranquillo partecipò solo alla perquisizione. Gli altri tre militari dotati di anima nera come la pece, per far contenti a chi di loro dovere, nel corso della verifica hanno maldestramente manipolato numeri e verità, e in data 20/04/95 stilarono il vizioso PVC da me contestato. Pagina 36 del PVC.
Le prime manipolazioni si ravvisano a pagina 1 e 2 del PVC, nelle quale si legge: Premesso che a seguito di attività giudiziaria delegata dall’Autorità giudiziaria, nei mesi di Giugno e Luglio ‘94, venivano effettuati accertamenti di carattere bancario nei confronti della persona sopra generalizzata. In relazione a quanto rilevato e previa autorizzazione all’utilizzo ai fini fiscali della documentazione acquisita durante l’attività di polizia giudiziaria, rilasciata ai sensi degli articoli 33 del DPR 600/73 e 63del DPR 633/72 dal Sostituto Procuratore Pietro Pollidori.
Attestazioni queste, che contrastano con quelle che si leggono nella nota protocollo n° 292/UG5442 sched redatta in data 02/05/95 dal Tenente Gaspare Cilluffo, il quale, a pagine tre attesta: Durante le operazioni di verifica sono stati svolti controlli incrociati presso imprese e persone che avevano intrattenuto rapporti economici con il sig. Sanfilippo Giacomo. Ciò, al fine di ricostruire i ricavi conseguiti con l’esercizio delle attività economiche connesse con l’allevamento di conigli e la mediazione in affari oltre alle ulteriori operazioni aventi vantaggio economici delle quali gli operanti la verifica non disponevano, né dispongono di nessun elemento certo.
Queste ultime operazioni, come si evince dall’allegato n° 3 (verbale delle operazioni compiute a carico di Sanfilippo Michele) non hanno evidenziato situazioni tali da dover essere fatti oggetto di menzione in questa trattazione. Pagine 90 – 94 del fascicolo 2.
In virtù di tutto ciò, l’incosciente PM Dambruoso, chiese ed ottenne dal GIP – GUP il rinvio a giudizio. Dandomi in pasto ai Giudici penali.
Pagine 1 e 2 della querela.
Per la documentazione ridotta vedi cartella n°2 del DVD denominato nuova querela 2011.
Per quella intera vedi cartella n°2 del DVD denominato I°.
Dal Tribunale di primo grado penale che in virtù del vizioso PVC, il 03/06/96 emette in totale arbitrio la Sentenza n° 259/96 condannandomi come se fosse un vero e proprio evasore fiscale;
Riformata dalla Corte di Appello di Palermo;
Dalla Suprema Corte di Cassazione, che ha annullato senza rinvio la Sentenza impugnata nel capo relativo al reato di omessa presentazione dei redditi relativi all’anno 1994 perché il fatto non sussiste ed elimina la pena di giorni 15 di arresto e lire 1.000.000 di ammenda. Rigetta nel resto il ricorso.
Il 16/03/01 il Tribunale di Agrigento revoca la Sentenza emessa nei mie confronti in data 24/06/96 e ordina la eliminazione delle trascrizioni contenute nel Casellario Giudiziale relative alla indicata Sentenza. Pagina 2 e 3 della querela.
Per la documentazione ridotta vedi cartella n°3 del DVD denominato nuova querela 2011.
Per quella intera vedi cartella n°3 del DVD denominato I°
Dai Funzionari della Agenzia delle Entrate di Agrigento, i cui nominati si leggono più avanti. Che, nella loro totale incapacità di intendere e di volere hanno emesso più avvisi di accertamento per gli anni 1992 – 1993 – 1994 – 1995, e dalla dott.ssa Letizia Di Liberto, che, pur essendo conscia che le mie doglianze erano fondate ha emesso più controdeduzioni ai miei ricorsi.
Dandomi in pasto ai famelici giudici Tributari.
Dalle Commissioni Tributarie Provinciale e Regionale che hanno emesso più Sentenze non rispondenti al vero e in totale arbitrario. Pagine 3 – 7 della querela.
Per la documentazione ridotta vedi cartelle 4 – 14 del DVD denominato nuova querela 2011.
Per quella intera vedi cartelle 5 – 13 e 18 del DVD denominato I°
Dalle malefatte commesse dalla Procura di Agrigento da quando era sprovvista di Procuratore Capo e durante l’insediamento del Procuratore Capo Ignazio De Francisci, riguardante la prima querela del 2002; la seconda del 03/06/04 e la terza del 08/06/06.
Pagine 7 – 11 della querela.
Per la documentazione vedi cartelle 15 – 17 del DVD denominato nuova querela 2011.
Vistomi trattato socialmente e giudizialmente male che più male di così c’era (l’aggressione fisica). Temendo ciò, e nella speranza che tutto si sarebbe sistemato nei migliori dei modi, mi sono rivolto al Ministro della Giustizia Clemente Mastella; al Ministro dell’Economia Tommaso Padoa Schioppa; al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano; al presidente del Consiglio Romano Prodi. Ma, non ho ottenuto risposta alcuna.
Cartella 22 DVD denominato nuova querela 2011.
Nel mentre, inviavo più lettere (colorite ma non offensive) al dott. Leto Pietro Pasquale.
Alla direzione della Agenzia delle Entrate di Palermo.
E alla direzione della SERIT di Agrigento.
Alla quattordicesima lettera datata 09/01/08, il dott. Leto Pietro Pasquale, fece la falsa di sentirsi offeso. E, unitamente al responsabile legale della Agenzia delle Entrate di Agrigento, dott. Stefano Spoto, hanno sporto querelato per diffamazione nei miei confronti, presso la Procura di Agrigento.
L’8/02/08 ho pubblicato la prima edizione del mio Giornale periodico LA VOCE CHE TUONA. Leggibile nella cartella 19.
Il 18/02/08, ho sporto denuncia – querela presso la Procura di Palermo. Che apre fascicolo e lo trasferisce per competenza alla Procura di Agrigento capitanata dal dott. Ignazio de Francisci.
In virtù dello sgravio già citato nella querela, in data 15/04/09 ho sporto denuncia – querela presso la Procura di Agrigento Capitanata dal dott. Renato Di Natale.
In virtù delle due Sentenze n° 258/09 e n° 259/09 emesse con molta leggerezza in data 12/05/09 dalla Sez. 3 della CTP di Agrigento, il 22/06/09 ho sporto querela presso la Procura di Agrigento.
Tale Procura, il 12/12/09 fa richiesta di archiviazione del fascicolo n° 834/08RG Mod. 21 al GIP – SEDE. Aperto a mio carico in virtù della querela per diffamazione sporta dai due infedeli Funzionari Leto e Spoto.
Quest’ultimo che in sede di SIT del 13/05/08 aveva vantato dei crediti in favore della Agenzia delle Entrate di Agrigento, con allegata documentazione. Non si oppone alla richiesta di archiviazione, né il Leto, né io.
Il GIP dott. Stefano Zammuto, il 13/05/2010 ha condiviso le ragioni addotte nella richiesta ed ha disposto l’archiviazione del procedimento e la restituzione degli atti al PM.
Pagine 11 e 12 della querela.
Per la documentazione vedi cartella 18 del DVD denominato nuova querela 2011.
Il 03/06/2010 ho pubblicato la seconda edizione del mio Giornale periodico LA VOCE CHE TUONA. Leggibile nella cartella 19.
Stessa data ho diffidato allo Spettabile Ministero delle Finanze Roma. E per conoscenza alla direzione della Agenzia delle Entrate di Agrigento. Allegando copia Giornale ai due destinatari.
Il 07/06/2010 in occasione del ricevimento della cartella di pagamento di Euro 20.160,09 emessa su atto di contestazione n° 2000385/2000, dalla Agenzia delle Entrate, per la Sentenza illegittima e incostituzionale n° 258/09. Ho diffidato per la seconda volta allo Spettabile Ministero delle Finanze Roma. E per conoscenza alla direzione della Agenzia delle Entrate di Agrigento.
Per questa ingiusta cartella di pagamento, in data 01/09/2010 ho sporto querela per occultamento di atti di Ufficio e per tentata estorsione nei confronti del direttore pro tempore della Agenzia delle Entrate di Agrigento, dott. La Rocca Giuseppe.
Il PM dott. Giacomo Forte ha archiviato il caso, attestando che la notizia di reato è infondata.
Alla quale non mi sono opposto. Perché pensavo che il La Rocca e lo Spoto, in concomitanza con il Ministero dell’Economia e delle Finanze, avrebbero chiuso la faccenda ed avrebbero dato sapere dell’avvenuto riconoscimento dell’illegittimità degli atti impositivi emessi a fronte del vizioso PVC, fortemente contestato: dal Tenente Gaspare Cilluffo; dal Generale B. Cosimo Sasso e da me medesimo. Conseguentemente a ciò: l’annullamento degli atti impositivi; la revoca delle cartelle di pagamento emesse e da emettere; la revoca delle iscrizioni delle ipoteche sui mie beni mobili e immobili e la cancellazione del mio nominativo dalle liste degli evasori fiscali iscrittomi abusivamente dalla Agenzia delle Entrate di Agrigento. Ed avrebbero intavolato una transazione di accordo per somma di € 5.000.000,00 chiesti nei confronti della querelante Agenzia delle Entrate di Agrigento. E € 2.500.000,00 nei confronti del querelante Leto Pietro Pasquale, a titolo di risarcimento del danno che ha cagionato seriamente la mia salute con due sopraggiunti infarti cardiaci, la totale perdita della mia dignità di uomo onesto. Ecc. ecc.
Per la documentazione vedi allegato 22 cartella 18 del DVD denominato nuova querela 2011.
E’ giusto e doveroso che ogni cittadino paghi le sue tasse. Ma, estorcerli con occultamenti di atti di Ufficio e da menzogne attestate in sede Ispettiva dal Vaiarelli, in sede di SIT dalla Galluzzo e dal Leto, per coprire i militari delle Fiamme Gialle; i Funzionari: Vetro Giuseppe; Fontana Calogero; Lauricella Maurizio; Argento Francesco; Verduci Giorgio; che nella loro totale incapacità di intendere e di volere non si sono accorti che il PVC era manipolato nei numeri, riguardante gli importi segnati nei fogli 16 – 19 – 18 – 20. E nella verità, riguardante gli anni 1994 e 1995 che erano ancora nei termini della presentazione dei redditi e riguardante le attestazioni del Tenente Cilluffo che sono contrastante con quelle attestate nel PVC dai militari verificatori. Ed hanno emesso gli accertamenti per gli anni 1992 – 1993 – 1994 – 1995; i componenti delle richiamate Sezioni delle CTP e CTR che hanno rigettato più ricorsi ed hanno emesso più Sentenze privi di senso logico. E’ indice di associazione per delinquere di stampo mafioso finalizzato alle estorsioni nei confronti di me medesimo caduto vittima di tre complotti.
Seguono le pagine 13 – 15.
Come la SV Illustrissima ha avuto modo di notare sono tre i complotti che mi portarono alla esasperazione, dalla quale derivano i due sopraggiunti infarti cardiaci, la perdita della mia dignità di uomo ONESTO. Ecc. ecc.
I dirigenti della incriminata Agenzia delle Entrate, che godevano di particolari privilegi da parte del Ministero dell’Economia e delle Finanze. E da parte della Procura di Agrigento, alla ricezione delle diffide del 03/06/2010 e 07/06/2010, non hanno dato comunicazione alcuna. Così come il Ministero dell’Economia e delle Finanze. Pur leggendosi nella seconda diffida: Onde evitare il ripetersi di fatti così gravi da parte dei signori Funzionari che da annidacchiati all’interno della Agenzia delle Entrate sotto accusa commettono azioni inqualificabili a mio danno. Ecc. ecc. Il 17/10/2011 mi fanno recapitare la seconda cartella di pagamento. Andando a cozzare con la reiterazione del reato già commesso. Che si aggiunse alla inadempienza professionale.
Per i quali reati ho sporto querela nei confronti di La Rocca Giuseppe e Stefano Spoto, presso la Procura di Agrigento che ha già aperto il fascicolo n° 5718/11 MOD. 21. E saranno i Magistrati a decidere se rimandare a giudizio solo i due Spoto e La Rocca o tutti i summentovati nominativi che si leggono nella querela.
Posciaché, sono due le matrice, una di natura penale e l’atra di natura civile. E a piazzare le prime mine nelle fondamenta del palazzo della Agenzia delle Entrate di Agrigento sono stati: il Leto; la Galluzzo e il Vaiarelli. Quest’ultimo, inviato dalla Agenzia delle Entrate Direzione Regionale della Sicilia Ufficio Ispettivo, con nata prot. n° 268/03 UI e con nota prot. n° 93835/03 UI.
Nella prima nota si legge che doveva appurare il seguito del dossier del contribuente e cc. cc. Invece, si unì in complotto a mio danno con i due nominativi summentovati.
Le seconde, le hanno piazzate: il Leto e lo Spoto, nell’avermi querelato per diffamazione, pur essendo consci di non poterlo fare. Altrimenti si sarebbero opposti alla archiviazione.
E a dar fuoco alle micce sono stati: il La Rocca e lo Spoto, che nella loro totale negligenza, imprudenza ed imperizia non hanno dato comunicazione alcuna alle mie diffide del 03/06/2010 e 07/06/2010. Dando così il tacito assenso: sia delle malefatte commesse sulla mia persona, sia alla richiesta della somma di danaro sopra e sotto indicata.
Stando come stanno i fatti documentati. Ebbene che la SV Illustrissima prenda le redini in mano di questa faccenda di faccendieri disonesti e sollevi dall’incarico i summentovati nominativi e li mandi a casa con le “pive nel sacco”. E se in Italia esiste veramente la LEGALITA’ E TRASPARENZA; I DIRITTI E I DOVERI, mi cancelli dalle liste degli evasori fiscali e mi faccia sapere entro 60 giorni della data della ricezione della presente, se si adopera di conseguenza. Visto che è l’Agenzia delle Entrate incriminata e per essa, il Ministero dell’Economia e delle Finanze, a rispondere di codesti Funzionari viscidi e malfamati. Che per infangare la mia dignità e quella della mia famiglia, hanno percorso: strade tortuose, sentieri impervi, cunicoli fognanti, sentine e sguazzato in molte cloache!!!
Immagini la SV Illustrissima quale credibilità può avere il corpo della Guardia di Finanza e il Ministero dell’Economia e delle Finanze già Amministrato dai due inadempienti professionale per Eccellenza: Giulio Tremonti e Tommaso Padoa Schioppa. Quest’ultimo, deceduto. Che IDDIO se lo tenga nella Sua gloria e nella Sua misericordia. Se entro il su indicato termine di 60 giorni non comunicherà che è già in atto una indagine interna nei confronti di tutti i nominativi summentovati nella querela?
Un’ulteriore inadempienza anche da parte Sua, dà allo scrivente la facoltà di: nominare un legale per avviare le pratiche per il pignoramento del palazzo della Agenzia delle Entrate di Agrigento; pubblicare in parte o tutto il malloppo cartaceo nel suo Sito Internet e fare l’avvocato di tutti i contribuenti italiani iscritti nelle liste degli evasori fiscali. Veri o presunti tali.
E, vista l’alta capacità criminosa di questi individui pericolosi per loro e per gli altri di diverse estrazione sociale non legati da vincolo di parentela uniti in complotto a mio danno per fare apparire: l’illecito lecito e il lecito illecito, a partire dalla data della spedizione dell’ennesima diffida, renderò noto la Procura di Agrigento, che se mi dovesse capitare di morire di morte violenta o di lupara bianca. O se capitasse qualcosa del genere ai miei familiari, la totale responsabilità di questi vili gesti è da ricercare nelle persone summentovate nella querela.
La cartella n° 19 contiene: Copia esposto al CSM. Copia Giornale LA VOCE CHE TUONA DEL 08/02/08. Copia Giornale LA VOCE CHE TUONA DEL 03/06/2010. Copia Libro edito nel 2006, IGNOMINIE EPOCALI VOL I.
La cartella n° 20 contiene: Cartella di pagamento del 05/06/2010 emessa dalla Agenzia delle Entrate di Agrigento. n° 2912009 0022132410 di Euro 20.160,09. Per atto di contestazione n° 2000385/2000. E cartella di pagamento del 17/10/2011 n° 29129110002134843 di Euro 10.085,14. Tutte e due emesse sullo stesso atto di contestazione.
La cartella n° 21 contiene: Deposito querela presso la Procura di Agrigento in data 10/11/2011; Documenti ricezione querela stilata in data 14/11/2011 dalla Guardia di Finanza di Agrigento; Documenti e ricezione postale Agenzia delle Entrate di Palermo; Documenti e ricezione postale Ministero delle Finanze – Roma.
La cartella n° 22 contiene: Cartella multifile attinenti alla fattispecie.
La cartella 23 contiene la documentazione descritta negli allegati.
PER QUANTO SOPRA.
Si diffida ulteriormente l’Agenzia delle Entrate di Agrigento e il Ministero dell’Economia e delle Finanze di cancellare il mio nominativo dalle liste degli evasori fiscali e di programmare un piano di pagamento della su indicata somma entro il termine di 60 giorni dalla data di ricezione della presente.
Con avvertimento: che trascorso infruttuosamente tale termine, mio malgrado, mi vedo costretto a nominare un legale per avviare le pratiche per il pignoramento del palazzo della Agenzia delle Entrate di Agrigento.
Copia della presente sarà depositata presso la Procura di Agrigento unitamente all’esposto denuncia per mancata comunicazione da parte di codesto Ministero dell’Economia e delle Finanze. E da parte della Agenzia delle Entrate di Palermo. Riguardante l’esposto del 14/11/2011.
Allegati:
Copia querela del 10/11/2011 Agenzia delle Entrate di Agrigento. No Ministero dell’Economia e delle Finanze;
Copia esposti all’ex Ministro dell’Economia e delle Finanze Giulio Tremonti. Dal 20/11/03 al 14/11/2011. Pagine 24;
Copia esposti all’ex Ministro dell’Economia e delle Finanze Tommaso Padoa Schioppa. Dal 12/10/06 al 13/02/08. Pagine 11.
Copia esposti e diffide Agenzia Entrate – Agrigento, dal 13/06/2201 al 07/06/2010;
Copia esposti e diffide Agenzia delle Entrate – Palermo, dal 28/10/2003 al 14/11/2011;
Copia ricezione querela – Guardia di Finanza di Agrigento – 14/11/2011;
Copie esposti e diffide SERIT Sicilia Sede – Agrigento, dal 04/02/04 al 07/06/2010;
Copia delle su indicate cartelle di pagamento;
N° due note prot. n° 268/03 UI e prot. n° 03835/03 UI. Dott. Mario D’Amato. No Mazzarelli;
N° 4 note: 1 del dott. Mazzarelli; 1 del Generale B. Cosimo Sasso; 2 del Colonnello Conti;
N° due DVD già inviati al Ministero dell’Economia e delle Finanze in data 14/11/2011;
Copia diffida, Presidente del Consiglio e Ministro dell’Economia e delle Finanze Mario Monti;
Copia diffida Agenzia delle Entrate di Agrigento.
Si rappresenta che lo scrivente ha facoltà di pubblicare e di inviare documentazione di specie dove e quando lo riterrà opportuno.
Con osservanza.
Favara, li 31/01/2012
Giacomo Sanfilippo
Giacomo Sanfilippo
GIACOMO SANFILIPPO
EDITORE
C/DA BAGLI 53, 92026 FAVARA (AG)
TEL. FAX. 0922.32115 – Cell. 347.6862733
Opera pubblicata: IGNOMINIE EPOCALI VOL. I
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AL DOTT. ATTILIO BEFERA
DIRETTORE GENERALE
DELLE AGENZIE DELLE ENTRATE D’ITALIA
VIA CRISTOFORO COLOMBO N° 426 C/D OO145 – ROMA
Oggetto trasmissione documenti da allegare al fascicolo diffida del 31/01/2012.
Il sottoscritto Giacomo Sanfilippo, nato il 24/01/1941 a Favara, ed ivi residente in contrada Bagli 53, trasmette nota inviata alla dirigenza della Agenzia delle Entrate di Agrigento
Allegati:
Copia nota del 08/03/2012 inviata alla dirigenza della Agenzia delle Entrate di Agrigento;
Copia nota prot. n° 153 del 22/02/2012, della Agenzia delle Entrate di Agrigento;
Copia cartella esattoriale pervenutami in data 28/020/2012;
Gradisca distinti saluti.
Favara, li 08/03/2012
Giacomo Sanfilippo
Giacomo Sanfilippo
GIACOMO SANFILIPPO
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AL DOTT. ATTILIO BEFERA
DIRETTORE GENERALE
DELLE AGENZIE DELLE ENTRATE D’ITALIA
VIA CRISTOFORO COLOMBO N° 426 C/D OO145 – ROMA
Oggetto: OGNUNO PAGHI IL PRIPRIO FIO.
Il sottoscritto Giacomo Sanfilippo, nato il 24/01/1941 a Favara, ed ivi residente in contrada Bagli 53, riferendosi alle lettere denuncia del 31/01/2012 – 08/03/2012 e all’istanza della Presidenza del Consiglio del 27/03/2012, pervenutami in data 29/03/2012.
Chiede, alla SV Illustrissima che gli sia dato sapere se abbia aperto una Commissione interna, disciplinare, nei confronti dei 14 nominativi appresso indicati:
Migliori Fabio Capitano; Falsone Nino Maresciallo M; Garziano Rosario Brigadiere, della Guardia di Finanza di Agrigento. Vetro Giuseppe; Fontana Calogero; Lauricella Maurizio; Argento Francesco, Galluzzo Antonina; Letizia Di Liberto, Funzionari. Giorgio Verduci; Leto Pietro Pasquale; La Rocca Giuseppe, dirigenti ed ex dirigenti. Spoto Stefano, capo aria legale della Agenzia delle Entrate di Agrigento. Vaiarelli Salvatore dirigente Ispettivo;
Nei confronti dei dirigenti della Agenzia delle Entrate di Palermo che hanno ricevuto le mie lettere denunce dal 04/03/04 al 08/03/2012 e non hanno dato risposta alcuna;
E nei confronti dei componenti delle Sezioni 2 e 3 della CTP di Agrigento e dei componenti delle Sezioni 1 e 29 della CTR di Palermo che hanno emesso Sentenze non rispondente al vero, già querelati presso la Procura di Agrigento.
Per le Sentenze Tributarie, vedi fascicoli: 16 – 17 – 18 – 19 – 20 – 21.
Per le Querele, vedi fascicoli 12 – 13 – 14 del CD – R in allegato.
Copia della quale sarà depositata presso la Procura di Agrigento.
Allegati:
Copia lettera Agenzia delle Entrate di Agrigento;
Copia lettera Agenzia delle Entrate di Palermo;
Fascicolo composto di 83 pagine che denunciano in modo cronologico i complotti orditi ai miei danni: dai militari delle Fiamme Gialle e dai dirigenti della Agenzia delle Entrate di Agrigento.
N° 1 CD-R
In attesa di Suo cortese riscontro porgo
Distinti saluti.
Favara, li 11/04/2012
Giacomo Sanfilippo
Giacomo Sanfilippo
GIACOMO SANFILIPPO
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AL DOTT. ATTILIO BEFERA
DIRETTORE GENERALE
DELLE AGENZIE DELLE ENTRATE E DI EQUITALIA
VIA CRISTOFORO COLOMBO N° 426 C/D OO145 – ROMA
Oggetto: sollecito adempimento.
Il sottoscritto Giacomo Sanfilippo, nato il 24/01/1941 a Favara, ed ivi residente in contrada Bagli 53, riferendosi alla ulteriore diffida del 31/01/2012 e agli esposti del 08/03/2012 e dell’11/04/2012.
Sollecita la SV Illustrissima affinché provveda fornire gli elementi informativi al Dipartimento Amministravo sulla vicenda esposta da chi Le scrive.
Ed emettere provvedimento disciplinare nei confronti: dei 14 nominativi; del – dei direttori generali della Agenzia delle Entrate Ufficio Fiscalità di Palermo che si sono susseguiti dal 04/03/04 al 08/03/2012; dei componenti delle Sezioni 2 e 3 della CTP di Agrigento e dei componenti delle Sezioni 1 e 29 della CTR di Palermo, già richiamati nella querela del 10/11/2011 e nell’esposto dell’11/04/2012. E trasmetterlo alla Corte dei Conti che provvederà ad addebitare ai nominativi summentovati, la somma di € 7.500.000,00 che il Ministero dell’Economia e delle Finanze erogherà in favore dello scrivente, più le somme delle cartelle esattoriali emesse abusivamente ai danni dello scrivente, dai richiamati Funzionari della Agenzia delle Entrate di Agrigento. Che, per occultare le manipolazioni dei numeri e della verità commessi dai complottatori militari delle Fiamme Gialle di Agrigento; gli errori commessi dai Funzionari della locale Agenzia delle Entrate di Agrigento, che nella loro totale incapacità di intendere e volere hanno emesso più avvisi di accertamento per gli anni 1992 – 1993 – 1994 – 1995 a fronte d’un manipolato PVC, in data 18/11/03, il Leto Pietro Pasquale, la Galluzzo Antonina e il Vaiarelli Salvatore e forse anche lo Spoto Stefano, hanno ordito un altro complotto ai danni di chi Le scrive.
E i due ex Ministri dell’Economia e delle Finanze, Giulio Tremonti e Tommaso Padoa Schioppa, quest’ultimo deceduto, non si sono mai degnati di inviare gli Ispettori Ministeriali più volte richiesti per verificare le doglianze dello scrivente, nei confronti dei summentovati personaggi di dubbia professionalità; né l’ex Ministro Giulio Tremonti si degnò di cancellare il nominativo dello scrivente dalle liste degli evasori fiscali, né si degnò di intavolare una transazione di accordo sulla somma di € 7.500.000,00 richiesti come risarcimento danno. Vedi diffide del 03/06/2010 e 07/06/2010 in allegato.
Così facendo, si potrà evitare il ripetersi di altre inique vicende di specie e altri spiacevoli episodi, come quello commesso dal sig. Martinelli che è uscito di senno ed ha tenuto in ostaggio per più ore gli impiegati della Agenzia delle Entrate o di EQUITALIA di Bergamo. Grazie a Dio si è scongiurato il peggio.
Nessuno ha il diritto di farsi giustizia da sé. Come nessuno può unirsi in complotto per tirar fuori dalle brace personaggi di varie Istituzioni, che nel pieno svolgimento delle proprie mansioni commettono delle ingiustizie al miro scopo di ipotecare la dignità altrui.
La legge, ha già provveduto ad arrestare e condurre nelle patrie galere il sig. Martinelli. Così come dovrà provvedere per i signori che hanno ordito più complotti ai danni dello scrivente.
Da buon osservatore della legge italiana, condanno l’insano gesto compiuto dal sig. Martinelli. Così come gli insani gesti compiuti dagli orditori di complotti ai danni di chi Le scrive.
NB: qualora la SV Illustrissima entro il 30/06/2012 non dà comunicazione allo scrivente dell’avvenuto Suo adempimento, lo scrivente, a far data del calende di Luglio 2012 ha facoltà di pubblicare tutte le scritture inedite e inviarle dove riterrà opportuno. Con tutte le consequenziali azione del caso.
Copia della quale sarà depositata presso la Procura di Agrigento.
Allegati:
Copia diffida del 03/06/2010;
Copia diffida del 07/06/2010.
In attesa di Suo cortese riscontro porge
Distinti saluti.
Favara, li 12/05/2012
Giacomo Sanfilippo
Giacomo Sanfilippo
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ALLA DOTT. SSA PANDOLFI SOSTITUTO
PROCURATORE PRESSO PROCURA
DEL TRIBUNALE DI AGRIGENTO
OGGETTO: Deposito esposto al fascicolo n° 5718/11 MOD. 21. ALLO STATO IN CORSO DI INDAGINI
Il sottoscritto Giacomo Sanfilippo, nato il 24/01/1941 a Favara ed ivi residente in contrada Bagli 53.
ESPONE QUANTO SEGUE:
Il dott. Attilio Befera, Direttore Generale delle Agenzie delle Entrate e di Equitalia. Via Cristoforo Colombo n°426C/D 00145 Roma. In virtù del mio esposto del 12/05/2012, che richiama la ulteriore diffida del 31/01/2012 e gli esposti del 08/03/2012 e dell’undici Aprile 2012, rimaste senza esito alcuno, anche se, nell’esposto del 12/05/2012 si legge: di emettere un provvedimento disciplinare nei confronti dei 14 nominati; del – dei dirigenti della Agenzia delle Entrate Ufficio Fiscalità di Palermo che si sono susseguiti dal 04/03/04 al 08/03/2012; dei componenti delle Sezioni 2 e 3 della CTP di Agrigento e dei componenti delle Sezioni 1 e 29 della CTR di Palermo già querelati e richiamati nella querela del 10/11/2011. E trasmetterlo alla Corte dei Conti che provvederà ad addebitare ai summentovati nominativi, la somma di € 7.500.000,00 che il Ministero dell’Economia e delle Finanze erogherà in favore dello scrivente, più le somme delle cartelle esattoriali emesse abusivamente dai richiamati Funzionari della Agenzia delle Entrate di Agrigento, ai danni dello scrivente. Qualora la SV Illustrissima entro il 30/06/2012 non dà comunicazione allo scrivente dell’avvenuto Suo adempimento, lo scrivente, a far data del calende di Luglio 2012 ha facoltà di pubblicare tutte le scritture inedite e inviarle dove riterrà opportuno, con tutte le consequenziali azioni del caso.
E in virtù dell’istanza n° DICA – 0007339 – p – 27/03/2012 – 4.8.2.5.2 trasmessa in data 27/03/2012 dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri, Presidente Mario Monti, nelle vesti di Ministro dell’Economia e delle Finanze, che gli chiedeva elementi informativi sulla mia vicenda esposta. Avrebbe dovuto disciplinare i responsabili di questi complotti e mandare l’incarto alla Corte dei Conti; riferire al Dipartimento Amministrativo e di conseguenza comunicarmi:
Che la Guardia di Finanza di Agrigento aveva trasmesso la documentazione bancaria reperita nelle banche nei misi di Giugno e Luglio 94, alla Procura di Agrigento, la quale, nell’Agosto ‘94 gliela riconsegnata con delega di utilizzo dei dati. E, né entro il 12/11/94, né entro 10 giorni dalla data della ricezione della richiesta di archiviazione del fascicolo n° 593/94 da parte del PM Pietro Pollidori, non ha depositato nessuna relazione, né si è opposta a tale richiesta di archiviazione. E il GIP – SEDE, in virtù delle mancate opposizioni: del Maresciallo dei CC Giordano Epifanio; della persona che lui conosceva di fonte certa che il Signor Sanfilippo Giacomo gli aveva praticato l’usura; della Guardia di Finanza di Agrigento, ha archiviato il caso per insostenibilità dell’accusa in giudizio. Quindi, caso è stato chiuso, sia per quanto riguardava l’usura, sia anche, per quanto riguardava l’evasione fiscale, falsamente dichiarata dalla Guardia di Finanza di Agrigento, con nota n° 112 UG del 15/02/95, trasmessa alla Procura di Agrigento circa tre mesi dopo che il caso era stato archiviato, con la quale, faceva presente che deve essere sottoposta a controllo fiscale l’attività della ditta Sanfilippo Giacomo con sede in Favara contrada Bagli, in quanto, era conscia, che in quella documentazione bancaria non si ravvisava l’evasione fiscale, come confessò il reo confesso Garziano Rosario che aveva partecipato: al controllo e al sequestro della documentazione bancaria; alla perquisizione del 16/02/95 e alla verifica fiscale iniziata il 20/02/95 e terminata il 20/04/95. In questo lasso di tempo, i tre militari delle Fiamme Gialle, stilarono un PVC pieno di trappole, lacci e laccioli. Un vero e proprio cappio messo al collo del Signor Sanfilippo Giacomo, se non si opponeva seduta state, come da pagina 36 del PVC; Se non si accorgeva degli errori di sommata risultanti nel foglio 16 riguardante l’anno 1992 e nel folio 18 riguardante l’anno 1993; E se non registrava le conversazioni con uno dei tre militari forcaioli, il Brigadiere Garziano Rosario, che ha buttato dal suo putrido stomaco persino il primo latte che prese dalla sua santa mamma. Confessò anche, che fu il loro Capitano, Fabio Migliori, a ordinagli di camuffare quella verifica, e lui, ha sottofirmato il PVC sol perché era un militare sott’ordine e non si poteva rifiutare. Tale falsità vengono confermate anche, dal Tenente Gaspare Cilluffo con nota prot. N° 292/UG/5442 sched. del 02/05/95, che attesta: gli operanti la verifica non disponevano né dispongono di nessun elemento certo. Dal PM Pietro Pollidori che non si è visto arrivare nessuna relazione su quella documentazione consegnatogli nell’Agosto ‘94. E dal GIP Rita Carosella, che nella Sua liberatoria non ha messo la clausola: comunque resta indagato per evasione fiscale.
Che il PM Pietro Pollidori, la nota prot. N° 292/UG/5442 sched. non l’ha accettata. Ma l’accettò l’irascibile PM Stefano Dambruoso della stessa Procura di Agrigento, che, come si ricorderà, in quell’epoca era mancante di Procurato Capo e i Magistrati facevano come kappa gli pareva. Infatti, ha firmato l’accesso fiscale, nel quale si leggeva: letta la nota n° 112 UG in data 15/02/95 del Comando Compagnia Guardia di Finanza di Agrigento. Ritenuto che, nella fattispecie, per poter eseguire il programmato intervento di carattere fiscale necessita, ai militari operanti acquisire tutta la documentazione amministrativa contabile ovunque essa si trovi; letti gli articoli 52 del DPR 26/10/1972 n° 633, recante la istituzione e disciplina dell’imposta sul valore aggiunto n° 633 del DPR 09/09/1973 recante disposizione comuni in materia di accertamento della imposta sui redditi. Autorizza l’accesso presso l’abitazione ed altre pertinenze, del sig. Sanfilippo Giacomo.
L’indomani, i militari delle Fiamme Gialle capitanati dal Capitano Fabio Migliori eseguirono la perquisizione che, stando alla documentazione reperita e a quanto dichiarato dal reo confesso Garziano Rosario, quella perquisizione altro non era che, un complotto ordito ai danni del Signor Sanfilippo Giacomo, a cui si aggiunse la violazione dell’articolo 14 della Costituzione.
Che di conseguenza a ciò, il Signor Sanfilippo Giacomo venne condannato fino al terzo grado di giudizio penale per il reato di evasione fiscale mai commesso. Sentenze, che nel Marzo 2001 vennero revocate in virtù della Sentenza emessa nel ‘99 dalla Suprema Corte di Cassazione che ha annullato senza rinvio la Sentenza emessa in data 03/06/96 dal Tribunale penale di Agrigento, relativamente all’anno 1994 perché il fatto non sussiste.
Che il Funzionario Vetro Giuseppe e gli altri Funzionari di dubbia professionalità della Agenzia delle Entrate di Agrigento, hanno emesso una caterva di accertamenti per gli anni: 1992 – 1993 – 1994 – 1995, in virtù di quelle falsità, errori che si leggono nei fogli 16 e 18 e l’abuso di potere commesso dai militari delle Fiamme Gialle, nell’avere incluso al PVC anche l’anno 1994 e 1995, quando, per l’anno 1994 c’erano 41 giorni alla scadenza dei termini per la presentazione dei redditi e per l’anno 1995 c’era un anno in più. Come si evince dalla querela del 10/11/2011.
Che alcune Commissioni Tributarie di Agrigento e di Palermo hanno emesso più Sentenze nel merito, rigettando i ricorsi presentati dall’esponente giacomo Sanfilippo, per favorire i Funzionari della Agenzia delle Entrate di Agrigento. Che, a sua volta avevano favorito i tragici militari delle Fiamme Gialle già mentovate. E i componenti delle Sezioni 1 e 29, il 09/05/05 sono stati querelati presso la procura di Agrigento.
Che la sezione 2 della CTP di Agrigento presieduta da Zoda Luigi, ha emesso tre Sentenze in totale arbitrio con l’articolo 12 e 18 del D lgs 546/92 rigettando i ricorsi presentati dall’esponete Sanfilippo Giacomo. I cui componenti di detta Commissione sono stati querelati presso la Procura di Agrigento per abuso di potere. E per occultamento di atti di Ufficio nei confronti del direttore pro tempore Leto Pietro. Come da querela del 2011.
Che la Sezione 20 della CTR di Palermo ha annullato con il rinvio due Sentenze emesse dalla su citata Sezione 2 della CTP di Agrigento. E i componenti della Sezione 3 della CTP di Agrigento hanno emesso in totale arbitrio le Sentenze n° 258/09 e 259/09, in quanto, il Signor Sanfilippo Giacomo non fu stato avvisato che si dovevano discutere in Camera di Consiglio le dette Sentenze annullate col rinvio ed hanno emesso le Sentenze 258/09 e 259/09. E per questo, ha sporto querela presso la Procura di Agrigento per occultamento di atti di Ufficio e per violazione dell’articolo 59, 1° comma punto b) del D lgs 546/72, nei confronti dei componenti di detta Sezione. E per occultamento di atti di Ufficio nei confronti del Leto Pietro. Come da querela del 2011.
Che a ordire il primo complotto ai danni del Signor Sanfilippo Giacomo è stato il Maresciallo Giordano Epifanio della Caserma dei Carabinieri di Favara.
Che il secondo complotto l’hanno ordito i tre militari delle Fiamme Gialle di (AG) già mentovati.
Che il terzo complotto l’hanno ordito: il Vaiarelli Salvatore della Agenzia delle Entrate di Palermo; il Leto Pietro Pasquale; la Galluzzo Antonina e forse anche lo Spoto Stefano, della Agenzia delle Entrate di Agrigento.
Che a tirare le fila ai due militari delle Fiamme Gialle, Falsone Nino e Garziano Rosario è stato il loro Capitano Fabio Migliori, che a sua volta, veniva manovrato dal Magistrato che il reo confesso non ha riferito il nome, che non potendomi incastrare per il fatto di usura mi ha voluto incastrare per il fatto… Come da pagina 5 della trascrizione delle registrazioni fatta eseguire dalla Procura di Agrigento.
Che il regista di questo filmi di fantascienza è stato l’irascibile PM Stefano Dambruoso, che non ha voluto dare importanza alcuna alla nota prot. N° 292/UG/5442 sched. sottoscritta dal Tenente Cilluffo Gaspare.
Che la Procura di Agrigento capitanata poi, dal Procurato Ignazio De Francisci ha archiviato più querele sporte dal Signor Sanfilippo Giacomo, nei confronti: del Maresciallo Giordano Epifanio; dei tre militari delle Fiamme Gialle già mentovate; di più Funzionari e dirigenti della Agenzia delle Entrate di Agrigento; dell’Ispettore Vaiarelli Salvatore, Funzionario della Agenzia delle Entrate di Palermo; dei componenti della Sezione 2 e 3 della CTP di Agrigento; dei componenti delle Sezioni 1 e 29 della CTR di Palermo. L’esponente si opponeva a tali archiviazioni. Ma il GIP Walter Carlisi, non sentiva ragioni e condivideva le archiviazioni dei PM.
Che l’esponente in virtù di tutti i soprusi subiti ha pubblicato più scritture mai controverse da nessuno dei nominati con nomi e cognomi nelle sue scritture.
Che il direttore pro tempore Leto Pietro e Spoto Stefano, rappresentante legale della Agenzia delle Entrate di Agrigento, senza avere i requisiti, hanno querelato per diffamazione il Signor Sanfilippo Giacomo, presso la Procura di Agrigento, che ha aperto il fascicolo n° 834/08. Alla archiviazione del caso non si sono opposti, né il Leto Pietro Pasquale, né lo Spoto Stefano. E il GIP Stefano Zammuto ha condiviso e fatto proprie le richieste del PM Andrea Bianchi ed ha archiviato il caso. Dalla quale e derivata la seconda pubblicazione del GIORNALE LA VOCE CHE TUONA e le due diffide del 03/06/2010 e 07/06/2010. Che, sia nel giornale che nella seconda diffida, l’esponente, intimava al Ministro dell’Economia e delle Finanze Giulio Tremonti e per conoscenza al direttore pro tempore della Agenzia delle Entrate di Agrigento, di pagare la somma di € 7.500.000,00 come risarcimento danni per i due sopraggiunti infarti cardiaci che gli hanno cagionato seriamente la salute, per danni morali ecc. ecc.
Che non risulta che il Ministro dell’Economia e delle Finanze Giulio Tremonti, né risulta che i dirigenti della Agenzia delle Entrate di Agrigento, abbiano intavolato una transazione di accordo per quella somma intimata, né risulta una rivendicazione di legittimità dei loro atti impositori depositati nel Maggio del 2008 dallo Spoto Stefano, nel momento in cui venne interrogato dalla PG aliquota Carabinieri di stanza presso la Procura di Agrigento, né risulta che il Ministro Giulio Tremonti e il Ministro Tommaso Padoa Schiappa, quest’ultimo deceduto, abbiano inviato l’ispezione Ministeriale più volte invocato dall’esponente Giacomo Sanfilippo.
Che la Procura di Agrigento già capitanata dal dott. Ignazio De Francisci, sulla legge che premia chi denuncia fatti di estorsioni ed altro, ha usato due pesi e due misure. Come in effetti, il sig. Ignazio Cutrò di Bivona Agrigento che ha assicurato alla giustizia i suoi aguzzini, è stato premiato. Mentre invece, all’esponente Giacomo Sanfilippo che ha denunciato più volte alla Procura di Agrigento, fatti di tentati estorsioni e di complotto dimostrabili nella trascrizione delle registrazioni Sanfilippo – Garziano trascritte dalla stessa Procura e in altri documenti depostati nei fascicoli, i PM Caterina Salusti e Laura Cameli, fanno proprie le richieste del 05/02/04 e 25/06/04, dal Colonnello Giuseppe Conti della Guardia di Finanza di Agrigento, che chiedeva di valutare la possibilità di far conoscere le decisioni assunte in merito all’eventuale rilevanza penale delle affermazioni dell’esponente ( Sanfilippo Giacomo) nei confronti dei militari del corpo della Guardia di Finanza. Fascicolo n° 16 deposito con la querela del 10/11/2011. Il Procurato capo, i due PM e il GIP Walter Carlisi, lo fanno perseguitare e perseverare dai Funzionari della Agenzia delle Entrate di Agrigento con delle cartelle di pagamento emesse a fronte di più Sentenze illegittime e incostituzionali emesse da più giudici Tributari della CTP di Agrigento e della CTR di Palermo.
Il dott. Attilio Befera che innanzi alla nuda e cruda verità ha preferito, come gli altri personaggi politici, giudiziari e istituzionali, nascondere la testa nella sabbia come gli struzzi, farebbe una cosa giusta se rassegnasse le proprie dimissioni.
Copia della presente sarà trasmessa alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, Presidente Mario Monti, nelle vesti di Ministro dell’Economia e delle Finanze.
Alla presente si allega:
copia cartella di pagamento n° 291201100181100115 di € 19.802,96 relativamente all’anno “94;
copia avviso intimazione n° 29120129014655650000 di € 21.061,11 relativamente all’anno “94;
copia avviso intimazione n° 29120129014655751000 di € 29.657,98 anno ’92- 93;
copia istanza della Presidenza Consiglio dei Ministri, Presidente Mario Monti, nella veste di Ministro dell’Economia e delle Finanze;
Copia intimazione di pagamento di € 7.500.000,00 più interessi maturati dal 07/06/2010, al soddisfo e cancellazione nominativo dalle liste degli evasori fiscali, al Presidente del Consiglio dei Ministri, Mario Monti, nelle veste di Ministro dell’Economia e delle Finanze;
La documentazione attinente a questo esposto si trova agli atti di codesta Spettabile Procura.
Questo esposto denuncia sarà pubblicato e inviato dove l’esponente riterrà opportuno.
Con il riserbo di depositare ulteriori documenti.
E con facoltà di pubblicare ed inviare documentazione di specie dove riterrà opportuno.
Resta a disposizione di codesta Procura per qualsiasi chiarimento in merito.
Favara, li 02/07/2012.
Giacomo Sanfilippo
Giacomo Sanfilippo
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ALLA DIREZIONE AGENZIE ED ENTI DELLA FISCALITA’
PIAZZA MASTAI, 11 00153 – ROMA.
Oggetto: diffida adempimento.
Il sottoscritto Giacomo Sanfilippo nato il 24/01/1941 a Favara, ed ivi residente in c/da Bagli 53, si riferisce all’istanza emessa senza data, né numero di protocollo dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri Segretariato Generale Dipartimento Amministrativo, pervenutami in data 18/07/2012, per dirle, di valutare con accuratezza il relativo carteggio accluso nella su citata istanza e dare comunicazione entro 60 giorni della data di ricezione della presente, all’esponente Giacomo Sanfilippo, dell’avvenuto Suo adempimento, consistente, nel disciplinare con le consequenziali azioni del caso. Quali: mandare a casa con le pive nel sacco e addebitare le somme sotto indicate ai 26 nominativi, più i – il direttore Generale dell’Agenzia delle Entrate di Palermo che dal 04/03/04 al 08/03/2012 hanno – ha coperto i complotti architettati: dai militari delle Fiamme Gialle di Agrigento; da più Funzionari della Agenzia delle Entrate di Agrigento, in concomitanza con l’ispettore Vaiarelli Salvatore della Agenzia delle Entrate di Palermo e con più Giudici delle Commissioni Tributarie di Agrigento e di Palermo.
Conseguentemente a ciò, ordinare: la cancellazione del nominativo dell’esponente Giacomo Sanfilippo dal registro degli evasori fiscali e il pagamento in favore dell’esponete, della somma di € 7.500.000,00 più interessi maturati dal 07/06/2010 alla data di soddisfo.
NB: qualora i 60 giorni si rivelassero infruttuosi, come in effetti, si sono rivelati quelli dati al dott. Attilio Befera, l’esponente Giacomo Sanfilippo si avvale del tacito assenso di codesta Direzione Agenzie ed Enti della Fiscalità, per intimare ulteriormente il pagamento delle succitate somme. E si vede costretto, suo malgrado, ad esporre denuncia – querela presso la Procura di Agrigento, per inadempienza professionale nei Vostri confronti.
Allegati:
copia esposto denuncia del 03/07/2012 nei confronti del dott. Befera Attilio;
copia intimazione di pagamento e cancellazione dalle liste degli evasori fiscali inviata in data 02/07/2012 alla Presidenza del Consiglio dei Ministri Mario Monti, nelle vesti di Ministro dell’Economie e delle Finanze.
Copia della presente sarà depositata presso la Procura di Agrigento.
E sarà pubblicata sul Sito Internet in intestazione.
In attesa di Vostro cortese riscontro, porge distinti saluti
Favara, li 19/07/2012
Giacomo Sanfilippo.
Giacomo Sanfilippo
GIACOMO SANFILIPPO
EDITORE
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ALLA DOTT. SSA PANDOLFI SOSTITUTO
PROCURATORE PRESSO PROCURA
DEL TRIBUNALE DI AGRIGENTO
OGGETTO: Esposto denuncia da allegare al fascicolo n° 5718/11 MOD. 21.
Il sottoscritto Giacomo Sanfilippo, nato il 24/01/1941 a Favara ed ivi residente in contrada Bagli 53,
deposita al fascicolo in oggetto, denuncia per inadempienza professionale nei confronti del Direttore pro tempore della Direzione Agenzie ed Enti della fiscalità piazza Mastai, 11 Roma.
FATTO:
Il Direttore pro tempore di cui sopra, in data antecedente al 18/07/2012 ha ricevuto da parte del Segretario Generale Dipartimento Amministrativo, la mia istanza di richiesta di Pagamento e cancellazione dal registro degli evasori fiscali per le valutazioni di competenza, che si allega copia.
In data 19/072012 è stato diffidato, ad adempiere ai propri doveri entro 60 giorni dalla data della ricezione della diffidata, che si allega copia con relativa ricezione postale in data 26/07/2012. Depositata anche, in codesta Procura in data 19/07/2012.
In data 30/07/2012 è stato diffidato il Presidente del Consiglio dei Ministri Mario Monti, nelle vesti di Ministro dell’Economia e delle Finanze, di sollecitare ad adempiere i propri doveri, la Direzione Agenzie ed Enti della fiscalità di cui sopra, che si allega copia con relativa ricezione postale. Depositata anche, in codesta Procura in data 30/07/2012.
Il Direttore pro tempore di cui sopra non a dato adito: né alla documentazione da me inviata, né alla documentazione ricevuta dal Segretario Generale Dipartimento Amministrativo, né al sollecito adempimento da parte del Presidente del Consiglio dei Ministri Mario Monti, nelle vesti di Ministro dell’Economia e delle Finanze.
PER QUANTO SOPRA
Sporgo formale denuncia per inadempienza professionale nei confronti del Direttore pro tempore della Direzione Agenzie ed Enti della fiscalità piazza Mastai, 11 Roma.
Copia della presente sarà pubblicata sul Sito in intestazione e inviata ove l’esponente riterrà opportuno.
Con il riserbo di depositare ulteriori documenti.
E con facoltà di pubblicare ed inviare documentazione di specie dove riterrà opportuno.
Resta a disposizione di codesta Procura per qualsiasi chiarimento in merito.
Allegati:
Copia ricezione da parte del Segretario Generale Dipartimento Amministrativo;
Copia diffida del 19/07/2012;
Copia diffida del 30/07/2012.
Copia ultimo avviso di pagamento ecc. ecc del 25/09/2012, con allegato apologo di ESIODO;
Copia esposto alla SERIT – Agrigento del 25/09/2012.
Favara, li 25/09/2012.
Giacomo Sanfilippo
Giacomo Sanfilippo
GIACOMO SANFILIPPO
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AL MINISTERO DELLE FINANZE
VIA XX SETTEMBRE 97 00187 ROMA
P.C.
AL COMANDANTE PROVINCIALE DEL CORPO
DELLLA GUARDIA DI FINANZA DI AGRIGENTO
E P.C.
ALLA AGENZIA DELLE ENTRATE DIREZIONE
REGIONALE DELLA SICILIA UFFIVIO FISCALITA’
VIA KONRAD. ROENTGEN N° 3 90146 PALERMO
Oggetto: i castelli prima o poi cadono, per primi, quelli senza fondamenta che non hanno motivo di esistere.
Il sottoscritto Giacomo Sanfilippo nato il 24/01/1941 a Favara, ed ivi residente in contrada bagli 53, si riferisce alla lettera del 07/06/2010, che richiama le altre inviate a codesto Ministero delle Finanze.
Per inviarLe copia di querela sporta presso la Procura di Agrigento, nei confronti del direttore pro tempore La Rocca Giuseppe e del dott. Spoto Stefano, rappresentante legale della Agenzia delle Entrate di Agrigento. Per inadempienza professionale, occultamento di atti di Ufficio, reiterazione di reato e tentata estorsione continuata e aggravata dalla complicità delle CTP, CTR, E SERIT SICILIA SEDE – AGRIGENTO.
E per dirLe che l’era degli struzzi è passata. Per cui, codesto Ministero delle Finanze dovrà uscire la testa dalla sabbia, prendere atto di questo increscioso caso, ed inviare il più presto possibile gli Ispettori Ministeriali presso la Agenzia delle Entrate di Agrigento, in quella di Palermo e presso le CTP e CTR già denunciate, che hanno commesso una caterva di abusi di potere sulla sua persona.
Per tanto, si diffida codesto Ministero delle Finanze di inviare a mezzo posta il provvedimento emesso nei confronti delle due Agenzie delle Entrate già citate e nei confronti delle CTP e CTR. E una copia del verbale stilato dagli Ispettori incaricati ad eseguire l’Ispezione disciplinare nei confronti dei componenti delle due Agenzie delle Entrate e nei confronti dei componenti delle CTP e CTR, implicati in questo madornale strascino, non solo a mio danno, ma anche alle due su citate Agenzie delle Entrate e a codesto Ministero delle Finanze.
Una volta accertata la penale responsabilità in testa alle persone più volte querelate e più volte tirate fuori dalla Procura di Agrigento, invierà nota informativa presso la Procura del territorio di Palermo, o di Roma, la Procura ricevente, provvederà farla arrivare presso la Procura di Agrigento ad integrazione della mia querela.
Ed inoltre, invierà un provvedimento in cui dovrà leggersi il riconoscimento dell’illegittimità degli atti impositivi emessi abusivamente nei miei confronti da più Funzionari privi di senso logico della Agenzia delle Entrate di Agrigento, l’esonero delle ipoteche sui mie beni mobili e immobili e la cancellazione del mio nominativo dalle liste degli evasori fiscali.
E, visto che per lo Stato italiano risulto essere evasore fiscale e debitore di esosi importi ascrittomi dai su citati Funzionari della Agenzia delle Entrate, dotati di anima nera come la pece. E per lo Stato dovranno essere pagati, è giusto e doveroso, che si impone il pagamento di dette somme ai Funzionari dell’Ufficio delle Entrate di Agrigento già nominati in precedenza.
Qualora trascorreranno 60 giorni dalla ricezione della presente lettera senza che mi sia dato sapere nulla, mio malgrado, depositerò copia di questa lettera presso la Procura di Agrigento, a prova inconfutabile che codesto Ministero delle finanze – Roma. Si nega di adempiere ai propri doveri.
Allegati:
Copia querela;
Copia lettere: dott. Mazzarelli; Guardia di Finanza di Palermo e di Agrigento;
Copia lettera inviata al direttore pro tempore Leto Pietro Pasquale;
Copia lettera inviata alla Guardia di finanza di Agrigento;
Copia lettera inviata alla Agenzia delle Entrate di Palermo;
Copia DVD.
Per la documentazione richiamata nella querela, vedi nella cartella n° 23 del DVD.
Per un approfondimento dei criminosi fatti successi, vedi altre cartelle dall’uno alla 22 e 24.
Distinti saluti
Favara, li 14/11/2011
Giacomo Sanfilippo
Giacomo Sanfilippo
GIACOMO SANFILIPPO
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AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO
DEI MINISTRI E MINISTRO DELL’ECONOMIA E
DELLE FINZANZE MARIO MONTI PALAZZO CHIGI
PIAZZA COLONNA 370 00187 – ROMA.
P.C.
AL DOTT. ATTILIO BEFERA DIRETTORE
GENERALE DELLE AGENZIE DELLE ENTRATE D’ITALIA
VIA CRISTOFORO COLOMBO N° 426 C/D OO145 – ROMA
E P. C.
ALLA DIREZIONE DELLA AGENZIA DELLE ENTRATE
VIALE DELLA VITTORIA 92100 AGRIGENTO
DOTT. GIUSEPPE LA ROCCA
OGGETTO: ULTERIORE DIFFIDA
Il sottoscritto Giacomo Sanfilippo, nato il 24/01/1941 a Favara, ed ivi residente in contrada Bagli 53, si riferisce all’esposto del 14/11/2011 che richiama le due diffide del 03/06/2010 e del 07/06/2010. Queste ultime, richiamano le precedente note rimaste tutte senza esito alcuno.
E fa premessa che: non è, né vuol’essere, se non è portato a fare l’avvocato dei contribuenti d’Italia.
Ma l’avvocato di se stesso a difesa dei complotti studiati maldestramente sulla sua persona.
Dal Maresciallo della Caserma dei Carabinieri di Favara, Giordano Epifanio. Che nella sua totale mancanza di etica morale e professionale, il 09/05/94 ha stilato la nota informativa n° 7875/33 e l’ha trasmessa alla Procura di Agrigento. Pagina 1 della querela in allegato.
Per la documentazione ridotta vedi cartella n°1 del DVD denominato nuova querela 2011.
Per quella intera vedi cartella n°1 del DVD denominato I°
Dal PM Stefano Dambruoso che si vestì della veste di SATRAPO e nella sua totale consapevolezza che avrebbe sparato, come si suol dire, contro la Croce Rossa. Cioè, contro una persona ricca di principi morali, sana di mente e ben pensante. In data 15/02/05 emette “illegittimamente” provvedimento n° 112 UG, delegando la Guardia di Finanza di Agrigento per la perquisizione della mia abitazione e per il controllo fiscale e generale nei miei confronti.
<<I militari delle Fiamme Gialle, nelle persone di: Migliori Fabio capitano; Falsone Nino Maresciallo M; Garziano Rosario Brigadiere; Tranquillo Giuseppe Brigadiere. Il 16/02/95 hanno eseguito la perquisizioni, sequestrando dell’innocuo cartaceo. Il Brigadiere Tranquillo partecipò solo alla perquisizione. Gli altri tre militari dotati di anima nera come la pece, per far contenti a chi di loro dovere, nel corso della verifica hanno maldestramente manipolato numeri e verità, e in data 20/04/95 stilarono il vizioso PVC da me contestato. Pagina 36 del PVC.
Le prime manipolazioni si ravvisano a pagina 1 e 2 del PVC, nelle quale si legge: Premesso che a seguito di attività giudiziaria delegata dall’Autorità giudiziaria, nei mesi di Giugno e Luglio ‘94, venivano effettuati accertamenti di carattere bancario nei confronti della persona sopra generalizzata. In relazione a quanto rilevato e previa autorizzazione all’utilizzo ai fini fiscali della documentazione acquisita durante l’attività di polizia giudiziaria, rilasciata ai sensi degli articoli 33 del DPR 600/73 e 63del DPR 633/72 dal Sostituto Procuratore Pietro Pollidori.
Attestazioni queste, che contrastano con quelle che si leggono nella nota protocollo n° 292/UG5442 sched redatta in data 02/05/95 dal Tenente Gaspare Cilluffo, il quale, a pagine tre attesta: Durante le operazioni di verifica sono stati svolti controlli incrociati presso imprese e persone che avevano intrattenuto rapporti economici con il sig. Sanfilippo Giacomo. Ciò, al fine di ricostruire i ricavi conseguiti con l’esercizio delle attività economiche connesse con l’allevamento di conigli e la mediazione in affari oltre alle ulteriori operazioni aventi vantaggio economici delle quali gli operanti la verifica non disponevano, né dispongono di nessun elemento certo.
Queste ultime operazioni, come si evince dall’allegato n° 3 (verbale delle operazioni compiute a carico di Sanfilippo Michele) non hanno evidenziato situazioni tali da dover essere fatti oggetto di menzione in questa trattazione. Pagine 90 – 94 del fascicolo 2.
In virtù di tutto ciò, l’incosciente PM Dambruoso, chiese ed ottenne dal GIP – GUP il rinvio a giudizio. Dandomi in pasto ai Giudici penali.
Pagine 1 e 2 della querela.
Per la documentazione ridotta vedi cartella n°2 del DVD denominato nuova querela 2011.
Per quella intera vedi cartella n°2 del DVD denominato I°.
Dal Tribunale di primo grado penale che in virtù del vizioso PVC, il 03/06/96 emette in totale arbitrio la Sentenza n° 259/96 condannandomi come se fosse un vero e proprio evasore fiscale;
Riformata dalla Corte di Appello di Palermo;
Dalla Suprema Corte di Cassazione, che ha annullato senza rinvio la Sentenza impugnata nel capo relativo al reato di omessa presentazione dei redditi relativi all’anno 1994 perché il fatto non sussiste ed elimina la pena di giorni 15 di arresto e lire 1.000.000 di ammenda. Rigetta nel resto il ricorso.
Il 16/03/01 il Tribunale di Agrigento revoca la Sentenza emessa nei mie confronti in data 24/06/96 e ordina la eliminazione delle trascrizioni contenute nel Casellario Giudiziale relative alla indicata Sentenza. Pagina 2 e 3 della querela.
Per la documentazione ridotta vedi cartella n°3 del DVD denominato nuova querela 2011.
Per quella intera vedi cartella n°3 del DVD denominato I°
Dai Funzionari della Agenzia delle Entrate di Agrigento, i cui nominati si leggono più avanti. Che, nella loro totale incapacità di intendere e di volere hanno emesso più avvisi di accertamento per gli anni 1992 – 1993 – 1994 – 1995, e dalla dott.ssa Letizia Di Liberto, che, pur essendo conscia che le mie doglianze erano fondate ha emesso più controdeduzioni ai miei ricorsi.
Dandomi in pasto ai famelici giudici Tributari.
Dalle Commissioni Tributarie Provinciale e Regionale che hanno emesso più Sentenze non rispondenti al vero e in totale arbitrario. Pagine 3 – 7 della querela.
Per la documentazione ridotta vedi cartelle 4 – 14 del DVD denominato nuova querela 2011.
Per quella intera vedi cartelle 5 – 13 e 18 del DVD denominato I°
Dalle malefatte commesse dalla Procura di Agrigento da quando era sprovvista di Procuratore Capo e durante l’insediamento del Procuratore Capo Ignazio De Francisci, riguardante la prima querela del 2002; la seconda del 03/06/04 e la terza del 08/06/06.
Pagine 7 – 11 della querela.
Per la documentazione vedi cartelle 15 – 17 del DVD denominato nuova querela 2011.
Vistomi trattato socialmente e giudizialmente male che più male di così c’era (l’aggressione fisica). Temendo ciò, e nella speranza che tutto si sarebbe sistemato nei migliori dei modi, mi sono rivolto al Ministro della Giustizia Clemente Mastella; al Ministro dell’Economia Tommaso Padoa Schioppa; al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano; al presidente del Consiglio Romano Prodi. Ma, non ho ottenuto risposta alcuna.
Cartella 22 DVD denominato nuova querela 2011.
Nel mentre, inviavo più lettere (colorite ma non offensive) al dott. Leto Pietro Pasquale.
Alla direzione della Agenzia delle Entrate di Palermo.
E alla direzione della SERIT di Agrigento.
Alla quattordicesima lettera datata 09/01/08, il dott. Leto Pietro Pasquale, fece la falsa di sentirsi offeso. E, unitamente al responsabile legale della Agenzia delle Entrate di Agrigento, dott. Stefano Spoto, hanno sporto querelato per diffamazione nei miei confronti, presso la Procura di Agrigento.
L’8/02/08 ho pubblicato la prima edizione del mio Giornale periodico LA VOCE CHE TUONA. Leggibile nella cartella 19.
Il 18/02/08, ho sporto denuncia – querela presso la Procura di Palermo. Che apre fascicolo e lo trasferisce per competenza alla Procura di Agrigento capitanata dal dott. Ignazio de Francisci.
In virtù dello sgravio già citato nella querela, in data 15/04/09 ho sporto denuncia – querela presso la Procura di Agrigento Capitanata dal dott. Renato Di Natale.
In virtù delle due Sentenze n° 258/09 e n° 259/09 emesse con molta leggerezza in data 12/05/09 dalla Sez. 3 della CTP di Agrigento, il 22/06/09 ho sporto querela presso la Procura di Agrigento.
Tale Procura, il 12/12/09 fa richiesta di archiviazione del fascicolo n° 834/08RG Mod. 21 al GIP – SEDE. Aperto a mio carico in virtù della querela per diffamazione sporta dai due infedeli Funzionari Leto e Spoto.
Quest’ultimo che in sede di SIT del 13/05/08 aveva vantato dei crediti in favore della Agenzia delle Entrate di Agrigento, con allegata documentazione. Non si oppone alla richiesta di archiviazione, né il Leto, né io.
Il GIP dott. Stefano Zammuto, il 13/05/2010 ha condiviso le ragioni addotte nella richiesta ed ha disposto l’archiviazione del procedimento e la restituzione degli atti al PM.
Pagine 11 e 12 della querela.
Per la documentazione vedi cartella 18 del DVD denominato nuova querela 2011.
Il 03/06/2010 ho pubblicato la seconda edizione del mio Giornale periodico LA VOCE CHE TUONA. Leggibile nella cartella 19.
Stessa data ho diffidato allo Spettabile Ministero delle Finanze Roma. E per conoscenza alla direzione della Agenzia delle Entrate di Agrigento. Allegando copia Giornale ai due destinatari.
Il 07/06/2010 in occasione del ricevimento della cartella di pagamento di Euro 20.160,09 emessa su atto di contestazione n° 2000385/2000, dalla Agenzia delle Entrate, per la Sentenza illegittima e incostituzionale n° 258/09. Ho diffidato per la seconda volta allo Spettabile Ministero delle Finanze Roma. E per conoscenza alla direzione della Agenzia delle Entrate di Agrigento.
Per questa ingiusta cartella di pagamento, in data 01/09/2010 ho sporto querela per occultamento di atti di Ufficio e per tentata estorsione nei confronti del direttore pro tempore della Agenzia delle Entrate di Agrigento, dott. La Rocca Giuseppe.
Il PM dott. Giacomo Forte ha archiviato il caso, attestando che la notizia di reato è infondata.
Alla quale non mi sono opposto. Perché pensavo che il La Rocca e lo Spoto, in concomitanza con il Ministero dell’Economia e delle Finanze, avrebbero chiuso la faccenda ed avrebbero dato sapere dell’avvenuto riconoscimento dell’illegittimità degli atti impositivi emessi a fronte del vizioso PVC, fortemente contestato: dal Tenente Gaspare Cilluffo; dal Generale B. Cosimo Sasso e da me medesimo. Conseguentemente a ciò: l’annullamento degli atti impositivi; la revoca delle cartelle di pagamento emesse e da emettere; la revoca delle iscrizioni delle ipoteche sui mie beni mobili e immobili e la cancellazione del mio nominativo dalle liste degli evasori fiscali iscrittomi abusivamente dalla Agenzia delle Entrate di Agrigento. Ed avrebbero intavolato una transazione di accordo per somma di € 5.000.000,00 chiesti nei confronti della querelante Agenzia delle Entrate di Agrigento. E € 2.500.000,00 nei confronti del querelante Leto Pietro Pasquale, a titolo di risarcimento del danno che ha cagionato seriamente la mia salute con due sopraggiunti infarti cardiaci, la totale perdita della mia dignità di uomo onesto. Ecc. ecc.
Per la documentazione vedi allegato 22 cartella 18 del DVD denominato nuova querela 2011.
E’ giusto e doveroso che ogni cittadino paghi le sue tasse. Ma, estorcerli con occultamenti di atti di Ufficio e da menzogne attestate in sede Ispettiva dal Vaiarelli, in sede di SIT dalla Galluzzo e dal Leto, per coprire i militari delle Fiamme Gialle; i Funzionari: Vetro Giuseppe; Fontana Calogero; Lauricella Maurizio; Argento Francesco; Verduci Giorgio; che nella loro totale incapacità di intendere e di volere non si sono accorti che il PVC era manipolato nei numeri, riguardante gli importi segnati nei fogli 16 – 19 – 18 – 20. E nella verità, riguardante gli anni 1994 e 1995 che erano ancora nei termini della presentazione dei redditi e riguardante le attestazioni del Tenente Cilluffo che sono contrastante con quelle attestate nel PVC dai militari verificatori. Ed hanno emesso gli accertamenti per gli anni 1992 – 1993 – 1994 – 1995; i componenti delle richiamate Sezioni delle CTP e CTR che hanno rigettato più ricorsi ed hanno emesso più Sentenze privi di senso logico. E’ indice di associazione per delinquere di stampo mafioso finalizzato alle estorsioni nei confronti di me medesimo caduto vittima di tre complotti.
Seguono le pagine 13 – 15.
Come la SV Illustrissima ha avuto modo di notare sono tre i complotti che mi portarono alla esasperazione, dalla quale derivano i due sopraggiunti infarti cardiaci, la perdita della mia dignità di uomo ONESTO. Ecc. ecc.
I dirigenti della incriminata Agenzia delle Entrate, che godevano di particolari privilegi da parte di codesto Ministero dell’Economia e delle Finanze. E da parte della Procura di Agrigento, alla ricezione delle diffide del 03/06/2010 e 07/06/2010, non hanno dato comunicazione alcuna. Così come il Ministero dell’Economia e delle Finanze. Pur leggendosi nella seconda diffida: Onde evitare il ripetersi di fatti così gravi da parte dei signori Funzionari che da annidacchiati all’interno della Agenzia delle Entrate sotto accusa commettono azioni inqualificabili a mio danno. Ecc. ecc. Il 17/10/2011 mi fanno recapitare la seconda cartella di pagamento. Andando a cozzare con la reiterazione del reato già commesso. Che si aggiunse alla inadempienza professionale.
Per i quali reati ho sporto querela nei confronti di La Rocca Giuseppe e Stefano Spoto, presso la Procura di Agrigento che ha già aperto il fascicolo n° 5718/11 MOD. 21. E saranno i Magistrati a decidere se rimandare a giudizio solo i due Spoto e La Rocca o tutti i summentovati nominativi che si leggono nella querela.
Posciaché, sono due le matrice, una di natura penale e l’atra di natura civile. E a piazzare le prime mine nelle fondamenta del palazzo della Agenzia delle Entrate di Agrigento sono stati: il Leto; la Galluzzo e il Vaiarelli. Quest’ultimo, inviato dalla Agenzia delle Entrate Direzione Regionale della Sicilia Ufficio Ispettivo, con nata prot. n° 268/03 UI e con nota prot. n° 93835/03 UI.
Nella prima nota si legge che doveva appurare il seguito del dossier del contribuente e cc. cc. Invece, si unì in complotto a mio danno con i due nominativi summentovati.
Le seconde, le hanno piazzate: il Leto e lo Spoto, nell’avermi querelato per diffamazione, pur essendo consci di non poterlo fare. Altrimenti si sarebbero opposti alla archiviazione.
E a dar fuoco alle micce siete stati: la SV e lo Spoto, che nella vostra totale negligenza, imprudenza ed imperizia non avete dato comunicazione alcuna alle mie diffide del 03/06/2010 e 07/06/2010. Dando così il tacito assenso: sia delle malefatte commesse sulla mia persona, sia alla richiesta della somma di danaro sopra e sotto indicata.
Stando come stanno i fatti documentati. Ebbene che la SV Illustrissima prenda le redini in mano di questa faccenda di faccendieri disonesti e sollevi dall’incarico i summentovati nominativi e li mandi a casa con le “pive nel sacco”. E se in Italia esiste veramente la LEGALITA’ E TRASPARENZA; I DIRITTI E I DOVERI, mi cancelli dalle liste degli evasori fiscali e mi faccia sapere entro 60 giorni della data della ricezione della presente, se intende pagare in un’unica soluzione o in più tranche la somma di € 7.500.000,00 Visto che è l’Agenzia delle Entrate incriminata e per essa, il Ministero dell’Economia e delle Finanze, a rispondere di codesti Funzionari viscidi e malfamati. Che per infangare la mia dignità e quella della mia famiglia, hanno percorso: strade tortuose, sentieri impervi, cunicoli fognanti, sentine e sguazzato in molte cloache!!!
Immagini la SV e lo Spoto quale credibilità può avere l’Agenzia delle Entrate di Agrigento e il Ministero dell’Economia e delle Finanze già Amministrato dai due inadempienti professionale per Eccellenza: Giulio Tremonti e Tommaso Padoa Schioppa. Quest’ultimo, deceduto. Che IDDIO se lo tenga nella Sua gloria e nella Sua misericordia. Se entro il su indicato termine di 60 giorni non comunicherete la Vostra disponibilità di pagare la somma già citata?
Un’ulteriore inadempienza da parte Vostra, dà allo scrivente la facoltà di: nominare un legale per avviare le pratiche per il pignoramento del palazzo della Agenzia delle Entrate di Agrigento; pubblicare in parte o tutto il malloppo cartaceo nel suo Sito Internet e fare l’avvocato di tutti i contribuenti italiani iscritti nelle liste degli evasori fiscali. Veri o presunti tali.
E, vista l’alta capacità criminosa di voi individui pericolosi per voi e per gli altri di diverse estrazione sociale non legati da vincolo di parentela uniti in complotto a mio danno per fare apparire: l’illecito lecito e il lecito illecito, a partire dalla data della spedizione dell’ennesima diffida, renderò noto la Procura di Agrigento, che se mi dovesse capitare di morire di morte violenta o di lupara bianca. O se capitasse qualcosa del genere ai miei familiari, la totale responsabilità di questi vili gesti è da ricercare nelle persone summentovate nella querela.
La cartella n° 19 contiene: Copia esposto al CSM. Copia Giornale LA VOCE CHE TUONA DEL 08/02/08. Copia Giornale LA VOCE CHE TUONA DEL 03/06/2010. Copia Libro edito nel 2006, IGNOMINIE EPOCALI VOL I.
La cartella n° 20 contiene: Cartella di pagamento del 05/06/2010 emessa dalla Agenzia delle Entrate di Agrigento. n° 2912009 0022132410 di Euro 20.160,09. Per atto di contestazione n° 2000385/2000. E cartella di pagamento del 17/10/2011 n° 29129110002134843 di Euro 10.085,14. Tutte e due emesse sullo stesso atto di contestazione.
La cartella n° 21 contiene: Deposito querela presso la Procura di Agrigento in data 10/11/2011; Documenti ricezione querela stilata in data 14/11/2011 dalla Guardia di Finanza di Agrigento; Documenti e ricezione postale Agenzia delle Entrate di Palermo; Documenti e ricezione postale Ministero delle Finanze – Roma.
La cartella n° 22 contiene: Cartella multifile attinenti alla fattispecie.
La cartella 23 contiene la documentazione descritta negli allegati
PER QUANTO SOPRA.
Si diffida ulteriormente codesta Agenzia delle Entrate di Agrigento e il Ministero dell’Economia e delle Finanze di cancellare il mio nominativo dalle liste degli evasori fiscali e di programmare un piano di pagamento della su indicata somma entro il termine di 60 giorni dalla data di ricezione della presente.
Con avvertimento: che trascorso infruttuosamente tale termine, mio malgrado, mi vedo costretto a nominare un legale per avviare le pratiche per il pignoramento del palazzo della Agenzia delle Entrate di Agrigento.
Copia della presente sarà depositata presso la Procura di Agrigento unitamente all’esposto denuncia per mancata comunicazione da parte di codesto Ministero dell’Economia e delle Finanze. E da parte della Agenzia delle Entrate di Palermo. Riguardante l’esposto del 14/11/2011.
Allegati:
Copia querela del 10/11/2011 Agenzia delle Entrate di Agrigento. No Ministero dell’Economia e delle Finanze;
Copia esposti all’ex Ministro dell’Economia e delle Finanze Giulio Tremonti. Dal 20/11/03 al 14/11/2011. Pagine 24;
Copia esposti all’ex Ministro dell’Economia e delle Finanze Tommaso Padoa Schioppa. Dal 12/10/06 al 13/02/08. Pagine 11.
Copia esposti e diffide Agenzia Entrate – Agrigento dal 13/06/2001 al 07/06/2010;
Copia esposti e diffide Agenzia delle Entrate – Palermo, dal 28/10/2003 al 14/11/2011;
Copia ricezione querela – Guardia di Finanza di Agrigento – 14/11/2011;
Copie esposti e diffide SERIT Sicilia Sede – Agrigento, dal 04/02/04 al 07/06/2010;
Copia delle su indicate cartelle di pagamento;
N° due note prot. n° 268/03 UI e prot. n° 03835/03 UI. Dott. Mario D’Amato. No Mazzarelli;
N° 4 note: 1 del dott. Mazzarelli; 1 del Generale B. Cosimo Sasso; 2 del Colonnello Conti;
N° due DVD già inviati al Ministero delle Finanze in data 14/11/2011;
Copia diffida, Presidente del Consiglio e Ministro dell’Economia e delle Finanze Mario Monti;
Copia diffida dott. Attilio Befera.
Si rappresenta che lo scrivente ha facoltà di pubblicare e di inviare documentazione di specie dove e quando lo riterrà opportuno.
Con osservanza.
Favara, li 31/01/2012
Giacomo Sanfilippo
Giacomo Sanfilippo
GIACOMO SANFILIPPO
EDITORE
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AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO
DEI MINISTRI E MINISTRO DELL’ECONOMIA E
DELLE FINZANZE MARIO MONTI PALAZZO CHIGI
PIAZZA COLONNA 370 00187 – ROMA.
Oggetto trasmissione documenti da allegare al fascicolo diffida del 31/01/2012.
Il sottoscritto Giacomo Sanfilippo, nato il 24/01/1941 a Favara, ed ivi residente in contrada Bagli 53, trasmette nota inviata alla dirigenza della Agenzia delle Entrate di Agrigento
Allegati:
Copia nota del 08/03/2012 inviata alla dirigenza della Agenzia delle Entrate di Agrigento;
Copia nota prot. n° 153 del 22/02/2012, della Agenzia delle Entrate di Agrigento;
Copia cartella esattoriale pervenutami in data 28/20/2012;
Gradisca distinti saluti.
Favara, li 08/03/2012
Giacomo Sanfilippo
Giacomo Sanfilippo
GIACOMO SANFILIPPO
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DEI MINISTRI E MINISTRO DELL’ECONOMIA E
DELLE FINZANZE MARIO MONTI PALAZZO CHIGI
PIAZZA COLONNA 370 00187 – ROMA.
Oggetto: intimazione di pagamento della somma di € 7.500.000.00 più interessi maturati dal 07/06/2010 alla data di soddisfo. E cancellazione del mio nominativo dalle liste degli evasori fiscali.
Il sottoscritto Giacomo Sanfilippo, nato il 24/01/1941 a Favara, ed ivi residente in contrada Bagli 53, in virtù della ulteriore diffida del 31/01/2012. Con risposta; della documentazione trasmessa al dott. Attilio Befera; della inadempienza professionale del dott. Attilio Befera che avrebbe dovuto adoperarsi come da esposto denuncia presentato presso la Procura di Agrigento.
Intima alla SV Illustrissima nelle vesti di Ministro dell’Economia e delle Finanze di erogare a stretto giro di posta la somma di € 7.500.000,00 più interessi maturati dal 07/06/2010 alla data di soddisfo, in favore dell’esponente. E di cancellare il suo nominativo dalle liste degli evasori fiscali più volte invocato al succitato Ministero e mai preso in considerazione dagli ex Ministri Giulio Tremonti e Tommaso Padoa Schioppa. Quest’ultimo deceduto.
E chiede che venga aperta una commissione interna disciplinare, nei confronti dei nominativi appresso indicati:
Migliori Fabio Capitano; Falsone Nino Maresciallo M; Garziano Rosario Brigadiere; della Guardia di Finanza di Agrigento.
Vetro Giuseppe; Fontana Calogero; Lauricella Maurizio; Argento Francesco; Galluzzo Antonina; Letizia Di Liberto; Funzionari Agenzia delle Entrate di Agrigento.
Giorgio Verduci; Leto Pietro Pasquale; La Rocca Giuseppe; dirigenti ed ex dirigenti Agenzia delle Entrate di Agrigento.
Spoto Stefano capo aria legale della Agenzia delle Entrate di Agrigento.
Vaiarelli Salvatore dirigente Ispettivo Agenzia delle Entrate di Palermo.
Zoda Lui Presidente; Arrigo Libertino; Trifirò Salvatore relatore; della Sezione 2 della CTP di Agrigento. Già querelati presso Procura di Agrigento.
Lo Presti Vittorio Eracle Presidente; Luca Antonino relatore; Siracusa Gregorio Giudice; della Sezione 3 della CTP di Agrigento. Già querelati presso Procura di Agrigento.
Novara Antonio Presidente; Arezzo Domenico relatore; Tumbiolo Liana giudice; della CTR di Palermo. Già querelati presso Procura di Agrigento.
Vallone Nicola Presidente; Ajovalasit Pietro relatore; Giallombardo Salvatore; della Sezione 1 della CTR di Palermo. Già querelati presso Procura di Agrigento.
Per le Sentenze Tributarie, vedi fascicoli: 16 – 17 – 18 – 19 – 20 – 21.
Per le Querele, vedi fascicoli 12 – 13 – 14 del CD – R in allegato.
Chiede inoltre, che i su citati importi che la SV Illustrissima nelle vesti di Ministro dell’Economia e delle Finanze erogherà in favore dello scrivente non vengano a pesare sulle spalle degli italiani. Ma sui ventisei nominativi summentovati. E su altri nominativi che la Commissione interna accerterà chi è, o chi sono, i dirigenti della Agenzia delle Entrate di Palermo che ha – hanno ricevuto le mie lettere denunce dal 04/03/04 al 08/03/2012 e non ha – hanno dato risposta alcuna.
Si precisa che, il numero di conto corrente Le sarà inviato nel momento in cui la SV Illustrissima comunicherà le disposizioni di pagamento.
Copia della quale sarà deposita presso la Procura di Agrigento.
E sarà pubblicata come l’esposto denuncia.
Allegati:
copia esposto dell’undici Aprile 2012 inviato al dott. Attilio Befera;
un fascicolo composto di 83 pagine riguardante i complotti orditi in data 15/02/95 dalla Guardia di Finanza di Agrigento e in data 18/11/03 dalla Agenzia delle Entrate di Agrigento, lettere, e copia CD-R contenete 25 file;
copia sollecito adempimento del 12/05/2012 inviato al dott. Befera Attilio;
copia cartella di pagamento n° 291201100181100115 di € 19.802,96 relativamente all’anno 1994;
copia avviso intimazione n° 29120129014655650000 di € 21.061,11 relativamente all’anno 1994;
copia avviso intimazione n° 29120129014655751000 di € 29.657,98 relativamente all’anno ‘92-93;
copia esposto denuncia depositato alla Procura di Agrigento;
copia richiesta archiviazione querela del 03/06/04, dal PM Caterina Salusti;
copia richiesta archiviazione querela del 08/06/06, dal PM Laura Cameli;
copia prima diffida del 03/06/2010, al Ministro Tremonti e Agenzia delle Entrate di Agrigento;
copia seconda diffida del 07/06/2010, al Ministro Tremonti e Agenzia delle Entrate di Agrigento.
In attesa di Suo Cortese riscontro, si porgono distinti saluti
Favara, li 02/07/2012
Giacomo Sanfilippo
Giacomo Sanfilippo
GIACOMO SANFILIPPO
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PIAZZA COLONNA 370 00187 – ROMA.
Oggetto: richiesta dati mancanti nell’istanza di richiesta di pagamento e cancellazione dal registro degli evasori fiscali inviata da codesta Presidenza del Consiglio dei Ministri Dipartimento Amministrativo. Alla Direzione Agenzie ed Enti della Fiscalità piazza Masti, 11 00153 – Roma. E per conoscenza all’esponente Giacomo Sanfilippo recapitatagli a domicilio in data 17/07/2012.
Il sottoscritto Giacomo Sanfilippo, nato il 24/01/1941 a Favara, ed ivi residente in contrada Bagli 53, riferendosi all’istanza di cui sopra, chiede:
Che gli vengano mandati a stretto giro di posta i dati mancanti nell’istanza di cui sopra;
Il sollecito da parte Vostra. Alla Direzione Agenzie ed Enti della Fiscalità, ad adempiere i propri doveri come si leggono nella nota in allegato, dell’esponente Giacomo Sanfilippo datata 19/07/2012, ricevuta dalla succitata Direzione…, in data 24/07/2012.
Le dimissioni del dott. Attilio Befera, colui, che coordina e manda qua e là, i militari delle Fiamme Gialle ad effettuare controlli a tappeto di carattere fiscale. A lui, incombeva l’obbligo di mandare a casa con le pive nel sacco i 26 nominativi denunciati anche presso la Procura di Agrigento. E altri da identificare nei – nel direttore Generale della Agenzia delle Entrate Ufficio Fiscalità di Palermo, e fargli pagare il loro fio. Non di nascondere la testa nella sabbia come avevano fatto i due eterni inadempienti professionali, ex Ministri dell’Economia e delle Finanze, Giulio Tremonti e l’ormai deceduto Tommaso Padoa Schioppa. La legge, condanna i criminali organizzati. Così come chi li protegge. Per cui, rassegni le proprie dimissioni e si vergogni assai, assai, d’essersi ritrovato da incombente a soccombente per avvenuta denuncia per inadempienza professionale e a soccombere le incombenze del caso. Per aver protetto i criminali organizzati, che dall’interno della Amministrazione Finanziaria tirano le file alle marionette. Comu li tirava Filippazzu e so pupi quannu a Favara dava l’opra di pupi. Come li tirava Filippazzu alle sue marionette quando a Favara dava l’opera dei pupi.
Copia della presente sarà depositata presso la Procura di Agrigento che provvederà rimandare a giudizio questa banda di uomini pericolosi per loro e per gli altri, orditori di complotti, ai miei danni. Protettori compreso. Che hanno causato: la caduta della mia immagine di uomo ONESTO e cagionato seriamente la mia salute con due sopraggiunti infarti cardiaci.
E sarà pubblicata sul Sito in intestazione e inviata ove l’esponete riterrà opportuno.
Allegati:
copia diffida adempimento alla Direzione Agenzie ed Enti della Fiscalità del 19/07/2012;
copia deposito Procura di Agrigento del 30/07/2012.
In attesa di Suo cortese riscontro, si porgono distinti saluti.
Favara, li 30/07/2012.
Giacomo Sanfilippo
Giacomo Sanfilippo
GIACOMO SANFILIPPO
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DEI MINISTRI E MINISTRO DELL’ECONOMIA E
DELLE FINZANZE MARIO MONTI PALAZZO CHIGI
PIAZZA COLONNA 370 00187 – ROMA.
Oggetto: ultimo avviso di pagamento della somma di € 7.500.000.00 più interessi maturati dal 07/06/2010 alla data di soddisfo; cancellazione del mio nominativo dalle liste degli evasori fiscali; cancellazione delle ipoteche e del fermo amministrativo sui miei beni mobili ed immobili, emessi abusivamente dalla Agenzia delle Entrate di Agrigento. Con la complicità della SERIT – Agrigento.
Il sottoscritto Giacomo Sanfilippo, nato il 24/01/1941 a Favara, ed ivi residente in contrada Bagli 53, si riferisce all’esposto del 30/07/2012 per dirLe: Di non scandalizzarsi più di tanto se è codesto Ministero dell’Economia e delle Finanze a soccombere al pagamento a mio favore delle somme in oggetto, e a incombere su queste piccole e grandi masse composte di 26 don Chisciotte già accertati e di altri da accertare nei – nel direttore della Agenzia delle Entrate Ufficio fiscalità di Palermo. Che i due ex Ministri dell’Economia e delle Finanze, Giulio Tremonti e l’ormai deceduto Tommaso Padoa Schioppa, consapevoli dei tre complotti perpetrati ai miei danni, tramite invio documentazione da me edita. Per lunghi 18 anni li hanno fatto combattere contro un mulino a vento costruito dai tre taglia teste militari delle Fiamme Gialle di Agrigento, appresso indicati.
Il primo complotto, è stato ordito in data 09/05/94 dall’ignobile Maresciallo Epifanio Giordano della Stazione, ora Tenenza dei CC di Favara, nel formulare la nota informativa 7875/33 che mi accusava di usura. Il 12/11/94, il PM Pietro Pollidori chiese ed ottenne, dal GIP Rita Carosella, l’archiviane del fascicolo 593/94 art. 644. Nella liberatoria n° 1214/94, non si legge: comunque resta indagato per evasione fiscale. (Fascicolo 1)
Il secondo complotto, è stato ordito in data 15/02/95, dalla Guardia di Finanza di Agrigento. Che, pur essendo certa che l’AG di Agrigento aveva acquisito, a suo tempo, la documentazione bancaria per lo svolgimento di proprie indagini e consegnata in data (27/08/94) al Comando Compagnia della Guardia di Finanza di Agrigento con delega di utilizzo dei dati, della stessa rilevanti, per fini fiscali.
Tre mesi dopo la scadenza della presentazione di una eventuale opposizione all’archiviazione di detto fascicolo 593/94, deposita nota n° 112 UG del 15/02/95, nella quale si legge che la ditta Sanfilippo Giacomo con sede a Favara contrada Bagli, deve essere sottoposta a controllo fiscale.
E, in virtù dell’illecito provvedimento d’accesso fiscale emesso da un altro PM, Stefano Dambruoso. Falsone Nino, Maresciallo M.; Garziano Rosario Brigadiere; Migliori Fabio Capitano. Per i loro loschi scopi stilarono un falso PVC per mandarmi in galera e farmi pagare delle tasse mai evase. (Pagina 5 PVC fascicolo 2) Per la registrazione tra me e il reo confesso Brigadiere Garziano Rosario, trascritta dalla Procura di Agrigento (Fascicolo 15)
Il terzo complotto, è stato ordito in data 18/11/03, dal Leto Pietro Pasquale, dalla Galluzzo Antonina e forse anche dallo Spoto Stefano. Perché, non volendo fare emergere gli errori commessi nell’avere emesso gli accertamenti per gli anni 1992 e 1993 a fronte di quel manipolato PVC, in cui si evidenziano i fogli 18 e 20 con gli importi errati. E gli anni 1994 e 1995 presi in esame dai tre militari taglia teste summentovati, ch’erano autorizzati dalla Procura di Agrigento con decreto di acquisizione copia relativa alle dichiarazioni dei redditi per gli anni 1992 e 1993 n°117/94 del 14/06/94. (Pagina 1 fascicolo 2). Su quel (PVC che andava assolutamente invalidato), hanno emesso altri quattro avvisi di accertamento riguardante gli anni 1994 e 1995, notificatomi in data 04/12/2000, tramite il comune di Favara. Che, come si ricorderà, la Suprema Corte di Cassazione nell’Udienza del 30/06/1999 li aveva già eliminati. E il Giudice Maria Agnello che il 03/06/96 aveva emesso in totale arbitrio la Sentenza n° 259/06, in virtù della Sentenza emessa dalla Suprema Corte di Cassazione che ha annullato senza rinvio la Sentenza impugnata nel capo relativo al reato di omessa presentazione della dichiarazione dei redditi relativi all’anno 1994, perché il fatto non sussiste, in data 16/03/2001 revocò la succitata Sentenza. (Fascicolo 3).
Accorparono lo sprovveduto Ispettore Vaiarelli Salvatore e gli hanno fatto attestare che la Sentenza annullata senza rinvio perché il fatto non sussiste, non ha efficacia nel giudizio Tributario. (Fascicolo 16 e pagina 10 della querela del 10/11/2011).
Il dott. Attilio Befera e la Direzione Agenzie ed Enti della Fiscalità – Roma, nominati dalla SV Illustrissima, per fornire notizie ed elementi informative sulla mia vicenda esposta, come i due summentovati ex Ministri, hanno nascosto la testa nella sabbia. Buscandosi una querela cadauno per inadempienza professionale.
COSI’:
Per l’ignobile Maresciallo Giordano Epifanio già Comandante la Stazione dei CC di Favara, che da questa falsa inchiesta d’usura sperava facesse il salto di qualità. (Fascicolo 1);
Per i delatori di comodo del detto Maresciallo Giordano. (Fascicolo 1);
Per l’irascibile PM Stefano Dambruoso che sulla documentazione derivante dal fascicolo 593/94 già archiviato, ha emesso illecitamente decreto d’accesso fiscale autorizzando i militari delle Fiamme Gialle di Agrigento a saccheggiare la mia casa e a violare l’art. 14 della Costituzione. (Fascicolo 2);
Per i tre ghigliottinai militari delle Fiamme Gialle già nominati, che per loschi scopi sono andati oltre il decreto n°117/94 del 14/06/94 emesso dal PM Pietro Pollidori, prendendo in esame anche gli anni 1994 – 1995 e per arrivare ad un contesto di evasione fiscale hanno manipolato numeri e verità. Riuscendo a portarmi innanzi ai Giudici delle Corte di Assise di: primo, secondo e terzo grado di giudizio penale. (Fascicoli 2 e 3);
Per il Giudice Maria Agnello che ha emesso in totale arbitrario la Sentenze di condanna penale n° 259/06 e successivamente l’ha revocata. (Fascicolo 3);
Per i Giudici nani di cervello, della CTP di Agrigento e della CTR di Palermo, che hanno emesso più Sentenze di rigetto ai miei ricorsi, a fronte degli accertamenti emessi per gli anni 1992 – 1993 – 1994 – 1995 da una manica di Funzionari incapaci di intendere e di volere della Agenzia delle Entrate di Agrigento. Poggiandole sulla Sentenza penale n° 259/06 già revocata e sugli articoli 12 e 18 commi 3 e 4, del D lgs. 546/92. (Vedi fascicoli n° 5,6,7,8,9,10,11,12,13,18).
Per il pescecane d’acqua sporca avvocato Calogero Schifano che per miseri compensi o per sottomissioni da parte di chi incute paura…, mi lasciò condannare per evasore fiscale, sia dalla Corte d’Assise di Agrigento, sia dalla Corte d’Assise d’Appello di Palermo. (Fascicolo 3);
Per il PM Caterina Salusti che chiese ed ottenne dal GIP Walter Carlisi l’archiviazione del Fascicolo n° 2068/05 mod. 21 aperto a carico dei nominati nella mia querela corredata dalla documentazione delle tre conversazioni tra me e il reo confesso Garziano Rosario, trascritte dalla stessa Procura. (Fascicoli 15 e 16).
Per il PM Laura Cameli che non ha esperito nessuna indagine sui nominati nella mia querela corredata dalla stessa documentazione di cui sopra, ed ha chiesto e ottenuto dal GIP Walter Carlisi l’archiviazione del (Fascicolo n° 2951/06 mod. 44). (Vedi Fascicoli 15 e 17).
Per il Procuratore Ignazio De Francisci che non apre fascicolo sulla nota prot. 292/UG/5442 sched. del 02/05/95, depositata in data 05/02/04 dal Colonnello Giuseppe Conti del Comando Provinciale delle Fiamme Gialle di Agrigento, su esplicita richiesta del Generale B. Cosimo Sasso, Comandante della Regione Sicilia, delle Fiamme Gialle di Palermo. Nella quale si legge: (gli operanti non disponevano e dispongono di nessun elemento certo. Queste ultime operazioni non hanno evidenziato situazioni tali da dover essere fatti oggetto di menzione in questa trattazione), (Nella nota accompagnatoria si legge: Quanto sopra, affinché possa valutare l’eventuale rilevanza penale delle affermazioni dell’esponente nei confronti dei militari del Corpo della Guardia di Finanza). (Nella seconda nota depositata in data 16/06/04 dallo stesso Colonnello Conti, si legge: Prego valutare la possibilità di far conoscere le decisioni assunte in merito all’eventuale rilevanza penale delle affermazioni dell’esponente Giacomo Sanfilippo nei confronti dei militari del Corpo della Guardia di Finanza). (Vedi pagine 90 – 94 fascicolo 2. E pagine 38 – 41 fascicolo 16);
Per il Ministro della Giustizia Clemente Mastella da me chiamato ad intervenire sulle malefatte commesse dalla Procura di Agrigento;
Per i quattro personaggi d’alto rango dell’Amministrazione Finanziaria che nascosero la testa nella sabbia;
Per i 26 nominativi del CSM che archiviarono il caso, non censurando: né me, né la Procura di Agrigento;
Per i due spietati maramaldi, Leto Pietro Pasquale e Spoto Stefano. Che, pur essendo certi: Che quegli accertamenti emessi per gli anni 1992,1993,1994,1995, dagli scienziati senza cervello della Agenzia delle Entrate di Agrigento, erano illegittimi; Che il 18/11/03, avevano accorpato al loro complotto, ordito ai miei danni, lo sprovveduto Ispettore Vaiarelli Salvatore. L’undici Gennaio 2008, hanno sporto querela per diffamazione nei mie confronti. La Procura di Agrigento apre fascicolo n° 834/08 mod. 21. E il 12/12/09 archivia il caso. Il GIP Stefano Zammuto in mancanza di opposizione da parte dei due querelanti privi d’onore l’ha archiviato. (Vedi sottocartella n° 12, fascicolo 18. Del DVD denominato querela 2011)
E per gli altri numerosissimi individui pericolosi per loro e per gli altri nominati con nomi e cognomi nei miei incontrovertibili scritti, mai controversi, sarei: usuraio, evasore fiscale, ingiurioso e diffamatore?
SI VERGOGNINO PER AVERE PORTATO ME ALL’ESASPERAZIONE E INFANGATO:
L’Arma Benemerita. La Guardia di Finanza. L’Agenzia delle Entrate di Agrigento e di Palermo. La SERIT – Agrigento. La CTP di Agrigento e la CTR di Palermo. I Tribunali di: primo, secondo e terzo grado penale. Il Ministero dell’Economia e delle Finanze – Roma. Il Ministero della Giustizia. Il Consiglio Superiore della Magistratura; La Procura di Agrigento capitanata dal Procuratore Ignazio De Francisci. Al mero scopo di voler costruire da una persona sana di principi morali, onesta, retta, che nel globo terrestre: non c’è ne sono state, non c’è ne sono e non c’è ne saranno pari, un criminale organizzato dedito allo strozzinaggio e all’evasione fiscale.
I mali non si curano, si prevedono. Che ognuno paghi il proprio fio. Gli sarà, e sarà d’insegnamento ai dopo di loro. Se mai v’è ne saranno loschi personaggi a loro pari!!!
In virtù del tacito assenso dai: 26 nominativi già accertati; dai – dal direttore della Agenzia delle Entrate Ufficio Fiscalità di Palermo; dal dott. Attilio Befera; dalla Direzione Agenzie ed Enti della Fiscalità – Roma; che, come i due menzionati ex Ministri dell’Economia e delle Finanze, adottarono la filosofia degli struzzi. Si diffida la SV Illustrissima nelle vesti di Ministro dell’Economia e delle Finanze in solido al su citato Ministero e chi attualmente fa le Sue veci, ad ottemperare quanto si legge in oggetto entro 60 giorni dalla data della ricezione della presente. Così, si eviteranno ulteriori aggravi di spese a Vostro carico, consistenti: Nell’avvio delle pratiche per il sequestro del palazzo e dei conto correnti della locale Agenzia delle Entrate di Agrigento; del sequestro dei conto correnti del Ministero dell’Economia e delle Finanze – Roma; della riabilitazione dei miei beni mobili ed immobili; e la parcella spettante all’avvocato di mia fiducia in percentuale consentita dalla legge, sulle somme di € 7.500.000,00 più interessi maturati dal 07/06/2010 alla data di soddisfo, che codesto Ministero dell’Economia e delle Finanze erogherà a mio favore.
Per i 26, e altri nominativi insegue fantasmi, (vedi esposto del 02/07/2012).
Per i 26 nominativi del CSM (vedi pagina 2 del giornale LA VOCE CHE TUONA del Febbraio 2008 pubblicato sul Sito internet in intestazione. E fascicolo 16).
Per i richiamati fascicoli, (vedi DVD n°1 già in possesso della SV Illustrissima dal 31/01/2012).
Copia della presente sarà depositata presso la Procura di Agrigento; Alla SERIT – Agrigento.
E sarà pubblicata sul Sito Internet in intestazione e inviata ove l’esponete riterrà opportuno.
Allegati:
Copia esposto denuncia del 25/09/2012 nei confronti del Dirigente – Direzione Agenzie ed Enti della Fiscalità – Roma, depositata in data 25/09/2012 presso la Procura di Agrigento;
Copia esposto del 25/09/2012 alla SERIT – Agrigento;
Copia apologo di ESIODO. Edito dalla Editori La Terza.
In attesa di Suo cortese riscontro, si porgono distinti saluti.
Favara, li 25/09/2012
Giacomo Sanfilippo
Giacomo Sanfilippo
GIACOMO SANFILIPPO
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ALLA DOTT. SSA ANTONELLA PANDOLFI
SOSTITUTO PROCURATORE PRESSO PROCURA
DEL TRIBUNALE DI AGRIGENTO
OGGETTO: atto di querela da allegare al fascicolo n° 5718/11 MOD. 21.
Il sottoscritto Giacomo Sanfilippo, nato il 24/01/1941 a Favara ed ivi residente in c/da Bagli 53,
PREMESSO CHE:
Una turba di uomini SCELLERATI di diverse estrazione e ceti sociale, appartenenti a più Istituzioni d’Italia si unirono in complotto per portare me e la mia famiglia alla rovina morale, fisica e finanziaria.
A dare il via alla mia rovina, a quella della mia famiglia e a quella di tutti coloro i quali si accorparono a questo colossale complotto politico – giudiziario a mio danno, è stato il forcaiolo Maresciallo dei CC della Stazione ora Tenenza di Favara, Epifanio Giordano, che, nel tentativo di fare il salto di qualità, in data 09/05/94 stilò la nota informativa n° 7875/33 e la trasmise presso codesta Procura, che apre il fascicolo n° 593/94 art. 644 c.p. e lo affida per le indagini preliminari al P.M. Pietro Pollidori, il quale, in data 12/05/94 emette decreto, nel quale si legge: Visti gli atti del procedimento penale n° 593/94 nei confronti di Sanfilippo Giacomo + 2 per il reato di cui art. 644 c.p. Poiché vi è fondato motivo di ritenere che nei locali sotto indicati si trovi documentazione relativa al reato per cui si procede, dispone la perquisizione locale nell’abitazione di c/da Bagli Favara. Il presente decreto ha anche valore di informazione di garanzia ex art. 369.
Il maresciallo ordinario Vincenzo Schillaci e altri tre commilitoni dell’Arma Benemerita della Caserma di Favara, in data 31/05/94 eseguono la perquisizione sequestrando dell’innocuo materiale cartaceo, il quale, venne trasmesso presso codesta Procura.
Il prefato P.M. l’ho esaminò e in data 14/06/94 emette decreto di acquisizione n° 117/94, nel quale si legge: Considerato che appare assolutamente necessario acquisire al procedimento copia relativa alle dichiarazioni dei redditi per gli anni 92 e 93, di Sanfilippo Giacomo nato il 24/01/1941 a Favara ed ivi residente in contrada Bagli. Dispone l’acquisizione della predetta documentazione in copia conforme ovunque essa si trovi. Delega per l’esecuzione la Sezione di P.G. Guardia di Finanza Sede. I detti militari di PG eseguirono e in data 17/06/94 depositano il cartaceo al P.M. Pietro Pollidori.
In data 22/06/94 il Brigadiere Garziano Rosario e altri tre commilitoni della Guardia di Finanza, si sono presentati a casa mia e per umiliare la mia dignità, vollero che li portassi presso la Banca, Cassa Centrale di Risparmio filiale di Favara e presso la Banca, Cassa Rurale ed Artigiana di Castrofilippo filiale di Favara, dove intrattenevo i miei conto correnti. Mentre invece, nella Banca, Cassa Rurale ed Artigiana San Francesco di Canicattì filiale di Agrigento, ci si sono presentati da soli. Avendoli esaminati ed estratto copia della documentazione, la depositarono in Procura.
In data 27/08/94, su richiesta della Guardia di Finanza di Agrigento, il prefato P.M. autorizzò l’utilizzazione ai fini fiscali della documentazione acquisita nelle Banche, nei mesi di Giugno e Luglio su detta delega d’indagine n° 117/94 del 14/06/94. Pagina 43 sottocartella 1 cartella 6.
In data 12/11/94 il prefato P.M. chiese ed ottenne dal G.I.P. SEDE l’archiviazione: per Presti Salvatore e Sanfilippo Giacomo, per il reato di cui art. 644 c.p. iscritti nominativamente nel registro delle notizie di reato di cui all’art. 335 comma 1 c.p.p. in data 09/05/94, ritenendo che, limitatamente ai due indagati di cui sopra, non si sono potuti raccogliere elementi di prova sufficiente per la richiesta di rinvio a giudizio (esito negativo per la perquisizione a carico del primo, esito negativo delle SIT relative al secondo). (Mentre si procede con contestuale richiesta di rinvio a giudizio per Tuzzolino Francesco).
Il G.I.P. Rita Carosella in data 20/02/95 fa proprie le richieste del P.M Pietro Pollidori e dispone l’archiviazione parziale del procedimento per insostenibilità dell’accusa in giudizio. Vedi cartella 1 C.D. in allegato.
La Guardia di Finanza di Agrigento che come già detto aveva chiesto ed ottenuto dal P.M. Pollidori l’autorizzazione all’utilizzazione ai fini fiscali, la cui relazione doveva essere depositata al prefato P.M. entro 10 giorni, se non entro la data della richiesta dell’archiviazione. Tre mesi dopo la scadenza di tale termine. Cioè, il 15/02/95 deposita alla Procura di Agrigento la nota n° 112 UG. Il P.M. Pietro Pollidori che aveva già inviato il fascicolo al GIP – SEDE per l’archiviazione non l’ha preso in considerazione.
CHI L’HA PRESO IN CONSIDERAZIONE?
Lo strano ed indecifrabile PM Stefano Dambruoso, che, senza osservare nessuna regola giuridica, il 15/02/95 firmò il mandato di perquisizione della mia abitazione.
L’indomani, 16/02/95 si presentarono a casa mia: il Capitano Fabio Migliori; il Maresciallo M. Falsone Nino; il Brigadiere Garziano Rosario ed il Brigadiere Tranquillo Giuseppe della Guardia di Finanza di Agrigento. Che, consci di violare l’articolo 14 della Costituzione, hanno perquisito – saccheggiato, la mia abitazione. Il Brigadiere Tranquillo partecipò solo alla perquisizione – saccheggiamento. In tale perquisizione – saccheggiamento requisirono dell’innocuo materiale cartaceo. Con il quale, il Falsone di nome e di fatto, e il reo confesso Garziano Rosario, come poi si qualificò essere. Su richiesta del loro Capitano Migliori manipolarono numeri e verità.
Per le manipolazioni dei numeri e della verità riguardante gli anni 1992 e 1993, vedi pagine 49, 51, 62, 69, del PVC; Per le manipolazione dei numeri e della verità riguardante gli anni 1994 e 1995, che i verificatori con l’anima nera come la pece li hanno preso in esame senz’essere autorizzati da codesta Procura, vedi pagine 1, 75 – 81 del PVC; Per la veridicità dei due assegni di lire 15.000.000 cadauno e per l’assegno di lire 13.000.000 catalogati come ricavo dai vili verificatori, vedi pagine 82 – 87 del PVC; Per la documentazione dell’interrogazione nei confronti del dott. Michele Sanfilippo, manipolata dai tre pessimi militari su indicati, che gli importi giustificati dal dott. Sanfilippo li hanno catalogati come ricavo, vedi pagine 88, 89 e 92 del PVC, in quest’ultima, si legge: Queste ultime operazioni, come si evince dall’allegato 3 (verbale delle operazioni compiute a carico di Sanfilippo Michele) non hanno evidenziato situazioni tali da dover essere fatti oggetto di menzione in questa trattazione; Per la veridicità della violazione dell’art. 14 della Costituzione, vedi stessa pagina, nella quale si legge che gli operanti non disponevano, né dispongono di nessun elemento certo. Vedi cartella 2.
Per la documentazione trascritta dalla Procura di Agrigento in cui il Garziano Rosario si è reso reo confesso, vedi pagine 10 – 40, della sottocartella 1 cartella 6.
Alla pagina 13 che corrisponde alla 2 del verbale di trascrizione si legge: Io ci dico solo una cosa… questo secondo bordello che avete combinato… Il Maresciallo già Brigadiere di cattiva fede Garziano Rosario risponde: che hanno combinato… un ci mittissi a mia no mezzu… picchì ci l’hai dittu sempri… io ero o…
Alle pagine 15, 16 e 17 che corrispondono alle 4, 5 e 6 si legge: Il suo comandante non doveva dirlo… dobbiamo fare per castrarlo… Risponde: ahhh… abbe… u capitanu… cioè… allora quando si fece quella… gli accertamenti bancari… si vitti ca lei faciva… da una parti i mittiva dall’altra parti… poi dall’altra parti i mittiva all’altra parti… ma lo faceva… Ma se erano tutti giro banca!!! Risponde: erano… giro banca… non c’era nulla e poi nulla ai fini fiscali… E voi avete ascoltato il vostro comandante di fare u… una azione così brutta.. Risponde: nooo… poi… la… m… poi ascolti… poi l’autorità giudiziaria… autorità, autorizzò… qu.. a fare il controllo fiscale nei suoi… un putennulu incastrare per altre cose… l’ha voluto incastrare pu fattu du… co… ha capito cosa è stato? Lei non ciavi qua.. avi solo il nome di avere firmato… Risponde: E chi putiva fari… cafari… non firmavo? Chi faciva non firmavo… militari siamo… io vidiva ca si sciarriava ogni tantu cu maresciallu Falsone, ma insomma… Ma se io mi sciarriava… mi sciarriava dicennuci ca era latru? O ca era onestu… eiddu ca era disonestu cavia a camuffari i numeri… Risponde: Il fatto che lui… che lui non ha fatto altro che… ehhh… cioè lui riciviu un ordin du capitanu… u… u… maresciallo Falsone… u capitanu chiddu ca come sinniu comu si chiama Migliori…
Alle pagine 19 e 20 che corrispondono alle 8 e 9 si legge: Lei non ha stilato il verbale… nemmeno il capitano… però siete tutti firmatari… tutti firmatari siete… Risponde: e vabbè… tutti firmatari… che posso… chi boli… chi po fari… non è… U capitanu u sapiva ca… era camuffatu stu verbali… però iddu u sapiva ca fu ordinatu du capitanu… Risponde: glielo dissi io… io tutto gli ho detto a lei… dal primo… dalla prima volta che l’ho conosciuto… gli dissi dico… glielo posso mettere … sono stato sempre leale con lei… e chissu me lo renderà…
Alle pagine 24, 25 e 26 che corrispondono alle 13, 14 e 15 si legge: Nella mia ignoranza mi avete castrato… Risponde: nooo…lei… Mi avete castrato… Risponde: Ma lì per lì non è stato niente… perché era un atto… un atto da li anzi… mi mancava u bigliettu da potere allegare… (Il biglietto si riferisce al mio biglietto da visita che me lo ha estorto con il suo sporco potere…). Ma non è ca… mi avete castrato in primo tempo…mi avete castrato in secondo tempo su ordine del capitano… Risponde: picchi si iddu non ordinava la verifica… ma evidentemente… Ma l’ha fatto… Risponde: l’ha avuto dalla Magistratura… lei chistu docu nun succidiva nenti… finiva la… Se la verifica era scritta onestamente… non disonestamente per come l’ha stilò u maresciallo Falsone… e glielo spiego come è scritta disonestamente… ne cuntuca… ci dicu disonestamente e nun si sapi com’è scritta… pi quali mutivu un si sapi… è scritto disonestamente per avere occultato documenti e per avere gonfiato e sgonfiato i numeri… Risponde: siccome la legge… chidda bancaria… purtroppo na… non contempla il fatto che… sissavi a pigghiari… siccome lei faceva come i giochi di tre carte… chiddi i passava ca… chiddi i passava da… bastava un po’ di attenzione in più… comunque… guardi non è cosa du maresciallo Falsone… non è cos… la… la.. non… perché lui riciviu ordini… riciviu ordini du capitanu… u capitanu… guardi… chissu ce lo posso assicurare che u capitanu gli disse iti a fari sta verica generale… e vinni… si ricorda… che vinni iddu?… Ma chi l’ha ordinato di farla camuffata? U capitanu o u maresciallo di testa so la camuffà? Risponde: E vabbe… l’ha firmata pure u capitanu a verifica… he… e certu iddu… Quindi fu iddu… a diri facitila camuffata.. Risponde: Si poi al maresciallo Falsone ci ha consigliato delle cose… io ad esempio… io non firmavo per modo di dire va… io intanto non firmo… non è lo stesso… non cambia niente… se a lei ci diciva dicca… lei firmassi… sarà indulgente… sarà che intanto… ehh… mi scoglionava proprio vedere tanti altri lavori a Favara che ci stavano genti che fanno fatture false da mattina a sera… propria ni lei ca vinniva cunigghi…
A pagina 29, 30, 31 e 32 che corrispondono alle 18, 19, 20 e 21 si legge: Lei mi dica se questo buffone proprio buffone di maresciallo Falsone che è un buffone… glielo dirò in televisione che è un buffone… mi mandano una cartella al ruolo… Risponde: addirittura… l’hanno scritta al ruolo? Al ruolo… una cartella al ruolo di ventunomilioni quattrocento trentasettemila… Risponde: e per che cosa? Ma cu minchia mi lava a… chissa di ca è pi l’anno 1994… unni la Cassazione rici ca il fatto non sussiste… comu minchia mannati al ruolo una cosa di chista… strunzu!!!… sceccu u maresciallo Falsone chi minchia scrivisti… Falsuni sceccu!!!… chi minchia scrivisti… Risponde: chiddu ci fa a contra querela… stassi attentu… Iddu mava a spiegari come mai… fici spariri un assegno?… Mi deve spiegare il perché ha manipolato e occultato il documento che ha firmato il medico Sanfilippo… mi deve sapere a dire perché aumentà e sgonfià i numeri… tuttu ca è… tuttu scrittu ca… allora si taglia i cugliuna puru iddu… ca firmà… Risponde: ogni giorno sinniva nu capitanu… avevanu puru discussioni… Ah sinniva nu capitanu… minchia… Risponde: Io purtroppo i scopi non lo so picchì fici sti nummari… non ma ricordo… quannu fu n’to novanta … quando è stato n’to novantasett… novantacinque… Si… E perché non avete fatto la verifica a Catania a Santa Venerina? E perché non avete fatto la verifica a tutti i nominativi ca vi detti? Iddu docu mava a spiegari non ca mi fa a contru querela… iddu ava a pagari tutti i danni… e mava a pagari a moralità ca mammazzà… Risponde: Non sa… non s’avvelenassi a vita… la sl… ormai… ma comunque le dico solo questo e chiudiamo… la fonte di ogni male è stato u maresciallu… unnu vogliu difenniri a Falsone… picchì tantu è congedatu… nun ne cchiù… non voglio difendere a Falsone… ma la fonte di ogni male è stato il maresciallo… soprattutto un suo presunto… sicuramente amico… per modo di dire tra virgolette… un amico… e se il… la fonte di ogni male è stato un suo amico che fici u delatore… ca ci dissi ca lei dava denaro a strozzo… questo è stato… poi il resto chiaramente u fici Giordano per fare carr… per farsi bello… poi nel mucchio… arrisultò Tuzzolino che effettivamente faceva chiddu da… hai capito… e adesso…
A pagina 36 e 37 che corrispondono alle 25 e 26 si legge: Al suo Comandante Provinciale dovevo informarlo… non so se lei… Risponde Innocente sono… Intanto io dovevo mandare il libro al Colonnello della Guardia di Finanza… Risponde: e ha fatto bene… Ne ho mandato un altro al Colonnello dei Carabinieri… un altro alla Prefettura… un altro al Presidente della… delle Entrate di Agrigento… e tanti altri… al Procuratore capo… al Presidente del Tribunale… ora loro se vogliono aprire un’inchiesta l’ha aprono… hanno tutto… Risponde Gli elementi…
A pagina 39 che corrisponde alla 28. Risponde: non voglio difendere a Falsone… però ci dico solo una cosa… che Falsone… non c’è ne… perché… picchì ricivio ordini do capitano a sua volta… c’era un’indagine… Avete usato la documentazione relativa alla prima inchiesta… già chiusa… Risponde: No…no…no… E non doveva essere… usata più questa documentazione… Risponde: Quale quella di… cosa… come si chiama?… Quella dell’usura… Risponde: no… ma mica è stata usata… Siii… la usastivu… lavete usata la prima documentazione… Risponde: Quella quando ficimu l’indagini bancaria?… Si… questa non doveva usarla questa… questa documentazione era per quella indagine… dovevavo aprirne un’altra no con questa… con questa vi siete tagliati tutti… Risponde: Ma perché… non scusa… l’avvocato l’avia a fari… (Vedi pagine 10 – 40 sottocartella 1 cartella 6).
(Il libro si riferisce a CAINI PE VIRTU’ FAVARA 2 pubblicato nel Settembre 2001)
La parola indulgenza si riferisce al Giudice penale che per salvare lui e i suoi complici: Garziano e Migliori dalle pericolose maglie dov’erano finiti, mi consigliava di pagare la somma di lire 102.262.000. Così, il giudice vedendo la bolletta di pagamento sarà indulgente nel condannarlo. Risposi al mercenario senza scrupoli di cancellare quella dicitura a lui e agli altri facenti comodo e di scrivere questa dicitura: Il sottoscritto Giacomo Sanfilippo, contesta tutto quanto oggi verbalizzato dalla Guardia di Finanza, riservandosi il diritto di produrre prove ed elementi giustificati agli organi giudiziari e al contenzioso tributario. Vedi pagine 36 e 38 del PVC.
Al fallimento, accorparono il pescecane d’acqua sporca Calogero Schifano, l’allora mio avvocato, che, per riuscire nei suoi e negli altri loschi intendi me lo ha detto in tutte le salse per fare il patteggiamento d’una pena che non avevo mai commesso.
Ma le mie negazioni non sono servite a nulla. Perché il Giudice Maria Agnello che agli atti aveva: il PVC integrale; la succitata nota 292/UG/5442 sched del 02/05/95 del Tenente Gaspare Cilluffo. Senza nominare CTU, che avrebbe verbalizzato quanto si legge nella su indicata nota del Tenente Cilluffo; gli errori di sommata esistenti nei fogli 18 e 20; le falsità attestate nei fogli 16 e 19; l’occultamento del processo verbale delle operazioni compiute in data 26/11/1993 dalla Guardia di Finanza di Agrigento, in cui si evince la provenienza dei due assegni di lire 15.000.000 cadauno e un assegno di lire 13.000.000 che i viziosi militari li hanno catalogati come ricavi; l’abuso di potere nell’avere preso in esame anche gli anni 1994 e 1995. Mi condannò arbitrariamente come se fossi un vero e proprio evasore fiscale. Vedi Cartella 3.
Nel Settembre 2001, ho pubblicato il libro denuncia CAINI PER VIRTU’ FAVARA 2.
Il 20/09/2001, ho inviato a mezzo posta una copia di detto libro al Procuratore antimafia Piero Gasso presso la Procura di Palermo.
Il 30/09/2001, ho inviato a mezzo posta una copia di detto libro al Procuratore antimafia Pier Luigi Vigna presso la Procura di Firenze.
In data 05/01/02, ho inviato alla Procura di Agrigento capitanata dal dott. Ignazio De Francisci un esposto denuncia con allegato una copia di detto libro denuncia.
In data 12/02/02, ho inviato alla stessa Procura una audio-cassetta.
Il P.M. dott. Carmine Olivieri titolare dell’inchiesta del fascicolo n° 2095/01 RG MOD. 45. Che, stando al numero era stato aperto nel 2001 forse per uno degli esposti denuncia inviati a mezzo posta alla Procura antimafia di Palermo e di Firenze, pro o contro di me. Vedi sottocartelle 2 e 3 cartella 6. Delega la Sezione di PG, aliquota Carabinieri di procedere all’ascolto ed alla trascrizione dell’audio-cassetta in atti. Detta PG, in data 28/06/02 deposita il verbale di ascolto e trascrizione dell’audio-cassetta. Il cui contenuto è leggibile in dialetto siculo alle pagine 10 – 40 della sottocartella 1 cartella 6.
Il succitato PM, e l’alto Magistrato Ignazio De Francisci, avendo letto le gravità commesse dal Maresciallo dell’Arma Benemerita Epifanio Giordano che si servì d’un mio amico per fare carriera, (non riuscendo nel suo sporco intendo per avvenuta archiviazione del fascicolo 593/94 per svolti indagini testimoniali). E quelle dei millantatori militari del Corpo della Guardia di Finanza di Agrigento, Falsone e Garziano, che su ordine del loro capitano Fabio Migliori manipolarono numeri e verità. Anziché rinviare a giudizio i quattro individui pericolosi per loro e per gli altri, accantonano il fascicolo e dopo mie sollecitazioni di conoscere le attività d’indagini svolte, in data 14/03/03, il Procuratore aggiunto dott. Claudio Corselli e l’alto Magistrato Ignazio De Francisci, trasmettono per competenza ex art. 11 c.p.p. ed ult. C.p.v. c.p.p. detto fascicolo presso la Procura di Caltanissetta, allegando: copia fascicolo 57/95 RG Mod. 21 F e copia fascicolo 204/95 RG Mod. 45.
Nell’attesa che la Procura di Caltanissetta svolgesse le proprie indagini ed emettesse il proprio provvedimento, come in effetti, in data 18/03/04 l’ha emesso.
Il Colonnello Giuseppe Conti, in data 05/02/04 deposita la prima nota. Che, stando al trasferimento del fascicolo presso la Procura di Caltanissetta, codesta Procura non aveva fascicoli aperti, né pro, né contro di me. E, se l’avesse aperto, il sotto indicato fascicolo n° 3031/04 RG mod. 44 aperto a fronte della successiva querela del 03/06/04 doveva essere allegato all’ipotetico fascicolo n°… E il PM Caterina Salusti non avrebbe dovuto archiviare il fascicolo 3031/04 RG. Mod. 44, ma l’ipotetico fascicolo n°…
Come in effetti, il Procuratore De Francisci la mia querela sporta nominativa nei confronti dei Funzionari della Agenzia delle Entrate di Agrigento e inviata il 18/02/08 a mezzo posta presso la Procura antimafia di Palermo, che ha aperto il fascicolo e trasferì il malloppo cartaceo per competenza territoriale a codesta Procura. Che, a sua volta, ha aperto il fascicolo n° 1460/08/Mod 45 e l’ho unì al fascicolo 834/08/Mod. 21 aperto a mio carico per una querela sporta per comodità dai due spietati maramaldi Leto Pietro Pasquale e Spoto Stefano. Unì anche, i fascicoli aperti per le querele del 15/04/09 e 22/06/09, sporte nominative nei confronti dei componenti delle Sezioni 2 e 3 della CTP di Agrigento. Vedi sottocartelle n° 8 – 9 – 10 – 11 cartella 6.
Dopo le dovute indagini, il PM Andrea Bianchi ha chiesto ed ottenuto dal G.I.P. Stefano Zammuto l’archiviazione del fascicolo 834/08 Mod. 21. Dalla quale archiviazione derive la pubblicazione del GIORNALE LA VOCE CHE TUONA DEL 03/06/2010. E la richiesta di risarcimento danni per un importo di € 7.500.000,00. Vedi cartella 14.
A fronte del provvedimento emesso dalla Procura di Caltanissetta, in cui, alla pagina 2 che corrisponde alla 44 della sottocartella 1 cartella 6, si legge: Deve premettersi che quest’Ufficio è stato chiamato a pronunciarsi su fatti avvenuti nell’ambito del territorio di Agrigento in virtù del disposto dell’art. 11 CPP, con competenza, cioè, sui soli fatti sussumibili in precise fattispecie di reati ascrivibili a Magistrati o ad altre fattispecie di reato commesso con le prime. Ho sporto denuncia nominativa nei confronti dei Funzionari della Agenzia delle Entrate di Agrigento, presso la Tenenza dei Carabinieri di Favara, la quale venne occultata dal Tenente Antonino De Luca. Vedi sottocartella 4 cartella 6.
In data 03/06/04 ho sporto denunzia presso la Tenenza dei Carabinieri di Favara. Questa, venne trasmessa presso codesta Procura che ha aperto il fascicolo n° 3031/04 RG mod. 44.
Il PM Caterina Salusti a cui vennero affidate le indagini del delicato caso, pur avendo agli atti: Il libro denuncia CAINI PER VIRTU’ FAVARA 2; Il dossier rielaborato in cui c’era la trascrizione integrale delle conversazioni tra me e il reo confesso Garziano e altra documentazione di specie, depositata unitamente alla querela del 03/06/04; La relazione del Vaiarelli fornita dal Colonnello Conti con note del 05/02/04 e del 14/06/04; Le mie interrogazioni a SIT; L’interrogazioni a SIT della Galluzzo; L’interrogazioni a SIT del Leto; La querela del 09/05/05 sporta nominativamente nei confronti dei componenti delle Sezioni 1 e 29 della CTR di Palermo; La richiesta del 09/05/05 dei nominativi dei delatori di comodo dell’ingiurioso Giordano che mi servivano per denunciarli per calunnia e diffamazione, i quali, mi sono stati negati persino il nominativo della persona che il Giordano conosceva con certezza. Vedi sottocartella 6 cartella 6. E cartella 1. Non interroga i tre taglia teste: Migliori, Falsone e Garziano, sul perché hanno manipolato numeri e verità giungendo ad un contesto di farmi condannare dai Tribunali di primo, secondo e terzo grado penale. Revocate nel Marzo 2001 dal Tribunale di Agrigento. Vedi cartella n° 3. Né l’ingiurioso Giordano richiamato dal reo confesso Garziano nella pagina 21 della trascrizione che attesta: La fonte di ogni mio male è stato il Maresciallo Giordano che per fare carriera si servì di un mio amico tra virgolette che gli disse che prestavo danaro a strozzo; Né interroga il Vaiarelli sul perché nella sua nota ispettiva non ha citato il dossier rielaborato in cui vi era inclusa la documentazione della trascrizione della Procura precedentemente letta; sul perché non ha dichiarato che il PVC era manipolato nei numeri e nella verità per volere del capitano Fabio Migliori; sul perché ha dichiarato che la Sentenza annullata senza rinvio dalla Suprema Corte di Cassazione riguardante l’anno 1994 perché il fatto non sussiste, non ha efficacia nel giudizio Tributario e sul perché non ha dichiarato che la contabilità dei fogli 18 e 20 del PVC è errata. Vedi cartella 4.
Se invece, lo sprovveduto Vaiarelli dichiarava la verità ed invalidava il tanto contestato PVC e le Sentenze tributarie emesse da una vera e propria banda di giudici partigiani che non sanno cosa significhi essere imparziali, non si sarebbero implicati in questa faccenda di faccendieri disonesti: l’Ispettore Angelo Cascino; Il PM Caterina Salusti che ha attestato: nella certezza di non poter svolgere altra attività di indagine, si formula richiesta di archiviazione essendo stato accertato l’assoluta infondatezza della notizia di reato, senza iscrivermi nel registro delle notizie di reato per false pubblicazioni e per vilipendio verso le Istituzioni; Il Procuratore Ignazio De Francisci; Il GIP Walter Carlisi che ha fatto proprie le nepotererie attestate dalla Salusti e avallate dal Procuratore De Francisci. Vedi sottocartella 5 cartella 6.
Conseguentemente a questa imprudente archiviazione del PM Caterina Salusti, in data 04/03/06 ho pubblicato il libro denuncia IGNOMINIE EPOCALI VOL I. Nelle pagine 168 – 178 si legge integralmente in lingua nazionale la trascrizione della Procura di Agrigento; Alle pagine 179, 180 si legge la nota trasmissione dossier rielaborato al Leto Pietro Pasquale. Con costui, in data 28/10/03 ho parlato per circa un’ora di questo anomalo caso. Alla fine, assicurò che avrebbe controllato il dossier e il loro fascicolo interno. Esaminato con dovizia il dossier, gli venne il voltastomaco senza avere preso la mannite. E, anziché formulare nota informativa e inviarla unitamente al dossier rielaborato alla Procura di Agrigento, unitamente alla Galluzzo Antonina e forse anche dello Spoto Stefano ordirono un complotto ai miei danni allo scopo di coprire: sia il complotto già ordito ai miei danni dai tre taglia teste già nominati, sia le malefatte commesse dagli infedeli Funzionari della Agenzia delle Entrate da lui diretta.
In data 18/11/03 che lo sprovveduto Vaiarelli si presentò presso l’Agenzia delle Entrate di Agrigento per ispezionare la documentazione da me contestata, se lo tirarono dalla loro parte e gli hanno fatto attestare tutto quello che a loro faceva comodo. U duppiu scimunitu Vaiarelli, che aveva l’ordine di dare corso al mio dossier rielaborato, nella sua relazione ispettiva non parlò che il capitano Migliori diede ordine al Maresciallo Falsone di manipolare numeri e verità, né parlò dei fogli 18 e 20 nei quali figura la contabilità errata. Parlò invece, delle Sentenze emesse con l’art. 12 e 18 passandole per buone, ed attestò che la Sentenza emessa dalla Suprema Corte di Cassazione che annulla senza rinvio relativamente all’anno 1994 perché il fatto non sussiste, non ha efficacia nel giudizio tributario. E tanto altro ancora; Alla pagina 185 si legge l’interrogazione a SIT del reo confesso Garziano; Alle pagine 185 – 188 si legge il provvedimento emesso dalla Procura di Caltanissetta; Alle pagine 188 – 191 si legge la querela del 02/04/04 occultata dal Tenente dei C.C. di Favara De Luca Antonino; Alle pagine 192 – 196 si legge la querela del 03/06/04 che archiviò il PM Salusti; Alle pagine 201 – 204 si legge la querela sporta nominativamente nei confronti dei componenti delle Sezioni 1 e 29 della CTR di Palermo e la richiesta dei nominativi dei delatori di comodo del Giordano; Alle pagine 205 – 211 si leggono i due incarichi speciali al Vaiarelli e la sua relazione; Alle pagine 211 – 212 si legge la nota della Agenzia delle Entrate di Palermo inviata al Generale B. Cosimo Sasso, la sua nota inviata al Colonnello Conti e le due note del colonnello Conti inviate alla Procura di Agrigento; Alle pagine 212 – 215 si legge l’interrogazione a SIT della Galluzzo; Alle pagine 215 – 219 e 221 si leggono le mie interrogazioni a SIT; A pagina 219 si legge l’interrogazione a SIT del Leto; Alle pagine 221 – 227 si legge l’esito delle indagini dell’Ispettore Cascino; Alle pagine 227 – 230 si legge la richiesta di archiviazione del PM Salusti; Alle pagine 230 – 237 si legge la mia opposizione alla richiesta di archiviazione; Alle pagine 237 e 238 si legge il provvedimento di archiviazione emesso dal GIP Carlisi; Alle pagine 238 – 245 si leggono le Sentenze emesse dalla Sezione 20 della CTR di Palermo che annullò col rinvio due Sentenze emesse con l’art. 12 e 18 dalla Sezione 2 della CTP di Agrigento. Che riguardano le querele del 15/04/2009 e 22/06/09. Vedi sottocartella 10 cartella 6.
In data 04/03/06 che cade la data della pubblicazione del libro denuncia IGNOMIE EPOCALI VOL I, ho inviato una copia di detto libro a mezzo posta al CSM. Vedi cartella 11.
Sempre nella stessa data, ho inviato una copia di detto libro a mezzo posta al Ministro dell’Economia e delle Finanze, Giulio Tremonti. E a tanti altri NOTABILI. Vedi tutti i nominativi nella cartella 7.
Il 08/06/06 ho sporto querela nominativa per abuso di potere e complotto ai miei danni, nei confronti dei Funzionari della Agenzia delle Entrate di Agrigento, presso la Procura antimafia di Palermo, la quale, apre fascicolo e lo trasferisce per competenza territoriale a codesta Procura, che apre fascicolo n° 2951/06 RG Mod. 44 e lo affida al PM Laura Cameli, la quale, senza eseguire indagine alcuna, archivia il caso. Vedi sottocartella 7 cartella 6.
In data 01/09/2010 ho sporto querela nei confronti del direttore pro tempore della Agenzia delle Entrate di Agrigento, La Rocca Giuseppe. Il PM Giacomo Forte, in data 03/11/2010 l’ha archiviata. Attestando che la notizia di reato è infondata. Vedi sottocartella 12 cartella 6.
In data 10/11/2011 ho sporto querela per inadempienza professionale, occultamento di atti di Ufficio, reiterazione di reato e tentata estorsione continuata e aggravata dalla complicità delle già citate CTP, CTR, E SERIT SICILIA SEDE – AGRIGENTO, nei confronti del direttore pro tempore della Agenzia delle Entrate di Agrigento, dott. La Rocca Giuseppe, e nei confronti del dott. Stefano Spoto, rappresentante legale della Agenzia delle Entrate di Agrigento. Presso codesta Procura che ha aperto il fascicolo 5718/11/RG Mod. 21 ancora in corso d’indagini. Vedi tutta la documentazione inviata e ricevuta nella sottocartella 13 cartella 6.
A prendere a pesci in faccia: Al PM Stefano Dambruoso che nel 94 aveva classificato la Procura di Agrigento una SATRAPIA e da SATRAPO firmò quell’accesso fiscale nei miei confronti. Al Giudice della Corte di Assise di Agrigento. Al Giudice della Corte di Assise di Appello di Palermo. E’ stata la Suprema Corte di Cassazione che ha annullato senza rinvio la Sentenza relativamente all’anno 1994 perché il fatto non sussiste. E il Giudice Maria Agnello, come da cartella 3, nel Marzo 2001 ha revocato la Sentenza che aveva emesso nel Giugno 96.
A tagliare la testa ai tre taglia teste Migliori, Falsone e Garziano. Che, come si era capito dovevano tagliarmi la testa se il falso Falsone riusciva a farmi firmare quel PVC che era un accertato cappio per me, o se in un secondo momento il pescecane d’acqua sporca avvocato Calogero Schifano, fosse riuscito a farmi fare il patteggiamento d’una pena che non avevo mai commesso. E’ stato il Tenente Cilluffo della Guardia di Finanza di Agrigento, nello scrivere la nota prot. n° 192/UG/5442 sched del 02/05/1995. Vedi pagina 92 cartella n° 2.
Ad accreditare di più la mia tesi che i tre summentovati taglia teste ordirono un complotto ai miei danni. E in data 15/02/95 si fecero firmare dallo strano ed indecifrabile personaggio Stefano Dambruoso la su indicata ordinanza di perquisizione della mia abitazione ed ha aperto i due già citati fascicoli n° 57/95/RG Mod. 21 F. e n° 204/95 RG Mod. 45. Vedi cartella 2; Che in data 18/11/03, il Leto, la Galluzzo, il Vaiarelli e forse anche lo Spoto Stefano, ordirono un altro complotto ai miei danni; E che i giudici tributari sono una sorta di partigiani che non sanno cosa significhi l’imparzialità, la legalità e trasparenza. E’ stato il Generale delle Fiamme Gialle B. Cosimo Sasso, Comandante Regione Sicilia. Che ha adottato il proverbio che dice: Il gatto si mangiò il topo perché si era mangiato il formaggio; il cane si mangiò il gatto perché si era mangiato il topo; Ma il cane non mangia cane, perché cane non mangia cane. Cioè, il ladro mangia il ladruncolo, la legge mangia il ladro. Ma la legge non mangia le persone oneste che osservano la legge. E nella Sua nota n° 9575/262 prot. non ha proferito parola alcuna su di me. Ed ha invece, incaricato il Colonnello Conti del Comando Compagnia Guardia di Finanza di Agrigento di prendere contatti con l’A.G competente, per le valutazioni della portata delle affermazioni scritte nella documentazione in essa contenuta, per le eventuali iniziative di competenza.
Il prefato Colonnello, nella sua nota 2801/OPER/262 di prot. del 05/02/04, indirizzata alla Procura di Agrigento scrive: Dal contenuto della relazione e degli allegati in essa contenuti richiamati si evince che l’esponente Giacomo Sanfilippo, ha già corrisposto con codesta Procura della Repubblica. Quanto sopra affinché la S.V. possa valutare l’eventuale rilevanza penale delle affermazioni dell’esponente nei confronti dei militari e del Corpo della Guardia di Finanza.
Nella seconda nota n° 17599/OPER/262 di prot. datata 14/06/2004 il Colonnello scrive: Con riferimento alla relazione redatta dall’Agenzia delle Entrate di Palermo, inviata a codesta Procura della Repubblica con nota indicata a seguito – di cui per ogni buon fine si allega copia – ed al fine di aderire ad analoga richiesta da parte del superiore Comando Regionale Sicilia della Guardia di Finanza di Palermo, prego valutare la possibilità di far conoscere le decisioni assunte in merito all’eventuale rilevanza penale delle affermazioni dell’esponente (Sanfilippo Giacomo) nei confronti dei militari del Corpo della Guardia di Finanza. Vedi pagine 16 – 19 cartella n°4.
A castrarsi da soli sono stati: L’Ispettore di P.G. aliquota Polizia di Stato Angelo Cascino, che per coprire il complotto orditomi dai tre taglia teste già nominati e quello orditomi dai Funzionari della Agenzia delle Entrate di Agrigento già nominati, ha occultato la dicitura risultate nella pagina 15 e in altre pagine. E quanto si legge negli allegati 7, 8, 9, 10, 11 e in altre pagine della relazione del Vaiarelli Salvatore. Vedi sottocartelle 1 e 5 cartella 6.
Il Procuratore capo Ignazio De Francisci per avere letto il libro denuncia CAINI PER VIRTU’ FAVARA 2 e la documentazione trascritta nel Giugno 2002 dalla PG. E, riconosciuto le gravità commesse dall’ingiurioso e diffamatore Maresciallo dei CC Epifanio Giordano e quelle dei vili militari della Guardia di Finanza di Agrigento: Migliori, Falsone e Garziano. Quest’ultimo reo confesso. Non rinvia a giudizio i quattro personaggi pericolosi per loro e per gli altri, da me querelati, si erse a paladino – capopopolo in loro favore e invia per legittima suspicione il fascicolo n° 2095/01 RG MOD. 45 alla Procura di Caltanissetta.
Per avere incamerato le note con gli allegati del Colonnello Conti già citate senza avere aperto un fascicolo introducendoli poi, nel fascicolo n° 3031/04 RG Mod 44. Commettendo il gravissimo errore nell’usare tale documentazione contro di me e lasciarla dentro il fascicolo. Che invece, andava tenuta nascosta negli armadi degli scheletri o addirittura distrutta col trita carta per non arrivare nelle mie mani.
Per avere fatto archiviare il fascicolo n° 2951/06 RG Mod. 44 al PM Laura Cameli senza che avesse eseguito indagine alcuna.
Per avere aperto il fascicolo n° 834/08/ RG Mod. 21 a fronte della querela sporta per diffamazione nei miei confronti dai due SPIETATI MARAMALDI Leto Pietro Pasquale e Spoto Stefano in data 11/01/08. Archiviata e non opposta dai succitati SPIETATI MARAMALDI.
Se invece, non si fosse eretto a paladino – capopopolo in favore dei quattro succitati nominativi e man mano degli altri che avevano senza dubbio alcuno offeso e maltrattato la legge, ed avesse dichiarato improcedibile la su citata querela. Io e la mia famiglia non ci saremmo trovati umiliati da chicchessia, né mi sarebbero sopraggiunti i due infarti cardiaci, né mi sarei trovato in queste pessime condizioni finanziarie. Né il Ministero dell’Economia e delle Finanze, si sarebbe ritrovato a dover pagare a me esponente la somma di € 7.500.000,00 più interessi maturati dal 07/06/2010 alla data di soddisfo a titolo di risarcimento danni. Con avvertimento, che se entro 60 giorni della data di ricezione dell’ultimo avviso di pagamento del 25/09/2012, del quale, ho ricevuto avviso di ricezione postale che porta la data 28/09/2012 , non abbia provveduto al pagamento di dette somme, mi vedo costretto, mio malgrado, a dare incarico al mio legale per il sequestro del palazzo della Agenzia delle Entrate di Agrigento e dei conti correnti ad essa intestati. E dei conto correnti del Ministero dell’Economia e delle Finanze Roma. E per altre cose che si leggono nell’oggetto dell’ultimo avviso di pagamento. Né gli implicati in questa faccenda di faccendieri disonesti si sarebbero trovati a dover essere rinviati a giudizio per i reati loro commessi e a dover subire delle azioni disciplinari dalla Corte dei Conti. Vedi sottocartelle 8 e 13 cartella 6. E cartella 14.
Il PM Caterina Salusti perché era conscio che nella pagina 15 della trascrizione della Procura di Agrigento esisteva quella dicitura. E conscio era che su quella documentazione depositata in due date diverse dal Colonnello Giuseppe Conti non si era aperto un fascicolo, ed ha archiviato il fascicolo 3031/04 RG mod. 44, commettendo anch’essa l’errore di farmi trovare nel fascicolo la compromettente documentazione del dott. Mazzarelli; del Generale B Cosimo Sasso e del Colonnello Giuseppe Conti.
Il PM Laura Cameli, perché aveva agli atti, anche il libro denuncia IGNOMINIE EPOCALI VOL I pubblicato in data 04/03/2006 e archiviò il fascicolo n° 2951/06 RG Mod. 44 senza avere eseguito indagine alcuna, poggiando l’archiviazione sulle querele già archiviate.
E’ lapalissiano, che se il su citato PM riteneva che la richiesta di archiviazione del PM Salusti e il provvedimento emesso dal GIP Walter Carlisi rientravano nella legalità e trasparenza, di certo non sottoscriveva questa piatta richiesta di archiviazione priva della firma del Procuratore Capo. Ma doveva smentire nella maniera più assoluta i miei scritti ed emetteva due provvedimenti, uno, volto al ritiro dalla vendita il su citato libro denuncia, e l’altro, volto all’oscuramento del Sito Internet che si legge in intestazione, e doveva iscrivermi senza indugio alcuno nel registro delle notizie di reato con l’accusa di false pubblicazioni e per vilipendio verso le Istituzioni. Che poi, non sarebbe stato compito suo. Ma dal Procuratore Ignazio De Francisci; dal PM Caterina Salusti e dal GIP Walter Carlisi, che sono i protagonisti di questa nuova pubblicazione del su citato libro denuncia. Per cui, il suo disperato tentativo di far rimanere ancora una volta tutto allo stallo non ha funzionato. Per ciò, ho dovuto informare il Ministro della Giustizia Clemente Mastella. Che, come gli altri non ha preso alcun provvedimento.
Il G.I.P. Walter Carlisi che ha fatto propria la richiesta di archiviazione del P.M. Salusti.
Ed ha fatto anche propria la piatta richiesta di archiviazione del PM Cameli e l’ha archiviate.
I dirigenti della SERIT – Agrigento che non hanno dato importanza alle mie denunce ed hanno continuato ad iscrivere più ipoteche sui miei beni immobili e più fermi amministrativo sui miei beni mobili, allo scopo di coprire le malefatte commesse della Agenzia delle Entrate di Agrigento che su una serie di Sentenze illegittime ed incostituzionale emesse da un esercito di giudici con nani cervelli, alcuni dei quali, come già detto, sono stati querelati presso codesta Procura, hanno emesso una caterva di cartelle di pagamento. Le cui cartelle sono state tutte da me contestate.
Conseguentemente a questi personaggi di dubbia personalità e professionalità appartenenti a vari Istituzioni d’Italia si sono castrati: 26 menbri del CSM. Il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, che ha la funzione di Primo Magistrato d’Italia, Presidente di tutti gli italiani anche di quelli residenti all’estero, Presidente del CSM e garante della Costituzione d’Italia. Il Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi; Il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi; Il Presidente del Consiglio Romano Prodi; Il Ministro della Giustizia Clemente Mastella; Il Ministro delle Infrastrutture Antonio Di Pietro; Il Ministro Scajola; Il Ministri dell’Economia e delle Finanze Giulio Tremonti e Tommaso Padoa Schioppa. Per i nominativi e per il GIORNALE LA VOCE CHE TUONA pubblicato il 08/02/08. Vedi Cartelle 7 e 14.
TRE SONO STATI I CAVALLI DI TROIA:
Luigi Pirrera, alias u chiovu da naca (Caduto vittima della lupara bianca nel Marzo 2011), che sotto registrazione svelò le magagne adoperate nei miei confronti, le quale, si leggono nei libri denuncia CAINI PER VIRTU’ FAVARA 2 pubblicato nel settembre 2001 e IGNOMINIE EPOCALI VOL I pubblicato nel Marzo 2006.
Il Tenente Gaspare Cilluffo, che a pagina 3 della sua relazione ha dichiarato che gli operanti non disponevano né dispongono di nessun elemento certo. E queste ultime operazioni, come si evince dall’allegato 3 (verbale delle operazioni compiute a carico di Sanfilippo Michele) non hanno evidenziato situazioni tali da dover essere fatti oggetto di menzione in questa trattazione.
Il Maresciallo già Brigadiere Garziano Rosario della Guardia di Finanza di Agrigento, che sotto registrazione confessò: Che la verifica fiscale eseguita sulla mia movimentazione bancaria altro non era che una sorta di giro banca; Che non c’era nulla e poi nulla ai fini fiscali; Che l’Autorità Giudiziaria non potendomi incastrare per altre cose mi ha voluto incastrare per il fatto…; Che non si poteva rifiutare di firmare il PVC perché era un militare; Che fu l’ignobile capitano Fabio Migliori a ordinare al capopattuglia Maresciallo M. Falsone Nino di camuffare numeri e verità nei miei confronti. E di tralasciare glintrallazzisti favaresi che fanno fatture false dalla mattina alla sera per rovinare: me, la mia famiglia e tutti coloro i quali si andarono accorpando in questo colossale complotto politico – Giudiziario nei mie confronti. Senza alcun precedente.
E il Procurato Ignazio De Francisci, che come già detto, tramite: Il mio libro denuncia CAINI PER VIRTU’ FAVARA 2; La trascrizione dell’audio-cassetta tra me e il reo confesso Garziano Rosario; La video-cassetta dell’intervista televisiva NUOVE OPINOINI di TELEACRAS; Il mio libro denuncia IGNOMINIE EPOCALI VOL I, era a piena conoscenza di tutte queste scelleratezze commesse da più uomini delle Forze dell’Ordine di diverse Istituzioni, ai miei danni.
Sapendo: Che i castelli costruiti senza fondamenta sono destinati a cadere; Che chi mente anche se non scoperto, ha la punizione in se medesimo; Che se scoperto, come nelle fattispecie, trascina nel suo baratro tutti coloro i quali avevano infangato la legge; Che a se stesso prepara mali l’uomo che ad atri prepara mali; Che il cattivo consiglio è pernicioso allo stesso consigliere; Che la dignità all’uomo non si può togliere con la prepotenza, perché la giustizia al termine del suo corso vince la prepotenza. Come in effetti, il Giudice Maria Agnello del Tribunale penale d’Agrigento, su intervento della Suprema Corte di Cassazione ha dovuto riconoscere i propri errori – orrori commessi nell’emettere l’arbitraria Sentenza n° 259/96 e in data 16/03/2001 l’ha revocata. Vedi cartelle 3.
Ha fatto lo gnome. E, anziché dichiarare improcedibile la querela dei due SPIETATI MARAMALDI, Leto e Spoto, sporta per diffamazione nei miei confronti, a fronte della quattordicesima lettera inviata allo SPIETATO MARAMALDO Leto Pietro Pasquale. Peraltro, in data 08/02/2008 venne pubblicata per intero nell’ultima colonna della pagina 4 del GIORNALE LA VOCE CHE TUONA. Ha aperto il fascicolo n° 834/08/ RG Mod. 21.
Facendo implicare ulteriori NOTABLI. Quali: La Rocca Giuseppe Direttore pro tempore della Agenzia delle Entrate di Agrigento; Attilio Befera Direttore Generale delle Agenzie delle Entrate d’Italia e di EQUITALIA; Il Direttore delle Agenzie ed Enti della fiscalità Roma; Il Presidente del Consiglio e Ministro dell’Economia e delle Finanze Mario Monti. Che, come gli altri, della legge uguale per tutti, d’un uso hanno fatto un abuso.
Quest’ultimo, come da copia documento n° DICA – 0007339 – p – 27/03/2012 inviatomi per conoscenza in data 27/03/2012, si interessò ad inviare al direttore delle Agenzie delle Entrate d’Italia e di EQUITALIA, Attilio Befera, la documentazione inerente all’Ulteriore diffida del 31/01/2012. Nella quale si legge: Si trasmette copia della lettera inviata anche alla Presidenza del Consiglio dei Ministri dal nominato in oggetto, pregando codesto Ufficio di fornire allo scrivente elementi informativi sulla vicenda esposta.
IL COORDINATORE DEL SERVIZIO
DOTT. SSA MARIA PATRIZIA CAMPANELLA.
In data 18/07/2012 mi arrivò a mezzo pasta la comunicazione che il Presidente del Consiglio e Ministro Mario Monti ha trasmesso la documentazione alla Direzione Agenzie ed Enti della fiscalità Piazza Mastai 11 Roma. Nella quale si legge: Istanza di richiesta di pagamento e cancellazione dal registro degli evasori fiscali. Si trasmette a codesta Direzione per le valutazioni di competenza la nota qui pervenuta, indirizzata dalla persona che legge per conoscenza al Presidente del Consiglio dei Ministri, con accluso il relativo carteggio. Vedi file 11 cartella 7.
IL COORDINATORE DELL’UFFICIO
CON. ANNA GARGANO
Il dott. Befera Attilio è stato querelato presso codesta Procura in data 03/07/2012 per inadempienza professionale.
Il direttore pro tempore della Direzione Agenzie ed Enti della Fiscalità Roma, è stato querelato presso codesta Procura in data 27/09/2012 per inadempienza professionale.
Oggi, 05/12/2012 formulo ufficialmente querela per inadempienza professionale nei confronti del Presidente del Consiglio dei Ministri e Ministro dell’Economia e delle Finanze Mario Monti.
In virtù di quanto sopra, voglia codesta Procura concludere le indagini riconoscendo gli errori – orrori commessi dai Magistrati di codesta Procura, sia prima di essere capitanata dal dott. Ignazio De Francisci, che durante la sua dirigenza. E rimandare a giudizio: il dott. La Rocca Giuseppe e il dott. Spoto Stefano per i reati loro commessi e a tutti gli implicati in questa faccenda di faccendieri disonesti che hanno offeso ed infangato la GIUSTIZIA.
E in virtù delle inadempienze professionale, occultamenti e omissioni di atti d’ufficio da parte del Dott. Befera Attilio e del Direttore della Direzione ed Enti della Fiscalità di Roma; del Presidente del Consiglio e Ministro dell’Economia e delle Finanze, Mario Monti, che, come richiesto avrebbero dovuto elargire le sotto indicate somme richieste e inviare una nota informativa con allegata documentazione alla Corte dei Conti che avrebbe provveduto disciplinare i 26 nominativi che si leggono nella intimazione di pagamento ecc. ecc. al Presidente e Ministro Mario Monti. Vedi copia allegata nell’esposto denuncia del 03/07/2012, e delle inadempienze professionali commesse da tutti gli implicati in questa iniqua storia che per lunghi 18 anni e mezzo hanno combattuto contro un mulino a vento. Emettere un provvedimento con effetto immediato: Per il pagamento della somma di € 7.500.000.00 più interessi maturati dal 07/06/2010 alla data di soddisfo; Per la cancellazione del mio nominativo dalle liste degli evasori fiscali; Per la cancellazione delle ipoteche sui miei beni immobili e per cancellazione del fermo amministrativo sui miei beni mobili, emessi abusivamente dalla Agenzia delle Entrate di Agrigento. Con la complicità della SERIT – Agrigento.
Nel caso in cui per i Magistrati: Stefano Dambruoso; Caterina Salusti; Laura Cameli; Ignazio De Francisci. Coinvolti in questa iniqua storia. Codesta Procura decidesse di inviare per legittima suspicione il fascicolo in oggetto, presso la Procura di Caltanissetta, la quale, è chiamata solo sui fatti sussumibili in precise fattispecie di reati ascrivibili a Magistrati. Non faccia come il Procuratore Ignazio De Francisci e il Procuratore aggiunto Claudio Corselli che hanno inviato il su citato fascicolo N°2095/01 RG Mod. 45 e non hanno rimandato a giudizio i quattro personaggi pericolosi per loro e per gli altri già citati.
Per la nota informativa del Maresciallo Giordano Epifanio, vedi cartella n° 1.
Per il PVC della Guardia di Finanza di Agrigento, vedi cartella n° 2.
Per le Sentenze penali, vedi cartella n° 3.
Per la relazione Vaiarelli e note Mazzarelli; G. di F. di (AG) e di (PA), vedi cartella n°4.
Per le Sentenze Tributarie, vedi cartella n° 5.
Per le querele, vedi cartella n° 6.
Per la documentazione inviata ai presidenti e Ministri d’Italia, vedi cartella n° 7.
Per la documentazione inviata alla Agenzia delle Entrate di Agrigento, vedi cartella n°8.
Per la documentazione inviata alla Agenzia delle Entrate di Palermo, vedi cartella n° 9.
Per la documentazione inviata alla SERIT di Agrigento, vedi cartella 10.
Per la documentazione inviata e ricevuta dal CSM, vedi cartella n° 11.
Per la documentazione inviata alla Procura di Agrigento, Palermo e Firenze, vedi cartella 12.
Per le Prefetture di Agrigento e Firenze, vedi cartella n° 13.
Per le pubblicazioni libri e giornali, vedi cartella n° 14. Del CD in allegato.
Copia della presente sarà inviata senza C.D.R. alla Tenenza di Favara per svolgere ulteriori indagini di competenza Se lo riterrò opportuno.
Allo STAFF DIREZIONE SEGRETERIA /AFFARI GENERALI PALERMO. In persona del Procuratore Sebastiano Padovani, che dal 08/10/2012 ad oggi non ho ricevuto alcuna risposta dell’avvenuta cancellazione delle ipoteche emesse sui miei beni immobili e il fermo amministrativo sui miei beni mobili. Né mi ha chiesto scuse per la leggerezza commessa.
E sarà pubblicata sul Sito in intestazione e inviata ove l’esponente riterrà opportuno.
Con il riserbo di depositare ulteriori documenti.
E con facoltà di pubblicare ed inviare documentazione di specie dove riterrà opportuno.
Resta a disposizione di codesta Procura per qualsiasi chiarimento in merito.
Allegati:
uno CD – R denominato IGNOMINIE EPOCALI DACUMENTI GENERALI. Dimensione su disco: 296. MB (310.550.528 byte). Contenuto: 161 File, 30 cartelle. Attributi solo lettura.
Nessuna immagine come nei precedenti CD – R e DVD già in possesso di codesta Procura.
Copia lettera denuncia del 23/03/09 inviata per conoscenza alla dirigenza della SERIT Agrigento, non evidenziata nei precedenti documenti per il motivo che, la cartolina di ricezione postale si trovava fuori posto.
Favara, li 05/12/2012.
Giacomo Sanfilippo
Giacomo Sanfilippo
GIACOMO SANFILIPPO Favara, li 04/02/04
EDITORE
C/DA BAGLI 53, 92026 FAVARA
ILLUSTRISSIMO DOTT. LETO
DIRETTORE GENERALE
DELLE ENTRATE DI
AGRIGENTO
E.P.C
ALLA SPETTABILE MONTEPASCHI SE.RI.T.
SETTORE PROCEDURE ESECUTIVE
CONCESSIONE DI AGRIGENTO
OGGETTO: richiesta cancellazione ipoteca: fascicolo N° 6056/2003
Mi riferisco alla mia nota del 25/10/03, con la quale, in virtù della trascrizione fatta eseguire dalla polizia giudiziaria di Agrigento, su ordine del Sostituto Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Agrigento, dott. Carmine Oliveri, chiedevo alla S.V. di farmi recapitare a stretto giro di posta l’esonero richiesto a suo tempo al dott. Spoto;
firmare il provvedimento per l’annullamento delle Sentenze già emesse dalla Onorevole Commissione Tributaria Provinciale di Agrigento e appellati presso l’Onorevole Commissione Tributaria Regionale di Palermo e l’esonero delle cartelle di pagamento messe abusivamente a ruolo da Codesto Ufficio, inerenti a questo famigerato caso.
A ciò, aggiungo: di assumersi l’onere di far cancellare a stretto giro di posta le ipoteche già iscritte in favore della MONTEPASCHI SE. RI. T. e riportare tutto alla originaria dignità.
Alla presente si allegano:
N° due fotocopie dalla MONTEPASCHI SE. RI. T.
Sicuro di un Suo interessamento, porgo distinti saluti.
Giacomo Sanfilippo
Giacomo Sanfilippo
GIACOMO SANFILIPPO
EDITORE
C/da BAGLI 53, 92026 FAVARA (AG)
Tel. 0922.32115 – Cell. 347.6862733
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ALLA SPETTABILE
MONTEPASCHI SE.RI.T.
SERVIZIO RISCOSSIONE TRIBUTI SPA
CONCESSIONE DI AGRIGENTO
OGGETTO: richiesta di attestato del numero della mappa di zona e del numero di particella a cui si riferisce il presente fascicolo 9767/2006/EST del 24/05/06, dal quale non si evince, né il numero di mappa, né il numero di particella.
Il sottoscritto Giacomo Sanfilippo nato il 24/01/1941 a Favara ivi residente in contrada bagli 53, fa riferimento alla Vostra già citata nota e,
CHIEDE
Che gli venga rilasciato l’attestato di cui sopra onde favorire una buona visione dei fatti e della procedura eseguita abusivamente da parte dell’Ufficio delle Entrate di Agrigento, cui autorizzò codesto spettabile servizio riscossione tributi ad iscrivere ipoteca sugli immobili di mia pertinenza, riguardante: questa e l’altra ingiusta ipoteca iscritta al fascicolo numero 6056/2003, come da Vostra nota del 28/01/04, della quale, al Leto Pietro Pasquale, gli fu chiesto la cancellazione di detta ipoteca e, u patruni du pastificiu in persona di Leto Pietro Pasquale ch’era sotto copertura dell’opportuno Vaiarelli Salvatore, il 05/03/04 ribadisce che le iscrizioni a ruolo operate dall’Ufficio, con riferimento agli avvisi di accertamento emessi, sono pienamente legittimi. Atteso che gli articoli 15 del D.P.R. 602 e 68 del D. lgs 546/92 espressamente consentono la riscossione provvisoria delle maggiori imposte accertate e dei relativi interessi in pendenza di giudizio.
Oggi, non solo l’odierno abusatore di potere, Leto Pietro Pasquale, non si dimette dai propri incarichi unitamente ai suoi complici cui gli ha fatto da para culo, ma fa iscrivere ulteriore ipoteca su immobili, peraltro, non identificabili come nella fattispecie.
Allegati:
copia della nota del 04/02/04, indirizzata al Leto Pietro Pasquale e per conoscenza a codesto spettabile Ufficio;
copia della nota del 09/05/06, indirizzata Leto Pietro Pasquale;
copia della nota del 09/05/06, indirizzata allo Spettabile Ufficio Direzione Regionale della Sicilia Ufficio Fiscalità – Palermo.
Ciò è quanto le dovevo.
Distinti saluti.
Favara, li 31/05/06.
Giacomo Sanfilippo
Giacomo Sanfilippo
GIACOMO SANFILIPPO
EDITORE
C/da BAGLI 53, 92026 FAVARA (AG)
Tel. 0922.32115 – Cell. 347.6862733
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E.mail: info@sanfilippo-editore.it
ALLA SPETTABILE
MONTEPASCHI SE.RI.T.
SERVIZIO RISCOSSIONE TRIBUTI SPA
CONCESSIONE DI AGRIGENTO
OGGETTO: trasmissione lettera.
Il sottoscritto Giacomo Sanfilippo nato il 24/01/1941 a Favara ed ivi residente in contrada Bali 53, invia copia della lettera indirizzata a Leto Pietro Pasquale dell’Ufficio delle Entrate di Agrigento.
Alla presente si allega:
una copia della nota del 03/06/06.
Ciò, è quanto le dovevo
Distinti saluti GIACOMO SANFILIPPO
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CONCESSIONE DI AGRIGENTO
OGGETTO: trasmissione lettera.
Il sottoscritto Giacomo Sanfilippo nato il 24/01/1941 a Favara ed ivi residente in contrada Bali 53, invia copia della lettera indirizzata a Leto Pietro Pasquale dell’Ufficio delle Entrate di Agrigento.
Alla presente si allega:
una copia della nota del 03/06/06.
Ciò, è quanto le dovevo
Distinti saluti
Favara, li 03/06/06.
Giacomo Sanfilippo
Favara, li 03/06/06.
Giacomo Sanfilippo
Giacomo Sanfilippo
GIACOMO SANFILIPPO
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IN PERSONA DELLA DOTT. SSA
ORSOLA TESTA
OGGETTO: richiesta cancellazione iscrizione ipotecaria.
Il sottoscritto Giacomo Sanfilippo, nato il 24/01/1941 a Favara, ed ivi residente in contrada Bagli 53, in forza della documentazione già in Vostro possesso dal Febbraio 2004, del Giugno 2006 e di quest’altra in allegato,
CHIEDE
La cancellazione dell’iscrizione di ipoteca pendente in danno degli immobili di mia proprietà, giacché la somma di Euro 141.188,27 appare essere ingiustamente ed illecitamente pretesa dalla Agenzia delle Entrate di Agrigento.
Per quanto sopra vorrà, la SV. fare chiarezza sul miscuglio di uomini di diversi ceti sociali che per coprire gli ORRORI attestati su un PVC stilato da un Ufficiale e due sott’Ufficiali della Guardia di Finanza di Agrigento, si sono accaniti sulla mia umile persona.
Nel caso in cui dovesse presentarsi impedimento ad opera del precitato Ufficio, sarà compito strettamente Vostro documentarlo entro e non oltre 30 giorni dalla data di ricezione della presente lettera.
Si precisa che, trascorso infruttuosamente tale termine, mi vedrò costretto, mio malgrado, ad inoltrare relativa documentazione alla D. d. A. di Palermo, alla quale e stato già chiesto di indagare nei confronti dei 14 signori già denunciati per abuso di potere e di complotto a mio danno, 11 dei quali, appartengono al summenzionato Ufficio delle Entrate di Agrigento e tre, come già detto, sono militari appartenenti al Comando Compagnia Guardia di Finanza di Agrigento, qualora dovesse verificarsi anche VS inadempimento, pertanto, provvederò a darne relativa comunicazione alla predetta Autorità Giudiziaria, attestando il vostro scarso, o mancato interessamento a portare a chiara luce tutte queste malefatte, che non solo hanno portato me in questo madornale esizio, ma hanno portato in seri discussioni codesta Spettabile MONTEPASCHI SE.RI.T. SEDE DI AGRIGENTO.
Alla presente si allaga:
• copia della lettera del 10/06/06 indirizzata a Leto Pietro Pasquale dell’Ufficio delle Entrate di Agrigento;
• copia della denuncia indirizzata alla Spettabile D. d. A. di Palermo.
In attesa di Vostro positivo riscontro, si porgono
Distinti saluti.
Favara, li 10/06/06.
Giacomo Sanfilippo
Giacomo Sanfilippo
GIACOMO SANFILIPPO
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IN PERSONA DEL DOTT. CORONELLA SALVATORE
OGGETTO: risposta alla Vostra lettera – preavviso del 24/10/06. Pervenuto il 14/11/06.
Il sottoscritto Giacomo Sanfilippo, nato il 24/01/1941 a Favara ed ivi residente in contrada Bagli 53, facendo seguito alle lettere del: 04/02/04 – 31/05/06 – 31/05/06 — 03/06/06 – 10/06/06, tendenti a spiegare che le somme vantate nei suoi confronti, dall’Agenzia delle Entrate, diretta dal Leto Pietro Pasquale sono illegittime, in quanto, sono frutto della fantasia e delle cattiverie adoperate dai verificatori di dubbia fama:
• Migliori Fabio, Capitano;
• Falsone Nino, Maresciallo M.;
• Garziano Rosario, Maresciallo, già Brigadiere, tutti assegnati al Comando Compagnia Guardia di Finanza di Agrigento, più volte denunciati per abuso di potere e complotto adoperato nei confronti dello scrivente.
Vedi denuncia già prodotta con lettera del 10/06/06.
E, a quanto pare, a codesta esattoria gliene importa meno d’un fico secco:
• delle rimostranze;
• delle denunce che lo scrivente ha sporto nei confronti di questo marciume di uomini annidacchiati all’interno di varie Istituzioni, peraltro, pubblicate sul libro denuncia IGNOMIE EPOCALI VOL I, il 04/03/06;
• della ulteriore denuncia sporta per abuso di potere e complotto già in Vostro possesso, e che, si legge anche sul sito Internet di cui sopra;
• della perdita della morale;
• degli infarti cardiaci;
• delle spese sostenute per la difesa delle false accuse mossogli;
• della perdita economica ecc. ecc. subiti a causa di questo miscuglio di gentaglia viscida e malfamata, che prepotentemente continua a perseguitare lo scrivente, senza tregua alcuna, mediante l’inutile minaccia di iscrivere ipoteca a uno spezzone di terreno che vale meno di 300 Euro e del fermo amministrato su delle autovetture che non valgono più di 1000 Euro, senza alcun supporto di logica.
Ma veramente vi siete imposti la parola, vincere, vincere, vincere? Vincere sul braccio fa l’uomo forte, vincere sul petto fa l’uomo valoroso, ma vincere con la prepotenza ve lo dovete togliere dalla testa. Cioè, pretendere le somme degli evasori è una cosa che anch’io condivido, ma estorcere il danaro con la prepotenza alle persone estranee ai fatti, come nella fattispecie, è pirateria bella e buona.
Che codesta esattoria si adoperi o no, sappiate che esporrò denuncia nei Vostri confronti:
• per minaccia di fermo amministrativo;
• per appropriazione indebita dell’art. 6 DM del 07/09/98 n° 503, in quanto, è stato soppresso con Sentenza pubblicata su Italia Oggi, il 23/11/02;
• per complicità e sostegno di una ignobile causata sostenuta dall’Agenzia delle Entrate in questione nei confronti dello scrivente.
Copia della presente verrà inviata alle Autorità competenti
Alla presente si allega:
• una copia della lettera del 12/10/06 indirizzata al Leto Pietro Pasquale;
• una copia della lettera del 12/10/06 indirizzata al Ministro dell’economia Tommaso Padoa Schioppa;
• una copia della lettera del 21/11/06 indirizzata al Leto Pietro Pasquale;
• una copia della Sentenza del 23/11/2002;
• una copia del documento di invalidità civile.
Ciò, è quanto Le dovevo.
Favara, li 21/11/06.
Giacomo Sanfilippo
Giacomo Sanfilippo
GIACOMO SANFILIPPO
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ALLA SPETTABILE DIREZIONE
DELL’AGENZIA DELLE ENTRATE DI
92100 AGRIGENTO
IN PERSONA DI LETO PIETRO PASQUALE
E P C
ALLA SPETTABILE MONTEPASHI SERIT
92110 AGRIGENTO
Oggetto: il secchio e la corda. Chi fa da secchio, l’incriminata Agenzia delle Entrate del capoluogo agrigentino, o l’incriminata esattoria di Agrigento?
Il sottoscritto Giacomo Sanfilippo, nato il 24/01/1941 a Favara ed ivi residente in contrada Bagli 53, facendo riferimento alla lettera del 18/12/06 e alla nuova cartella di pagamento n° 29129120060017295047000 di Euro 44.603,54 notificatomi da parte del comune di Favara il 20/12/06, che va ad aggiungersi alla precedente somma, opposta senza indugio alcuno, con lettera del 21/11/06 e del 18/12/06 di Euro 200767,13, la invita a pagare la complessiva somma di Euro 245.370,67, chiestomi abusivamente da parte della “Sua Signoria”. Con l’aggiunta delle minacce da parte della esattoria di Agrigento.
Trovi un attimo di serenità e prenda nota della precedente lettera del 18/12/06, perché ogni cartella di pagamento che mi arriva, può farmi solo una pippa, mentre invece, aggrava di più la Sua dannata pozione. “Per cui, non faccia lo gnorri, né u misabuli e nsurtusu, picchì un ci nesci nenti pa atta”. Oramai, le cose le ha portato allo sfacelo e la mia Signoria non Le permetterà di usufruire di nessun privilegio. Per cui si metta l’anima in pace e vada a pagare la suddetta somma e cerchi di fermare questo treno carico di uomini vanagloriosi, tra i quali, ne fa parte la “Signoria Vostra Illustrissima”. Perché più avanti va più si impantana.
Unita alla presente viene trasmessa copia della lettera del 18/12/06 alla MONTEPASCHI SE.RI. T. SEDE – AGRIGENTO.
Ciò, è quanto Le dovevo.
Favara, li 21/12/06.
Giacomo Sanfilippo
Giacomo Sanfilippo
GIACOMO SANFILIPPO
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Opera pubblicata IGNOMINIE EPOCALI VOL. I
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AL SIGNOR DIRETTORE GENERALE
DELL’AGENZIA DELLE ENTRATE
DI 92100 AGRIGENTO
PC
ALLA SPETTABILE SERITI – SEDE
DI 92100 AGRIGENTO
P. C
ALLA SPETTABILE PROCURA
DI 92100 AGRIGENTO
DA INTEGRARE AL FASCICOLO 1460/08/45
Oggetto: né carne, né pesce.
Dott. Leto Pietro Pasquale se così ancora si possa chiamare.
Il sottoscritto Giacomo Sanfilippo nato il 24/01/1941 a Favara ed ivi residente in contrada Bagli 53, con la presente che richiama le altre 16 lettere, intende ripercorrere la maledetta tratta iniziata nel lontano Ottobre del 2003. Data in cui, “vossignoria” è succeduto al Giorgio Verdicci, il quale, prima di lasciare il posto di direttore generale di codesta Agenzia delle Entrate, gli confidò che aveva commesso un gravissimo errore, consistente nell’aver accertato nei miei confronti l’evasione fiscale per gli anni di Imposta 1994 e 1995 che erano ancora nei termini della presentazione dei redditi, e lui, anziché invalidare l’incriminato PVC stilato dai millantatori di chiaro stampo, i cui nominativi si riferiscono a: Fabio Migliori, Capitano; Nino Falsone, Maresciallo M.; Garziano Rosario Brigadiere, tutti appartenenti al Comando Compagnia Guardia di Finanza di Agrigento. Perciò, lo ha pregato di fargli da paraculo.
E “vossignoria”, in virtù di quanto testé raccomandato da “quest’incapace di intendere e volere”, come lo è stato il mio compaesano Giuseppe Vetro, quando, nel “96 e nel “98 accertò nei miei confronti l’evasione fiscale per gli anni “92 e “93, senza accorgersi che gli importi riportati sul PVC erano stati manipolati dai su citati militari delle Fiamme Gialle, per coprire gli errori commessi da quegli individui di malafede, studiò, che doveva tralasciare la sua investitura di sbirro, e con essa, la strada della Giustizia, imboccando la strada della malandrineria, e da don “nuddru ammiscatu cu mancu lischi, com’era” si mise a rimestare nella sua testa piena di machiavellici pensieri finché trovò la via, secondo la quale era lecito ricorrere ad ogni illecito mezzo per conseguire lo scellerato patto stretto col Giorgio Verduci, che l’avrebbe portato ad una vittoria nel salvare il culo agli implicati in questa faccenda di faccendieri disonesti e la faccia alla Agenzia delle Entrate incriminata, e nello stesso tempo arricchiva le casse dello Stato a mio danno.
Da Homo Sapiens – Sapiens = Homo Sapiente – Sapiente e di razza superiore come “vossignoria” si era stimato, si mise a tirare le fila alle marionette. Il primo ad essere manipolato e circuito, è stato l’Ispettore delle tasse Vaiarelli Salvatore e man mano gli altri, onde ottenere, come in effetti, ottenne, dalla Procura di Agrigento la tanta criticata archiviazione del caso, da cui deriva la pubblicazione del libro denuncia IGNOMINIE EPOCALI VOL I.
In virtù del quale, e in virtù della mancata replica da parte di tutti i nominati nei miei incontrovertibili scritti, principalmente, “vossignoria”, che non si è degnato nemmeno di rispondere alle mie numerose lettere, che confermavano di gran lunga superiore la reiterazione del reato da lei commesso e quello degli altri implicati in questa iniqua storia, cade col culo per terra mentre corre con le sue “corte gambe” su un terreno da lei ricreduto pianeggiante e sicuro. Cioè, cadde senza alcuna possibilità di rialzarsi in piedi, nell’adottare lo sgravio alle due Sentenze ancor prima che la CTP di Agrigento fissasse la data delle due cause annullate col rinvio dalla CTR di Palermo, che, con Sentenze n° 43/20/05 e n° 44/20/05 annulla, le Sentenze 261 e n° 14/02, rimandandole indietro alla CTP di Agrigento Sezione 2, che aveva emesso le Sentenze prettamente tecniche, perché provvedesse ad emettere un provvedimento che indicasse la data della discussione in Camera di Consiglio per le due Sentenze annullate col rinvio. Trascinando con sé, una fiumana di gente che avevano perorato la sua maledetta causa che aveva sposato col Verduci Giorgio. Praticamente, ha dato prova significativa di essere “né carne né pesce”.
CIOE’:
• né “mafioso”, protetto da pseudo baroni della legge parlata laureati in “azzeccagarbugliogia” che da “don nuddru ammiscatu cu mancu lischi” don nessuno mescolato con niente com’era, lo facevano apparire un carismatico “malandrino”;
• né “sbirro”, protetto dall’apparato Tributario e da “pseudo baroni della legge scritta” che da “lanzata di cane”, vomito di cane com’era, lo facevano apparire un autentico “sbirro” solo ed esclusivamente per subissare la mia dignità e quella ella mia famiglia. Che, invece, sarebbe stato molto meglio sistemare le cose quel lontano Ottobre del 2003 quando abbiamo discusso per circa un’ora di questo anomalo caso. Vedi lettera di cui trattasi, alle pagine 179 – 180 del libro denuncia IGNOMINIE EPOCALI VOL I già pubblicato;
• ma, un vero e proprio quacquaraquà di mmirddazza fitusa, fatta a palluzzi tunni du “scrafagliu mmirdaru”, insetto stercorario ca tiniva ntesta, manifestatosi tale sin dalla tenerissima età, allorquando, accompagnato da figure adulte, vedendo per la prima volta il mare macchinò con la sua testolina che doveva scavare una fossa nella sabbia e col secchiello di cui disponeva avrebbe travasato l’acqua dal mare nella fossa fino a prosciugarlo. Ma, come lei sa, egregio Dott. Leto, tra virgolette, la dimensione della fossa è paragonabile alla dimensione del cervello dell’uomo che non può mai contenere tutti i dati degli avvenimenti che si susseguono l’uno dopo l’altro nel mondo. Mentre, invece, una mente come la sua che è nata per macchinare sciagure non si pone alcun limite e studia in continuo moto, come da sotto mentite spoglie della legalità e trasparenza emulare il maestro d’inganni Ulisse, ideatore del cavallo di legno che distrusse Troia, e l’empio Sinone suo collaboratore. Come effettivamente si comportò “vossignoria” dentro l’Aula del GIP quel lontano 13/07/05, che, essendo in possesso dei tre dispositivi di ordinanza emesse dalla CTR di Palermo, in due dei quali, si leggeva: che erano state annullate due Sentenze col rinvio, e sull’altro, si leggeva: che la CTR aveva rigettato il mio ricorso, e, per attirare in inganno il GIP Walter Carlisi e tutta l’opinione pubblica, si mise a sbandierare quest’ultimo dispositivo di ordinanza, anziché gli altri due che comprovavano la malafede commessa da lei e dagli altri nominativi richiamati nei miei incontrovertibili scritti. Devo dire che il suo esibizionismo è stato studiato millesimalmente. Bella la sua strategia. Gli avrei fatto i mie complimenti, se non fosse stato che tre giorni dopo avere pubblicato quel falso articolo sul giornale di Sicilia, convinto di avere fatto tombola, molto meschinamente diede disposizione ai suoi adepti, per lo sgravio di Euro 9.632,44, rispettivamente per l’atto di accertamento n°2000385-2000 anno 1994 e Euro 7.898,11, rispettivamente per avviso di accertamento MOD. 740 RJ01001402 anno 1994, senza aspettare che la CTP di Agrigento desse comunicazione della data di discussione delle cause in oggetto. Peraltro, non si è data tempestiva comunicazione dell’avvenuto sgravio a me, e credo anche, non gli si è data al concessionario SERIT – SEDE AGRIGENTO. Visto che non ho ricevuto nessuno incarto che attesti lo sgravio di cui trattasi neanche dal su citato concessionario;
• Come in effetti, hanno studiato da sotto mentite spoglie gli uomini delle Forze dell’Ordine;
• lei e il suo codazzo di adepti, li avete studiato da annidacchiati all’interno della Agenzia delle Entrate incriminata, travestendovi, come si suol dire, da Corebo, l’innamorato di Cassandra, figlia del gran re Priamo, che voleva portare aiuto al futuro suocero, e ai Troiani, consigliò d’indossare le armature dei Greci uccisi per ingannare il nemico. I Greci hanno riconosciuto che sotto quelle mentite spoglie c’erano soldati Troiani, e Corebo cade per primo. Gli altri, caddero sotto le armi degli stessi Troiani perché li ritenevano loro nemici. Praticamente, si sono ritrovati a combattere contro due fronti. Cioè, contro i loro compagni Troiani e contro i loro nemici Greci. Stessa sorte toccò a voi che avete perorato questa ingiusta causa;
• c’è chi studia da sotto le onorate Toghe;
• c’è chi si proclama vincitore di guerre combattute contro i fantasmi, come nella fattispecie, che avete sottovaluto l’avversario ed avete gridato vittoria prima che la nave arrivasse in porto, come avete dato ad intendere all’opinione pubblica che la vostra nave era arrivata indenne con quell’articolo di Giornale di Sicilia del 17/07/05 in cui si legge: Quel verbale non era falsificato. Archiviazione per tre finanzieri. Prosciolti i sott’Ufficiali Nino Falsone, Fabio Migliori, e Rosario Garziano e i dirigenti delle Entrate Pasquale Leto, Giorgio Verduci e Antonina Galluzzo.
Un fatto dunque, molto grave per lei e per i suoi burattini annidacchiati all’interno della incriminata Agenzia delle Entrate, trasformata da “vossignoria” a postribolo di gentaglia viscida e malfamata sin dall’Ottobre del 2003. Data in cui, non solo non ha voluto spegnere il fuoco dalla pentola “accertata vuota”, facendola bruciare assieme alle organizzate menzogne attestate “dai prima e dai dopo del subdolo Ispettore delle tasse Vaiarelli Salvatore”, con le quale, “vossignoria”, voleva estorcermi Euro 482.596,48, non ai fini propri, per cui ci sarebbe stata una affinità mafiosa o di sbirro, ma per impinguare illecitamente le casse dello Stato. Così, lei, “ghibellino di pessima specie” si sarebbe pavoneggiato “con chi di dovere”, che sono stato “futtutu e mazziatu” da una turba formata da: “delatori per e di comodo, i così detti spioni di paese; falsi teste fede; ignobili Funzionari delle Agenzie delle Entrate di Agrigento da “vossignoria” diretta; quelli di Palermo; e laureati in giurisprudenza opposti alla deontologia”.
Un misto dunque, di sfrenati arrivisti allignati con profonde radici nelle Istituzioni sbaragliati tragicamente dalle vostre lapalissiane empietà d’ogni sorta, lestofantiacamente attestate nei miei confronti. Che, confidando nella Magistratura, Giudici Penali e Tributari che si sono occupati di questo “iniquo caso”, quest’ultimi, calpestassero le più elementari regole deontologiche per condannarmi illecitamente e favorire i vostri sporchi intendi, ch’erano quelli di attestarvi il primato di calunniatori e immortalarvi nelle storiche vicissitudini, standovene a modo vostro, fuori dal malefico giuoco condotto ai miei danni, e pretendevate da costoro, che continuassero in “eterno” a rinnegare la loro etica professionale che costituisce la base essenziale della sacralità del giuramento, dell’essere, della legalità, della trasparenza, della dignità, dei valori umani, ad ostacolarmi nelle varie Procure della Repubblica presso i Tribunali d’Italia con archiviazioni, nel caso in cui ci sarebbero state denunce penali sporte nei vostri confronti. Che, in onor del vero, anche qui siete stati favoriti dall’ambiguo PM Caterina Salusti, che nel 2005, chiese ed ottenne dal GIP Walter Carlisi l’archiviazione del caso, da cui è derivato il succitato articolo di Giornale. E dal PM Laura Cameli, che nel 2007 archiviò il caso senza avere espletato alcuna indagine.
Tali abnorme archiviazioni, suscitarono in me molte indignazione, per le quale sono state inviate una serie di denunzie al CSM e a più politici di alto rango.
Il CSM, archivia il caso senza censurare me, né la Procura di Agrigento.
Mentre, invece, i richiamati politici si sono trincerati nel silenzio, facendo così traboccare il vaso.
.
Ma, per completare la mia opera letteraria impegnata sulla lotta alla legalità e trasparenza che voi furbi la chiamate lotta degli sciocchi, da sciocco come da voi sono stato classificato, per farvi capire “ch’eravate voi e non io” a tirare l’acqua dal pozzo col secchio senza fondo e a dare fuoco al mare, non mi sono posto alcun limite a formulare denuncia penale con nomi e cognomi e l’ho prodotto presso la Procura di Palermo, la quale, il 18/03/08, trasmette per competenza territoriale tutto il malloppo cartaceo presso la Procura di Agrigento.
La Procura ricevente, con fascicolo n° 1460/08/45 riapre per la terza volta il caso e affida l’incarico per le indagini preliminari al Sostituto Procuratore Andrea Bianchi. Che, in virtù dell’incarto ricevuto dalla Procura di Palermo; dell’ulteriore incarto da me prodotto in data 23/04/08 e 16/05/08, delegò la P.G. aliquota Carabinieri di stanza presso la Procura del Tribunale di Agrigento, la quale, aveva il dovuto compito di convocare tutti i responsabili di questo misterioso tramaglio, e sentirli a S.I.T.
Delle quale testimonianze rese a S.I.T, la Procura incaricata allo svolgimento alle indagini, ad oggi, non mi ha dato sapere se le abbia espletate o no. E se lei che figura al n° 14 della denunzia, fosse stato convocato e sentito a S.I.T, dalla PG di cui sopra ed abbia accettato la malafede commessa nei miei confronti, riguardante i numeri manipolati per gli anni 1992 e 1993, e l’abuso di potere commesso, nell’aver emesso gli accertamenti per gli anni di imposta presi in esame dai militari già nominati, dotati di anima nera come la pece, c’è da chiedersi il perché “vossignoria” non abbia provveduto allo sgravio totale delle cartelle di pagamento abusivamente emesse, visto che dalla documentazione in mio possesso non risulta che gli importi che mi voleva estorcere non risultano essere sgravati. E, nel caso in cui avrebbe risposto che i manipolati importi riportati nel PVC stilato dagli ghigliottinai nascosti sotto le onorate veste delle Fiamme Gialle di Agrigento, già nominati, sono corretti, c’è da chiedersi il perché non abbia sporto una controquerela?
• Come ci racconta la storia, Troia, è stata oggetto d’assedio di guerra per lunghi 10 anni le cui imponenti mura hanno retto a tutti gli attacchi, finché non è stata tratta in inganno col gigantesco cavallo di legno costruito maliziosamente dai greci, e con la compartecipazione dell’ingannevole Sinone che ha fatto credere al gran re Priamo che era un martire perseguitato dai Greci che c’è l’avevano a morte, è stata rasa al suolo e depredata del bottino di guerra, e con esso i penati di famiglia.
• Mentre, invece, la guerra che mi avete combattuto per lunghi 15 anni con malizie, inganni e artifizi d’ogni sorta, l’ha vinta la mia equità che ha smentito e rimandato al mittente le terribili pronunzie attestate in molti documenti dal predatore di dignità, PM Stefano Dambruoso, quelle dagli altri Magistrati, Giudici Penali e Tributari che si sono implicati in questa maledetta tratta, allo scopo di farvi vincere a tutti i costi questa assurda guerra saputa persa dapprincipio.
• Menelao, perché Paride, figlio del gran re Priamo, gli rubò la moglie Elena, aveva un valido motivo per cui coinvolgere il fratello Agamennone e tutti i greci ad attaccare massicciamente questa cruenta guerra contro Troia sterminandola radicalmente.
• Ma voi e gli altri scellerati prima di voi, e qui alludo al padre e madre di questa assurda guerra messa in campo dal tutto cappello e niente cervello, Maresciallo dei C.C Giordano Epifanio, Comandante la Stazione di Favara, che, per acquisire ingiusti meriti mi accusò di usura servendosi “d’un’orda di sicofanti a lui facenti comodo” e trasferì tutto il fasullo incarto presso la Procura di Agrigento, e il P.M. Pietro Pollidori, a conclusione delle indagini preliminari ha riconosciuto che quella nota informativa era una vera e propria “Giordanata” e chiese al G.I.P. Rita Carosella l’archiviazione del caso per insostenibilità dell’accusa in giudizio, il quale, approvò ogni singolo punto della richiesta. E ai tre ghigliottinai delle Fiamme Gialle già nominati, che estesero un macchinoso PVC accusandomi di evasione fiscale per gli anni 1992 – 1995, il quale PVC venne poi supervisionato dal Tenente Gaspare Cilluffo della stessa Compagnia Guardia di Finanza di Agrigento, cui, attestò, che gli operanti la verifica non disponevano né dispongono di nessun elemento certo per poter muovere quest’incruenta guerra di tale dimensione nei miei confronti.
• Perché anziché invalidare il PVC, motivando gli evidenti errori di contabilità relativamente agli anni 1992 – 1993 e per la non scadenza dei termini della presentazione dei redditi per gli anni 1994 – 1995, avete fatto ricorso al vostro sporco potere ingaggiando l’ignobile Ispettore Vaiarelli Salvatore, cui, si rese disponibile a chiudere un occhio, anzi tutt’e due, e, sorvolando alle più falsità attestate dai Giudici Penali e Tributari, attestò, nella sua relazione composta da 12 pagine tutto quello che a voi infelici lanzighenetti servitoreschi della incriminata Agenzia delle Entrate di Agrigento faceva comodo. E non a caso, la Procura di Agrigento per non legare le vostre maledette mani, perché erano intendi a costruire trappole, lacci e laccioli di ogni sorta sui miei sicuri passi, conferma gli artifizi sottoscritti dal subdolo Ispettore Vaiarelli; le vostre testimonianze rese a S.I.T. innanzi all’Ispettore di Polizia di Stato Angelo Cascino e archivia il caso legandosi le proprie mani?
• Perché voi che avevate le mani slegate alla pubblicazione del mio libro collana avvenuta nel Marzo 2006 in cui si contestano con forza le vostre infamante testimonianze rese a S.I.T. innanzi al succitato Ispettore di Polizia di Stato non avete replicato, né avete replicato alle mie numerose missive, né avete sporto denuncia – querela per falso e calunnia?
• Perché la Procura di Agrigento alla seconda riapertura del caso le cui indagini furono state affidate al PM Laura Cameli, che agli atti aveva la valida documentazione per slegarsi le mani ha invece preferito lasciarseli legati nell’archiviare il caso, pur essendo sotto inchiesta con fascicolo aperto dal CSM?
Ci sono altri mille perché da chiederle “Dott. Leto Pietro Pasquale”, le cui risposte che otterrò certamente si racchiuderanno in questa. Perché io e il mio codazzo di sprovveduti, siamo più pericolosi di quel branco di cani, che nel ragusano hanno sbranato un ragazzino di 10 anni e azzannato molte altre persone innocue.
Come in effetti, avete fatto con me, e con tutti coloro i quali, “consci o no”, di quello che facevano, vi hanno dato una mano per distruggere vita natural durante la mia dignità e quella della mia famiglia.
Cosa vuole che le dica più di questo? Le posso dire, di farsi sputare in faccia dai suoi familiari, visto che la sua codardia, nel Gennaio del 2008, gli impedì di guardarsi allo specchio e sputarsi in faccia personalmente.
Ciò è quanto le dovevo.
Distinti saluti.
Favara, li 23/03/09.
Giacomo Sanfilippo
Giacomo Sanfilippo
GIACOMO SANFILIPPO
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ALLO SPETTABILE MINISTERO DELLE FINANZE
IN PERSONA DEL MINSTRO GIULIO TREMONTI
VIA XX SETTEMBRE, 97
TELEFONO +39 06476111 – 00187 ROMA
PC
ALLA DIRIGENZA DELLA
SPETABILE AGENZIA DELLE ENTRATE DI
92100 AGRIGENTO
IN PERSONA DEL DIRETTORE PRO TEMPORE
EPC
ALLA SPETTABILE DIRIGENZA DELLA SERIT
SEDE – AGRIGENTO
OGGETTO: ennesimo atto di recrudescenza commesso dai Funzionari incapaci di intendere e di volere annidacchiati all’interno della Agenzia delle Entrate di Agrigento.
Il sottoscritto Giacomo Sanfilippo nato il 24/01/1941 a Favara ed ivi residente in contrada Bagli 53, con riferimento alla lettera del 03/06/2010 che richiama le sei lettere inviate a cotesto Ministero delle Finanze – Roma, in persona del Ministro Giulio Tremonti, con allegato una moltitudine di documenti comprovante le malefatte commesse dai militari delle Fiamme Gialle, dai Funzionari della Agenzia delle Entrate in oggetto e dai Giudici Tributari della CTP di Agrigento e della CTR di Palermo.
E le cinque lettere inviate a codesto Ministero delle finanze – Roma, in persona dell’EX Ministro Tommaso Padoa Schioppa, con allegato una moltitudine di documentazione comprovante le malefatte commesse dai militari delle Fiamme Gialle, dai Funzionari della Agenzia delle Entrate in oggetto. Ecc ecc. L’ultima delle quale, conteneva la copia del giornale LA VOCE CHE TUONA ANNO 2008 N° ZERO.
Tutte le lettere, avevano, così come quest’altra, ha lo scopo di inviare una Ispezione Ministeriale nei confronti della Agenzia delle Entrate sotto accusa, nei confronti delle Sezioni n° 2 e 3 della CTP di Agrigento, di cancellare il mio nominativo dalle liste degli evasori fiscali e di far pagare l’intero importo di € 482.596,48 ai signori implicati in questa faccenda di faccendieri disonesti. Vedi a pagina 4 del giornale. Che, in onor del vero sono rimaste senza esito alcuno da parte di codesto Ministero delle Finanze Roma. Lasciando così proseguire ai detti Funzionari a commettere IGNOMINIE su IGNOMINIE ai danni dello scrivente, le quale si sono riversate di giustizia sulla richiamata Agenzia delle Entrate.
L’ultima IGNOMINIA l’hanno commessa il giorno 05/06/2010 facendomi recapitare una raccomandata da parte della SERIT sede – Agrigento, la quale, chiede il pagamento di € 20.160,09 per la Sentenza n° 258/03/09 emessa dalla Sezione tre della CTP di Agrigento depositata il 05/06/09. Che, come si ricorderà, per detta Sentenza illegittima e incostituzionale, così come per la Sentenza n° 259/09, il 22/06/09 ho sporto querela presso la Procura di Agrigento per omissioni di atti di Ufficio e per violazione dell’articolo 59, I° comma, punto b) del DLGS 546/92. Vedi a pagina 7 del giornale.
Onde evitare il ripetersi di fatti così gravi da parte dei signori Funzionari che da annidacchiati all’interno della Agenzia delle Entrate sotto accusa commettono azioni inqualificabili a mio danno, che, come già detto si sono riversate di giustizia sulla detta Agenzia delle Entrate, si prega di prendere atto di quanto si legge nella presente, nel giornale LA VOCE CHE TUONA, nel provvedimento emesso dalla Procura di Agrigento, condiviso dal Tribunale GIP/GUP di Agrigento e dare comunicazione a mezzo posta entro 60 giorni della ricezione della presente.
Trascorso tale termine senza che mi sia dato sapere sia della cancellazione del mio nominativo dalle liste degli evasori fiscali, sia di una eventuale richiesta di transizione della richiesta del risarcimento del danno cagionatomi alla mia salute con due sopraggiunti infarti cardiaci, alla mia immagine, al mio decoro di uomo onesto e per i danni materiali, mi vedo costretto mio malgrado a sporgere querela presso la Procura di Agrigento per omissioni di atti Ufficio nei confronti del direttore pro tempore della detta Agenzia della Entrate incriminata.
E, a dare mandato al mio legale di fiducia per incardinare causa presso il Tribunale Civile di Agrigento per il recupero di € 5.000.000,00 dicasi cinquemilioni nei confronti della querelante Agenzia delle Entrate di Agrigento. E per il recupero di € 2.500.000,00 dicasi duemilionicinquecentomila nei confronti del querelante Leto Pietro Pasquale.
Allegato:
• Copia cartella di pagamento di € 20.160,09.
• Per una chiara visione dei fatti contenuti nella presente, nella lettere destinata alla SERIT SPA SEDE – AGRIGENTO va allegata una copia del giornale LA VOCE CHE TUONA. E una copia del provvedimento emesso dalla Procura di Agrigento, condiviso dal Tribunale GIP/GUP di Agrigento.
In attesa di un Vostro tempestivo riscontro, si porgono distinti saluti.
Favara, li 07/06/2010
Giacomo Sanfilippo
Giacomo Sanfilippo
GIACOMO SANFILIPPO
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ALLA SPETTABILE SERIT – SEDE
DI 92100 AGRIGENTO
Oggetto: trasmissione documenti inviati al Presidente del Consiglio dei Ministri, nelle vesti di Ministro dell’Economia e delle Finanze – Roma, Mario Monti.
Il sottoscritto Giacomo Sanfilippo nato il 24/01/1941 a Favara ed ivi residente in contrada Bagli 53, in riferimento alla diffida del 07/06/2010 che richiama le altre del: 04/02/04 – 31/05/06 – 03/06/06 – 10/06/06 – 21/11/06 – 21/12/06. Trasmette copia ultimo avviso di pagamento della somma di € 7.500.000.00 più interessi maturati dal 07/06/2010 alla data di soddisfo; cancellazione del mio nominativo dalle liste degli evasori fiscali; cancellazione delle ipoteche e del fermo amministrativo sui miei beni mobili ed immobili, emessi abusivamente dalla Agenzia delle Entrate di Agrigento. Con la complicità della SERIT – Agrigento.
Con la complicità, in quanto, nell’esposto del 10/06/06 era stata chiesta:
La cancellazione dell’iscrizione di ipoteca pendente in danno degli immobili di mia proprietà, giacché la somma di Euro 141.188,27 pretesa dalla Agenzia delle Entrate di Agrigento, appare essere ingiusta ed illecita;
Di fare chiarezza sul miscuglio di uomini di diversi ceti sociali che per coprire gli ORRORI attestati su un PVC stilato da un Ufficiale e due sott’Ufficiali della Guardia di Finanza di Agrigento, si sono accaniti sulla mia umile persona;
Nel caso in cui dovesse presentarsi impedimento ad opera del precitato Ufficio, sarà compito strettamente Vostro documentarlo entro e non oltre 30 giorni dalla data di ricezione della presente;
Precisando inoltre, che trascorso infruttuosamente tale termine, mi vedrò costretto, mio malgrado, ad inoltrare relativa documentazione alla D. d. A. di Palermo, alla quale e stato già chiesto di indagare nei confronti dei 14 signori già denunciati per abuso di potere e di complotto a mio danno, 11 dei quali, appartengono al summenzionato Ufficio delle Entrate di Agrigento e tre, come già detto, sono militari appartenenti al Comando Compagnia Guardia di Finanza di Agrigento, qualora dovesse verificarsi anche VS inadempimento, pertanto, provvederò a darne relativa comunicazione alla predetta Autorità Giudiziaria, attestando il vostro scarso, o mancato interessamento a portare a chiara luce tutte queste malefatte, che non solo hanno portato me in questo madornale esizio, ma hanno portato in seri discussioni codesta Spettabile MONTEPASCHI SE.RI.T. SEDE DI AGRIGENTO.
Copia della Presente sarà depositata presso la Procura di Agrigento.
Al Presidente del Consiglio dei Ministri Mario Monti, nelle vesti Ministro dell’Economia e delle Finanze – Roma.
Allegato:
Copia diffida del 25/09/2012 con allegata copia apologo di ESIODO Edito dalla Editori La Terza.
Ciò, è quanto Le dovevo.
Distinti saluti.
Favara, li 25/09/2012
Giacomo Sanfilippo
Giacomo Sanfilippo
GIACOMO SANFILIPPO
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ALLA SPETTABILE SERIT – SEDE
DI 92100 AGRIGENTO
Oggetto: risposta alla lettera del 02/10/2012 protocollo 33862.
Il sottoscritto Giacomo Sanfilippo nato il 24/01/1941 a Favara ed ivi residente in contrada Bagli 53, si riferisce alla lettera in oggetto fattami pervenire dallo STAFF DI DIREZIONE SEGRETERIA/AFFARI GENERALI, con la quale mi comunica che allo stato attuale sono debitore per un importo pari ad € 389.778,41, con allegati 23 pagine imbrattate di numeri.
Per dire all’attuale direttore di codesta SERIT, che non sono, né sono stato debitore nei confronti della SERIT, né nei confronti della Agenzia delle Entrate di Agrigento. Prova ne sia, che sono io, con diffida del 25/09/2012 ad intimare l’ultimo avviso di pagamento della somma di € 7.500.000,00 più interessi maturati dal 07/06/2010 alla data di soddisfo, ecc. ecc. al Presidente del Consiglio dei Ministri Mario Monti, nelle vesti di Ministro dell’Economia e delle Finanze. Copia della quale è stata inviata in allegato all’esposto del 25/09/2012. Di cui ho ricevuto risposta, non da parte della dirigenza di codesta SERIT. Ma dello STAFF di cui sopra.
Codesto dirigente della SERIT SICILIA SPA Agente della Riscossione per la provincia di Agrigento, piazza Metello 28 Agrigento, unitamente all’esposto del 25/09/2012 avrebbe dovuto inviare allo STAFF di cui sopra: Copia diffida del 07/06/2010 prot. n° 23143 del 09/06/2010; Copia delle altre sei datate 04/02/04 – 31/05/06 – 03/06/06 – 10/06/06 – 21/11/06 – 21/12/06 rimaste senza esito alcuno; Copia documentazione attestante che i dirigenti che si sono susseguiti dal 04/02/04 ad oggi, si sono adoperati nel rimettere al mittente, le cartelle di pagamento emesse abusivamente dalla su citata Agenzia delle Entrate, querelata per l’ennesima volta per inadempienza professionale, occultamento di atti di Ufficio, reiterazione di reato e tentata estorsione continuata e aggravata dalla complicità dalle CTP e CTR. E SERIT SICILIA SEDE – Agrigento.
Copia della documentazione evasa data per data dalla su citata Agenzia delle Entrate, nella quale si deve leggere: Che la contabilità dei fogli 18 e 20 non è errata. Quindi, gli avvisi di accertamento e le cartelle di pagamento emesse per gli anni 1992 e 1993 sono legittimi; Che i termini della presentazione della nota n° 112 UG del 15/02/95 della Guardia di Finanza di Agrigento, alla Procura di Agrigento, non erano scaduti da ben tre mesi; Che a pagina 8 della documentazione trascritta dalla Procura di Agrigento non esiste che il Capitano Fabio Migliori autorizzò al Maresciallo M. Falsone Nino e al Brigadiere Garziano Rosario di fare la verifica fiscale camuffata ecc. ecc.; Che gli anni 1994 e 1995 presi in esame dai summentovati militari delle Fiamme Gialle sono legittimi; Che la Sentenza emessa dalla Suprema Corte di Cassazione che ha annullato senza rinvio l’anno 1994 perché il fatto non sussiste, non ha efficacia nel giudizio Tributario, come attestò lo sprovveduto Vaiarelli Salvatore. Quindi, gli avvisi di accertamento e le cartelle di pagamento emessi anche per gli anni 1994 e 1995 sono legittimi, anche se, per l’anno 1994 c’erano 41 giorni di tempo per la presentazione dei redditi e per l’anno 1995 c’era un anno in più; Che nel complotto perpetrato ai miei danni, in data 18/11/03, dal Leto Pietro Pasquale, dalla Galluzzo Antonina e forse anche dallo Spoto Stefano, non avevano accorpato lo sprovveduto Vaiarelli Salvatore per coprire: le malefatte commesse dai Funzionari della su citata Agenzia delle Entrate precedentemente citati e il complotto che la Guardia di Finanza aveva ordito ai mie danni in data 15/02/95; Che la querela sporta nel 2008 e depositata presso la Procura di Agrigento, per diffamazione nei miei confronti, era dovuta, anche se, non avevano alcun elemento in mano, tranne una caterva di Sentenze Tributarie emesse dai Giudici delle CTP e CTR illegittimamente ed incostituzionalmente. Come in effetti, la su citata Procura l’ha archiviò dandomi ragione, dalla quale derive la pubblicazione del GIORNALE LA VOCE CHE TUONA e la richiesta di risarcimento danno di € 7.500.000,00 + interessi maturati dal 07/06/2010 alla data di soddisfo. E l’ultimo avviso di pagamento intimato in data 25/09/2012 al Ministero dell’Economia e delle Finanze, di cui codesto dirigente della SERIT è a conoscenza dei fatti dal 27/09/2012.
In mancanza di tale documentazione, codesto dirigente della SERIT – Agrigento non aveva alcun titolo di fare attestare al Procuratore Sebastiano Padovani che allo stato sono debitore dell’importo di cui sopra.
Per cui, mi vedo costretto, mio malgrado, a formulare e depositare presso la Procura di Agrigento, denuncia – querela per inadempienza professionale, abuso di potere continuato e aggravato dalla continuazione dell’emissioni di avvisi di pagamento, iscrizioni di ipoteca sui miei beni immobili e fermo amministrativo sui miei beni mobili, in virtù di una marea di cartelle emesse abusivamente dalla Agenzia delle Entrate di Agrigento, “fortemente contestate sia a codesta SERIT incriminata, sia alla Agenzia delle Entrate incriminata”, e occultamento di atti di Ufficio, nei confronti dell’attuale e del – dei dirigenti della SERIT – Agrigento che dal 04/02/04 ad oggi si sono susseguiti. Che va ad aggravare la Vostra posizione di complicità già denunciata nella querela del 10/11/2011.
Copia della presente sarà inviata a mezzo fax 091 6201193 alla cortese attenzione del Procuratore Sebastiano Padovani.
E sarà pubblicata sul Sito Internet in intestazione e inviata ovunque l’esponente riterrà opportuno.
Distinti saluti.
Favara, li 08/10/2012.
Giacomo Sanfilippo
Giacomo Sanfilippo
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ALLO SPETTABILE STAFF DI DIREZIONE
SEGRETERIA AFFARI GENERALI
IN PERSONA DEL PROCURATORE SEBASTIANO
PADOVANI PRESSO PIAZZA METELLO 28, 92100
AGRIGENTO
Oggetto: Diffida revoca importi sotto reclamati, cancellazione del mio nominativo dal registro degli evasori fiscali, cancellazione delle ipoteche e fermi amministrativi emessi illecitamente da codesta SERIT Agrigento.
Il sottoscritto Giacomo Sanfilippo nato il 24/01/1941 a Favara ed ivi residente in contrada Bagli 53, si riferisce alla comunicazione del 02/10/2012 protocollo 33862, con la quale, a Suo dire, sono allo stato attuale debitore per un importo pari ad € 389.778,41.
QUANDO:
Il Direttore Generale delle Agenzie delle Entrate d’Italia e Direttore di EQUITALIA, Attilio Befera, sull’istanza n° DICA – 0007339 – p – 27/03/2012 – 4.8.2.5.2 trasmessa in data 27/03/2012 dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri e Ministro dell’Economia e delle Finanze Mario Monti, che chiedeva elementi informativi sulla mia vicenda esposta, non si pronunziò.
La Direzione Agenzie ed Enti della Fiscalità piazza Mastai, 11 00153 – Roma, sull’istanza della mia richiesta di pagamento della somma di € 7.500.000,00 più interessi maturati dal 07/06/2010 alla data di soddisfo, e cancellazione del mio nominativo dal registro degli evasori fiscali, trasmessa dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri Segretariato Generale Dipartimento coordinamento Amministrativo Ufficio concertazione Amministrava e monitoraggio, non si pronunziò.
PER QUANTO SOPRA:
Si diffida la S.V ad emettere entro 10 giorni dalla data di ricezione della presente diffida, la revoca della su citata somma e di altre eventuale somme;
La cancellazione del mio nominativo dal registro degli evasori fiscali;
La cancellazione delle ipoteche e fermi amministrativi emessi da codesta SERIT Agrigento, su una serie di cartelle di pagamento emesse abusivamente dalla Agenzia delle Entrate di Agrigento.
CON AVVERTIMENTO:
Che trascorso infruttuosamente tale termini, mi vedo costretto, mio malgrado, ad esporre denuncia per favoreggiamento alla Agenzia delle Entrate di Agrigento, tentata estorsione, falso e calunnia, presso la Guardia di Finanza di Agrigento che provvederà a sequestrare e verificare il fascicolo col mio nominativo. Ed esporrò denuncia querela presso la Procura di Agrigento per i reati di cui sopra, commessi dalla S.V. ai miei danni.
E sarà la S.V. a dover controverte i miei scritti pubblicati sui libri, sui giornali e su Internet, che i personaggi di dubbia professionalità appartenenti a vari Istituzioni, nominati con nomi e cognomi implicati in questa faccenda di faccendieri disonesti non sono stati capaci controverterli;
Ad attestare che la Sentenza emessa dalla Suprema Corte di Cassazione che annulla senza rinvio l’anno 1994 perché il fatto non sussiste, non ha efficacia nel giudizio Tributario. Come in effetti, attestò l’Ispettore senza ONORE Vaiarelli Salvatore;
Ad attestare che le Sentenze penali revocate dal Tribunale di Agrigento non dovevano essere revocate. E che le Sentenze emesse con il rigetto dei ricorsi da più Giudici Tributari con sono criticabile;
Ad attestare che la non pronunzia di Attilio Befera e la non pronunzia del Dirigente delle Agenzie ed Enti della Fiscalità piazza Mastai, 11 00153 – Roma, non sono tacito assenso;
Ad attestare che i militari verificatori della Guardia di Finanza di Agrigento, nominati in precedenza, né i Funzionari della Agenzia delle Entrate di Agrigento, nominati in precedenza, hanno ordito alcun complotto ai miei danni;
Ad attestare che la querela sporta nei miei confronti per diffamazione, da Leto Pietro Pasquale e Spoto Stefano della Agenzia delle Entrate di Agrigento, archiviata dalla Procura di Agrigento e non opposta dai due spietati maramaldi Leto e Spoto, dalla quale archiviazione derive la seconda pubblicazione del giornale LA VOC CHE TUONA. Copia del quale, in data 09/06/2010 è stata depositata presso la direzione della SERIT Agrigento, non era una calunnia ai miei confronti;
Ad attestare che le lettere denunce datate 04/02/04, 31/05/06, 03/06/06, 10/06/06, 21/11/06, 23/03/09, 07/06/2010, 25/09/2012, 08/10/2012, non sono pervenuti all’indirizzo della SERIT di Agrigento. E che i Fax del 08/10/2012 e del 08/12/2012 non sono stati ricevuti dal Vostro Fax 091 6201193. Nella dodicesima pagina della querela a Mario Monti inviata col secondo fax si legge: dal 08/10/2012 ad oggi non ho ricevuto alcuna risposta dell’avvenuta cancellazione delle ipoteche emesse sui miei beni immobili e il fermo amministrativo sui miei beni mobili. Né il Procuratore Sebastiano Padovani mi ha chiesto scuse per sua la leggerezza commessa.
Per le diffide e le querele sporte nei confronti di: La Rocca Giuseppe e Stefano Spoto della Agenzia delle Entrate di Agrigento; Attilio Befera; Direzione delle Agenzie ed Enti della Fiscalità Roma; dirigenti della SERIT Agrigento; Mario Monti. Visiti il Sito Internet in intestazione cliccando su lettere e denunce e sul giornale LA VOCE CHE TUONA.
Lo scrivente ha facoltà di pubblicare sul Sito Internet in intestazione e inviare ove riterrà opportuno, sia la presente diffida che altre scritture di specie.
Copia della quale sarà inviata anche a mezzo fax numero 091 6201193.
Allegati:
Copia della prima e seconda Istanza del Presidente del Consiglio dei Ministri e Ministro dell’Economia e delle Finanze Mario Monti.
Distinti saluti.
Favara, li 06/03/2013
Giacomo Sanfilippo
Giacomo Sanfilippo
GIACOMO SANFILIPPO RACCOMANDATA N° 14586657280-3
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ALLO SPETTABILE COMANDO COMPAGNIA
GUARDIA DI FINANZA DI AGRIGENTO
Oggetto: sequestro a scopo di verifica del fascicolo a mio nome presso la SERIT – Agrigento.
Il sottoscritto Giacomo Sanfilippo nato il 24/01/1941 a Favara, ed ivi residente in contrada bagli 53, riferendosi alla ricezione di querela del 14/11/2011 verbalizzante Maresciallo La Valle Salvatore. E alle SIT del 05/01/2012 rese innanzi al Maresciallo Coppola e al Tenente che non ricordo il nome, chiede a codesto Spettabile Comando Compagnia Guardia di Finanza che venga sequestrato e verificato il fascicolo a mio nome per i motivi appresso indicati:
Il Procuratore Sebastiano Padovani della SERIT di Agrigento, avendo in data 27/09/2012 ricevuto per trasmissione, copia dell’ultimo avviso di pagamento della somma di € 7.500.000.00 più interessi maturati dal 07/06/2010 alla data di soddisfo; cancellazione del mio nominativo dalle liste degli evasori fiscali; cancellazione delle ipoteche e del fermo amministrativo sui miei beni mobili ed immobili, emessi abusivamente dalla Agenzia delle Entrate di Agrigento. Con la complicità della SERIT – Agrigento, inviato in data 25/09/2012 al Presidente del Consiglio dei Ministri e Ministro dell’Economia e delle Finanze Mario Monti. Allegato 1.
Il 02/10/2012, entra nelle calende greche e con lettera del 02/10/2012 protocollo 33862, attesta che sono debitore della somma di € 389.778,41. Senza avere smentito che la SERIT – Agrigento è complice delle malefatte commesse dai Funzionari della Agenzia delle Entrate di Agrigento.
Per la documentazione intercorsa con la SERIT Agrigento, vedi cartella n° 10 del CD-R in allegato. Allegato 2.
In data 08/10/2012 a mezzo raccomandata e a mezzo Fax rispondevo, sia alla dirigenza della SERIT, sia al Procuratore Sebastiano Padovani. Allegato 3.
Stessa data ho sporto denuncia – querela presso la Procura di Agrigento, per inadempienza professionale, occultamento di atti d’Ufficio, abuso di potere continuato e aggravato dalla continuazione dell’emissioni di avvisi di pagamento, iscrizioni di ipoteca sui miei beni immobili e fermo amministrativo sui miei beni mobili, in virtù di numerose cartelle di pagamento emesse abusivamente dalla Agenzia delle Entrate di Agrigento, “fortemente contestate sia alla SERIT, sia all’Agenzia delle Entrate di Agrigento”, nei confronti dell’attuale dirigente e del – dei dirigenti della SERIT – Agrigento, che dal 04/02/04 ad oggi si sono susseguiti. Che va ad aggravare la loro posizione di complicità già denunciata nella querela del 10/11/2011. Allegato 4.
In data 08/12/2012 inviavo a mezzo Fax, copia della querela sporta al Presidente del Consiglio dei Ministri e Ministro dell’Economia e delle Finanze Mario Monti. Nella dodicesima pagina si legge: dal 08/10/2012 ad oggi non ho ricevuto alcuna risposta dell’avvenuta cancellazione delle ipoteche emesse sui miei beni immobili e il fermo amministrativo sui miei beni mobili. Né il Procuratore Sebastiano Padovani mi ha chiesto scuse per sua la leggerezza commessa. Allegato 5.
Stessa data e stessa copia, è stata inviata a mezzo Fax alla Tenenza dei C.C. di Favara. Allegato 6.
In data 06/03/2013 a mezzo raccomandata n° 1456657277-8 inviavo diffida revoca importi reclamati ed altri eventualmente da reclamare, cancellazione del mio nominativo dal registro degli evasori fiscali, cancellazione delle ipoteche e fermi amministrativi emessi illecitamente da codesta SERIT Agrigento. Allegato 7.
In data 07/03/2013 è stata inviata copia della su citata diffida a mezzo Fax n° 091 6201193. Allegato 8.
Stessa data e stessa copia è stata inviata a mezzo Fax alla Tenenza dei C.C. di Favara. Allegato 9.
In data 18/03/2013 informavo a mezzo Fax n° 091 6201193 il su citato Procuratore Sebastiano Padovani che sporgevo querela presso la Procura di Agrigento, per tentata estorsione, falso, calunnia e diffamazione ai miei danni. Con costituzione di parte civile, sia nei suoi confronti, sia nei confronti della già querelata SERIT – Agrigento.
E denuncia presso il Comando Compagnia Guardia di Finanza di Agrigento, affinché venisse sequestrato e verificato il fascicolo a mio nome, per accertare la complicità della già querela SERIT, con la Agenzia delle Entrate di Agrigento; l’illegittimità della richiesta della somma sopra indicata; l’illegittimità delle ipoteche emesse sui miei beni immobili; l’illegittimità dei fermi amministrativi emessi sui miei beni mobili; l’illegittimità della perenne tenuta sul registro degli evasori fiscali il mio nominativo. Più volte invocata la cancellazione, non solo alla su citata SERIT; alla Agenzia delle Entrate di Agrigento e di Palermo. Ma anche agli affetti della sindrome pilato fobia, Giulio Tremonti; Tommaso Padoa Schioppa; Attilio Befera, direttore Generale delle Agenzie delle Entrate d’Italia e direttore di EQUITALIA; Ministero Economia e Finanze Direzione Agenzie ed Enti della Fiscalità piazza Mastai, 11 00153 – Roma e il già Presidente del Consiglio dei Ministri e Ministro dell’Economia e delle Finanze, Mario Monti. Che di voi criminali organizzati specializzati in truffe e complotti come nella fattispecie, se ne sono lavate le mani come Ponzio Pilato. Allegato 10.
La presente denuncia sarà allegata alla querela di cui sopra.
E sarà inviata a mezzo Fax alla Tenenza di Favara.
Per la documentazione inerente alla querela del 10/11/2011 visiti il su citato Sito Internet.
Lo scrivente ha facoltà di pubblicare sul Sito internet in intestazione e inviare ove riterrà opportuno, sia la presente che altre scritture di specie.
Allegati:
N° 1 fascicolo composto di 10 allegati pagine n° 39
N° 1 CD-R DENOMINATO IGNOMINIE EPOCALI DOCUMENTI GENERALI DAL 09/05/94 AD OGGI, composto di 183 file e 38 cartelle.
In attesa di Vostro cortese riscontro si porgono,
Distinti saluti
Favara, li 18/03/2013
Giacomo Sanfilippo
Giacomo Sanfilippo
GIACOMO SANFILIPPO POSTA A MEZZO FAX N° 0916201193
EDITORE
C/DA BAGLI 53, 92026 FAVARA (AG)
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Opera pubblicata IGNOMINIE EPOCALI VOL. I
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ALLO SPETTABILE STAFF DI DIREZIONE
SEGRETERIA AFFARI GENERALI IN PERSONA
DEL PROCURATORE SEBASTIANO PADOVANI
PRESSO INDIRIZZO FAX NUMERO 091 6201193.
Oggetto: verba volant et scripta manent
Il sottoscritto Giacomo Sanfilippo nato il 24/01/1941 a Favara ed ivi residente in contrada Bagli 53, si riferisce alla diffida del 06/03/2013, che reitera in toto, per dirLe che non è stato capace di controvertere i miei incontrovertibili scritti pubblicati e non, che dal 08/10/2012 ad oggi ha avuto modo di leggerli, in quanto tale, non ha rivendicato la somma di € 389.778,41 che da appollaiato nel pollaio irto di scala con i pioli pieni di escrementi e corrosi dai tarli, della SERIT – Agrigento, illecitamente, il 02/10/2012 ha attestato che sono debitore di detta somma, senza avere smentito, né fatto smentire dal direttore pro tempore della SERIT in questione, è complice degli abusi di potere e delle malefatte commesse dagli infedeli Funzionari annidacchiati all’interno della Agenzia delle Entrate di Agrigento.
Se si fosse, invece, comportato, come gli altri personaggi di dubbia professionalità appartenenti a vari Istituzioni e schieramenti politici ch’erano stati chiamati sia da me, sia da Mario Monti, a rispondere del complotto orditomi, sia dalla Guardia di Finanza che dai Funzionari dirigenti della Agenzia delle Entrate di Agrigento, delle falsità attestate dai Funzionari accertatori che hanno emesso più accertamenti per gli anni 1992,1993,1994,1995, a fronte d’un manipolato PVC che andava invece, invalidato d’Ufficio, delle false cartelle di pagamento emesse a fronte di una caterva di Sentenze Tributarie emesse da più Giudici partigiani, e della complicità della SERIT Agrigento. Che per non allargare di più la macchia della vergogna cadente sui detti Funzionari, sulla precitata Agenzia delle Entrate e sulla richiamata SERIT, non si sono pronunziati.
Di certo, la S.V. non sarebbe entrata con tutte le scarpe dentro le calende greche che la resero incapace di, o di fare emettere al direttore pro tempore della già querelata SERIT, la revoca: della su indicata somma ed altre eventuale somme; delle ipoteche emesse sui miei bini immobili; dei fermi amministrativi e la cancellazione del mio nominativo dal registro degli evasori fiscali.
Né si sarebbe tirato addosso la Guardia di Finanza per la verifica del fascicolo a mio nome.
Né si sarebbe buscato la querela individuale, per tentata estorsione, falso, calunnia e diffamazione. Con costituzione di parte civile, sia nei Suoi confronti, sia nei confronti della già querelata SERIT – Agrigento.
Lo scrivente ha facoltà di pubblicare sul Sito Internet in intestazione e inviare ove riterrà opportuno, sia la presente, che altre scritture di specie.
Ciò è quanto Le dovevo.
Distinti saluti
Favara, li 18/03/2013
Giacomo Sanfilippo
Giacomo Sanfilippo
GIACOMO SANFILIPPO
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ALLA CORTESE ATTENZIONE DEL
PROCURATORE SEBASTIANO PADOVANI
OGGETTO: invio copia documentazione
Il sottoscritto Giacomo Sanfilippo nato il 24/01/1941 a Favara ed ivi residente in contrada Bagli 53, al fine di rendere edotta la SV, Le invia a mezzo fax copia esposto denuncia del 21/06/2013 inviato alla Procura di Agrigento ed esposto denuncia del 21/06/2013 inviato al Ministero della Giustizia.
Allegati:
Copia esposto denuncia composto di 4 pagine inviato alla Procura di Agrigento;
Copia esposto denuncia composto di 2 pagine inviato al Ministero della Giustizia.
Distinti saluti
Favara, li 24/06/2013
Giacomo Sanfilippo
Giacomo Sanfilippo
GIACOMO SANFILIPPO
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ALLA AGENZIA DELLE ENTRATE
UFFICIO DIREZIONE DI AGRIGENTO
OGGETTO: si dimetta e torni a zappare la terra.
• Il sottoscritto Giacomo Sanfilippo, nato il 24/01/1941 a Favara ed ivi residente in contrada Bagli 53, si riferisce alle 13 lettere inviate a vossignoria, 5 delle quale si riferiscono prima, e 8 dopo la pubblicazione del libro denuncia IGNOMINIE EPOCALI VOL I rimaste senza esito, per dirLe di guardarsi allo specchio e sputarsi in faccia e vergognarsi per aver usato la Sua arroganza e il Suo sporco potere oligarchico nei confronti dello scrivente.
• E per dirle, che ha fatto molto male ad aver influenzato l’Ispettore Vaiarelli Salvatore ad attestare tutte quelle falsità nella sua relazione Ispettiva del 2003, cui, doveva servirgli per tutelare gli accertatori che avevano accertato l’evasione fiscale su quel falso PVC stilato dai tre tragici militari delle Fiamme Gialle e per tutelare gli stessi militari verificatori;
• per iscrivere al ruolo più richieste di pagamento nei confronti di chi Le scrive;
• per attestare più falsità in sede di SIT innanzi all’Ispettore di Polizia di Stato Angelo Cascino, spalleggiato non a caso dalla Dott.ssa Antonina Galluzzo;
• per indurre la Procura del capoluogo agrigentino ad archiviare il caso usando quelle falsità del Vaiarelli che si riferiscono nell’aver attestato che le Sentenze emesse con l’art. 18 comma 4 del D LGS, erano regolare. Mentre invece, risulta agli atti di una Sentenza la documentazione che non gli permetteva di usare quell’art.; in altre, mancava la documentazione di invito al contribuente da parte del Presidente della Commissione; e in altre emesse nel merito erano state alterate nella verità, infatti, nelle stesse si legge che l’operato dei militari delle Fiamme Gialle è esente da vizi, quando invece, si legge nel PVC che la contabilità è errata in ogni singolo punto. E’ i Magistrati dell’AG di Agrigento per accontentarlo hanno chiuso un occhio, anzi, tutt’e due, visto che non si sono accorti che l’art. di cui sopra era stato adottato abusivamente dal Dott. Luigi Zoda della CTP di Agrigento ed hanno archiviato il caso per infondatezza e, comunque, per insostenibilità dell’accusa in giudizio. Per tali attestazioni per niente professionali, lo scrivente, Suo malgrado, ha dovuto pubblicare il libro denuncia di cui sopra, ha acquistato uno spazio web, ed ha inviato più missive a molti NOTABILI di varie Istituzioni, i quali, in virtù degli inoppugnabili scritti dello scrivente non si sono pronunziati minimamente;
• per indurre la CTP di Agrigento e la CTR di Palermo a continuare a rigettare i ricorsi presentati dallo scrivente, e per tante altre scelleratezze che gli stanziano nella Sua testa piena di Machiavellici pensieri.
VERGOGNATEVI!!!
Vossignoria da un lato e lo sciente PM Dambruoso dall’altro, per aver combinato tutto questo scempio i cui cocci non si possono raccogliere per ricomporre questo mosaico in favore di tutti Voi implicati in questa maledetta tratta. Come in effetti, il CSM e i politici di alto rango a cui mi sono rivolto per prendere atto e porre fine a questo sporco complotto non ci sono riusciti, perché i miei irrefutabili scritti li hanno ridotti in piccole particelle di atomo.
• La presente sarà inviata:
• al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano;
• al Presidente del Consiglio dei Ministri Romano Prodi,
• al Ministro della Giustizia Clemente Mastella;
• al Ministro dell’economia Tommaso Padoa Schioppa, e altrove.
• Allegati:
• copia lettera del 28/09/07 inviata al Ministro della giustizia Clemente Mastella e per conoscenza al Ministro delle Infrastrutture Antonio Di Pietro;
• copie lettere del 06/11/07 e del 09/01/08 inviate al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano;
• copie lettere del 28/11/07 e del 09/01/08 inviate al Presidente del Consiglio Romano Prodi;
• copia lettera inviata al Ministro delle tasse bellissime o dir si voglia fuori di casa i bamboccioni, Tommaso Padoa Schioppa.
La saluto ben distintamente.
Favara, li 09/01/08.
Giacomo Sanfilippo
Giacomo Sanfilippo
GIACOMO SANFILIPPO
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ALLA AGENZIA DELLE ENTRATE
UFFICIO DIREZIONE DI AGRIGENTO
IN PERSONA DI LETO PIETRO PASQUALE
OGGETTO: trasmissione documenti.
Il sottoscritto Giacomo Sanfilippo, nato il 24/01/1941 a Favara ed ivi residente in contrada Bagli 53, si riferisce alla lettere del 09/01/08 cui, richiama le altre 13 lettere rimaste senza esito alcuno, per inviarLe copia del giornale e ulteriore documentazione.
• Allegati:
• copia lettera del 08/02/0 inviata al Direttore Generale Direzione della Sicilia Ufficio Fiscalità di Palermo;
• copia del giornale LA VOCE CHE TUONA.
Distinti saluti.
Favara, li 08/02/08.
Giacomo Sanfilippo
Giacomo Sanfilippo
GIACOMO SANFILIPPO
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AL SIGNOR DIRETTORE GENERALE
DELL’AGENZIA DELLE ENTRATE
DI 92100 AGRIGENTO
PC
ALLA SPETTABILE SERITI – SEDE
DI 92100 AGRIGENTO
P. C
ALLA SPETTABILE PROCURA
DI 92100 AGRIGENTO
DA INTEGRARE AL FASCICOLO 1460/08/45
Oggetto: né carne, né pesce.
Dott. Leto Pietro Pasquale se così ancora si possa chiamare.
Il sottoscritto Giacomo Sanfilippo nato il 24/01/1941 a Favara ed ivi residente in contrada Bagli 53, con la presente che richiama le altre 16 lettere, intende ripercorrere la maledetta tratta iniziata nel lontano Ottobre del 2003. Data in cui, “vossignoria” è succeduto al Giorgio Verdicci, il quale, prima di lasciare il posto di direttore generale di codesta Agenzia delle Entrate, gli confidò che aveva commesso un gravissimo errore, consistente nell’aver accertato nei miei confronti l’evasione fiscale per gli anni di Imposta 1994 e 1995 che erano ancora nei termini della presentazione dei redditi, e lui, anziché invalidare l’incriminato PVC stilato dai millantatori di chiaro stampo, i cui nominativi si riferiscono a: Fabio Migliori, Capitano; Nino Falsone, Maresciallo M.; Garziano Rosario Brigadiere, tutti appartenenti al Comando Compagnia Guardia di Finanza di Agrigento. Perciò, lo ha pregato di fargli da paraculo.
E “vossignoria”, in virtù di quanto testé raccomandato da “quest’incapace di intendere e volere”, come lo è stato il mio compaesano Giuseppe Vetro, quando, nel “96 e nel “98 accertò nei miei confronti l’evasione fiscale per gli anni “92 e “93, senza accorgersi che gli importi riportati sul PVC erano stati manipolati dai su citati militari delle Fiamme Gialle, per coprire gli errori commessi da quegli individui di malafede, studiò, che doveva tralasciare la sua investitura di sbirro, e con essa, la strada della Giustizia, imboccando la strada della malandrineria, e da don “nuddru ammiscatu cu mancu lischi, com’era” si mise a rimestare nella sua testa piena di machiavellici pensieri finché trovò la via, secondo la quale era lecito ricorrere ad ogni illecito mezzo per conseguire lo scellerato patto stretto col Giorgio Verduci, che l’avrebbe portato ad una vittoria nel salvare il culo agli implicati in questa faccenda di faccendieri disonesti e la faccia alla Agenzia delle Entrate incriminata, e nello stesso tempo arricchiva le casse dello Stato a mio danno.
Da Homo Sapiens – Sapiens = Homo Sapiente – Sapiente e di razza superiore come “vossignoria” si era stimato, si mise a tirare le fila alle marionette. Il primo ad essere manipolato e circuito, è stato l’Ispettore delle tasse Vaiarelli Salvatore e man mano gli altri, onde ottenere, come in effetti, ottenne, dalla Procura di Agrigento la tanta criticata archiviazione del caso, da cui deriva la pubblicazione del libro denuncia IGNOMINIE EPOCALI VOL I.
In virtù del quale, e in virtù della mancata replica da parte di tutti i nominati nei miei incontrovertibili scritti, principalmente, “vossignoria”, che non si è degnato nemmeno di rispondere alle mie numerose lettere, che confermavano di gran lunga superiore la reiterazione del reato da lei commesso e quello degli altri implicati in questa iniqua storia, cade col culo per terra mentre corre con le sue “corte gambe” su un terreno da lei ricreduto pianeggiante e sicuro. Cioè, cadde senza alcuna possibilità di rialzarsi in piedi, nell’adottare lo sgravio alle due Sentenze ancor prima che la CTP di Agrigento fissasse la data delle due cause annullate col rinvio dalla CTR di Palermo, che, con Sentenze n° 43/20/05 e n° 44/20/05 annulla, le Sentenze 261 e n° 14/02, rimandandole indietro alla CTP di Agrigento Sezione 2, che aveva emesso le Sentenze prettamente tecniche, perché provvedesse ad emettere un provvedimento che indicasse la data della discussione in Camera di Consiglio per le due Sentenze annullate col rinvio. Trascinando con sé, una fiumana di gente che avevano perorato la sua maledetta causa che aveva sposato col Verduci Giorgio. Praticamente, ha dato prova significativa di essere “né carne né pesce”.
CIOE’:
• né “mafioso”, protetto da pseudo baroni della legge parlata laureati in “azzeccagarbugliogia” che da “don nuddru ammiscatu cu mancu lischi” don nessuno mescolato con niente com’era, lo facevano apparire un carismatico “malandrino”;
• né “sbirro”, protetto dall’apparato Tributario e da “pseudo baroni della legge scritta” che da “lanzata di cane”, vomito di cane com’era, lo facevano apparire un autentico “sbirro” solo ed esclusivamente per subissare la mia dignità e quella ella mia famiglia. Che, invece, sarebbe stato molto meglio sistemare le cose quel lontano Ottobre del 2003 quando abbiamo discusso per circa un’ora di questo anomalo caso. Vedi lettera di cui trattasi, alle pagine 179 – 180 del libro denuncia IGNOMINIE EPOCALI VOL I già pubblicato;
• ma, un vero e proprio quacquaraquà di mmirddazza fitusa, fatta a palluzzi tunni du “scrafagliu mmirdaru”, insetto stercorario ca tiniva ntesta, manifestatosi tale sin dalla tenerissima età, allorquando, accompagnato da figure adulte, vedendo per la prima volta il mare macchinò con la sua testolina che doveva scavare una fossa nella sabbia e col secchiello di cui disponeva avrebbe travasato l’acqua dal mare nella fossa fino a prosciugarlo. Ma, come lei sà, egregio Dott. Leto, tra virgolette, la dimensione della fossa è paragonabile alla dimensione del cervello dell’uomo che non può mai contenere tutti i dati degli avvenimenti che si susseguono l’uno dopo l’altro nel mondo. Mentre, invece, una mente come la sua che è nata per macchinare sciagure non si pone alcun limite e studia in continuo moto, come da sotto mentite spoglie della legalità e trasparenza emulare il maestro d’inganni Ulisse, ideatore del cavallo di legno che distrusse Troia, e l’empio Sinone suo collaboratore. Come effettivamente si comportò “vossignoria” dentro l’Aula del GIP quel lontano 13/07/05, che, essendo in possesso dei tre dispositivi di ordinanza emesse dalla CTR di Palermo, in due dei quali, si leggeva: che erano state annullate due Sentenze col rinvio, e sull’altro, si leggeva: che la CTR aveva rigettato il mio ricorso, e, per attirare in inganno il GIP Walter Carlisi e tutta l’opinione pubblica, si mise a sbandierare quest’ultimo dispositivo di ordinanza, anziché gli altri due che comprovavano la malafede commessa da lei e dagli altri nominativi richiamati nei miei incontrovertibili scritti. Devo dire che il suo esibizionismo è stato studiato millesimalmente. Bella la sua strategia. Gli avrei fatto i mie complimenti, se non fosse stato che tre giorni dopo avere pubblicato quel falso articolo sul giornale di Sicilia, convinto di avere fatto tombola, molto meschinamente diede disposizione ai suoi adepti, per lo sgravio di Euro 9.632,44, rispettivamente per l’atto di accertamento n°2000385-2000 anno 1994 e Euro 7.898,11, rispettivamente per avviso di accertamento MOD. 740 RJ01001402 anno 1994, senza aspettare che la CTP di Agrigento desse comunicazione della data di discussione delle cause in oggetto. Peraltro, non si è data tempestiva comunicazione dell’avvenuto sgravio a me, e credo anche, non gli si è data al concessionario SERIT – SEDE AGRIGENTO. Visto che non ho ricevuto nessuno incarto che attesti lo sgravio di cui trattasi neanche dal su citato concessionario;
• Come in effetti, hanno studiato da sotto mentite spoglie gli uomini delle Forze dell’Ordine;
• lei e il suo codazzo di adepti, li avete studiato da annidacchiati all’interno della Agenzia delle Entrate incriminata, travestendovi, come si suol dire, da Corebo, l’innamorato di Cassandra, figlia del gran re Priamo, che voleva portare aiuto al futuro suocero, e ai Troiani, consigliò d’indossare le armature dei Greci uccisi per ingannare il nemico. I Greci hanno riconosciuto che sotto quelle mentite spoglie c’erano soldati Troiani, e Corebo cade per primo. Gli altri, caddero sotto le armi degli stessi Troiani perché li ritenevano loro nemici. Praticamente, si sono ritrovati a combattere contro due fronti. Cioè, contro i loro compagni Troiani e contro i loro nemici Greci. Stessa sorte toccò a voi che avete perorato questa ingiusta causa;
• c’è chi studia da sotto le onorate Toghe;
• c’è chi si proclama vincitore di guerre combattute contro i fantasmi, come nella fattispecie, che avete sottovaluto l’avversario ed avete gridato vittoria prima che la nave arrivasse in porto, come avete dato ad intendere all’opinione pubblica che la vostra nave era arrivata indenne con quell’articolo di Giornale di Sicilia del 17/07/05 in cui si legge: Quel verbale non era falsificato. Archiviazione per tre finanzieri. Prosciolti i sott’Ufficiali Nino Falsone, Fabio Migliori, e Rosario Garziano e i dirigenti delle Entrate Pasquale Leto, Giorgio Verduci e Antonina Galluzzo.
Un fatto dunque, molto grave per lei e per i suoi burattini annidacchiati all’interno della incriminata Agenzia delle Entrate, trasformata da “vossignoria” a postribolo di gentaglia viscida e malfamata sin dall’Ottobre del 2003. Data in cui, non solo non ha voluto spegnere il fuoco dalla pentola “accertata vuota”, facendola bruciare assieme alle organizzate menzogne attestate “dai prima e dai dopo del subdolo Ispettore delle tasse Vaiarelli Salvatore”, con le quale, “vossignoria”, voleva estorcermi Euro 482.596,48, non ai fini propri, per cui ci sarebbe stata una affinità mafiosa o di sbirro, ma per impinguare illecitamente le casse dello Stato. Così, lei, “ghibellino di pessima specie” si sarebbe pavoneggiato “con chi di dovere”, che sono stato “futtutu e mazziatu” da una turba formata da: “delatori per e di comodo, i così detti spioni di paese; falsi teste fede; ignobili Funzionari delle Agenzie delle Entrate di Agrigento da “vossignoria” diretta; quelli di Palermo; e laureati in giurisprudenza opposti alla deontologia”.
Un misto dunque, di sfrenati arrivisti allignati con profonde radici nelle Istituzioni sbaragliati tragicamente dalle vostre lapalissiane empietà d’ogni sorta, lestofantiacamente attestate nei miei confronti. Che, confidando nella Magistratura, Giudici Penali e Tributari che si sono occupati di questo “iniquo caso”, quest’ultimi, calpestassero le più elementari regole deontologiche per condannarmi illecitamente e favorire i vostri sporchi intendi, ch’erano quelli di attestarvi il primato di calunniatori e immortalarvi nelle storiche vicissitudini, standovene a modo vostro, fuori dal malefico giuoco condotto ai miei danni, e pretendevate da costoro, che continuassero in “eterno” a rinnegare la loro etica professionale che costituisce la base essenziale della sacralità del giuramento, dell’essere, della legalità, della trasparenza, della dignità, dei valori umani, ad ostacolarmi nelle varie Procure della Repubblica presso i Tribunali d’Italia con archiviazioni, nel caso in cui ci sarebbero state denunce penali sporte nei vostri confronti. Che, in onor del vero, anche qui siete stati favoriti dall’ambiguo PM Caterina Salusti, che nel 2005, chiese ed ottenne dal GIP Walter Carlisi l’archiviazione del caso, da cui è derivato il succitato articolo di Giornale. E dal PM Laura Cameli, che nel 2007 archiviò il caso senza avere espletato alcuna indagine.
Tali abnorme archiviazioni, suscitarono in me molte indignazione, per le quale sono state inviate una serie di denunzie al CSM e a più politici di alto rango.
Il CSM, archivia il caso senza censurare me, né la Procura di Agrigento.
Mentre, invece, i richiamati politici si sono trincerati nel silenzio, facendo così traboccare il vaso.
.
Ma, per completare la mia opera letteraria impegnata sulla lotta alla legalità e trasparenza che voi furbi la chiamate lotta degli sciocchi, da sciocco come da voi sono stato classificato, per farvi capire “ch’eravate voi e non io” a tirare l’acqua dal pozzo col secchio senza fondo e a dare fuoco al mare, non mi sono posto alcun limite a formulare denuncia penale con nomi e cognomi e l’ho prodotto presso la Procura di Palermo, la quale, il 18/03/08, trasmette per competenza territoriale tutto il malloppo cartaceo presso la Procura di Agrigento.
La Procura ricevente, con fascicolo n° 1460/08/45 riapre per la terza volta il caso e affida l’incarico per le indagini preliminari al Sostituto Procuratore Andrea Bianchi. Che, in virtù dell’incarto ricevuto dalla Procura di Palermo; dell’ulteriore incarto da me prodotto in data 23/04/08 e 16/05/08, delegò la P.G. aliquota Carabinieri di stanza presso la Procura del Tribunale di Agrigento, la quale, aveva il dovuto compito di convocare tutti i responsabili di questo misterioso tramaglio, e sentirli a S.I.T.
Delle quale testimonianze rese a S.I.T, la Procura incaricata allo svolgimento alle indagini, ad oggi, non mi ha dato sapere se le abbia espletate o no. E se lei che figura al n° 14 della denunzia, fosse stato convocato e sentito a S.I.T, dalla PG di cui sopra ed abbia accettato la malafede commessa nei miei confronti, riguardante i numeri manipolati per gli anni 1992 e 1993, e l’abuso di potere commesso, nell’aver emesso gli accertamenti per gli anni di imposta presi in esame dai militari già nominati, dotati di anima nera come la pece, c’è da chiedersi il perché “vossignoria” non abbia provveduto allo sgravio totale delle cartelle di pagamento abusivamente emesse, visto che dalla documentazione in mio possesso non risulta che gli importi che mi voleva estorcere non risultano essere sgravati. E, nel caso in cui avrebbe risposto che i manipolati importi riportati nel PVC stilato dagli ghigliottinai nascosti sotto le onorate veste delle Fiamme Gialle di Agrigento, già nominati, sono corretti, c’è da chiedersi il perché non abbia sporto una controquerela?
• Come ci racconta la storia, Troia, è stata oggetto d’assedio di guerra per lunghi 10 anni le cui imponenti mura hanno retto a tutti gli attacchi, finché non è stata tratta in inganno col gigantesco cavallo di legno costruito maliziosamente dai greci, e con la compartecipazione dell’ingannevole Sinone che ha fatto credere al gran re Priamo che era un martire perseguitato dai Greci che c’è l’avevano a morte, è stata rasa al suolo e depredata del bottino di guerra, e con esso i penati di famiglia.
• Mentre, invece, la guerra che mi avete combattuto per lunghi 15 anni con malizie, inganni e artifizi d’ogni sorta, l’ha vinta la mia equità che ha smentito e rimandato al mittente le terribili pronunzie attestate in molti documenti dal predatore di dignità, PM Stefano Dambruoso, quelle dagli altri Magistrati, Giudici Penali e Tributari che si sono implicati in questa maledetta tratta, allo scopo di farvi vincere a tutti i costi questa assurda guerra saputa persa dapprincipio.
• Menelao, perché Paride, figlio del gran re Priamo, gli rubò la moglie Elena, aveva un valido motivo per cui coinvolgere il fratello Agamennone e tutti i greci ad attaccare massicciamente questa cruenta guerra contro Troia sterminandola radicalmente.
• Ma voi e gli altri scellerati prima di voi, e qui alludo al padre e madre di questa assurda guerra messa in campo dal tutto cappello e niente cervello, Maresciallo dei C.C Giordano Epifanio, Comandante la Stazione di Favara, che, per acquisire ingiusti meriti mi accusò di usura servendosi “d’un’orda di sicofanti a lui facenti comodo” e trasferì tutto il fasullo incarto presso la Procura di Agrigento, e il P.M. Pietro Pollidori, a conclusione delle indagini preliminari ha riconosciuto che quella nota informativa era una vera e propria “Giordanata” e chiese al G.I.P. Rita Carosella l’archiviazione del caso per insostenibilità dell’accusa in giudizio, il quale, approvò ogni singolo punto della richiesta. E ai tre ghigliottinai delle Fiamme Gialle già nominati, che estesero un macchinoso PVC accusandomi di evasione fiscale per gli anni 1992 – 1995, il quale PVC venne poi supervisionato dal Tenente Gaspare Cilluffo della stessa Compagnia Guardia di Finanza di Agrigento, cui, attestò, che gli operanti la verifica non disponevano né dispongono di nessun elemento certo per poter muovere quest’incruenta guerra di tale dimensione nei miei confronti.
• Perché anziché invalidare il PVC, motivando gli evidenti errori di contabilità relativamente agli anni 1992 – 1993 e per la non scadenza dei termini della presentazione dei redditi per gli anni 1994 – 1995, avete fatto ricorso al vostro sporco potere ingaggiando l’ignobile Ispettore Vaiarelli Salvatore, cui, si rese disponibile a chiudere un occhio, anzi tutt’e due, e, sorvolando alle più falsità attestate dai Giudici Penali e Tributari, attestò, nella sua relazione composta da 12 pagine tutto quello che a voi infelici lanzighenetti servitoreschi della incriminata Agenzia delle Entrate di Agrigento faceva comodo. E non a caso, la Procura di Agrigento per non legare le vostre maledette mani, perché erano intendi a costruire trappole, lacci e laccioli di ogni sorta sui miei sicuri passi, conferma gli artifizi sottoscritti dal subdolo Ispettore Vaiarelli; le vostre testimonianze rese a S.I.T. innanzi all’Ispettore di Polizia di Stato Angelo Cascino e archivia il caso legandosi le proprie mani?
• Perché voi che avevate le mani slegate alla pubblicazione del mio libro collana avvenuta nel Marzo 2006 in cui si contestano con forza le vostre infamante testimonianze rese a S.I.T. innanzi al succitato Ispettore di Polizia di Stato non avete replicato, né avete replicato alle mie numerose missive, né avete sporto denuncia – querela per falso e calunnia?
• Perché la Procura di Agrigento alla seconda riapertura del caso le cui indagini furono state affidate al PM Laura Cameli, che agli atti aveva la valida documentazione per slegarsi le mani ha invece preferito lasciarseli legati nell’archiviare il caso, pur essendo sotto inchiesta con fascicolo aperto dal CSM?
Ci sono altri mille perché da chiederle “Dott. Leto Pietro Pasquale”, le cui risposte che otterrò certamente si racchiuderanno in questa. Perché io e il mio codazzo di sprovveduti, siamo più pericolosi di quel branco di cani, che nel ragusano hanno sbranato un ragazzino di 10 anni e azzannato molte altre persone innocue.
Come in effetti, avete fatto con me, e con tutti coloro i quali, “consci o no”, di quello che facevano, vi hanno dato una mano per distruggere vita natural durante la mia dignità e quella della mia famiglia.
Cosa vuole che le dica più di questo? Le posso dire, di farsi sputare in faccia dai suoi familiari, visto che la sua codardia, nel Gennaio del 2008, gli impedì di guardarsi allo specchio e sputarsi in faccia personalmente.
Ciò è quanto le dovevo.
Distinti saluti.
Favara, li 23/03/09.
Giacomo Sanfilippo
Giacomo Sanfilippo
GIACOMO SANFILIPPO
EDITORE
C/DA BAGLI 53, 92026 FAVARA (AG)
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Opera pubblicata IGNOMINIE EPOCALI VOL. I
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AL SIGNOR DIRETTORE GENERALE
DOTT. LETO PIETRO PASQUALE
DELL’AGENZIA DELLE ENTRATE
DI 92100 AGRIGENTO
Oggetto: ennesimo atto di crudeltà e recrudescenza.
Il sottoscritto Giacomo Sanfilippo nato il 24/01/1941 a Favara ed ivi residente in contrada Bagli 53, con la presente che richiama le altre 17 lettere rimaste senza esito alcuno da parte della SV, Le chiede: come può emettere una nuova cartella di pagamento in virtù delle Sentenze n° 258/09 e n° 259/09 pronunziate il 12 Maggio 2009, a “cazzo di cane” dalla Sezione 3 della CTP di Agrigento, nelle quale si legge: che i ricorsi sono stati rigettati legittimando così gli avvisi di accertamento impugnati confermandoli in tutta la sua interezza con i rigetti dei ricorsi. “Visto che la SV, nelle vesti di Satrapo incapace di intendere e di volere, ha già adottato lo sgravio da circa quattro anni addietro proprio per gli accertamenti chiamati in causa e legittimati in assoluto dalla Sezione 3 della CTP di Agrigento?
E, proprio su queste Sentenze emesse con l’articolo 18, commi 3° e 4° del D. lgs. n° 546/92 che la SV sapeva di essere emesse in totale arbitrio e in totale abusivismo dal Presidente Luigi Zoda, innanzi all’ispettore Angelo Cascino che nel 2005 lo interrogava, ha risposto falsamente. Attestando, che le Sentenze erano state emesse sfavorevole al contribuente e favorevole all’erario, e perciò, pretendeva che il contribuente pagasse le sue tasse. Quando sapeva in assoluto, che le Sentenze erano state emesse illegittimamente. Perché se non erano state emesse illegittimamente, la SV, quel lontano 20/07/05 non avrebbe provveduto ad adottare lo sgravio di cui si è tanto parlato, buscandosi perfino la DENUNZIA – QUERELA, per falso, calunnia e occultamento di atti di Ufficio. E i componenti della Sezione n° 2 della CTP di Agrigento che lo avevano favorito, si sono buscati la DENUNZIA – QUERELA, per violazione degli articoli 18 e 59.
Tale denunzia – querela e stato sporta il 15/04/09 presso la Procura di Agrigento.
La SV, o chi per la SV, per far recuperare almeno una piccolissima parte dell’ immagine già perduta per sua totale incapacità di intendere e volere, all’Agenzia delle Entrate incriminata, e per non far metteva in seri guai i signori: Lo Presti Dott. Vittorio Eraclide Presidente, il relatore Luca Dott. Antonino e il Giudice Siracusa Gregorio, avrebbe dovuto dire al Suo inviato responsabile dell’Ufficio Finanziario di codesta Agenzia delle Entrate, presso la Sezione 3 della CTP di Agrigento, di riferire ai signori della Sezione 3, di sospendere le due cause. Perché si è già adottato lo sgravio in relazione agli accertamenti che dovevano discutersi in Camera di Consiglio.
Per quanto sopra, sarà informato il Ministero delle Finanze di Roma, perché provveda con la massima urgenza ad inviare una squadra di Ispettori per ispezionare il fascicolo fortemente incriminato e verificare la veridicità di quanto lamentato nella stessa.
Copia della quale, sarà inviata per conoscenza dei tragici fatti già successi, presso la Procura di Agrigento ad integrazione al fascicolo… aperto il 15/04/09;
Alla Sezione n° 3 della CTP di Agrigento e altrove.
Allegati:
copia lettera inviata alla Sezione n° 3 della CTP di Agrigento.
Ciò, è quanto le dovevo.
Favara, li 22/06/09.
Giacomo Sanfilippo
Giacomo Sanfilippo
GIACOMO SANFILIPPO
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ALLA DIRIGENZA DELLA
SPETABILE AGENZIA DELLE ENTRATE DI
92100 AGRIGENTO
EPC
ALLO SPETTABILE MINISTERO DELLE FINANZE
IN PERSONA DEL MINSTRO GIULIO TREMONTI
VIA XX SETTEMBRE, 97
TELEFONO +39 06476111 – 00187 ROMA
OGGETTO: ennesima richiesta di cancellazione del mio nominativo dalle liste degli evasori fiscali.
Il sottoscritto Giacomo Sanfilippo nato il 24/01/1941 a Favara ed ivi residente in contrada Bagli 53, con riferimento alle lettere del 20/10/03 – 04/03/04 – 07/06/04 – 04/03/06 – 22/06/09 – 17/09/09 rimaste senza esito alcuno;
• in riferimento alle lettere del 12/10/06 – 21/11/06 – 30/12/06 – 09/01/008 – 13/02/08, inviate all’ex Ministro Tommaso Padoa Schioppa, rimaste anch’esse senza esito alcuno da parte di cotesto Ministero diretto: sia dal Ministro Giulio Tremonti, sia dal Ministro Tommaso Padoa Schioppa;
• e in riferimento al presente GIORNALE LA VOCE CHE TUONA DI MIA PUBBLICAZIONE, nel quale si evince che la procura di Agrigento e il Tribunale GIP/GUP di Agrigento hanno avallato le mie tesi sostenute con la forza della mia dignità sin dal tuttapprincipio. Chiede per l’ennesima volta che gli venga cancellato il suo nominativo dalle liste degli evasori fiscali.
Allegati:
• COPIA GIORNALE LA VOCE CHE TUONA ANNO 2010 – N° ZERO ZERO;
• COPIA PROVVEDIMENTO EMESSO DALLA PROCURA DI AGRIGENTO, CONDIVISO DAL TRIBUNALE GIP/GUP DI AGRIGENTO.
In attesa di un Vostro tempestivo riscontro, si porgono distinti saluti.
Favara, li 03/06/2010
Giacomo Sanfilippo
Giacomo Sanfilippo
GIACOMO SANFILIPPO
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ALLO SPETTABILE MINISTERO DELLE FINANZE
IN PERSONA DEL MINSTRO GIULIO TREMONTI
VIA XX SETTEMBRE, 97
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PC
ALLA DIRIGENZA DELLA
SPETABILE AGENZIA DELLE ENTRATE DI
92100 AGRIGENTO
IN PERSONA DEL DIRETTORE PRO TEMPORE
EPC
ALLA SPETTABILE DIRIGENZA DELLA SERIT
SEDE – AGRIGENTO
OGGETTO: ennesimo atto di recrudescenza commesso dai Funzionari incapaci di intendere e di volere annidacchiati all’interno della Agenzia delle Entrate di Agrigento.
Il sottoscritto Giacomo Sanfilippo nato il 24/01/1941 a Favara ed ivi residente in contrada Bagli 53, con riferimento alla lettera del 03/06/2010 che richiama le sei lettere inviate a cotesto Ministero delle Finanze – Roma, in persona del Ministro Giulio Tremonti, con allegato una moltitudine di documenti comprovante le malefatte commesse dai militari delle Fiamme Gialle, dai Funzionari della Agenzia delle Entrate in oggetto e dai Giudici Tributari della CTP di Agrigento e della CTR di Palermo.
E le cinque lettere inviate a codesto Ministero delle finanze – Roma, in persona dell’EX Ministro Tommaso Padoa Schioppa, con allegato una moltitudine di documentazione comprovante le malefatte commesse dai militari delle Fiamme Gialle, dai Funzionari della Agenzia delle Entrate in oggetto. Ecc ecc. L’ultima delle quale, conteneva la copia del giornale LA VOCE CHE TUONA ANNO 2008 N° ZERO.
Tutte le lettere, avevano, così come quest’altra, ha lo scopo di inviare una Ispezione Ministeriale nei confronti della Agenzia delle Entrate sotto accusa, nei confronti delle Sezioni n° 2 e 3 della CTP di Agrigento, di cancellare il mio nominativo dalle liste degli evasori fiscali e di far pagare l’intero importo di € 482.596,48 ai signori implicati in questa faccenda di faccendieri disonesti. Vedi a pagina 4 del giornale. Che, in onor del vero sono rimaste senza esito alcuno da parte di codesto Ministero delle Finanze Roma. Lasciando così proseguire ai detti Funzionari a commettere IGNOMINIE su IGNOMINIE ai danni dello scrivente, le quale si sono riversate di giustizia sulla richiamata Agenzia delle Entrate.
L’ultima IGNOMINIA l’hanno commessa il giorno 05/06/2010 facendomi recapitare una raccomandata da parte della SERIT sede – Agrigento, la quale, chiede il pagamento di € 20.160,09 per la Sentenza n° 258/03/09 emessa dalla Sezione tre della CTP di Agrigento depositata il 05/06/09. Che, come si ricorderà, per detta Sentenza illegittima e incostituzionale, così come per la Sentenza n° 259/09, il 22/06/09 ho sporto querela presso la Procura di Agrigento per omissioni di atti di Ufficio e per violazione dell’articolo 59, I° comma, punto b) del DLGS 546/92. Vedi a pagina 7 del giornale.
Onde evitare il ripetersi di fatti così gravi da parte dei signori Funzionari che da annidacchiati all’interno della Agenzia delle Entrate sotto accusa commettono azioni inqualificabili a mio danno, che, come già detto si sono riversate di giustizia sulla detta Agenzia delle Entrate, si prega di prendere atto di quanto si legge nella presente, nel giornale LA VOCE CHE TUONA, nel provvedimento emesso dalla Procura di Agrigento, condiviso dal Tribunale GIP/GUP di Agrigento e dare comunicazione a mezzo posta entro 60 giorni della ricezione della presente.
Trascorso tale termine senza che mi sia dato sapere sia della cancellazione del mio nominativo dalle liste degli evasori fiscali, sia di una eventuale richiesta di transizione della richiesta del risarcimento del danno cagionatomi alla mia salute con due sopraggiunti infarti cardiaci, alla mia immagine, al mio decoro di uomo onesto e per i danni materiali, mi vedo costretto mio malgrado a sporgere querela presso la Procura di Agrigento per omissioni di atti Ufficio nei confronti del direttore pro tempore della detta Agenzia della Entrate incriminata.
E, a dare mandato al mio legale di fiducia per incardinare causa presso il Tribunale Civile di Agrigento per il recupero di € 5.000.000,00 dicasi cinquemilioni nei confronti della querelante Agenzia delle Entrate di Agrigento. E per il recupero di € 2.500.000,00 dicasi duemilionicinquecentomila nei confronti del querelante Leto Pietro Pasquale.
Allegato:
• Copia cartella di pagamento di € 20.160,09.
• Per una chiara visione dei fatti contenuti nella presente, nella lettere destinata alla SERIT SPA SEDE – AGRIGENTO va allegata una copia del giornale LA VOCE CHE TUONA. E una copia del provvedimento emesso dalla Procura di Agrigento, condiviso dal Tribunale GIP/GUP di Agrigento.
In attesa di un Vostro tempestivo riscontro, si porgono distinti saluti.
Favara, li 07/06/2010
Giacomo Sanfilippo
Giacomo Sanfilippo
GIACOMO SANFILIPPO
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ALLA DIREZIONE DELLA AGENZIA DELLE
ENTRATE VIALE DELLA VITTORIA 92100 AGRIGENTO
DOTT. GIUSEPPE LA ROCCA
P.C.
AL DOTT. ATTILIO BEFERA DIRETTORE GENERALE
DELLE AGENZIE DELLE ENTRATE D’ITALIA
VIA CRISTOFORO COLOMBO N° 426 C/D OO145 – ROMA
E P. C.
AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO
DEI MINISTRI E MINISTRO DELL’ECONOMIA E
DELLE FINANZE MARIO MONTI PALAZZO
CHIGI PIAZZA COLONNA 370 00187 – ROMA.
OGGETTO: ULTERIORE DIFFIDA
Il sottoscritto Giacomo Sanfilippo, nato il 24/01/1941 a Favara, ed ivi residente in contrada Bagli 53, si riferisce alle due diffide del 03/06/2010 e del 07/06/2010. Queste ultime, richiamano le precedente note rimaste senza esito alcuno. Per dirle di vergognarsi d’essersi comportato da coniglio intanato sotto le cosce del Ministro dell’Economi e delle Finanze Giulio Tremonti. La Sua codardia gli costò la querela per inadempienza professionale, per reiterazione di reato ecc. ecc.
E premessa che: non è, né vuol’essere, se non è portato a fare l’avvocato dei contribuenti d’Italia.
Ma l’avvocato di se stesso a difesa dei complotti studiati maldestramente sulla sua persona.
Dal Maresciallo della Caserma dei Carabinieri di Favara, Giordano Epifanio. Che nella sua totale mancanza di etica morale e professionale, il 09/05/94 ha stilato la nota informativa n° 7875/33 e l’ha trasmessa alla Procura di Agrigento. Pagina 1 della querela in allegato.
Per la documentazione ridotta vedi cartella n°1 del DVD denominato nuova querela 2011.
Per quella intera vedi cartella n°1 del DVD denominato I°
Dal PM Stefano Dambruoso che si vestì della veste di SATRAPO e nella sua totale consapevolezza che avrebbe sparato, come si suol dire, contro la Croce Rossa. Cioè, contro una persona ricca di principi morali, sana di mente e ben pensante. In data 15/02/05 emette “illegittimamente” provvedimento n° 112 UG, delegando la Guardia di Finanza di Agrigento per la perquisizione della mia abitazione e per il controllo fiscale e generale nei miei confronti.
<<I militari delle Fiamme Gialle, nelle persone di: Migliori Fabio capitano; Falsone Nino Maresciallo M; Garziano Rosario Brigadiere; Tranquillo Giuseppe Brigadiere. Il 16/02/95 hanno eseguito la perquisizioni, sequestrando dell’innocuo cartaceo. Il Brigadiere Tranquillo partecipò solo alla perquisizione. Gli altri tre militari dotati di anima nera come la pece, per far contenti a chi di loro dovere, nel corso della verifica hanno maldestramente manipolato numeri e verità, e in data 20/04/95 stilarono il vizioso PVC da me contestato. Pagina 36 del PVC.
Le prime manipolazioni si ravvisano a pagina 1 e 2 del PVC, nelle quale si legge: Premesso che a seguito di attività giudiziaria delegata dall’Autorità giudiziaria, nei mesi di Giugno e Luglio ‘94, venivano effettuati accertamenti di carattere bancario nei confronti della persona sopra generalizzata. In relazione a quanto rilevato e previa autorizzazione all’utilizzo ai fini fiscali della documentazione acquisita durante l’attività di polizia giudiziaria, rilasciata ai sensi degli articoli 33 del DPR 600/73 e 63del DPR 633/72 dal Sostituto Procuratore Pietro Pollidori.
Attestazioni queste, che contrastano con quelle che si leggono nella nota protocollo n° 292/UG/5442 sched redatta in data 02/05/95 dal Tenente Gaspare Cilluffo, il quale, a pagine tre attesta: Durante le operazioni di verifica sono stati svolti controlli incrociati presso imprese e persone che avevano intrattenuto rapporti economici con il sig. Sanfilippo Giacomo. Ciò, al fine di ricostruire i ricavi conseguiti con l’esercizio delle attività economiche connesse con l’allevamento di conigli e la mediazione in affari oltre alle ulteriori operazioni aventi vantaggio economici delle quali gli operanti la verifica non disponevano, né dispongono di nessun elemento certo.
Queste ultime operazioni, come si evince dall’allegato n° 3 (verbale delle operazioni compiute a carico di Sanfilippo Michele) non hanno evidenziato situazioni tali da dover essere fatti oggetto di menzione in questa trattazione. Pagine 90 – 94 del fascicolo 2.
In virtù di tutto ciò, l’incosciente PM Dambruoso, chiese ed ottenne dal GIP – GUP il rinvio a giudizio. Dandomi in pasto ai Giudici penali.
Pagine 1 e 2 della querela.
Per la documentazione ridotta vedi cartella n°2 del DVD denominato nuova querela 2011.
Per quella intera vedi cartella n°2 del DVD denominato I°.
Dal Tribunale di primo grado penale che in virtù del vizioso PVC, il 03/06/96 emette in totale arbitrio la Sentenza n° 259/96 condannandomi come se fosse un vero e proprio evasore fiscale;
Riformata dalla Corte di Appello di Palermo;
Dalla Suprema Corte di Cassazione, che ha annullato senza rinvio la Sentenza impugnata nel capo relativo al reato di omessa presentazione dei redditi relativi all’anno 1994 perché il fatto non sussiste ed elimina la pena di giorni 15 di arresto e lire 1.000.000 di ammenda. Rigetta nel resto il ricorso.
Il 16/03/01 il Tribunale di Agrigento revoca la Sentenza emessa nei mie confronti in data 24/06/96 e ordina la eliminazione delle trascrizioni contenute nel Casellario Giudiziale relative alla indicata Sentenza. Pagina 2 e 3 della querela.
Per la documentazione ridotta vedi cartella n°3 del DVD denominato nuova querela 2011.
Per quella intera vedi cartella n°3 del DVD denominato I°
Dai Funzionari della Agenzia delle Entrate di Agrigento, i cui nominati si leggono più avanti. Che, nella loro totale incapacità di intendere e di volere hanno emesso più avvisi di accertamento per gli anni 1992 – 1993 – 1994 – 1995, e dalla dott.ssa Letizia Di Liberto, che, pur essendo conscia che le mie doglianze erano fondate ha emesso più controdeduzioni ai miei ricorsi.
Dandomi in pasto ai famelici giudici Tributari.
Dalle Commissioni Tributarie Provinciale e Regionale che hanno emesso più Sentenze non rispondenti al vero e in totale arbitrario. Pagine 3 – 7 della querela.
Per la documentazione ridotta vedi cartelle 4 – 14 del DVD denominato nuova querela 2011.
Per quella intera vedi cartelle 5 – 13 e 18 del DVD denominato I°
Dalle malefatte commesse dalla Procura di Agrigento da quando era sprovvista di Procuratore Capo e durante l’insediamento del Procuratore Capo Ignazio De Francisci, riguardante la prima querela del 2002; la seconda del 03/06/04 e la terza del 08/06/06.
Pagine 7 – 11 della querela.
Per la documentazione vedi cartelle 15 – 17 del DVD denominato nuova querela 2011.
Vistomi trattato socialmente e giudizialmente male che più male di così c’era (l’aggressione fisica). Temendo ciò, e nella speranza che tutto si sarebbe sistemato nei migliori dei modi, mi sono rivolto al Ministro della Giustizia Clemente Mastella; al Ministro dell’Economia Tommaso Padoa Schioppa; al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano; al presidente del Consiglio Romano Prodi. Ma, non ho ottenuto risposta alcuna.
Cartella 22 DVD denominato nuova querela 2011.
Nel mentre, inviavo più lettere (colorite ma non offensive) al dott. Leto Pietro Pasquale.
Alla direzione della Agenzia delle Entrate di Palermo.
E alla direzione della SERIT di Agrigento.
Alla quattordicesima lettera datata 09/01/08, il dott. Leto Pietro Pasquale, fece la falsa di sentirsi offeso. E, unitamente al responsabile legale della Agenzia delle Entrate di Agrigento, dott. Stefano Spoto, hanno sporto querelato per diffamazione nei miei confronti, presso la Procura di Agrigento.
L’8/02/08 ho pubblicato la prima edizione del mio Giornale periodico LA VOCE CHE TUONA. Leggibile nella cartella 19.
Il 18/02/08, ho sporto denuncia – querela presso la Procura di Palermo. Che apre fascicolo e lo trasferisce per competenza alla Procura di Agrigento Capitanata dal dott. Ignazio de Francisci.
In virtù dello sgravio già citato nella querela, in data 15/04/09 ho sporto denuncia – querela presso la Procura di Agrigento Capitanata dal dott. Renato Di Natale.
In virtù delle due Sentenze n° 258/09 e n° 259/09 emesse con molta leggerezza in data 12/05/09 dalla Sez. 3 della CTP di Agrigento, il 22/06/09 ho sporto querela presso la Procura di Agrigento.
Tale Procura, il 12/12/09 fa richiesta di archiviazione del fascicolo n° 834/08RG Mod. 21 al GIP – SEDE. Aperto a mio carico in virtù della querela per diffamazione sporta dai due infedeli Funzionari Leto e Spoto.
Quest’ultimo che in sede di SIT del 13/05/08 aveva vantato dei crediti in favore della Agenzia delle Entrate di Agrigento, con allegata documentazione. Non si oppone alla richiesta di archiviazione, né il Leto, né io.
Il GIP dott. Stefano Zammuto, il 13/05/2010 ha condiviso le ragioni addotte nella richiesta ed ha disposto l’archiviazione del procedimento e la restituzione degli atti al PM.
Pagine 11 e 12 della querela.
Per la documentazione vedi cartella 18 del DVD denominato nuova querela 2011.
Il 03/06/2010 ho pubblicato la seconda edizione del mio Giornale periodico LA VOCE CHE TUONA. Leggibile nella cartella 19.
Stessa data ho diffidato allo Spettabile Ministero delle Finanze Roma. E per conoscenza alla direzione della Agenzia delle Entrate di Agrigento. Allegando copia Giornale ai due destinatari.
Il 07/06/2010 in occasione del ricevimento della cartella di pagamento di Euro 20.160,09 emessa su atto di contestazione n° 2000385/2000, dalla Agenzia delle Entrate, per la Sentenza illegittima e incostituzionale n° 258/09. Ho diffidato per la seconda volta allo Spettabile Ministero delle Finanze Roma. E per conoscenza alla direzione della Agenzia delle Entrate di Agrigento.
Per questa ingiusta cartella di pagamento, in data 01/09/2010 ho sporto querela per occultamento di atti di Ufficio e per tentata estorsione nei confronti del direttore pro tempore della Agenzia delle Entrate di Agrigento, dott. La Rocca Giuseppe.
Il PM dott. Giacomo Forte ha archiviato il caso, attestando che la notizia di reato è infondata.
Alla quale non mi sono opposto. Perché pensavo che il La Rocca e lo Spoto, in concomitanza con il Ministero dell’Economia e delle Finanze, avrebbero chiuso la faccenda ed avrebbero dato sapere dell’avvenuto riconoscimento dell’illegittimità degli atti impositivi emessi a fronte del vizioso PVC, fortemente contestato: dal Tenente Gaspare Cilluffo; dal Generale B. Cosimo Sasso e da me medesimo. Conseguentemente a ciò: l’annullamento degli atti impositivi; la revoca delle cartelle di pagamento emesse e da emettere; la revoca delle iscrizioni delle ipoteche sui mie beni mobili e immobili e la cancellazione del mio nominativo dalle liste degli evasori fiscali iscrittomi abusivamente dalla Agenzia delle Entrate di Agrigento. Ed avrebbero intavolato una transazione di accordo per somma di € 5.000.000,00 chiesti nei confronti della querelante Agenzia delle Entrate di Agrigento. E € 2.500.000,00 nei confronti del querelante Leto Pietro Pasquale, a titolo di risarcimento del danno che ha cagionato seriamente la mia salute con due sopraggiunti infarti cardiaci, la totale perdita della mia dignità di uomo onesto. Ecc. ecc.
Per la documentazione vedi allegato 22 cartella 18 del DVD denominato nuova querela 2011.
E’ giusto e doveroso che ogni cittadino paghi le sue tasse. Ma, estorcerli con occultamenti di atti di Ufficio e da menzogne attestate in sede Ispettiva dal Vaiarelli, in sede di SIT dalla Galluzzo e dal Leto, per coprire i militari delle Fiamme Gialle; i Funzionari: Vetro Giuseppe; Fontana Calogero; Lauricella Maurizio; Argento Francesco; Verduci Giorgio; che nella loro totale incapacità di intendere e di volere non si sono accorti che il PVC era manipolato nei numeri, riguardante gli importi segnati nei fogli 16 – 19 – 18 – 20. E nella verità, riguardante gli anni 1994 e 1995 che erano ancora nei termini della presentazione dei redditi e riguardante le attestazioni del Tenente Cilluffo che sono contrastante con quelle attestate nel PVC dai militari verificatori. Ed hanno emesso gli accertamenti per gli anni 1992 – 1993 – 1994 – 1995; i componenti delle richiamate Sezioni delle CTP e CTR che hanno rigettato più ricorsi ed hanno emesso più Sentenze privi di senso logico. E’ indice di associazione per delinquere di stampo mafioso finalizzato alle estorsioni nei confronti di me medesimo caduto vittima di tre complotti.
Seguono le pagine 13 – 15.
Come la SV Illustrissima ha avuto modo di notare sono tre i complotti che mi portarono alla esasperazione, dalla quale derivano i due sopraggiunti infarti cardiaci, la perdita della mia dignità di uomo ONESTO. Ecc. ecc.
I dirigenti della incriminata Agenzia delle Entrate, nella fattispecie la SV che godeva di particolari privilegi da parte del Ministero dell’Economia e delle Finanze. E da parte della Procura di Agrigento, alla ricezione delle diffide del 03/06/2010 e 07/06/2010, non ha dato comunicazione alcuna. Così come il Ministero dell’Economia e delle Finanze. Pur leggendosi nella seconda diffida: Onde evitare il ripetersi di fatti così gravi da parte dei signori Funzionari che da annidacchiati all’interno della Agenzia delle Entrate sotto accusa commettono azioni inqualificabili a mio danno. Ecc. ecc. Il 17/10/2011 mi fa fatto recapitare la seconda cartella di pagamento. Andando a cozzare con la reiterazione del reato. Che si aggiunse alla inadempienza professionale.
Per i quali reati ho sporto querela nei confronti di La Rocca Giuseppe e Stefano Spoto, presso la Procura di Agrigento che ha già aperto il fascicolo n° 5718/11 MOD. 21. E saranno i Magistrati a decidere se rimandare a giudizio solo i due Spoto e La Rocca o tutti i summentovati nominativi che si leggono nella querela.
Posciaché, sono due le matrice, una di natura penale e l’atra di natura civile. E a piazzare le prime mine nelle fondamenta del palazzo della Agenzia delle Entrate di Agrigento sono stati: il Leto; la Galluzzo e il Vaiarelli. Quest’ultimo, inviato dalla Agenzia delle Entrate Direzione Regionale della Sicilia Ufficio Ispettivo, con nata prot. n° 268/03 UI e con nota prot. n° 93835/03 UI.
Nella prima nota si legge che doveva appurare il seguito del dossier del contribuente e cc. cc. Invece, si unì in complotto a mio danno con i due nominativi summentovati.
Le seconde, le hanno piazzate: il Leto e lo Spoto, nell’avermi querelato per diffamazione, pur essendo consci di non poterlo fare. Altrimenti si sarebbero opposti alla archiviazione.
E a dar fuoco alle micce siete stati: la SV e lo Spoto, che nella vostra totale negligenza, imprudenza ed imperizia non avete dato comunicazione alcuna alle mie diffide del 03/06/2010 e 07/06/2010. Dando così il tacito assenso: sia delle malefatte commesse sulla mia persona, sia alla richiesta della somma di danaro sopra e sotto indicata.
Stando come stanno i fatti documentati. Ebbene, che sia la SV, sia lo Spoto, vi dimettiate dall’incarico. Trascinando con voi, questa consorteria di Funzionari viscidi e malfamati. Che per infangare la mia dignità e quella della mia famiglia, hanno percorso: strade tortuose, sentieri impervi, cunicoli fognanti, sentine e sguazzato in molte cloache!!!
Immagini la SV e lo Spoto quale credibilità può avere l’Agenzia delle Entrate di Agrigento e il Ministero dell’Economia e delle Finanze già Amministrato dai due inadempienti professionale per Eccellenza: Giulio Tremonti e Tommaso Padoa Schioppa. Quest’ultimo, deceduto. Che IDDIO se lo tenga nella Sua gloria e nella Sua misericordia. Se entro il su indicato termine di 60 giorni non comunicherete la Vostra disponibilità di pagare la somma già citata?
Un’ulteriore inadempienza da parte Vostra, dà allo scrivente la facoltà di: nominare un legale per avviare le pratiche per il pignoramento del palazzo della Agenzia delle Entrate di Agrigento; pubblicare in parte o tutto il malloppo cartaceo nel suo Sito Internet e fare l’avvocato di tutti i contribuenti italiani iscritti nelle liste degli evasori fiscali. Veri o presunti tali.
E, vista l’alta capacità criminosa di voi individui pericolosi per voi e per gli altri di diverse estrazione sociale non legati da vincolo di parentela uniti in complotto a mio danno per fare apparire: l’illecito lecito e il lecito illecito, a partire dalla data della spedizione dell’ennesima diffida, renderò noto la Procura di Agrigento, che se mi dovesse capitare di morire di morte violenta o di lupara bianca. O se capitasse qualcosa del genere ai miei familiari, la totale responsabilità di questi vili gesti è da ricercare nelle persone summentovate nella querela.
La cartella n° 19 contiene: Copia esposto al CSM. Copia Giornale LA VOCE CHE TUONA DEL 08/02/08. Copia Giornale LA VOCE CHE TUONA DEL 03/06/2010. Copia Libro edito nel 2006, IGNOMINIE EPOCALI VOL I.
La cartella n° 20 contiene: Cartella di pagamento del 05/06/2010 emessa dalla Agenzia delle Entrate di Agrigento. n° 2912009 0022132410 di Euro 20.160,09. Per atto di contestazione n° 2000385/2000. E cartella di pagamento del 17/10/2011 n° 29129110002134843 di Euro 10.085,14. Tutte e due emesse sullo stesso atto di contestazione.
La cartella n° 21 contiene: Deposito querela presso la Procura di Agrigento in data 10/11/2011; Documenti esposto querela stilata in data 14/11/2011 dalla Guardia di Finanza di Agrigento; Documenti e ricezione postale Agenzia delle Entrate di Palermo; Documenti e ricezione postale Ministero delle Finanze – Roma.
La cartella n° 22 contiene: Cartella multifile attinenti alla fattispecie.
La cartella 23 contiene la documentazione descritta negli allegati.
PER QUANTO SOPRA.
Si diffida ulteriormente codesta Agenzia delle Entrate di Agrigento e il Ministero dell’Economia e delle Finanze di cancellare il mio nominativo dalle liste degli evasori fiscali e di programmare un piano di pagamento della su indicata somma entro il termine di 60 giorni dalla data di ricezione della presente.
Con avvertimento: che trascorso infruttuosamente tale termine, mio malgrado, mi vedo costretto a nominare un legale per avviare le pratiche per il pignoramento del palazzo della Agenzia delle Entrate di Agrigento.
Copia della presente sarà depositata presso la Procura di Agrigento unitamente all’esposto denuncia per mancata comunicazione da parte di codesto Ministero dell’Economia e delle Finanze. E da parte della Agenzia delle Entrate di Palermo. Riguardante l’esposto del 14/11/2011.
Allegati:
Copia querela del 10/11/2011 Ministero dell’Economia e delle Finanze;
Copia esposti all’ex Ministro dell’Economia e delle Finanze Giulio Tremonti. Dal 20/11/03 al 14/11/2011. Pagine 24;
Copia esposti all’ex Ministro dell’Economia e delle Finanze Tommaso Padoa Schioppa. Dal 12/10/06 al 13/02/08. Pagine 11.
Copia esposti e diffide Agenzia Entrate – Agrigento dal 13/06/2001 al 07/06/2010;
Copia esposti e diffide Agenzia delle Entrate – Palermo, dal 28/10/2003 al 14/11/2011;
Copia ricezione querela – Guardia di Finanza di Agrigento – 14/11/2011;
Copie esposti e diffide SERIT Sicilia Sede – Agrigento, dal 04/02/04 al 07/06/2010;
Copia delle su indicate cartelle di pagamento;
N° due note prot. n° 268/03 UI e prot. n° 03835/03 UI. Dott. Mario D’Amato;
N° 4 note: 1 del dott. Mazzarelli; 1 del Generale B. Cosimo Sasso; 2 del Colonnello Conti;
N° due DVD già inviati al Ministero delle Finanze in data 14/11/2011;
Copia diffida, Presidente del Consiglio e Ministro dell’Economia e delle Finanze Mario Monti;
Copia diffida dott. Attilio Befera.
Si rappresenta che lo scrivente ha facoltà di pubblicare e di inviare documentazione di specie dove e quando lo riterrà opportuno.
Con osservanza.
Favara, li 31/01/2012
Giacomo Sanfilippo
Giacomo Sanfilippo
GIACOMO SANFILIPPO
EDITORE
C/DA BAGLI 53, 92026 FAVARA (AG)
TEL. FAX. 0922.32115 – Cell. 347.6862733
Opera pubblicata: IGNOMINIE EPOCALI VOL. I
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E-mail: info@sanfilippo-editore.it
sanfilippo-editore@libero.it
Al capo aria legale Stefano Spoto Agenzia Entrate
Viale della Vittoria 92100 Agrigento
Oggetto: non c’è male al mondo del non sapere intendere, ma ciò che è peggio è non saper rispondere.
Il sottoscritto Giacomo Sanfilippo, nato il 24/01/1941 a Favara, ed ivi residente in contrada Bagli 53, si riferisce alla pagina 2 e 5 della sua nota prot. n° 15389 del 22/02/2012, nelle quale vossignoria attesta: Sulla base del predetto PVC, i soppressi II DD ed IVA di Agrigento emettevano avvisi di accertamento, ai fini IVA, per gli anni 1992-1993-1994-1995; Tutti i predetti atti impositivi, fondati su dati ed accertamenti di fatto non opportunamente smentiti, dalla S.V.
Come può ben rilevarsi dalla predetta esposizione, pur a prescindere degli eventuali esiti penali, in materia Tributaria le doglianze della S.V. sono state sempre rigettate dalle varie Commissioni Tributarie, conseguentemente, allo stato degli atti, essendo le Sentenze delle Commissioni Tributarie divenute definitive, ogni azione della P. A trova ostacolo nella disposizioni del Decreto Ministeriale dell’11/02/1997 n° 37.
Per dirle che le sue attestazioni tipicamente da paguro nascosto sotto il maestoso mantello della carità dei Giudici Penali e Tributari non trovano conforto, come non le hanno trovato quelle della Galluzzo con nota prot. n° 63808 del 18/11/03. Da me fortemente contestata con nota del 20/11/03 indirizzata alla dirigenza della Agenzia delle Entrate di Agrigento, di Palermo e al Ministero dell’Economia e delle Finanze – Roma. In virtù della quale e in virtù di quanto si legge nelle pagine 1 – 2 e 76 – 104 del dossier rielaborato che riguardano la revoca delle Sentenze penali e la trascrizione dell’audio – cassetta fatta eseguire dalla Procura di Agrigento, vossignoria e il Leto, anziché darvi e far dare alla latitanza agli altri destinatari della mia nota del 20/11/03 e non solo per questa; dovevate fermare il complotto maldestramente studiato ai miei danni e indurre al Vaiarelli a tornare sui suoi passi; puntare il dito accusatore contro i tre militari delle Fiamma Gialle e consegnarli dunque, alla Giustizia per farli processare per i reati loro commessi, come espressamente chiesto negli incontri avuti col Verduci nel 2002 e con il Leto in data 28/10/03.
Si vergogni assai, per essersi reso complice di fare occultare al Vaiarelli tutta la documentazione già trascritta dall’audio-cassetta, che ha indotto all’Angelo Cascino ad occultare le pagine più cruciali di detta documentazione che si leggono nella pagina 8 della mia querela del 10/11/2011 e indurre alla Procura di Agrigento di non aprire un fascicolo all’atto del deposito della prima istanza del 05/02/04 da parte del Colonnello Giuseppe Conti della Guardia di Finanza Agrigento.
Buscandovi e facendo buscare più querele agli altri che hanno perorato la vostra sporca causa di conflitto d’interesse collettivo volto a mascherare gli errori commessi degli altri e a estorcermi del denaro con delle cartelle esattoriale emesse sulla base delle le falsità attestate da famelici giudici Tributari per impinguare le casse dello Stato.
E ribadirle che ai giudici delle CTP e CTR ho portato validi elementi atti ad ottenere l’annullamento degli accertamenti emessi su un falso PVC dai Funzionari: Vetro Giuseppe; Calogero Fontana; Maurizio Lauricella; che hanno occultato di fatto: i fogli n° 16-18-19-20 riguardanti gli anni 1992-1993. E Argento Francesco; Giorgio Verduci; che hanno emesso gli accertamenti per gli anni 1994-1995. Quando, per l’anno 1994 c’erano 41 giorni per la presentazione della denuncia dei redditi e per l’anno 1995 c’era un anno in più. Ma i su citati giudici, per favorirvi, non tennero conto degli errori di sommata, né delle alterazioni di verità attestate dalla Guardia di Finanza sui fogli 16-18-19-20, né della Sentenza della Suprema Corte di Cassazione che ha annullato senza rinvio la Sentenza impugnata nel capo relativo al reato di omessa presentazione della dichiarazione dei redditi relativi all’anno 1994 perché il fatto non sussiste. Ed hanno rigettato i mie ricorsi emettendo più Sentenze sulla base degli errori di sommata e su un fatto inesistente.
Belli giudici penali che abbiamo in Italia che prima condannano e poi revocano le Sentenze;
Belli giudici Tributari che abbiamo in Italia che emettono Sentenze false per favorire chi di dovere;
Belli Funzionari che abbiamo all’interno della Agenzia delle Entrate di Agrigento che si fanno rigettare i ricorsi dai giudici per tiranneggiare chicchessia!!!
Devo prendere atto, come prenderà atto la Procura di Agrigento, della sua mancata risposta oppositiva alla mia querela del 10/11/2011. Nella quale si legge anche, che alcuni giudici delle CTP e CTR sono stati querelati per occultamento di atti di Ufficio; abuso di potere nell’applicare l’art. 12 e 18, commi 3 e 4, del D. LGS. n° 546/92 e per violazione dell’art. 59, I° comma, punto b) del D. LGS 546/92. Unitamente ai giudici, è stato querelato il Leto, per occultamento di atti di Ufficio. Che, in onor del vero, vossignoria e il La Rocca Giuseppe l’avete confermata in ogni singolo punto. Come in effetti, avete confermato in toto: le mie diffide del 03/06/2010 – 07/06/2010 – 31/01/2012. Il mio giornale LA VOCE CHE TUONA, del 08/02/08 e del 03/06/2010. Le mie affermazioni mandate in onda: il 15/06/04; 18/06/04; 19/06/04; dall’emittente televisiva Teleacras NUOVE – OPINIONI. Il mio libro denuncia CAINI PER VIRTU’ FAVARA 2 edito nel 2001 e inviato al Verduci il 12/02/02. E il mio libro denuncia IGNOMINIE EPOCALI VOL. I° edito nel 2006.
Conseguentemente alla pubblicazione del secondo libro denuncia, ho inviato più lettere colorite ma non offensive al Leto. Alla quattordicesima datata 09/01/08, anziché guardarsi allo specchio e sputarsi in faccia per il danno che ha procurato: a me; alla locale Agenzia delle Entrate; al Ministero delle Finanze e alla Procura di Agrigento, fece finta di sentirsi offeso. E Vossignoria si è fatto fagocitare dall’orditore di complotti Leto, e tutti e due avete sporto querela per diffamazione nei miei confronti e in data 11/01/08 l’avete depositata presso la Procura di Agrigento. Che ha aperto il fascicolo n° 834/08RG Mod. 21 ai sensi dell’art. 595.
All’interrogazione a SIT del Maggio 2008, vossignoria, ha seminato vento nel depositare le cinque pagine nelle quale si legge che sono debitore nei confronti della Agenzia delle Entrate di Agrigento di somme fantasmi. Che, come si sa, chi semina vento raccoglie tempeste. Come in effetti, all’archiviazione del fascicolo aperto contro di me, vi siete ritrovati a sputarvi in faccia l’un con l’altro, perché non avevate alcun motivo per opporvi e l’avete confermata in toto.
Cuocendovi così nel vostro primordiale brodo.
Copia della quale verrà inviata:
Alla direzione della Agenzia delle Entrate di Palermo, con allegata copia cartella esattoriale pervenutami il 28/02/2012;
Al Presidente del Consiglio e Ministro dell’Economia e delle Finanze Mario Monti, con allegata copia cartella esattoriale pervenutami il 28/02/2012 e copia lettera prot. 15389 del 29/02/2012;
Al direttore Generale delle Agenzie delle Entrate d’Italia Attilio Befera, con allegata copia cartella esattoriale pervenutami il 28/02/2012 e copia lettera prot. 15389 del 22/02/2012;
Alla Procura di Agrigento con allegata intera documentazione.
Ciò è quanto le dovevo.
Favara, li 08/03/2012
Giacomo Sanfilippo
Giacomo Sanfilippo
GIACOMO SANFILIPPO
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Al capo aria legale Stefano Spoto Agenzia Entrate
Viale della Vittoria 92100 Agrigento
Oggetto: gran differenza v’è tra il saccheggiare il terreno altrui e vedere messo a fuoco e straziato il proprio!!!
Il sottoscritto Giacomo Sanfilippo, nato il 24/01/1941 a Favara, ed ivi residente in contrada Bagli 53, si riferisce alla lettera 08/03/2012. Rimasta senza esito.
PER DIRE A VOSSIGNORIA:
Che è abissale la differenza tra il saccheggiare il terreno altrui. Come hanno fatto i militari dell’Arma Benemerita di Favara e i militari delle Fiamme Gialle di Agrigento, che pur di saccheggiare la mia abitazione hanno violato l’articolo 14 della Costituzione.
E vedere il Vostro terreno messo a fuoco e straziato da una turba formata da: NANAZZI MAGANZESI; NANI BALLERINI; FALSI TESTI FEDE; PSEUDO BARONI DELLA LEGGE SCRITTA E PARLATA; SPIETATI MARAMALDI, i cui nominativi appartenenti a tali categorie sono mentovati anche nella querela del 10/11/2011, già in possesso di vossignoria dal 02/02/2012. Che, con le elucubrazioni mentali di vossignoria e quelli di altri della sua stessa specie, avete creato un vorticoso sistema lucrativo, per lucrare e far lucrare sulla mia persona. La quale filosofia, volgarmente chiamata copri vergogne vi condusse nella puzzolente fogna sboccante nella cloaca delle calende greche. Dir si voglia, nella cloaca delle menzogne.
Che a suonare il corno dal suono violento è stato un militare siciliano di puro sangue, ai ranghi del Generale SCIPIONE L’AFRICANO, durante l’ultima sanguinosa battaglia campale combattuta a ZAMA, contro il condottiero di guerre e di sciagure ANNIBALE, “del quale, vi siete immolati”. La cui battaglia conclusasi con la vittoria del Generale SCIPIONE L’AFRICANO, ha posto fine alla seconda guerra PUNICA.
Al concedo, il militare siculo portò seco il corno. Giunto in contrada Bagli, giustappunto nelle vicinanze della storica rocca STEFANO, oggi patrimonio della Sovrintendenza ai beni culturali di Agrigento, cadente sul territorio di Fabaria, oggi, Favara, suo paese d’origine, gli diede fuoco e sotterrò le ceneri. Dalle quale, nel corso delle indagini d’usura partorita dalla fantasia del frivolo di cervello Maresciallo dei CC Giordano Epifanio, della Caserma di Favara, che in data 09/05/94 stilò la nota informativa n° 7875/33 nei miei confronti e la depositò presso la Procura di Agrigento, dalle quale indagini sperava facesse il salto di qualità. Conclusasi invece, con l’archiviazione del fascicolo n° 593/94 aperto ai sensi dell’art. 664 C.P., per insostenibilità dell’accusa in giudizio. E non poteva finire altrimenti, perché era una vera e propria farneticazione dell’ingiurioso Giordano. RINACQUE ed è stato ribattezzato LA VOCE CHE TUONA. I cui tuoni, fecero svegliare dal profondo sonno ORCOS, il Dio che accoglie i giuramenti e punisce gli spergiuri, mangiatori di doni e corrotti, che schiacciano e mal conducono la Giustizia.
Ma la gloriosa “DIKE”, alle molteplice suppliche di ORCOS. Cioè, alle mie molteplice querele sporte nei confronti dei soggetti mentovati anche nella querela del 10/11/2011, torna sui suoi passi. E di Giustizia, la Procura di Agrigento capitanata dal Procuratore dott. Renato Di Natale, in data 14/12/09 vi bollò vittime del vostro stesso complotto perpetrato ai miei danni dal Leto in complicità della Galluzzo e del Vaiarelli, nell’archiviare il fascicolo 834/08/RG Mod. 21, aperto ai sensi dell’articolo 595 c.p. in virtù della vostra sconnessa querela sporta nei miei confronti. Che, secondo il vostro utopistico piano, la Procura agrigentina capitanata dal Procuratore Ignazio De Francisci avrebbe rinnegato ancora una volta la sacralità fra la “forza del diritto” e il “diritto della forza”, allo scopo di nascondere in eterno gli scheletri custoditi nei vostri armadi e in quelli del Ministero dell’Economia e delle Finanze già gestito dai due ex Ministri appresso indicati.
Riconoscendovi resipiscenti nel non esservi opposti alla archiviazione; nel non avere controverso la mia intervista televisiva del Giugno 2004; né le mie scritture già pubblicate; né la mia querela sporta in data 10/11/2011 nei vostri e degli altri confronti; né la mia ulteriore diffida del 31/01/2012. Quest’ultime, saranno pubblicate alla conclusione dell’iniqua vicenda esposta.
Che sto aspettando la cartella di pagamento inerente alla Sentenza n° 259/03/09. Visto che vossignoria in data 22/02/2012 in mezzo alle tante inconcludente parole, ha attestato che la seconda cartella di pagamento del 17/10/2011 di € 10.498,22 emessa con lo stesso numero dell’atto di contestazione n° 2000385/2000 che si legge anche nella cartella di pagamento del 05/06/2010 di € 20.160,09 si riferisce allo stesso atto e non all’accertamento n° RJ01001402.
E che se, dal Capitano fino al mozzo, cioè, dalla mente agli esecutori di questi complotti orditi ai miei danni, avreste avuto un tantino di giudizio in zucca che vi portava a pensare: cosa sarebbe successo se un domani si venissero a scoprire, come in effetti, si sono scoperti, di certo, non vi troveresti in questa posizione miserabile e meschina, né sarebbe stato chiamato il dott. Attilio Befera, né il Presidente del Consiglio e Ministro dell’Economia e delle Finanze Mario Monti, a quest’arduo compito disciplinare nei confronti: dei tre militari delle Fiamme Gialle già nominati; dei 10 Funzionari della Agenzia delle Entrate di Agrigento già nominati; del Vaiarelli Salvatore; dei dirigenti della Agenzia delle Entrate di Palermo che hanno ricevuto le mie lettere denunce; dei componenti delle Sezioni 2 e 3 della CTP di Agrigento e dei componenti delle Sezioni 1 e 29 della CTR di Palermo che hanno emesso Sentenze non rispondente al vero. Per le quale sono state querelate presso la Procura di Agrigento.
Di erogare la somma di € 7.500.000,00 in favore dello scrivente. Che avrebbe dovuto erogare l’ex Ministro Giulio Tremonti alla ricezione delle due diffide del 03/06/2010 e del 07/06/2010. Se non si fosse nascosto la testa sotto la sabbia come gli struzzi.
E chiudere un’era del butta anime innocenti: nel fango, nella gogna mediatica, nell’umiliazione, nell’esasperazione. Col tacito assenso dei due ex Ministri dell’Economia e delle Finanze, Giulio Tremonti e Tommaso Padoa Schioppa. Quest’ultimo deceduto.
Menomale che siamo in tempi democratici. Se eravamo nei tempi dell’Inquisizione in Sicilia, che il Tribunale del SANT’OFFIZIO pagava ai sicofanti un quinto dei beni che usurpavano alle vittime che quest’ultimi designavano al sacrificio dei tiranni che gestivano il su citato Tribunale, di certo, io e la mia famiglia non subivamo questo trattamento umiliante. Ma ben altro. Come in effetti, molte famiglie cadute vittime di quella tirannia, dopo essere state denudati del tutto, per cancellare ogni traccia che li conducesse a loro, li ardevano vivi con l’accusa di eresia.
Copia della presente verrà inviata:
Alla Procura di Agrigento;
Alla Agenzia delle Entrate di Palermo;
Al dott. Attilio Befera;
Ciò, è quanto le dovevo.
Favara, li 11/04/2012
Giacomo Sanfilippo
Giacomo Sanfilippo
GIACOMO SANFILIPPO RACCOMANDATA N° 14551816305-7
EDITORE
C/DA BAGLI 53, 92026 FAVARA (AG)
TEL. FAX. 0922.32115 – Cell. 347.6862733
Opera pubblicata: IGNOMINIE EPOCALI VOL. I
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E-mail: info@sanfilippo-editore.it
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AL DIRETTORE PRO TEMPORE DELLA
AGENZIA DELLE ENTRATE VIALE DELLA
VITTORIA 92100 AGRIGENTO
Oggetto: Diffida revoca importi reclamati, cancellazione del mio nominativo dal registro degli evasori fiscali, cancellazione delle ipoteche e cancellazione dei fermi amministrativi emessi illecitamente da codesta Agenzia delle Entrate di 92100 Agrigento.
Il sottoscritto Giacomo Sanfilippo, nato il 24/01/1941 a Favara, ed ivi residente in contrada Bagli 53, si riferisce alle 34 lettere denunce e diffide, datate: 13/06/01 – 02/08/01 – 25/09/01 – 06/12/01 – 12/02/02 – 06/03/02 – 14/03/02 – 19/10/02 – 12/11/02 – 31/01/03 – 25/10/03 – 20/11/03 – 04/02/04 – 04/03/04 -10/03/04 – 09/05/06 – 03/06/06 – 10/06/06 – 20/06/06 – 12/10/06 – 21/11/06 – 18/12/06 – 18/12/06 – 25/09/07 – 09/01/08 – 08/02/08 – 08/02/08 – 23/03/09 – 22/06/09 – 03/06/2010 – 07/06/2010 – 31/01/2012 – 08/03/2012 – 11/04/2012. Mirate ad ottenere la cancellazione del mio nominativo dal registro degli evasori fiscali, la cancellazione delle ipoteche, la cancellazione dei fermi amministrativi, la cancellazione dei pagamenti emessi a ruolo da codesta Agenzia delle Entrate in virtù di più Sentenze Tributarie illegittimamente ed incostituzionalmente emesse da una manica di Giudici partigiani delle CTP e CTR. Rimaste tutte senza esito alcuno.
Tranne quella del 09/01/08 che il Leto Pietro Pasquale, direttore pro tempore, e lo Spoto Stefano, rappresentante legale di codesta Agenzia delle Entrate, in data 11/01/08 hanno sporto querela presso la Procura di Agrigento, che ha aperto il fascicolo n° 834/08 mod. 21 per diffamazione nei miei confronti.
In data 13/05/08 viene sentito a SIT lo Spoto Stefano, il quale, a conclusione delle sommarie informazioni testimoniali, produsse una relazione composta da cinque pagine su cinque facciate, riepilogativa della posizione del Sanfilippo. E una fotocopia “interrogazione” contenuti le informazioni relativi ai vari ricorsi.
Il 14/12/09 la Procura invia alle parti la conclusione delle indagini, nella quale si leggono le motivazione per le quale il fascicolo andava archiviato e lo trasmise al GIP – SEDE. Il GIP Stefano Zammuto, non avendo agli atti nessuna opposizione da parte dei due rovina famiglie Leto e Spoto, quale: le motivazione per cui erano giunti alla querela per diffamazione nei miei confronti e la rivendicazione di tutte le Sentenze Tributarie che si leggono nelle cinque pagine, fece propria la richiesta di archiviazione del PM è in data 13/05/2010 archiviò il caso.
Dalla quale, derive la seconda pubblicazione del GIORNALE LA VOCE CHE TUONA del 03/06/2010; la diffida del 03/06/2010; la diffida del 07/06/2010, inviate al Ministero dell’Economia e delle Finanze in persona del Ministro Giulio Tremonti; alla dirigenza di codesta Agenzia delle Entrate; alla dirigenza della SERIT Agrigento.
Nella diffida del 07/06/2010 si legge anche la richiesta di € 7.500.000,00 come risarcimento danni per lesione alla mia immagine e al mio decoro di persona onesta e per i due sopraggiunti infarti cardiaci che hanno cagionato seriamente la mia salute. Nessuno dei tre summentovati hanno risposto, né entro 60 giorni del termine previsto dalla legge, né a tutt’ora si sono degnati di rispondere. Divenendo così definitiva la mia richiesta di pagamento di cui sopra.
Giova ricordare a codesto direttore pro tempore e al responsabile legale di codesta Agenzia delle Entrate, che la non opposizione da parte dei due individui pericolosi per loro e per gli altri, Leto e Spoto, rafforza la mia tesi che le Sentenze emesse da più Giudici Tributari partigiani, sono illegittime ed incostituzionale e l’atteggiamento assunto dai due semina guai, comporta la tentata estorsione, il falso, la calunnia e la diffamazione nei miei confronti.
Al tacito assenso da parte dei cinque pilastri del Ministero dell’Economia e delle Finanze, nelle persone di: Giulio Tremonti; Tommaso Padoa Schioppa; Attilio Befera; Direzione Agenzie ed Enti della Fiscalità piazza Mastai, 11 00153 – ROMA; Mario Monti.
E alla nota protocollo 14773 del 04/04/2013 della SERIT Agrigento inviata anche per conoscenza a codesto direttore pro tempore, della quale leggiamo da piè della prima pagina: L’agente della Riscossione, da lei interpellato al fine di vedere cancellato il debito iscritto a ruolo, ribadiamo dagli Enti Impositori e non dall’agente riscossore, non può fare altro che riscontrare quanto da Lei asserito dimostrando, per come ha già fatto con le precedenti note inviateLe, di avere correttamente operato per gli atti di propria competenza.
Teniamo a precisare, inoltre, che nessuna illazione è stata mai fatta nei Suoi confronti da parte di codesta funzione, la quale non ha mai adoperato, nelle missive inviateLe, termini equivoci, quali ad esempio, “evasore fiscale”, ma anzi, si è rivolta a Lei con il dovuto rispetto, rendendosi sempre disponibile ad un sereno confronto sulle doglianze da Lei avanzate e pronti a dare ogni chiarimento nei limiti delle nostre funzioni.
Ancora si evidenzia che l’Agente della Riscossione non può entrare nel merito delle “querele” da Lei dibattute con i diversi Enti citati nella Sua missiva, poiché esula dalle competenze dell’Agente esattore prendere posizione in merito. Tutto ciò premesso, La invitiamo ad indirizzare ogni azione tesa al disconoscimento del debito, recato dai ruoli formati a suo carico, nei confronti degli Enti Impositori titolari del credito, si rassegna altresì che qualora a questo Agente della Riscossione venga inopinatamente attribuita la commissione di reati, mai posti in essere, quali il tentavo di estorsione, il falso e la calunnia, si vedrà suo malgrado, costretto ad adire le vie legali al fine di tutelare l’onorabilità della propria immagine Istituzionale.
Si rappresenta, per Sua opportuna conoscenza, che copia delle Sue note verranno inviate all’Agenzia delle Entrate di Agrigento, unitamente alla presente, per gli adempimenti di competenza.
Per il Procuratore Sebastiano Padovani sarebbe stato meglio se ciò l’avesse fato il 02/10/2012, se non prima. Visto che la SERIT in questione sin dal 04/02/04 aveva ed ha agli atti la documentazione idonea per poterlo fare.
Gira e rigira, i 5 pilastri del Ministero dell’Economia e delle Finanze e la SERIT – Agrigento, hanno fatto come la Suprema Corte di Cassazione che, con la Sentenza che annullava senza rinvio l’anno 1994 perché il fatto non sussiste, il Giudice Maria Agnello del Tribunale penale di Agrigento si impose l’obbligo di revocare la Sentenza che emise in totale arbitrio nel Giugno 1996.
Come dire: la spada di DAMOCLE, in data 16/03/2001 colpì i soprastiosi Giudici penali.
12 anni dopo torna colpire i soprastiosi Giudici Tributari e i Funzionari della Agenzia delle Entrate di Agrigento.
IN VIRTU’ DI QUANTO SOPRA
Si diffida il direttore pro tempore e il legale responsabile della Agenzia delle Entrate di Agrigento di emettere il provvedimento in oggetto. E pagarmi la somma di € 7.500.000,00 più interessi maturati dal 07/06/2010 alla data di soddisfo. Visto che i 5 pilastri del Ministero dell’Economia e delle Finanze Roma, per non allargare di più le Vostre intrigate maglie nere, hanno fatto scena muta.
Qualora il pagamento di cui sopra spetta farlo il Ministero delle Finanze Roma, si prega di documentarlo entro e non oltre 10 giorni della ricezione della presente diffida.
CON AVVERTIMENTO:
Che trascorso infruttuosamente tale termine, mio malgrado, mi vedo costretto, a sporgere querela presso la Procura di Agrigento, per rifiuto documentazione, inadempienza professionale, occultamento di atti di Ufficio e favoreggiamento verso terzi. I cui nomi e cognomi dei responsabili di questo sporco tramaglio sarete Voi a fornirli alla Procura di Agrigento.
Copia della presente sarà inviata a mezzo posta raccomandata presso la Guardia di Finanza di Agrigento;
Presso la Procura di Agrigento;
Presso la SERIT Agrigento;
Presso la Tenenza dei Carabinieri di Favara;
Presso il Ministero dell’Interno per le azioni disciplinari di competenza nei confronti del militare dell’Arma Benemerita Giordano Epifanio già Maresciallo Comandante la Stazione dei Carabinieri di Favara. E nei confronti dei militari delle Fiamme Gialle di Agrigento, Fabio Migliori, Capitano; Falsone Nino Maresciallo M.; Garziano Rosario, Maresciallo reo confesso, già Brigadiere;
Sarà pubblicata sul Sito Internet in intestazione e sarà inviata ove l’esponete riterrà opportuno
In attesta di Vostro cortese riscontro si porgono,
Distinti saluti.
Favara, li 10/04/2013
Giacomo Sanfilippo
Giacomo Sanfilippo
GIACOMO SANFILIPPO
EDITORE
C/DA BAGLI 53, 92026 FAVARA (AG)
TEL. FAX. 0922.32115 – Cell. 347.6862733
Opera pubblicata: IGNOMINIE EPOCALI VOL. I
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ALLA DOTT. SSA ANTONELLA PANDOLFI
SOSTITUTO PROCURATORE PRESSO PROCURA
DEL TRIBUNALE DI AGRIGENTO
OGGETTO: atto di querela per inadempienza professionale, occultamento di atti di Ufficio e favoreggiamento verso terzi, nei confronti dell’attuale direttore pro tempore e nei confronti dell’attuale legale responsabile della Agenzia delle Entrate di Agrigento, da integrare al fascicolo n° 5718/11 Mod 21. ALLO STATO IN CORSO DI INDAGINI
Il sottoscritto Giacomo Sanfilippo, nato il 24/01/1941 a Favara ed ivi residente in c/da Bagli 53,
PREMESSO CHE:
L’attuale direttore pro tempore e l’attuale legale responsabile della Agenzia delle Entrate di Agrigento:
In virtù del tacito assenso dei cinque pilastri del Ministero dell’Economia e delle Finanze, nelle persone di: Giulio Tremonti; Tommaso Padoa Schioppa; Attilio Befera; Direzione ed Enti della Fiscalità piazza Mastai 11 Roma; Mario Monti. Cartella 7.
In virtù della diffida del 06/03/2013 nei confronti del Procuratore della SERIT – Agrigento, Sebastiano Padovani, trasmessa da quest’ultimo in data 04/04/2013 all’attuale direttore pro tempore della Agenzia delle Entrate di Agrigento. Cartella 10.
E in virtù della diffida del 10/04/2013 nei confronti dei signori in oggetto di revocare gli importi emessi a ruolo, cancellare il mio nominativo dal registro degli evasori fiscali, cancellare le ipoteche sui miei beni immobili, cancellare i fermi amministrativi sui miei beni mobili emessi illecitamente dalla Agenzia delle Entrate di Agrigento. Cartella 8.
Avrebbero dovuto denunciare per falso ideologico e occultamento di atti di Ufficio presso codesta Procura d’Agrigento. E presso la Corte dei Conti di Palermo per aprire una commissione interna disciplinare nei confronti dei Funzionari appresso indicati:
Giuseppe Vetro che il 12 Aprile 1996 ha redatto gli avvisi di accertamento n° 6471004907 e 6471004908 per gli anni 1992 e 1993, per IVA, IRPEF e ILOR. E in data 16/03/1998 ha redatto altri due avvisi di accertamento con gli stessi numeri di cui sopra per tassa salute, senza volersi accorgere sia nella prima volta, sia nella seconda volta degli errori di sommata esistenti nei fogli 18 e 20.
Né delle falsità, né delle contraddizioni in cui sono caduti i militari verificatori nell’attestare nei fogli 16 e 19, la risposta non fornisce la prova dell’estraneità all’attività esercitata.
Il foglio 18 riporta la sommata errata di lire 24.081.000. Corretta lire 23.735.000. Pagina 51 PVC.
Il foglio 20 riporta la sommata errata di lire 49.177.319. Corretta lire 60.864.319. Pagina 69 PVC.
Per quanto riguarda il foglio 16, avevo dato loro, veritiera risposta e fornito documentazione comprovante la provenienza dei due assegni bancari di lire 15.000.000 cadauno. Nella lettera datata 31/03/92 si leggono 12 firme degli operai che lavoravamo come muratori nella ditta Olivieri Giuseppe di Mantova. Peraltro, verificato in data 26/11/93 dalla Guardia di Finanza di Agrigento su ordine della Guardia di Finanza di Mantova. Pagine 49, 84 – 89 PVC.
Per quanto riguarda invece, il foglio 19, gli operanti la verifica che in data 12/04/95 sono andati ad interrogare il dott. Michele Sanfilippo, cui, ha risposto a tutte le domande, si contraddicono nell’attestare che la risposta non fornisce la prova dell’estraneità all’attività esercitata. Non solo, ma vengono contraddetti anche dal Tenente Gaspare Cilluffo della stessa Compagnia Guardia di Finanza di Agrigento che nella sua nota prot. 292/UG/5442 sched ha attestato: gli operanti la verifica non disponevano né dispongono di nessun elemento certo e le operazioni compiute a carico di Sanfilippo Michele non hanno evidenziato situazioni tali da dover essere fatti oggetto di menzione in questa trattazione. Pagine 62, 82, 83, 90 – 94, PVC cartella 2.
Il 09/06/1999 il redigente illeggibile, il direttore titolare Calogero Fontana, il delegato Maurizio Lauricella, Lombardo Salvatore, assegnatario, redigono gli avvisi di accertamento n° 823900-99, 2000035-99, 823899-99, 2000033-99, per gli anni 1992 e 1993. Per IVA, IRPEF e ILOR.
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Il 08/11/2000 il redigente Argento Francesco infischiandosene altamente di quanto si legge nella pagina 26 del PVC che, come si ricorderà tre mesi dopo la scadenza dei termini, cioè il 15/02/95 gli operanti la verifica ottennero dal PM Stefano Dambruoso l’accesso fiscale e la verifica fiscale generale, pur avendo illecitamente preso in esame anche gli anni 1994 e 1995 senza alcuna autorizzazione da parte del PM Pietro Pollidori, come risulta dal decreto di acquisizione n° 117/94 datato 14/06/94 che autorizzava gli stessi ad acquisire copia relativa alle dichiarazioni dei redditi per gli anni 1992 – 1993. Pagina 1 PVC. Attestarono che per i redditi conseguiti per l’anno 1994 il soggetto verificato è ancora nei termini della presentazione della dichiarazione dei redditi. Redige avviso di accertamento n° 800790 anno d’Imposta 1994. Giorgio Verduci ha redatto avviso di accertamento n° RJ01001402 anno d’Imposta 1994. L’Argento Francesco, il 17/11/2000 redige altri due atti di contestazione n° 2000385-2000, 2000384-2000. Per anno d’Imposta 1995.
A questa caterva di avvisi di accertamento emessi a fronte d’un falso e manipolato PVC, ho fatto ricorso presso la CTP di Agrigento. E appello presso la CTR di Palermo. Il Funzionario Letizia Di Liberto per cercare di coprire gli errori commessi dai redigenti gli accertamenti riportati nei ricorsi sotto indicati, scientemente ha redatto controdeduzioni per ogni ricorso.
Lì per lì, non è stata la NEFANDEZZA dei complottatori militari delle Fiamme Gialle: Fabio Migliori, Capitano; Falsone Nino, Maresciallo M.; Garziano Rosario, Brigadiere, reo confesso. Pagine 95 – 130 cartella 2. Né degli accertatori incapaci di intendere e di volere, né della sciente controdudezionista, a portare l’Agenzia delle Entrate di Agrigento a CAPORETTO.
MA, LA NEFANDEZZA DEI 29 COMPONENTI DEI COLLEGI GIUDICANTI DI DIVERSE SEZIONI DELLA CTP E CTR APPRESSO INDICATI:
Mirabile Empedocle, Presidente; Di Carlo Calogero; D’Amico Giuseppe, relatore; Ippolito Santo; Noto Antonio; Scaglione Antonio, della Sezione 6 della CTP di Agrigento. Che, anziché invalidare gli avvisi di accertamento in virtù dell’assiomatica documentazione prodotta nei ricorsi, li hanno rigettati ed hanno emesso la Sentenza n° 130/06/00. Poggiandola sulla arbitraria Sentenza penale emessa dal Tribunale di Agrigento. Revocata in data 16/03/01 per intervenuta Sentenza della Suprema Corte di Cassazione che ha annullato senza rinvio l’anno 1994 perché il fatto non sussiste. Pagine 32 – 35 Cartella 3.
Carollo Antonio, Presidente; Liguori Giovanni; Pellitteri Giuseppe, relatore, della Sezione 25 della CTR di Palermo, che rigettarono il ricorso appellato ed hanno emesso la Sentenza n° 96/25/02, attestando che l’operato della Guardia di Finanza è corretto e richiamando la Sentenza penale emessa e revocata come sopra. Cartella 5.
Zoda Luigi, Presidente; Migliore Biagio; Trifirò Salvatore, relatore, della Sezione 2 della CTP di Agrigento, che agli atti avevano la documentazione prodotta nei ricorsi come sopra, hanno rigettato il ricorso ed hanno emesso la Sentenza n° 19/2/00 apprezzando i rilievi formulati dalla Guardia di Finanza e poggiandola sulla arbitraria Sentenza penale emessa e revocata come sopra.
Novara Antonio, Presidente; Arezzo avv. Domenico, relatore; Tumbiolo avv. Liana, Giudice; della Sezione 29 della CTR di Palermo, hanno emesso la Sentenza 50/29/04, attestando che l’operato della Guardia di Finanza è immune da vizi e che la Sentenza penale emessa e revocata è passata in giudicato, rigettarono il ricorso appellato ed hanno emesso la Sentenza 50/29/04. Cartella 5. Quest’ultimi, in data 09/05/05 sono stati denunciati presso la Procura di Agrigento. Cartella 6.
Zoda Luigi, Presidente; Migliore Biagio; Trifirò Salvatore, relatore, della Sezione 2 della CTP di Agrigento, che agli atti avevano la documentazione prodotta nei ricorsi come sopra, hanno rigettato il ricorso emettendo la Sentenza n° 20/2/00 con le stesse motivazioni di cui sopra.
Carollo Antonio, Presidente; Liguori Giovanni; Pellitteri Giuseppe, relatore, della Sezione 25 della CTR di Palermo, rigettano il ricorso appellato ed hanno emesso la Sentenza 95/25/02, con le stesse motivazioni di cui sopra. Cartella 5.
Birritteri Luigi, Presidente; avv. Paola Lo Presti Seminerio, relatore; Gregorio Siracusa; Roberto Agrò; della Sezione 7 della CTP di Agrigento, che agli atti avevano la documentazione prodotta nei ricorsi come sopra, hanno rigettato i ricorsi attestando: La Commissione è vincolata dalla Sentenza di condanna. Non appare superfluo rilevare, inoltre, che nel merito la Commissione condivide pienamente le motivazioni addotte, in punto di fatto e di diritto, dal Tribunale di Agrigento per giungere alla condanna del ricorrente in particolare in merito alla valutazione del procedimento logico-induttivo seguito dai verbalizzanti della Guardia di Finanza e fatto proprio dall’Ufficio I.I.D.D. di Agrigento, certamente esente da vizi e condivisibile circa la quantità di carne venduta nei periodi in contestazione. Infine pretestuose appaiono le doglianze in ordine alla inclusione nella determinazione del reddito quale procacciatore di affari, delle somme girate tra banche, invero la somma indicata quale ricavo per l’attività di procacciatore è data dagli importi di cui alle lettere e ed i del PVC da cui i verbalizzanti hanno espressamente escluso le somme girate tra banche (cfr, PVC foglio 20, 21, 22 ed hanno emesso la Sentenza n° 52/7/00 poggiandola anche sulla arbitraria Sentenza penale emessa e revocata come sopra. .
Carollo Antonio, Presidente; Liguori Giovanni; Pellitteri Giuseppe, relatore, della Sezione 25 della CTR di Palermo, rigettarono il ricorso appellato ed hanno emesso la Sentenza n° 94/25/02, con le stesse motivazioni di cui sopra. Cartella 5.
Zoda Luigi, Presidente; Arrigo Libertino; Trifirò Salvatore, relatore, della Sezione 2 della CTP di Agrigento, che agli atti avevano: La copia della Sentenza penale emessa arbitrariamente dal giudice Maria Agnello in data 03/06/96; Il dispositivo della Sentenza della Suprema Corte di Cassazione che ha annullato la Sentenza impugnata nel capo relativo al reato di omessa presentazione dei redditi relativi all’anno 1994 perché il fatto non sussiste; La copia della revoca della Sentenza emessa dallo stesso giudice Maria Agnello del Tribunale penale di Agrigento. Senza inviare dispositivo di ordinanza in cui doveva leggersi che dovevo munirmi di un difensore tecnicamente abilitato. Attestano: La Commissione in via preliminare rileva in assoluto l’inammissibilità del ricorso proposto ai sensi dell’art. 18 comma 4° del DLGS 546/92, perché non è sottoscritto da parte del difensore tecnicamente abilitato a norma dell’art. 12 del su citata decreto. Ed emettono la Sentenza n° 208/01.
Vallone avv. Nicola, Presidente; Ajovalasit Pietro, relatore; Giallombardo avv. Silvana, Giudice; della Sezione 1 della CTR di Palermo. Attestano: Atteso che il contribuente in data 15/10/2001 in vista dell’udienza pubblica di primo grado ha delegato a rappresentarlo e difenderlo il ragioniere Vincenzo Sciumè, la irregolare costituzione è stata sanata, rigettano il ricorso appellato riferente all’anno 1994 ed hanno emesso la Sentenza 53/1/04. Cartella 5.
Quest’ultimi, in data 09/05/05 sono stati denunciati presso la Procura di Agrigento. Cartella 6.
Zoda Luigi, Presidente; Arrigo Libertino; Trifirò Salvatore, relatore, della Sezione 2 della CTP di Agrigento, che agli atti avevano la documentazione di cui sopra, emettono la Sentenza 261/02 con le stesse motivazione di cui sopra.
Ribaudo dott. Luigi Mario, Presidente; Maiorana dott. Francesco Paolo; Pitrè dott. Francesco; della Sezione 20 della CTR di Palermo, attestarono: Infine, recentemente la stessa Suprema Corte di Cassazione a Sezione Unite civili, con la Sentenza n° 22601 del 02/12/04 ha ritenuto potersi uniformare alla suddetta ratio decidente accolta alla Corte Costituzionale a tutela, soprattutto, dei diritti fondamentale della difesa nel processo tributario. Pertanto, non essendo l’inammissibilità da considerare automatica, e poiché non risulta agli atti di causa che il giudice di primo grado abbia invitato il contribuente a munirsi di assistenza tecnica, questo Collegio ritiene che sia stato leso il diritto fondamentale di difesa del contribuente non essendosi costituito un regolare contraddittorio nel giudizio di primo grado. In considerazione di quanto sopra argomentato si ritiene, di giustizia, rimettere la causa alla Commissione Tributaria Provinciale Sez. 2 di Agrigento ai sensi e per gli effetti dell’art. 59, I° comma, punto b) del DGLS 546/92, al fine che si possa costituire un regolare contraddittorio tra le parti in causa. Per questi motivi la Commissione annulla la Sentenza n° 261/02/02 pronunciata l’11/02/02 e rimette la causa d’innanzi alla Commissione Tributaria Provinciale, Sez. n° 2 di Agrigento, ed emettono la Sentenza n° 43. Cartella 5.
Zoda Luigi, Presidente; Arrigo Libertino; Trifirò Salvatore, relatore, della Sezione 2 della CTP di Agrigento, che agli atti avevano la documentazione di cui sopra, emettono la Sentenza 14/02/02 con le stesse motivazione di cui sopra.
Ribaudo dott. Luigi Mario, Presidente; Maiorana dott. Francesco Paolo; Pitrè dott. Francesco; della Sezione 20 della CTR di Palermo, emettono la Sentenza n° 44/20/05 con le stesse motivazioni della Sentenza n° 43. Cartella 5.
Zoda Luigi, Presidente; Arrigo Libertino; Trifirò Salvatore, relatore, della Sezione 2 della CTP di Agrigento, che agli atti avevano la documentazione di cui sopra, emettono la Sentenza 164/02/02 con la seguente motivazione: In via preliminare la Commissione osserva che la Sentenza penale resa dal Tribunale di Agrigento a favore del ricorrente con la quale è stato assolto del reato di omessa presentazione della dichiarazione dei redditi in riferimento all’anno 1994 non ha efficacia nel giudizio Tributario. Osserva il Collegio giudicante che i rilievi formulati dalla Guardia di Finanza e reclamati in motivazione nell’atto impugnato, oltre a contenere i requisiti della gravità, precisione e concordanza, sono riconducibili alla conclusione certa dei fatti contestati. Nella specie è incontestabile che il contribuente svolga determinate attività in evasione totale d’Imposta.
Ma come non ha efficacia nel giudizio Tributaria una Sentenza emessa con la motivazione fatto non sussiste? Ma tornate a scuola ad imparare a leggere e a scrivere soprattutto il galateo, scimuniti!!!
Per quanto attestato dai summentovati personaggi di dubbia professionalità, in data 15/04/09 ho sporto querela presso la Procura di Agrigento per il reato di violazione dell’articolo 18, 3° e 4° commi, del D lgs 546/92. E per violazione dell’articolo 59, I° comma, punto B) del D lgs 546/92.
Ribaudo dott. Luigi Mario, Presidente; Maiorana dott. Francesco Paolo; Pitrè dott. Francesco; della Sezione 20 della CTR di Palermo, dimenticando che per l’anno 1994 c’erano 41 giorni di tempo per la presentazione della dichiarazione dei redditi. E per l’anno 1995 c’era un anno in più. Dimenticando anche che agli atti aveva il dispositivo della Sentenza della Suprema Corte di Cassazione. Emettono la Sentenza n° 53/20/05 con il rigetto. Cartella 5.
D’Angelo Luigi, Presidente; Costanza Gaglio Peppino, Giudice; Rondelli Bartolo, Giudice. Che agli atti avevano il dispositivo della Sentenza della Suprema Corte di Cassazione che ha annullato la Sentenza impugnata nel capo relativo al reato di omessa presentazione dei redditi relativi all’anno 1994 perché il fatto non sussiste. Emettono la Sentenza n° 58/06 con il rigetto del ricorso, richiamando, non il su indicato dispositivo della Sentenza già in atti. Ma la revoca della Sentenza emessa dal Tribunale penale di Agrigento.
Lo Presti Vittorio Eraclide, Presidente; Luca Antonio, relatore; Siracusa Gregorio, Giudice; della Sezione 3 della CTP di Agrigento, senza inviare dispositivo di ordinanza in cui si doveva leggere che in data 12/05/09 si doveva discutere per le Sentenze n° 43/20/05 e 44/20/05 annullate con il rinvio dalla Sezione 20 della CTR di Palermo. Emettono la Sentenza n° 258/09 e 259/09 con il rigetto del ricorso.
In data 22/06/09 ho sporto querela presso la Procura di Agrigento per omissioni di atti di Ufficio e per violazione dell’articolo 59, I° comma, punto b) del D lgs 546/92, nei confronti dei tre summentovati personaggi di dubbia professionalità.
E LA NEFANDEZZA DELL’ISPETTORI VAIARELLI SALVATORE.
Se quest’ultimo individuo pericoloso per sé e per gli altri, in data 18/11/03 non si fosse unito con gli orditori di complotto ai miei danni: Leto Pietro Pasquale, Galluzzo Antonina e forse anche lo Spoto Stefano, che per riuscire nei loro sporchi intendi, gli hanno fatto attestare ciò che a loro faceva comodo, non si sarebbe implicato in questa faccenda di faccendieri disonesti.
Né l’Agenzia delle Entrate Ufficio Fiscalità di Palermo, che in data 15/01/2004 ha scritto al Generale Cosimo B. Sasso del Comando Regionale Sicilia, attestando, che dalle indagini eseguite è emersa la correttezza dei comportamenti e la fondatezza dei rilievi formulati dall’organo verificatore e richiamati nella motivazione degli atti impositivi notificati.
Né il Colonnello Giuseppe Conti della Guardia di Finanza di Agrigento, che, su ordine del summentovato Generale, che con nota n° 9575/262 prot. del 02/02/2004 gli chiedeva di contattare l’AG competente per le valutazioni della portata delle affermazioni scritte nella documentazione in essa contenuta, per le eventuali iniziative di competenze. Cui, ha fatto pervenire alla Procura di Agrigento due note, una, datata 05/02/04 e l’altra, 25/06/04, con le quale chiedeva di valutare e far conoscere le adesioni assunte in merito all’eventuale rilevanza penale delle affermazioni dell’esponente (Giacomo Sanfilippo) nei confronti dei militari e del Corpo della guardia di finanza.
Né il PM Caterina Salusti della Procura di Agrigento capitanata da Ignazio De Francisci.
Né il GIP Walter Carlisi. Pagine 38 – 41, 53 – 60 sottocartella 5 cartella 6.
Ne il Leto Pietro Pasquale e lo Spoto Stefano, in quanto consci: che le Sentenze Tributarie emesse dai 29 componenti delle Sezioni della CTP e CTR già citati erano illegittime ed incostituzionale; di avere accorpato a loro il Vaiarelli Salvatore; e di calunniarmi l’11/01/08 avrebbero sporto querela presso la Procura di Agrigento, per diffamazione nei miei confronti.
Né la SERIT – Agrigento.
E I MINISTRI E IL MINISTERO DELL’ECONOMIA E DELLE FINANZE – ROMA
Giulio Tremonti; Tommaso Padoa Schioppa; Attilio Befera; Ministero Economia e Finanze Direzione Agenzie ed Enti della Fiscalità piazza Mastai, 11 00153 – Roma; Presidente del Consiglio dei Ministri e Ministro dell’Economia e delle Finanze, Mario Monti.
I primi due ch’erano stati chiamati più volte ad inviare l’ispezione Ministeriale nei confronti della Agenzia delle Entrate di Agrigento e nei confronti delle Sezioni 2 e 3 della CTP di Agrigento.
Gli altri tre e Giulio Tremonti ch’erano stati chiamati a pagare la somma di € 7.500.000,00 più interessi maturati dal 07/06/2010 alla data di soddisfo. E, ad inviare copia della documentazione in loro possesso presso la Corte dei Conti per aprire una Commissione interna disciplinare nei confronti dei 15 nominativi appresso indicati:
Migliori Fabio Capitano; Falsone Nino Maresciallo M.; Garziano Rosario Brigadiere, reo confesso; della Guardia di Finanza di Agrigento.
Vetro Giuseppe; Calogero Fontana; Maurizio Lauricella; Lombardo Salvatore; Argento Francesco; Letizia Di Liberto; Giorgio Verduci; Leto Pietro Pasquale; Galluzzo Antonina; La Rocca Giuseppe; Spoto Stefano; Funzionari e dirigenti della Agenzia delle Entrate di Agrigento.
Vaiarelli Salvatore dirigente Ispettivo Agenzia delle Entrate di Palermo.
E nei confronti dei 29 nominativi dei Giudici Tributari summentovati.
D’innanzi all’assiomatica documentazione agli atti che denuncia lo scempio ai miei danni dai suddetti 44 personaggi di varie Istituzioni in associazione a delinquere di stampo mafioso finalizzato a costruire da un uomo onesto. Per poi denudarmi dei miei beni mobili ed immobili. Come si osava fare nei tempi dell’inquisizione in Sicilia Tribunale del Sant’Offizio, per denudare chicchessia dei loro beni e impinguare le loro casse. Per non aggravare di più la situazione nei confronti dei 44 summentovati. E per allontanare il più possibile il su citato pagamento, non si sono pronunziati in merito.
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Se nel resto del mondo personaggi del genere non v’è ne fossero bisogna che se li inventano. Da noi, di quello che c’è non manca nulla.
PER QUANTO SOPRA
Sporgo querela per inadempienza professionale, occultamento di atti di Ufficio e favoreggiamento verso terzi, nei confronti dell’attuale direttore pro tempore e nei confronti dell’attuale legale responsabile della Agenzia delle Entrate di Agrigento.
Copia della presente sarà inviata alla Tenenza dei Carabinieri di Favara.
Al Procuratore Sebastiano Padovani, della SERIT Agrigento.
Sarà pubblicata sul Sito Internet in intestazione e inviata ove l’esponente riterrà opportuno.
Con il riserbo di depositare ulteriore documenti.
L’esponente resta a disposizione di codesta Procura per qualsiasi chiarimento in merito.
Allegati:
uno fascicolo composto di 22 pagine facciate 36.
La copia esposto inviato in data 12/04/2013 al Ministero dell’Interno si legge alla pagina 36.
Per tutta la documentazione richiamata nella querela vedi ultimo CD-R agli atti dal 18/03/2013.
Deposita in brevi mani presso la Procura di Agrigento i data 26/04/2013.
Giacomo Sanfilippo
Giacomo Sanfilippo
GIACOMO SANFILIPPO
EDITORE
C/DA BAGLI 53, 92026 FAVARA (AG)
TEL. FAX. 0922.32115 – Cell. 347.6862733
Opera pubblicata: IGNOMINIE EPOCALI VOL. I
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ALLA DOTT. SSA ANTONELLA PANDOLFI
PRESSO PROCURA DI AGRIGENTO
Oggetto: Ulteriore esposto – denuncia nei confronti del PM Pietro Pollidori, per abuso di potere, ingiuria e calunnia.
E per associazione per delinquere nei confronti di:
Migliori Fabio nato il 20/01/61 a Bologna, ed ivi residente in via XXI Aprile 1945 n° 20;
Falsone Nino nato il 23/01/42 a Palma di Montechiaro ed ivi residente in piazzale Maccarano:
Garziano Rosario nato il 25/08/41 a Mirabella Imbaccari e residente in Agrigento via Papa Luciani, da integrare al fascicolo n° 5718/11 Mod 21
FATTO:
Il PM Pietro Pollidori della Procura di Agrigento all’epoca dei fatti mancante di Procuratore capo, titolare del fascicolo 593/94 art. 644, mod. 21 iscritto sulla nota informativa n° 7875/33 del perfido Maresciallo della Stazione dei Carabinieri di Favara, Epifanio Giordano, dalla quale avrebbe dovuto fare il salto di qualità.
ERA CONSCIO:
Che in data 27/08/94 aveva dato la documentazione bancaria ai militari delle Fiamme Gialle di Agrigento per l’utilizzo ai fini fiscali. Che, non trovando irregolarità alcuna hanno trasmesso la relazione con esito negativo. Per cui, chiese ed ottenne dal GIP Rita Carosella l’archiviazione del procedimento penale 593/94 art. 644 per insostenibilità dell’accusa in giudizio. Nella quale archiviazione non si legge, comunque resta indagato per evasione fiscale. Vedi pagine 5 – 12 del Sito Internet in intestazione. Per la documentazione integrale vedi cartella 1.
Che il fascicolo 57/95 mod. 21 F, come più volte contestato a codesta Procura, era stato aperto illegittimamente dal (PM Stefano Dambruoso) e non (da lui), sulla nota 112 UG datata 15/02/95 dal Comando Compagnia Guardia di Finanza di Agrigento, nella quale si legge, che deve essere sottoposta a controllo fiscale l’attività della ditta Sanfilippo Giacomo con sede in Favara Contrada Bagli, esercente l’attività di mediatore della quale è titolare, presentata presso codesta Procura tre mesi dopo l’archiviazione del fascicolo 593/94. Seduta stante firmerà ordinanza di perquisizione locale della mia abitazione e di altre pertinente ed esecuzione di verifica fiscale e generale nei miei confronti. Pagina 2 cartella 2.
In data 18/10/1995 toglie il su citato fascicolo dalle mani del PM Stefano Dambruoso e infischiandosi altamente delle attestazioni risultante nella pagina 1 del PVC, che gli operanti per eseguire la verifica fiscale utilizzarono la documentazione bancaria da lui ceduta agli stessi, in data come sopra, per l’utilizzo ai fini fiscali; delle attestazione risultanti nella pagina 26 del PVC, che gli operanti hanno preso in esame anche l’anno 1994 e che, era ancora nei termini per la presentazione dei redditi; degli errori di sommata risultante nel foglio 18, pagina 51 e nel foglio 20, pagina 69; delle attestazioni risultante nella nota n° 292/UG/5442 Sched. del 02/05/95 del Tenente Gaspare Cilluffo. Che gli operanti la verifica non disponevano né dispongono di nessun elemento certo. E sulle operazioni compiute a carico di Sanfilippo Michele non hanno evidenziato situazioni tali da dover essere fatti oggetto di menzione in questa trattazione. Cartella 2.
(Circostanze queste, confermate in un momento successivo dal reo confesso Garziano Rosario, che in quella documentazione bancaria requisita nei mesi di Giugno e Luglio 94 non c’era nulla e poi nulla di evasione fiscale. Pagine 51 e 54; Che il Magistrato non potendomi incastrare per altre cose l’ha vouto incastrare pu fattu du… co… ha capito cosa è stato? Che lui ha firmato il PVC perché era un militare e non si poteva rifiutare. Pagina 55; Che fu il Capitano Fabio Migliori a dare l’ordinare al Maresciallo M. Falsone Nino di falsificare il PVC. Che a Favara c’è tante gente che fanno fatture false dalla mattina alla sera, ed invece sono venuti da me che vendevo conigli. Pagina 65; Che il Maresciallo Falsone andava sempre dal Capitano e avevano delle discussioni. Pagina 69.
Queste pagine e tanto altro ancora, si leggono sul file lettere e denunce del Sito Internet in intestazione. E nella sottocartella1. Cartella 6).
(E formula richiesta di rinvio a giudizio con gli (artt. 416,417 c.p.p. 130 D. Lv. 271/89), i cui artt. non hanno nulla a che vedere con l’illegittimo capo di imputazione di evasione fiscale attribuitomi abusivamente dai tre tragici militari delle Fiamme Gialle e dalla sua totale incapacità di intendere e di volere. Dimostrato nelle richiamate pagine; nel non avere chiesto un CTU; nell’avere citato l’art. 416 associazione per delinquere su un capo di imputazione di evasore fiscale partorita dalla sua instabile mente e nel non avere indicato nella richiesta di rinvio a giudizio i nominativi delle persone con le quale mi sarei associato allo scopo di commettere più delitti).
Tali artt. come si legge nella richiesta di rinvio a giudizio da un altro PM conoscitore della sua etica professionale, della Procura di Padova, in allegato, vengono applicati solo quando tre o più persone si associano allo scopo di commettere più delitti. Quindi, i detti artt. non rientravano nel mio iniquo caso persecutorio per cui venni condannato sia in sede penale, sia in sede Tributaria. E, il giudice Maria Agnello che mi aveva condannato come se fossi un vero proprio evasore fiscale con il vincolo continuativo del reato partorito dalla fantasia dall’odiauomini onesti come si rivelò essere il prefato PM Pietro Pollidori. Il 16/03/2001 su intervenuta Sentenza della Suprema Cassazione che annullò la Sentenza senza rinvio relativamente all’anno 1994 perché il fatto non sussiste, ha dovuto emettere ordinanza di revoca della Sentenza n° 259/96 da ella pronunziata in totale arbitrio in data 03/06/96.
(Vedi: perquisizione Guardia di Finanza; Nota 292/UG/5442 Sched. del 02/05/95 – Tenente Cilluffo; Rinvio a giudizio dal PM Pietro Pollidori e non da parte del PM Stefano Dambruoso; Sentenza penale Corte d’Assise – Agrigento presieduta dal Giudice Maria Agnello; Sentenza penale Corte d’Assise – di Appello – Palermo presieduta dal Giudice Salvatore Rotigliano; Dispositivo Sentenza Suprema Corte di Cassazione; Revoca Sentenza penale n° 259/96 del 03/06/96 a firma Giudice Maria Agnello; Certificato Generale del Casellario Giudiziale; Commento sull’operato dei: PM; Giudici di I. II. III grado penale e del mio ex avvocato tirapiedi Calogero Schifano. Alle pagine 13 – 44 del File lettere e denunce del Sito Internet in intestazione. Per le Sentenze integrale vedi cartella 3).
3 SONO STATI GLI AVVOCATI DI FIDUCIA A DIFENDEMI IN QUESTO TERRIBILE TRAMAGLIO
Il primo, è stato l’avvocato Calogero Schifano che, dal Giugno 1994 all’Ottobre 1996 si adibì da tirapiedi, anche nell’atto di impugnazione dell’iniqua Sentenza n° 259/06 pronunziata arbitrariamente dal Giudice Maria Agnello in data 03/06/96. Per farmi condannare anche dalla Corte di Appello di Palermo, come sotto specificato.
Il secondo, è stato l’avvocato Domenico Russello, che, dal Novembre 1996 al Novembre 1998 e dal Luglio 1999 al Marzo 2001 si è distinto nella sua etica professionale.
Nel 1998 si è celebrata la causa presso la Corte di Appello di Palermo e mi ha difeso con le unghia e con i denti. Cosa che avrebbe dovuto fare l’avvocato Schifano. Anziché adibirsi da tirapiedi per favorire una manica di criminali nascosti sotto le vesti delle Istituzioni d’Italia.
Tale Corte di Appello emette parziale Sentenza n° 4169/98, della quale leggiamo questo passaggio che conferma la secca condanna chiesta nell’atto di impugnazione del mio ex avvocato Calogero Schifano, che già si era adibito da tirapiedi per favorire una manica di criminali nascosti sotto le vesti delle Istituzioni d’Italia.
Con atto di Appello ritualmente depositato, il difensore del Sanfilippo, impugnava la superiore decisione, chiedendo l’assoluzione di quest’ultimo per insussistenza dei fatti o, quando meno per carenza dell’elemento soggettivo. A tale scopo, sosteneva che l’imputato, dalla sua modesta attività di allevatore di conigli non aveva mai ricavato un reddito annuo superiore ai 10.000.000 di lire, considerato che lo stesso aveva sempre esercitato tale attività senza l’aiuto di altri, con una organizzazione rudimentale che certamente mal si concilia con l’ipotesi accusatorio.
Quanto l’altra attività, pure allo stesso contestata di procacciatore di affari, l’appellante, affermava, che la stessa non era mai stata svolta dal Sanfilippo, (quantomeno con finalità di lucro), il quale aveva giustificato tutte le operazioni bancarie compiute, dimostrando l’estraneità di esse all’attività di che trattasi, tramite testimoni esaminati nel corso del giudizio di primo grado.
(In ogni caso, chiedeva, che l’imputato fosse riconosciuto non punibile per avere prodotto nell’esercizio di una impresa agricola, un reddito annuo non superiore alla somma di lire 25.000.000. In subordine, chiedeva ancora, che la pena fosse ridotta al minimo di legge, previa concessione delle circostanze attenuanti generiche prevalenti o equivalenti all’aggravante contestata, con revoca delle pene accessorie e con concessione del beneficio della sospensione condizionale).
Il terzo, è stato l’avvocato Antonino Gaziano che ha proposto appello presso la Suprema Corte di Cassazione, in quanto, l’avvocato Russello in quel periodo non era abilitato per le cause in Cassazione. Che, ha emesso la su citata Sentenza.
Dopo tale Sentenza, l’avvocato Domenico Russello ha curato l’iter del Tribunale di Sorveglianza di Palermo. Che, non si pronunziò nei miei confronti, che ne ha derivato, come già detto, la revoca della Sentenza penale n° 259/96, pronunziata arbitrariamente dal Giudice Maria Agnello.
Con l’avvocato Domenico Russello, ho parlato per intimare causa penale e civile nei confronti del Maresciallo dei Carabinieri Epifanio Giordano e nei confronti dei tre militari delle Fiamme Gialle in oggetto. Costui, che come me era a pieno compos delle malefatte commesse dai detti militari, e che ero caduto vittima di quel capzioso sistema giudiziario, mi disegnò il quadro della situazione consistente nei passaggi delle cause da affrontare: in primo, secondo e terzo grado di giudizio Penale e Tributario, facendomi capire con calibrate parole che i Giudici sono propensi sempre a non condannare gli uomini delle forze dell’Ordine e Funzionari della Agenzia delle Entrate di Agrigento.
Mentre ero nella mia totale rassegnazione di non promuovere alcuna azione legale nei confronti dei militari crudi e crudeli già nominati e di fare solo i ricorsi presso le CTP e CTR, avverso gli accertamenti emessi dalla Agenzia delle Entrate di Agrigento, mi sono incontrato per puro caso, con il Maresciallo già Brigadiere, Garziano Rosario, il quale, non perse tempo ad infilarmi il suo maledetto gladio dentro la ferita che mi aveva lasciato quando in complicità del Capitano Fabio Migliori e del Maresciallo M. Falsone Nino, stilarono il PVC che era un accertato cappio per me. Per farmi ancora più male, si mise a parlare come un fiume in piena, parlando contro: il Capitano Fabio migliori; il Maresciallo M. Falsone Nino; dell’avvocato Calogero Schifano che non mi ha difeso in Tribunale e del Giudice Maria Agnello. Attestando che sono stati degli accertati taglia teste. Naturalmente escludendo se stesso, che, secondo lui, l’avere firmato il PVC con quelle trappole lacci e laccioli disseminate sul mio sicuro terreno non era responsabile di quel tramaglio ai mie danni.
Io, che per capire chi mi aveva portato in questo stato di degrado umano avevo più volte registrato tutte le conversazioni che facevo con i miei amici cani e caini. Specialmente quelle di Luigi Pirrera, alias chiovu da naca. Quest’ultimo, caduto vittima di lupara bianca nel Marzo 2011, che sotto registrazione svelò le magagne adoperate nei miei confronti, le quale, si leggono nei libri denuncia CAINI PER VIRTU’ FAVARA 2 pubblicato nel settembre 2001 e IGNOMINIE EPOCALI VOL I pubblicato nel Marzo 2006. Ho deciso che da quel momento non mi sarei mai più separato dal mio scurza limba registratore. Che come si sa lo teneva sempre dentro la macchina e per ciò non l’ho potuto registrare.
Nel mentre aspettavo l’occasione per registrare il Maresciallo già Brigadiere Garziano Rosario, ho impaginato il mio dossier e l’11/09/2001 ho pubblicato la mia prima opera letteraria CAINI PER VIRTU’ FAVARA 2.
Ed ho provveduto inviare copia a più personaggi delle Istituzioni. Alla Procura di Palermo; di Firenze e di Agrigento.
Disgrazia volle per il Maresciallo Garziano che l’ho registrato: la prima, la seconda e la terza volta. Ed avendo provveduto passare il contenuto dalla mini cassetta ad una cassetta SONY di 90 minuti, in data 12/02/2002 l’ho inviata presso codesta Procura capitanata dal dott. Ignazio De Francisci che già aveva aperto il fascicolo n° 2095/01 RG MOD. 45. Che, stando al numero, era stato aperto nel 2001, forse per uno degli esposti denuncia inviati a mezzo posta alla Procura antimafia di Palermo e di Firenze, pro o contro di me. Più contro, che pro. Che ha provveduto mandarla alla PG aliquota Carabinieri per sentire e trascrizione dell’audio-cassetta. Ed avendo eseguito, in data 28/06/02 venne depositata presso codesta Procura, il cui contenuto è leggibile in dialetto siculo alle pagine 10 – 40 della sottocartella 1 cartella 6.
Il PM Carmine Olivieri capitanato dal dott. Ignazio De Francisci, anziché rimandare a giudizio il Maresciallo dei Carabinieri Epifanio giordano, il Capitano Fabio Migliori, il Maresciallo M. Falsone Nino ed il Maresciallo già Brigadiere Garziano Rosario, delle Fiamme Gialle di Agrigento, per i reati contestati nella querela e per quello che si legge nella trascrizione dell’audio-cassetta, accantona il fascicolo e dopo mie insistenze di notizie conoscitive, il Procuratore aggiunto Claudio Corselli ed il Procuratore capo Ignazio De Francisci, ai sensi dall’ex art. 11. c.p.p. mandano l’intero fascicolo e non la parte che interessava alla Procura di Caltanissetta. Cioè quella relativamente ai fatti sussumibili a reati di Magistrati.
Il PM Caterina Salusti e il PM Laura Cameli capitanati dallo stesso Procuratore capo Ignazio De Francisci, si sono presi l’onere di archiviare altre mie querele corredate di documentazione di dominio pubblico con la motivazione: reato infondato. Senza avermi iscritto sul registro degli indagati per false pubblicazioni e per vilipendio verso le Istituzioni, né avere emesso provvedimento di ritiro dalla vendita le mie scritture pubbliche; né ha fatto distruggere la videocassetta dell’intervista televisiva NUOVE OPINIONI mandata in onda: il 15/06/04; 18/06/04; 19/06/04; dall’emittente TELEACRAS. Peraltro, a dire al Procuratore De Francisci di chiedere la copia presso tale emittente, sono stato io.
Per le querele già archiviate da codesta Procura, vedi pagine 45 – 200 del File lettere e denunce del Sito Internet in intestazione. E sottocartelle 1,2,3,4,5,6,7,8,9,10,11,12, cartella 6.
Per le altre querele, diffide e costituzione di parte civile, in fase di conclusione di indagine, vedi pagine 201 – 312 del File lettere e denunce del Sito Internet in intestazione. E sottocartelle 13,14,15,16,17,18,19,20,21,22.
QUESTI SONO STATI I RISULTATI DELL’OPERATO D’UNO PM CANE E CAINO PER SE E PER GLI ALTRI PERORANTI DEL SUO DELINQUNZIALE OPERATO, CONTRIBUENDO COSI’ A DISTRUGGERE VITA NATURLA DURANTE LA MIA DGNITA’, QUELLA DELLA MIA FAMIGLIA E A CAGIONARE SERIAMENTE LA MIA SALUTE CON DUE SOPRAGGIUNTI INFARTI CARDIACI
PER QUANTO SOPRA
Si formala querela per abuso di potere, ingiuria e calunnia nei confronti del PM Pietro Pollidori.
E per associazione per delinquere nei confronti dei tre millantatori militari delle Fiamme Gialle:
Migliori Fabio nato il 20/01/61 a Bologna, ed ivi residente in via XXI Aprile 1945 n° 20;
Falsone Nino nato il 23/01/42 a Palma di Montechiaro ed ivi residente in piazzale Maccarano:
Garziano Rosario nato il 25/08/41 a Mirabella Imbaccari e residente in Agrigento via Papa Luciani.
La risposta ai noi non siamo la forza del diritto, ma il diritto della forza e manipolatori della legge e tu sei nessuno, non è ingiuria. Per cui, cuocetevi a fuoco lento nel vostro primordiale brodo come cuoce il cappone (la mamma del prete). In essa, le vostre scellerate emissioni di: Accesso d’usura e fiscale; rinvio a giudizio; Sentenze penali e tributarie; archiviazioni di querele corredate da documentazione di pubblico dominio. Aggravate dalla: tentata estorsione con la complicità delle CTP, CTR e SERIT Agrigento; querela per diffamazione sportami dai due Maramaldi Leto e Spoto della Agenzia delle Entrate di Agrigento archiviata dalla Procura d’Agrigento; occultamento di atti d’Ufficio; inadempienza professionale e reiterazione di reato.
(Il prete). In lui, io nessuno, non quello dell’odissea di Ulisse del IV secolo a.c. Di Favara in carne ed ossa!!! In possesso di inique Sentenze emesse cu (scripta manent nfundus) da una manica di Giudici corrotti, cercatesi col lanternino, ho l’onere di: far genuflettere gli infedeli della legge ed eseguire la spartizione del cappone: testas patris, pedis mater et corpus meu; far dire grazie come gli uomini grandi a tutti coloro i quali si sono comportati da bambini che giuocano con i (balocchi dalla mamma). In essa, la Procura agrigentina capitanata dal dott. Ignazio De Francisci.
Ora ch’è capitanata dal dott. Renato Di Natale non può più comprarveli, perché è indaffarata nel passare il Rubicone per andare a prendere il toro e le mucche per le corna dal di là del fiume e riportarli nella stalla. Cioè, riconoscere i soprusi commessimi dai summentovati NOTABILI già immortalati nelle storiche vicissitudini e pubblicate nel: 2001 – 2004 – 2005 – 2006 – 2006– 2008 – 2010. Mai controverse dai NOTABILI e non. Ed accertare la penale e civile responsabilità in testa agli implicati in questa oscura faccenda di faccendieri disonesti nominati con nomi e cognomi, sia nelle denunce – querele illegittimamente archiviate, sia nelle denunce – querele, diffide e costituzione di parte civile anche nei confronti di più Istituzioni già richiamate nelle querele e diffide, depositate presso la Procura di Agrigento dal 10/11/2011 ad oggi. E rimandarli a giudizio per i reati loro commessi.
(Cosa che avrebbero dovuto fare: il PM Carmine Olivieri; il PM Caterina Salusti; il PM Laura Cameli; capitanati dal Procuratore Ignazio De Francisci, sin dal primo esposto denuncia del 05/01/2002. Ed anche il GIP Walter Carlisi).
(Quest’ultimo, non avrebbe dovuto pubblicare l’articolo di giornale che il PVC stilato dai tre tragici militari delle Fiamme Gialle non era falsifico, in allegato. Vedi pagine 59 – 60 della sottocartella 5 cartella 6).
(Successivamente, avrebbe dovuto farlo il CSM, che all’atto dell’esposto denuncia del 04/03/2006 aveva aperto il fascicolo n° 113/RE/06 e in data 21/02/07 archivia la pratica n° 113/RE/06.
Così si sarebbe evitato l’allargarsi, come in effetti si sono allargati di gran lunga gli orizzonti conoscitivi dell’operato degli uomini delle Forze dell’Ordine; del mio ex avvocato Calogero Schifano e dei Giudici sebbene essi siano saggi e parziali. O, ameno, dovrebbero essere.
Uno sparviero così parlò all’usignolo dal variopinto collo, mentre, avendolo ghermito con gli artigli, lo stava portando in alto, fra le nubi, e quello, trafitto dagli artigli ricurvi, pietosamente gemeva. A lui, dunque, lo sparviero superbamente parlò. A che ti lamenti, o infelice? Ti tiene uno che è più forte di te; dove ti porto io, tu andrai, anche se sei canoro; ti divorerò oppure ti libererò a mio piacere. Stolto è chi vuole combattere contro i più forti: non riporterà alcuna vittoria e, oltre al danno, subirà la beffa.
O Perse, il fratello stolto di Esiodo, al quale il poeta rivolge i suoi consigli. Ascolta la giustizia e non alimentare la prepotenza; la prepotenza è dannosa all’uomo debole; nemmeno il grande facilmente la può sopportare, anzi egli stesso rimane oppresso e va incontro a sventure. Meglio è l’altra strada, verso la giustizia: la giustizia al termine del suo corso vince la prepotenza, e solo soffrendo lo stolto impara. Immediatamente insieme con le tortuose Sentenze corre Orcos, il Dio che accoglie i giuramenti e punisce gli spergiuri. A lui spetta punire anche i giudici corrotti, e leva alta la protesta della giustizia trascinata dove uomini divoratori di doni la conducono e giudicano le cause con ambigue Sentenze. Essa li segue piangendo per la città e per le dimore dei popoli, vestita di brume e portando male agli uomini che la scacciano e male la esercitano.
O giudici, pensate anche voi a questo fio: vicino e in mezzo agli uomini, gli Immortali osservano quanti con inique Sentenze si tormentano l’un l’altro non curando il timore degli dèi. Trentamila, infatti, sulla terra nutrice di molti, sono gli Immortali inviati da Zeus, custodi agli umani mortali, i quali ne osservano appunto le cause e le opere nefande; essi, vestiti d’aere, si aggirano su tutta la terra. V’è anche la gloriosa vergine DIKE generata da Zeus e venerata dagli dèi che abitano l’Olimpo; quando qualcuno la offende tortuosamente insultandola, essa subito s’asside supplice presso il padre, il Cronide figlio di Crono, il tempo. Zeus, e denuncia l’animo degli uomini ingiusti affinché il popolo paghi la follia dei giudici che meditano inganni e con tortuosi parole sviano altrove i loro giudizi. Tenendo presente ciò, operate rettamente, o giudici, divoratori di doni, e dimenticatevi per sempre delle vostre inique Sentenze. A se stesso prepara mali l’uomo che ad altri prepara mali; il cattivo consiglio è pernicioso allo stesso consigliere.
L’occhio di Zeus che tutto scorge e tutto comprende vede dall’alto anche queste cose, se vuole; né a lui sfugge quale sia la giustizia che si amministra nella nostra città.
“Non vorrei esser giusto fra gli uomini e neppur che lo fosse mio figlio, perché è un male essere giusto quando il più ingiusto ottiene migliore giustizia; ma io credo che il saggio Zeus non permetterà tali cose”.
Copia della presente sarà inviata al Ministero della Giustizia.
Sarà pubblicata sul Sito in intestazione e inviata dove l’esponete ritiene sia di dovere.
Allegati:
Copia provvedimento di rinvio a giudizio dalla Procura di Padova;
Copia esposto al Ministero della Giustizia, in persona del Ministro Anna Maria Cancellieri; Copia richiesta notizie conoscitive alla Procura di Agrigento del 12/10/05;
Copia articolo di giornale del GIP Walter Carlisi pubblicato sul giornale di Sicilia il 17/07/2005.
Copia mio articolo di giornale pubblicato sul giornale La Sicilia su CSM che apre fascicolo;
Copia CD – R della dimensione: 494.MB (518.372.280 267 FILE. 48 CARTELLE.
Colgo l’occasione per sollecitare la conclusione delle indagini richieste il 13/11/2013.
Favara, li 25/11/2013
Giacomo Sanfilippo
Giacomo Sanfilippo
GIACOMO SANFILIPPO RACCOMANDATA N° 14475456138-8
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ALLO SPETTABILE MINISTERO DELLA GIUSTIZIA
IN PERSONA DEL MINISTRO
ANNA MARIA CANCELLIERI
VIA ARENULA 70, OO186 ROMA
Oggetto: trasmissione copia esposto denuncia.
Il sottoscritto Giacomo Sanfilippo, nato il 24/01/1941 a Favara ed ivi residente in c/da Bagli 53, si riferisce all’esposto denuncia del 21/06/2013 del quale mi è pervenuto avviso di ricezione postale del 03/07/2013, avente lo scopo di disciplinare severamente i due sparatori alla CROCE ROSSA: PM Pietro Pollidori e PM Stefano Dambruoso, unici responsabili di avere procurato la caduta della mia dignità, quella della mia famiglia e cagionato seriamente la mia salute con due sopraggiunti infarti cardiaci.
E di avere fatto innescare una reazione a catena ad effetto domino, coinvolgendo e portando a caporetto più: Magistrati dell’AG di Agrigento. Cartella 12; GIP/GUP del Tribunale di Agrigento. Cartella 12; Giudici Penali di primo, secondo e terzo grado. Cartella 3; Giudici Tributari delle CTP e CTR. Cartella 5; CSM. Cartella 11; Presidenti e Ministri d’Italia. Cartella 7; Prefetti. Cartella 13. Della quale non mi è pervenuta notizia alcuna.
Le trasmette copia dell’ulteriore esposto – denuncia presso la Procura di Agrigento, per abuso di potere, ingiuria e calunnia, nei confronti del PM Pietro Pollidori.
E per associazione per delinquere nei confronti di:
Migliori Fabio nato il 20/01/61 a Bologna, ed ivi residente in via XXI Aprile 1945 n° 20;
Falsone Nino nato il 23/01/42 a Palma di Montechiaro ed ivi residente in piazzale Maccarano:
Garziano Rosario nato il 25/08/41 a Mirabella Imbaccari e residente in Agrigento via Papa Luciani, da integrare al fascicolo n° 5718/11 Mod 21.
Si chiede cortesemente di prendere atto di quanto si legge nella presente e dare comunicazione a stretto giro di posta dell’operato di codesto Ministero della Giustizia.
Il presente esposto sarà pubblicato sul Sito Internet in intestazione e sarà inviato ove l’esponente ritiene sia di dovere.
Allegato:
Copia esposto denuncia del 25/11/2013. Per altra documentazione citata nel presente esposto, vedi sul Sito Internet in intestazione e sulle cartelle e sottocartelle citate nell’esposto denuncia sul CD-R già in possesso della SV dal 03/07/2013.
In attesa di Vostro cortese riscontro, si porgono distinti saluti.
Favara, li 25/11/2013.
Giacomo Sanfilippo
Giacomo Sanfilippo
GIACOMO SANFILIPPO Favara, li 20/11/2003
EDITORE
C/DA BAGLI 53, 92026 FAVARA
TELEF. 0922.32115
PROT. N° 13/03
RACC. N° 12256718916 – 7
ILLUSTRISSIMO DOTT. LETO
DIRETTORE GENERALE
DELLE ENTRATE DI
AGRIGENTO
E.P.C
ALL’AGENZIA DELLE ENTRATATE
DIREZIONE REGIONALE DELLA SICILIA
UFFICIO CONTENZIOSO TRIBUTARIO PALERMO
E. P. C
ALL’ILLUSTRISSIMO MINISTRO
DELLE FINANZE
ONOREVELE TREMONTI
PALAZZO CHIGI ROMA
OGGETTO: risposta alla Vostra pregiatissima lettera N° 63808 del 18/11/2003.
Mi riferisco alla pregiatissima lettera trasmessami dalla dirigente capoarea dott.ssa Antonina Galluzzo, trasmessa anche per conoscenza all’Agenzia delle Entrate direzione Regionale della Sicilia Ufficio contenzioso Tributario di Palermo, ed esattamente negli ultimi tre righe della prima pagina, che attesta, che tutti gli atti impositivi sono pienamente legittimi perché fondati su dati di fatto non opportunamente da me smentiti.
Si fa presente che, la scrivente erra irriducibilmente in molti punti quando dice che il P.V.C. stilato da quei subdoli uomini nascosti sotto una Onesta divisa in servizio presso la compagnia Guardia di Finanza di Agrigento al momento della verifica fiscale e generale nei miei confronti avevano constatato l’esistenza dell’attività di allevamento di conigli, svolta unitamente a quella di procacciatore di affari in totale evasione d’imposte e senza la minima tenuta di alcuna scrittura contabile.
Punto I°: la dott.ssa in oggetto, visto che non ha letto il P.V.C integrale è pregata di consultarlo e leggere la pagina 36 dove vi è scritto che ho contestato tutto quanto verbalizzato dalla Guardia di Finanza, riservandomi il diritto di produrre prove ed elementi giustificativi agli organi Giudiziari e del contenzioso Tributario.
Punto II°: la dott.ssa in oggetto, nel leggere la mia missiva datata 25/10/2003, prodotta il 28/10/2003, con la quale chiedevo l’annullamento delle sentenze già emesse in virtù del dossier in allegato, dove alla pagina 12 datata 12/02/2002, si legge che per porre fine a questo scandaloso caso che fa acqua da tutte le parti solo ed esclusivamente nei Vostri confronti, avevo mandato al dott. Verduci, direttore Generale di Codesto Ufficio delle Entrate, un libro di mia fatturazione CAINI PER VIRTU’ FAVARA 2 e una cassetta audio della durata di circa 40 minuti.
Punto III°: la dott.ssa in oggetto, prima di attestare ciò, era pregata ancora una volta di leggere fino in fondo la trascrizione fatta eseguire dalla polizia giudiziaria di Agrigento su ordine del Sostituto Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Agrigento, dott. Carmine Oliveri, sottoscritta dal Sostituto Procuratore Corselli e dal Procuratore capo Ignazio De Francisci, sia quella in dialetto siciliano, sia quella tradotta in lingua nazionale.
Punto IV°: come avevo già dichiarato al momento della chiusura del camuffato P.V.C. che contestavo tutto quanto avevano scritto nei miei confronti quegli uomini millantatori delle Fiamme Gialle, era mio esclusivo dovere smascherare questo piccolo esercito di disonesti militari graduati che si erano nascosti sotto una Onesta divisa per rovinare me e favorire i criminali organizzati, “come volevasi dimostrare al momento di apporre la firma al detto P.V.C”. e le prove si trovano nella trascrizione fatta eseguire dalla polizia Giudiziaria di Agrigento.
Per ciò, la dott.ssa in oggetto, era pregata di non cercare più sotterfugi, né messe cantate, soprattutto non doveva attestare falsità nei miei confronti, visto che di falsità, i detti militari delle Fiamme Gialle ne hanno attestato molte e di firmare il provvedimento per l’annullamento delle Sentenze già richiesto senza se e senza ma.
Per quanto sopra, mi vedo costretto mio malgrado a querelare per falso, calunnia e diffamazione nei miei confronti la dott.ssa Antonina Galluzzo e, ad inoltrare documentazione dove ritengo sia possibile far scoppiare questo scandaloso caso portato fantasticamente avanti da Codesto Ufficio delle Entrate di Agrigento su una base di infondatezze e falsità sottoscritte dai viziosi verbalizzanti già nominati.
Distinti saluti.
in fede
Giacomo Sanfilippo
Giacomo Sanfilippo
GIACOMO SANFILIPPO Favara, li 04/03/04
EDITORE
C/DA BAGLI 53, 92026 FAVARA
TELEF. 0922.32115
ILLUSTRISSIMO DOTT. LETO
DIRETTORE GENERALE
DELLE ENTRATE DI
AGRIGENTO
E.P.C
ALL’AGENZIA DELLE ENTRATATE
DIREZIONE REGIONALE DELLA SICILIA
UFFICIO CONTENZIOSO TRIBUTARIO PALERMO
E. P. C
ALL’ILLUSTRISSIMO MINISTRO
DELLE FINANZE
ONOREVELE TREMONTI
PALAZZO CHIGI ROMA
OGGETTO: richiesta documenti.
Le ricordo, che ad oggi non mi è ancora pervenuto alcun documento richiesto con nota del 25/10/03 e con nota del 04/02/04.
Non vorrei essere scortese nei suoi confronti, per cui, la prego cortesemente di mandarmi la relativa documentazione già richiesta entro e non oltre 15 giorni dalla ricezione della presente.
N.B. trascorso infruttuosamente detto termine mi vedo costretto mio malgrado ad inoltrare documentazione presso la Spettabile Procura di Agrigento, ad integrazione alla denuncia – querela già presentata presso la Spettabile Tenenza dei C.C. di Favara, nei confronti della dott.ssa Galluzzo Antonina, direttrice capoarea di Codesta Spettabile Agenzia delle Entrate di Agrigento.
Alla presente si allega:
N°1 copia della denuncia – querela ratificata il 19/12/03, presso la Spettabile Tenenza dei C.C. di Favara.
N° 1 copia del documento di integrazione al fascicolo N° 2095/01. Mod. 45 FNCR, già depositata presso la Spettabile Procura di Caltanissetta.
Con Ossequio.
Giacomo Sanfilippo
Giacomo Sanfilippo
GIACOMO SANFILIPPO Favara, li 07/06/04
EDITORE
C/DA BAGLI 53, 92026 FAVARA (AG)
TELEFONO 0922.32115.
ALL’ ILLUSTRISSIMO MINISTRO
DELLE FINANZE GIULIO TREMONTI
PALAZZO CHIGI
ROMA
OGGETTO: TRASMISSIONE DOSSIER RIELABORATO
In riferimento alle mie precedenti note del 20/11/03 e del 04/03/04, Le invio il presente dossier rielaborato per farLe constatare le irregolarità commesse dai militari graduati delle Fiamme Gialle nelle persone di: Capitano Migliori Fabio; Maresciallo M. Falsone Nino; Maresciallo Garziano Rosario, già Brigadiere, successivamente dai redigenti gli accertamenti e dai dirigenti dell’Azienda delle Entrate di Agrigento e del dirigente della Direzione Ragionale della Sicilia centro fiscalità di Palermo, i quali sono già stati denunciati presso la Spettabile Tenenza dei C.C. di Favara, cui denuncia è leggibile alle pagine 179 – 183 del dossier che qui si allega.
E prego Cortesemente l’Illustrissima S.V. di far intervenire tempestivamente una squadra di ispettori nei confronti dell’Ufficio delle Entrate di Agrigento, per accertare la responsabilità in testa ai Signori che hanno commesso il grave errore di accertare l’evasione fiscale su quei fantasiosi numeri figuranti alla pagina 7 del P.V.C., dovendo aggiungere ai quali la somma della lettera C, superano di gran lunga superiore gli importi interamente versati in banca come da allegato 6A, 6B e 6C; i medesimi non hanno tenuto conto della mia opposizione del P.V.C. leggibile alla pagina 36 dello stesso e non hanno dato importanza alle attestazioni del supervisore Tenente Cilluffo, il quale dichiarava che gli operanti la verifica non disponevano né dispongono di alcun elemento certo, aggiungendo, riguardo l’allegato n° 3, che “le operazioni compiute a carico di Sanfilippo Michele non hanno evidenziato situazioni tali da dover essere fatti oggetto di menzione in questa trattazione”. Perciò, dal fasullo importo accertato dai dubbiosi verificatori era necessario scorporare la somma di quell’allegato n° 3 e l’importo della lettera C (Vedi pagine 62 – 66 del dossier).
Inoltre, ai Signori dirigenti dello stesso Ufficio che potevano, ma non hanno voluto fermare questo treno carico di fantasie e di uomini vanagloriosi che viaggia ad una velocità insostenibile, e a quelli della direzione Regionale di Palermo, che in presenza di tale assiomatica documentazione mi ignorano e non si sono distinti Egregiamente come dal ruolo che gli compete. Anzi, si ostinano ancora a perseverarmi con delle ingiuste cartelle di pagamento messe a ruolo, mettendo così in cattiva luce una veneranda Istituzione come questa e, se sarà un atto dovuto, sollevarli dall’incarico.
Pregherei, inoltre, l’Egregio Ministro Tremonti di farmi avere Cortesemente a stretto giro di posta e comunque entro il termine utile per la presentazione del ricorso a fronte della cartella di pagamento messa a ruolo dalla sopraddetta Agenzia delle Entrate di Agrigento che qui si allega, quanto già chiesto, con precedente nota del 25/10/03, al dirigente dell’Azienda delle Entrate di Agrigento, come si legge alle pagine 33 – 34 del dossier, e l’esonero di questa cartella di pagamento di Euro 115.732.71, notificatami il 20/05/04 da parte della MONTEPASCHI SE.RI.T. SPA con sportello a Favara.
In caso contrario, mi vedo costretto, mio malgrado, a presentare ricorso a fronte della sopraddetta cartella di pagamento presso la Spettabile Commissione Tributaria Provinciale di Agrigento e, i Giudici che prenderanno in esame questo ricorso, che probabilmente saranno gli stessi che in precedenza mi hanno condannato al pagamento di somme derivanti da un fantomatico fisco evaso, trovandosi di fronte ad una assiomatica documentazione come questa, saranno chiamati a rivangare tutto il puzzolente fango esistente in questa maledetta tratta, iniziando: dallo scriteriato Maresciallo dei C.C. Giordano Epifanio, che ottenne dalla Spettabile Procura di Agrigento l’accesso per l’articolo di usura presso la mia abitazione, violando così l’articolo 14 della Costituzione;
a seguire, i militari delle Fiamme Gialle già nominati che ottennero l’accesso per l’articolo fiscale presso la mia abitazione e scientemente hanno manipolato numeri e alterato verità nei miei confronti, violando anch’essi il sopraddetto articolo;
i redigenti gli accertamenti che hanno assicurato l’evasione fiscale per gli anni 1992 – 1993 – 1994 — 1995, senza essersi accorti che quei numeri figuranti alla pagina 7 del P.V.C. non erano combacianti, perché erano frutto di fantasie sottoscritte dai dubbiosi militari delle Fiamme Gialle;
i Signori impiegati dello stesso Ufficio introdotti indirettamente, quali: la Dott.ssa Di Liberto; la Dott.ssa Galluzzo; il Dott. Spoto e il Signor Di Caro Antonino, e per finire, i dirigenti della sopraddetta Azienda delle Entrate di (AG), quali: il Dott. Verduci; il Dott. Leto e il dirigente della direzione Regionale di Palermo non meglio menzionato.
O, per non arrivare a ciò, dovranno procrastinare, come in effetti sta facendo la Onorevole Commissione Tributaria Regionale di Palermo, che il 16/10/03 era chiamata a decidere sul ricorso n° 714/03 contro l’Agenzia delle Entrate di Agrigento (per avviso di accertamento n° 800790 imposta IRPEF anno 94), ed ha preferito emettere il dispositivo di ordinanza (Vedi alle pagine 32- 32 BIS del dossier, cui ha fatto seguito la mia nota del 25/10/03 e fino ad oggi non è arrivato alcun documento di fissazione della causa a nuovo ruolo).
Alla presente si allega:
N° 1 dossier composto da pagine 178;
N° 1 copia del libro denuncia da me curato CAINI PER VIRTU’ FAVARA 2 già edito;
N° 9 copie dell’avviso di pagamento di Euro 115.732.71, notificatomi il 20/05/04;
le 4 copie della denuncia già presentata presso la Spettabile Tenenza dei C.C. di Favara, più la copia verbale di ratifica di querela sporta nei confronti dei Signori redigenti gli accertamenti per gli anni 1992 – 1993 – 1994 e i dirigenti, entrambi appartenenti all’Azienda delle Entrate di Agrigento nelle persone di: Dott. Verduci; Dott. Leto e il dirigente della Direzione Regionale della Sicilia Ufficio fiscalità di Palermo (si leggono alle pagine 179 – 183 del dossier).
In attesa di un Suo Cortese riscontro, si porgono distinti saluti.
In fede
Giacomo Sanfilippo
Giacomo Sanfilippo
GIACOMO SANFILIPPO
EDITORE
C/DA BAGLI 53, 92026 FAVARA (AG)
TELEF. 0922.32115
ALL’ ILLUSTRISSIMO MINISTRO
DELLE FINANZE GIULIO TREMONTI
PALAZZO CHIGI
ROMA
OGGETTO: trasmissione libro già edito
Il sottoscritto Giacomo Sanfilippo nato il 24/01/1941, a Favara, ed ivi residente in contrada Bagli, 53, fa riferimento alle precedente note del 20/11/03 – 04/03/04 – 07/06/04, rimaste senza esito da parte della S.V., per inviarLe una copia del libro da lui curato, IGNOMINIE EPOCALI, per prendere atto degli ulteriori abusi di potere commessi ai suoi danni dai nominati appresso indicati: Dott. Verduci Giorgio, ex direttore generale Agenzia delle Entrate di Agrigento; Dott. Leto Pasquale, direttore generale Agenzia delle Entrate di Agrigento; Dott.ssa Galluzzo Antonina, direttrice TEAM Agenzia delle Entrate di Agrigento; Capitano Migliori Fabio, della G. di F. di Agrigento; Maresciallo M. Falsone Nino, della G. di F. di Agrigento; Maresciallo Garziano Rosario, della G. di F. di Agrigento, già trascinati in Tribunale per rispondere del reato di abuso di atti di Ufficio, tirati fuori dalla merda dalla Procura di Agrigento e dal GIP Walter Carlisi con provvedimento del 15/07/05 che attesta: l’assoluta infondatezza delle mie accuse e comunque insostenibili dell’accusa in giudizio, i quali, compreso il Tenente dei CC De Luca Antonino, della Tenenza di Favara, per timore di una ricaduta nella merda non mi hanno denunciato per calunnia e diffamazione, né, la suddetta Procura abbia denunciato per false pubblicazioni, visto che ha attestato che le mie accuse erano del tutto infondate, e consentire l’arresto di questa macchina infernale che continua a generare tragedie d’ogni sorta sulla mia umile persona, ed emettere un provvedimento con effetto immediato per sollevare dall’incarico i “signori” già citati che hanno senza alcun dubbio trasformato l’incriminata Agenzia delle Entrate di Agrigento a un vero e proprio postribolo di esseri inqualificabili, che, sottomessi da dirigenti senza scrupoli non diedero importanza alcuna agli ORRORI commessi dagli operanti la verifica risultanti sul manipolato PVC , e, anzi, ne commisero altri, come quelli, che per l’anno 1995 esistono due diversi importi già sentenziati dai giudici Amministrativi della CTP di Agrigento e criticati con Sentenza d’annullamento da parte della CTR di Palermo del 21/05/05, pur di dare credito alle viltà adoperate nei miei confronti dai tre fautori di sciagure già nominati, anch’essi, a sua volta, comandati a bacchetta da sprovveduti di cervello loro superiori, come in effetti, il reoconfesso Garziano Rosario in più occasione ha attestato che era un militare e i militari debbano ubbidir tacendo e non possono rifiutarsi di eseguire gli ordini capziosamente affidati, e per ciò non poteva rifiutarsi di sottoscrivere tutte quelle falsità che il suo capo pattuglia Falsone Nino scriveva nei miei confronti, per far contanti a chi la notte non dorme per studiare tragedie nei confronti di altri. Per la veridicità su quanto spifferato dal reoconfesso Garziano, vedi trascrizione in dialetto siculo fatta eseguire dalla Procura di Agrigento risultanti alle pagine n° 71 – 104, del dossier rielaborato già in Suo Signoria possesso, mentre, invece, alle pagine 104 – 121 si possono leggere il lingua nazionale perché da me tradotte. Così come, si possono leggere sempre in lingua nazionale alle pagine 168 – 178 del libro in allegato. Che, con le loro bestialità attestate anche in sede di SIT hanno fatto perdere l’ultima rimasuglia di valori umani, ammesso che ve n’era rimasta nei giudici – inquisitori agrigentini, visto che dapprincipio agirono nella totale consapevolezza di rovinare una persona ONESTA al di fuori d’ogni accusa mossagli da degenerati del genere, ignorando di finire in quel maledetto labirinto senza uscita ingegnosamente da loro costruito per paracadutarci quei poveri uomini ONESTI caduti sotto le loro stramaledette grinfie;
uno per gli accertatori gli accertamenti che adibendosi da paraculo accertarono redditi da un falso PVC stilato dai tragici militari delle Fiamme Gialle già nominati;
uno per tutta la fanfara appartenente alla suddetta Agenzia delle Entrate di Agrigento già nominati con nomi e cognomi sul mio libro, in televisione, in sede di SIT e su documentazione già in Sua Signoria possesso con diverse mie missive;
uno per l’Ispettore Vaiarelli Salvatore, per avere attestato un’infedele certificazione, con la quale ha indotto i giudici – inquisitori in oggetto a non cedere d’una virgola la loro iniziale posizione e nel ricredersi nel loro narcisismo attestarono che le mie accuse sono del tutto infondate;
“ed un altro, contenete la cancellazione del mio nominativo dalle liste degli evasori fiscali”.
“I principi etico – morali, Egregio Ministro Giulio Tremonti, non sono utensili usa e getta, ma il blasone delle famiglie che operano nel totale rispetto di tali principi, per i quali lottano fino all’ultimo respiro”.
E’, visto che il Dott. Leto Pasquale, dalle infedele attestazioni dell’Ispettore Vaiarelli e delle false Sentenze emesse dai Giudici Amministrativi si era ricreduto essere messo dentro una botte di ferro e per questo ha fatto ipotecare, dalla MONTEPASCHI SE. RI. T. SPA. i miei immobili com’è leggibile alla pagina 184, e in sede di SIT, sia lui, sia la Galluzzo, hanno voluto ancora una volta mortificare la mia dignità, nell’attestare ulteriori falsità come dalle pagine 213 – 216, 220 – 221, è giusto è doveroso che le somme abusivamente vantate nei miei confronti dalla suddetta Azienda delle Entrate di Agrigento vengano pagate all’erario, si! Ma, dal Dott. Leto Pasquale; dalla Dott.ssa Galluzzo Antonina; dal Dott. Verduci Giorgio; dagli accertatori gli accertamenti; dagli operanti la verifica e dall’Ispettore Vaiarelli che si è offerto da paraculo, e tutti assieme hanno fatto sollevare quest’enorme polverone inducendo i giudici – inquisitori in oggetto ad andare in pallone nell’emettere ridicolmente l’archiviazione del coso per assoluta infondatezza, e dai Giudici Amministrativi, che hanno emesso Sentenze: chi arbitrariamente nell’usare l’articolo 12 e 18 e chi nel merito, senza però, osservare la documentazione prodotta nei ricorsi e senza dare credito alle mie attestazioni in sede di causa succedute nelle apposite Commissioni Tributarie Provinciale e Regionale.
<Non però suddivise in parte uguali, ma l’intera somma a me richiesta per ciascuno di loro, con la quale volevano arricchire ingiustamente le casse dello Stato. Così, capiranno cosa significhi essere perseverati come in effetti, queste “bestie inqualificabili contro l’umanità”, e chi ne ha più ne metta, mi hanno perseverato senza tregua alcuna, e la smetteranno di fare gli IMPERATORI DI CARTA PESTA contro le persone da accertata dignità che non hanno commesso alcun reato.
Solo così la già incriminata Agenzia delle Entrate di Agrigento, un tempo venerata perché considerata da tutti i contribuenti come un’edicola religiosa che gli si inginocchiavano pregando e supplicando quest’accozzaglia di uomini senza principio e senza fine per alleggerire la loro velenosa penna nello scrivere somme richieste a torto o a ragione può recuperare l’ONORABILITA’ perduta.
Alla presente si allega:
• una copia del libro già edito IGNOMINIE EPOCALI;
• un fascicolo contente le Sentenze penali, Amministrative e la relazione sottoscritta dal CTU Dott. Claudio Barba;
• una copia della lettera indirizzata allo Spettabile CSM – Roma;
• una copia della lettera inviata al Presidente d’Italia Carlo Azeglio Ciampi;
• per la documentazione inerente alla fattispecie, vedi alla pagina 396 del libro in allegato.
Con preghiera di dare comunicazione a mezzo posta della S. V. presa di posizione entro e non oltre 90 giorni della ricezione della presente, onde scongiurare l’aggravarsi della situazione più di quanto lo è. Perché se no, mi vedo costretto mio malgrado a rivolgermi presso il Tribunale internazionale dei diritti dell’uomo per chiedere la GIUSTIZIA più volte negatami.
Favara, li 04/03/06.
Con Osservanza
Giacomo Sanfilippo
Giacomo Sanfilippo
GIACOMO SANFILIPPO
EDITORE
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ALLO SPETTABILE MINISTERO
DELLE FINANZE – ROMA.
IN PERSONA DEL MINSTRO
GIULIO TREMONTI
OGGETTO: L’Agenzia delle Entrate di Agrigento già trasformata a SATRAPIA dal direttore protempore Leto Pietro Pasquale che si era improvvisato SATRAPO, la farete rimanere tale, o prenderete seri provvedimenti disciplinando il prefato SATRAPO Leto Pietro Pasquale e i suoi subalterni che si sono resi responsabili di tale trasformazione?
Il sottoscritto Giacomo Sanfilippo nato il 24/01/1941 a Favara ed ivi residente in contrada Bagli 53, con riferimento alla lettera del 20/10/03 – 04/03/04 – 07/06/04 – 04/03/06 rimaste senza esito alcuno da parte della SV Illustrissima. Ed anche in riferimento alle lettere del 12/10/06 – 21/11/06 – 30/12/06 – 09/01/008 – 13/02/08, inviate all’ex Ministro Tommaso Padoa Schioppa, rimaste anch’esse senza esito alcuno. Chiede: che venga inviata con la massima urgenza una squadra di Ispettori Ministeriali per ispezionare il fascicolo agli atti della Agenzia delle Entrate di Agrigento, “diretta dal Satrapo incapace di intendere e volere Leto Pietro Pasquale”. Che, essendo il direttore della succitata Agenzia delle Entrate si era messo in testa di essere il comandante in assoluto ed ha trasformato la predetta Agenzia ad una vera e propria SATRAPIA.
E, per ispezionare il fascicolo agli atti dalle Sezione n° 3 della CTP di Agrigento che recentemente, i signori: Lo Presti Dott. Vittorio Eraclide Presidente; Luca Dott. Antonino relatore; Siracusa Gregorio; hanno emesso due Sentenze illegittime e incostituzionali.
Il Presidente di codesta Sezione n° 3 aveva l’obbligo di inviare al contribuente un avviso di ordinanza in cui dovevasi leggere che in data 12/05/09 si dovevano discutere in Camera di Consiglio le due Sentenze che la CTR di Palermo, Sezione 20, presieduta dal Dott. Luigi Mario Ribaudo, nel 2005 le aveva annullato con il rinvio. Rimettendole alla Commissione Tributaria Provinciale Sezione 2 di Agrigento ai sensi e per gli effetti dell’articolo 59, I° comma, punto b) del D lgs 546/92 per la causa. Vedi alle pagine 10 – 23 del fascicolo n° 1.
I signori della Sezione n° 3, senza avere svolto un regolare processo Tributario, hanno discusso in Camera di Consiglio le due Sentenze annullate dalla CTR di Palermo senza avere provveduto ad inviare l’avviso di ordinanza al contribuente. Che, se l’avessero fatto, il denunziante, avrebbe depositato entro il termine stabilito dalla legge, la documentazione in suo possesso sin dal 17/03/09, nella quale si legge a chiare lettere che l’Agenzia delle Entrate di Agrigento diretta dal “Satrapo asino e mariolo Leto Pietro Pasquale”, smentisce nella maniera più assoluta tutto quello che in passato aveva asserito falsamente innanzi all’Ispettore di Stato Angelo Cascino di stanza presso la Procura di Agrigento.
Che, essendo in possesso della documentazione riferente alla relazione Ispettiva sottoscritta dal SUBDOLO Ispettore Vaiarelli. Che, L’AGENZIA DELLE ENTRATE DIREZIONE REGIONALE DELLA SICILIA UFFICIO ISPETTIVO REGIONALE – PALERMO, con nota protocollo 268/03 UI del 14/11/03, ha dato incarico al prefato Ispettore Dirigente Vaiarelli Dott. Salvatore – Sede. Oggetto: incarico speciale Ufficio locale di Agrigento.
Il 26/11/03, lo stesso Ispettore riceve ulteriore incarico speciale con lettera recante il protocollo n° 93835 UI ad integrazione dell’incarico in oggetto, al fine di un esausto rapporto sui fatti, la SV, vorrà sentire sulla questione il Dott. Verduci, anche a mezzo accesso presso l’Ufficio di Bagheria, struttura ove attualmente è incaricato. I due incarichi sono stati autorizzati dal Dott. Mario d’Amato. Che il subdolo Ispettore Salvatore Vaiarelli avendo eseguito gli incarichi e attestato nella sua relazione Ispettiva attestò una serie di falsità, perché condizionato dal “marionettista senza scrupoli” direttore protempore Leto Pietro Pasquale. Si mise ad attestare falsità su falsità. Vedi relazione Ispettiva alle pagine 60 – 72 del fascicolo n° 1.
• Le falsità attestate dall’Ispettore Vaiarelli, quelle del Satrapo asino e mariolo Leto Pietro Pasquale e tante altre falsità, sono state denunziate presso la Procura di Agrigento. E pubblicate su libro IGNOMINIE EPOCALI VOL I° di cui la SV Illustrissima è in possesso dal Marzo 2006. E SUL Sito Internet in intestazione.
• Per vedere la trasmissione in diretta televisiva andata in onda il 15/06/04;
• E per ulteriore documentazione che comprova la veridicità dei fatti successi, visiti il Sito Internet in intestazione
Allegati:
• fascicolo n° 1 composto da 78 pagine con indice, già agli atti della Procura di Agrigento;
• fascicolo n° 2 composto da 20 pagine con indice.
Si rappresenta che, il denunziante ha facoltà di pubblicare le sue scritture quando lo riterrà opportuno
Sicuro di un Vostro tempestivo intervento, si porgono
Distinti saluti.
Favara, li 22/06/09.
Giacomo Sanfilippo
Giacomo Sanfilippo
GIACOMO SANFILIPPO
EDITORE
C/DA BAGLI 53, 92026 FAVARA (AG)
TELEF. 0922.32115 – Cell. 347.6862733
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ALLO SPETTABILE MINISTERO
DELLE FINANZE – ROMA.
IN PERSONA DEL MINSTRO
GIULIO TREMONTI
Oggetto: sollecito invio Ispettori Ministeriali
Il sottoscritto Giacomo Sanfilippo nato il 24/01/1941 a Favara ed ivi residente in contrada Bagli 53, con riferimento alla lettera del 22/06/09 di cui è pervenuto allo scrivente relativo avviso di ricevimento, premesso che ad oggi non è stato dato avere notizia alcuna circa l’attività di cotesto Onorevole Ministero conseguentemente alle lamentate doglianze in essa rappresentate.
• Al fine di consentire allo scrivente di ottenere giustizia e chiarezza in ordine alle patite denigrazioni ad opera del “marionettista di pessima specie” Leto Pietro Pasquale nato il 07/01/1952 a Cianciana ed ivi residente in Via Alfieri n° 8;
• Dei componenti della Sezione 2 della CTP di Agrigento: Zoda Luigi Presidente; Arrigo Libertino; Trifirò Salvatore Relatore;
• E dei componenti della Sezione 3 della CTP di Agrigento: Lo Presti Dott. Vittorio Eraclide, Presidente; Luca Dott. Antonino relatore; Siracusa Gregorio, Giudice. Già denunziati in sede separata, con fascicolo n° 2107/09 aperto presso la Procura di Agrigento per occultamento di atti di Ufficio e per violazione degli articoli 18 e 59 del D. lgs 546/92.
SOLLECITA:
L’invio di Ispettori Ministeriali relativo alla formulata denuncia nei confronti della Agenzia delle Entrate di Agrigento. E nei confronti della Sezione 2 e 3 della CTP di Agrigento, che fa capo ad un reggimento di Giudici Tributari senza scrupoli, che per far contento al direttore protempore della Agenzia delle Entrate, Leto Pietro Pasquale, che si era messo a capo di questa accesa diatriba divenuta politico giudiziaria, hanno emesso più Sentenze illegittime ed incostituzionali. Creando di fatto una associazione per delinquere di stampo estortorio, “non ai fini loro personali”, ma per impinguare illecitamente le casse dello Stato.
Tali denigrazioni sono state adoperate sulla persona del denunciante, perché volevano coprire le malefatte commesse dai tre manipolatori di numeri e di verità: Fabio Migliori Capitano; Falsone Nino Maresciallo M.; e Garziano Rosario Brigadiere, ora Maresciallo. Del Comando Compagnia Guardia di Finanza di Agrigento. Che, a sua volta, i tre citati manipolatori di chiaro stampo criminale volevano coprire le malefatte commesse dal Maresciallo “senza onore”, Giordano Epifanio, all’epoca dei fatti e misfatti, Comandante la Stazione dei CC di Favara. “Impiccandosi misermiseramente con la corda del potere, con la quale volevano impiccare il denunciante”.
DOPO LUNGHI 15 ANNI DI ATTESA E’ ARRIVATO IL GIORNO DELLA RISCOSSA
COME SI DIDE?
DA OGGI IN POI NON SI GIUOCA PIU’ AL GIUOCO DELLE TRE CARTE COME SPESSO AVVENIVA IN PASSATO, MA A CARTE SCPERTE!!!
• Come si sa, da che mondo è mondo le gabelle si sono prese sempre a rischio. Per cui, i 18 signori nominati nella denuncia sporta presso la Spettabile Procura di Palermo e per competenza territoriale venne trasferita presso la Spettabile Procura di Agrigento, la quale, ha aperto il fascicolo n° 1460/08/45 le cui indagini affidate al Sostituto Procuratore Dott. Andrea Bianchi sono ancora in corso. Che, all’epoca dei fatti si erano presi in modo arrogante la bega di denigrare la dignità del denunziante e quella della sua famiglia, visto che sono stati smascherati e denunziati più volte in più Procure, è giusto che abbandonino quell’inutile atteggiamento arrogante e assumano quello della resipiscenza e paghino il loro fio contratto con la SIGNORA GIUSTIZIA;
• Il Sostituto Procuratore Dott. Andrea Bianchi titolare del fascicolo di cui sopra emetterà il Suo provvedimento in cui si leggerà: come, e quanti dei 18 nominativi rinvierà a giudizio per i reati loro commessi;
• Il Sostituto Procuratore titolare delle indagini del fascicolo n° 2107/09 di cui non conosco il Suo nome emetterà il Suo provvedimento in cui si leggerà: come, e quanti dei 7 nominativi, tre dei quali compongono la Sezione 2, tre compongono la Sezione 3 della CTP di Agrigento, e il direttore protempore dell’Agenzia delle Entrate di Agrigento Leto Pietro Pasquale, rinvierà a giudizio per i reati loro commessi;
• A cotesto Onorevole Ministero, spetta invece, l’arduo compito di perseguire d’Ufficio i 18 nominativi già denunziati nel 2008 penalmente e pecuniariamente, con conseguente licenziamento dal lavoro. Così come gli altri 7 nominativi denunziati nel 2009. Che, tutti assieme hanno messo in cattiva luce l’incriminata Agenzia delle Entrate di Agrigento, la CTP di Agrigento e la CTR di Palermo;
• Obbligare al direttore protempore Leto Pietro Pasquale e il Suo codazzo di arroganti a pagare la somma di Euro 482.596,48 che volevano estorcermi per ingrassare ingiustamente le casse dello Stato.
• Cancellare il nominativo del denunziante dalle liste degli evasori fiscali;
• Dare comunicazione al denunciante dell’avvenuta ispezione nei confronti dei già nominati annidacchiati all’interno della Agenzia delle Entrate di Agrigento e dei componenti delle Sezioni 2 e 3 della CTP di Agrigento, con tutte le consequenziali azione del caso;
• Ovvero, replicare su quanto si legge negli scritti già pubblicati dal denunciante sul libro denuncia IGNOMINIE EPOCALI VOL I ed anche sul Sito Internet in intestazione, ad oggi mai controversi da nessun componente dei denunziati penalmente, né da nessun altro nominativo che si legge negli incontrovertibili scritti.
• Copia della quale verrà depositata presso la Spettabile Procura di Agrigento, ad integrazione al fascicolo n° 1460/08/45 e al fascicolo n° 2107/09.
Allegati:
• copia denunzia sporta presso la Procura di Palermo e trasferita per competenza territoriale presso la Procura di Agrigento che si compone di 15 pagine.
Sicuro di un Vostro cortese riscontro, porge
Distinti saluti.
Favara, li 17/09/09
Giacomo Sanfilippo
Giacomo Sanfilippo
GIACOMO SANFILIPPO
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ALLO SPETTABILE MINISTERO DELLE FINANZE
IN PERSONA DEL MINSTRO GIULIO TREMONTI
VIA XX SETTEMBRE, 97
TELEFONO +39 06476111 – 00187 ROMA
EPC
ALLA DIRIGENZA DELLA
SPETABILE AGENZIA DELLE ENTRATE DI
92100 AGRIGENTO
In persona del direttore pro tempore
OGGETTO: ennesima richiesta di cancellazione del mio nominativo dalle liste degli evasori fiscali.
Il sottoscritto Giacomo Sanfilippo nato il 24/01/1941 a Favara ed ivi residente in contrada Bagli 53, con riferimento alle lettere del 20/10/03 – 04/03/04 – 07/06/04 – 04/03/06 – 22/06/09 – 17/09/09 rimaste senza esito alcuno;
• in riferimento alle lettere del 12/10/06 – 21/11/06 – 30/12/06 – 09/01/008 – 13/02/08, inviate all’ex Ministro Tommaso Padoa Schioppa, rimaste anch’esse senza esito alcuno da parte di cotesto Ministero diretto: sia dal Ministro Giulio Tremonti, sia dal Ministro Tommaso Padoa Schioppa;
• e in riferimento al presente GIORNALE LA VOCE CHE TUONA DI MIA PUBBLICAZIONE, nel quale si evince che la procura di Agrigento e il Tribunale GIP/GUP di Agrigento hanno avallato le mie tesi sostenute con la forza della mia dignità sin dal tuttapprincipio. Chiede per l’ennesima volta che gli venga cancellato il suo nominativo dalle liste degli evasori fiscali.
Allegati:
• COPIA GIORNALE LA VOCE CHE TUONA ANNO 2010 – N° ZERO ZERO;
• COPIA PROVVEDIMENTO EMESSO DALLA PROCURA DI AGRIGENTO, CONDIVISO DAL TRIBUNALE GIP/GUP DI AGRIGENTO.
In attesa di un Vostro tempestivo riscontro, si porgono distinti saluti.
Favara, li 03/06/2010
Giacomo Sanfilippo
Giacomo Sanfilippo
GIACOMO SANFILIPPO
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AL MINISTERO DELLE FINANZE
VIA XX SETTEMBRE 97 00187 ROMA
P.C.
AL COMANDANTE PROVINCIALE DEL CORPO
DELLLA GUARDIA DI FINANZA DI AGRIGENTO
E P.C.
ALLA AGENZIA DELLE ENTRATE DIREZIONE
REGIONALE DELLA SICILIA UFFIVIO FISCALITA’
VIA KONRAD. ROENTGEN N° 3 90146 PALERMO
Oggetto: i castelli prima o poi cadono, per primi, quelli senza fondamenta che non hanno motivo di esistere.
Il sottoscritto Giacomo Sanfilippo nato il 24/01/1941 a Favara, ed ivi residente in contrada bagli 53, si riferisce alla lettera del 07/06/2010, che richiama le altre inviate a codesto Ministero delle Finanze.
Per inviarLe copia di querela sporta presso la Procura di Agrigento, nei confronti del direttore pro tempore La Rocca Giuseppe e del dott. Spoto Stefano, rappresentante legale della Agenzia delle Entrate di Agrigento. Per inadempienza professionale, occultamento di atti di Ufficio, reiterazione di reato e tentata estorsione continuata e aggravata dalla complicità delle CTP, CTR, E SERIT SICILIA SEDE – AGRIGENTO.
E per dirLe che l’era degli struzzi è passata. Per cui, codesto Ministero delle Finanze dovrà uscire la testa dalla sabbia, prendere atto di questo increscioso caso, ed inviare il più presto possibile gli Ispettori Ministeriali presso la Agenzia delle Entrate di Agrigento, in quella di Palermo e presso le CTP e CTR già denunciate, che hanno commesso una caterva di abusi di potere sulla sua persona.
Per tanto, si diffida codesto Ministero delle Finanze di inviare a mezzo posta il provvedimento emesso nei confronti delle due Agenzie delle Entrate già citate e nei confronti delle CTP e CTR. E una copia del verbale stilato dagli Ispettori incaricati ad eseguire l’Ispezione disciplinare nei confronti dei componenti delle due Agenzie delle Entrate e nei confronti dei componenti delle CTP e CTR, implicati in questo madornale strascino, non solo a mio danno, ma anche alle due su citate Agenzie delle Entrate e a codesto Ministero delle Finanze.
Una volta accertata la penale responsabilità in testa alle persone più volte querelate e più volte tirate fuori dalla Procura di Agrigento, invierà nota informativa presso la Procura del territorio di Palermo, o di Roma, la Procura ricevente, provvederà farla arrivare presso la Procura di Agrigento ad integrazione della mia querela.
Ed inoltre, invierà un provvedimento in cui dovrà leggersi il riconoscimento dell’illegittimità degli atti impositivi emessi abusivamente nei miei confronti da più Funzionari privi di senso logico della Agenzia delle Entrate di Agrigento, l’esonero delle ipoteche sui mie beni mobili e immobili e la cancellazione del mio nominativo dalle liste degli evasori fiscali.
E, visto che per lo Stato italiano risulto essere evasore fiscale e debitore di esosi importi ascrittomi dai su citati Funzionari della Agenzia delle Entrate, dotati di anima nera come la pece. E per lo Stato dovranno essere pagati, è giusto e doveroso, che si impone il pagamento di dette somme ai Funzionari dell’Ufficio delle Entrate di Agrigento già nominati in precedenza.
Qualora trascorreranno 60 giorni dalla ricezione della presente lettera senza che mi sia dato sapere nulla, mio malgrado, depositerò copia di questa lettera presso la Procura di Agrigento, a prova inconfutabile che codesto Ministero delle finanze – Roma. Si nega di adempiere ai propri doveri.
Allegati:
Copia querela;
Copia lettere: dott. Mazzarelli; Guardia di Finanza di Palermo e di Agrigento;
Copia lettera inviata al direttore pro tempore Leto Pietro Pasquale;
Copia lettera inviata alla Guardia di finanza di Agrigento;
Copia lettera inviata alla Agenzia delle Entrate di Palermo;
Copia DVD.
Per la documentazione richiamata nella querela, vedi nella cartella n° 23 del DVD.
Per un approfondimento dei criminosi fatti successi, vedi altre cartelle dall’uno alla 22 e 24.
Distinti saluti
Favara, li 14/11/2011
Giacomo Sanfilippo
Giacomo Sanfilippo
GIACOMO SANFILIPPO
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ALL’ILLUSTRISSIMO SIGNOR
MINISTRO DELL’ECONOMIA
TOMMASO PADOA SCHIOPPA
PALAZZO CHIGI ROMA
Oggetto: richiesta cancellazione del mio nominativo dalle liste degli evasori fiscali.
Il sottoscritto Giacomo Sanfilippo, nato il 24/01/1941 a Favara ed ivi residente in contrada Bagli 53, in virtù del suo libro denuncia IGNOMINIE EPOCALI VOL I, già edito, e in virtù della documentazione che si legge sul sito Internet di cui sopra
CHIEDE
Alla S.V. Illustrissima di inviare, con urgenza, una Commissione di Ispettori presso l’Agenzia delle Entrate di Agrigento per verificare il fascicolo più volte incriminato, contenente la documentazione che denuncia gli abusi di potere e complotto adoperato nei miei confronti, dai componenti dell’Ufficio delle Entrate e dai verificatori di malafede;
* accertare la penale e civile responsabilità in testa ai 14 nominativi già denunciati presso la Procura Antimafia di Palermo, e sollevarli dall’incarico con effetto immediato, perché c’è il rischio che questi soggetti, pericolosi per loro e per gli altri, un giorno o l’altro ammaineranno la bandiera tricolore dal palazzo delle Finanze di cui si sono impadroniti e isseranno quella col vessillo del corsaro nero.
<Si precisa che, il Consiglio Superiore della Magistratura, come emerge dalla documentazione leggibile alla voce lettere del sito in oggetto, si è interessato del caso e la loro pronunzia è ancora in corso.
Mentre, invece, l’ex Ministro delle Finanze Giulio Tremonti non si è interessato minimamente del caso, lasciando viaggiare a velocità insostenuta questo treno carico di uomini marci dentro e fuori.
Pertanto, prego cortesemente l’Illustrissima S.V. di interessarsi di questo scandaloso caso che va avanti senza testa e senza coda dal 09/05/94, e cancellare come già detto il mio nominativo dalle liste degli evasori fiscali, attribuitomi dagli incoscienti verificatori e sostenuto in maniera totalitaria dagli accertatori avidi di cattiverie annidacchiati all’interno del palazzo delle Finanze in oggetto.
Vorrà darmene cortese comunicazione a mezzo posta.
Allegati:
• una copia della denuncia indirizzata alla Procura Antimafia di Palermo;
• una copia della lettera indirizzata all’Agenzia delle Entrate di Agrigento;
• uno libro denuncia di mia fatturazione IGNOMINIE EPOCALI VOL I, altra documentazione non leggibile in questo volume si legge alla voce lettere del sito Internet di cui sopra.
In attesa di Suo cortese riscontro , si porgono distinti saluti.
Favara, li 12/10/06.
Giacomo Sanfilippo
Giacomo Sanfilippo
GIACOMO SANFILIPPO
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ALL’ILLUSTRISSIMO SIGNOR
MINISTRO DELL’ECONOMIA
TOMMASO PADOA SCHIOPPA
VIA XX SETTEMBRE 97
00187 ROMA
OGGETTO: sollecito invio Ispettori presso l’Agenzia delle Entrate di Agrigento.
Il sottoscritto Giacomo Sanfilippo, nato il 24/01/1941 a Favara ed ivi residente in contrada Bagli 53, facendo seguito alla lettera del 12/10/06,
DENUNCIA
Ulteriori malefatte commesse nei suoi confronti, dall’Agenzia delle Entrate di Agrigento, diretta dal “Dott. Leto Pietro Pasquale” e sollecita l’invio degli Ispettori per constatare la gravità dei fatti già denunciati con la precedente lettera e quanto sta denunciando nella presente, nei confronti della precitata Agenzia delle Entrate, più volte incriminata per molteplici fatti di abuso di potere e complotto adoperato nei suoi confronti, “dai subdoli dirigenti e non”, annidacchiati all’interno dell’Agenzia delle Entrate in questione e dai tre militari delle Fiamme Gialle, precedentemente nominati, che, “dotati di istinto animalesco, che però si consideravano essere persone dotati di alta diligenza”, in dodici anni e mezzo sono stati capaci costruire questo scempio.
Ed ora, non avendo più a quale SANTO votarsi compiono atti di estrema bassezza, come si evidenziano dal preavviso di fermo di beni mobili registrati, emesso dalla MONTEPASCHI SERIT SEDE – AGRIGENTO.
Le gesta obbrobriose degli implicati in questa iniqua storia suscitano l’indignazione del mondo civile e a tutti gli uomini credenti nella Giustizia. Per ciò, hai voglia aspettare che cresca la legalità e trasparenza nell’agrigentino, quando all’interno delle Istituzioni, alcuni uomini delle Forze dell’Ordine e funzionari dello stato che ci si nascondono non producono altro che, cultura mafiosa.
Alla presente si allega:
• copia della lettera indirizzata all’Agenzia delle Entrate di Agrigento;
• copia della lettera indirizzata all’esattoria sede – Agrigento;
• copia preavviso fermo amministrati emesso dall’esattoria sede – Agrigento;
Vorrà darmene cortese comunicazione a mezzo posta.
In attesa di un Vostro Cortese riscontro, porgo
distinti saluti.
Favara, li 21/11/06.
Giacomo Sanfilippo
Giacomo Sanfilippo
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MINISTRO DELL’ECONOMIA
TOMMASO PADOA SCHIOPPA
VIA XX SETTEMBRE 97
00187 ROMA
OGGETTO: ni la casa chi manca lu pani c’è lu tripulu abbattutu: a sogira sta ammussata, a muglieri sta ncagnata, o maritu sta fuiutu.
DAL DIALETTO SICULO
Nella casa che manca il pane notte e dì si batte la tripla: la suocera tiene il muso, la moglie guarda in cagnesco e il marito se ne sta latitante.
SIGNIFICATO DELLA METAFORA:
• pane, sta per verità;
• suocera, sta per Forze dell’Ordine;
• moglie, sta per apparato Tributario;
• marito, sta per Procura agrigentina.
Il sottoscritto Giacomo Sanfilippo, nato il 24/01/1941 a Favara ed ivi residente in contrada Bagli 53, riferendosi alla lettera del 12/10/06 e del 21/11/06.
CHIEDE
Alla Signoria Vostra Illustrissima di inviare urgentemente una squadra di Ispettori presso la precitata Agenzia delle Entrate di Agrigento, onde fermare u “sceccu” asino birbanti che dirige la predetta Agenzia incriminata, che da nascosto dietro l’imponente baluardo di alcuni giudici, che volutamente si giocarono il loro portamento personale e la loro etica professionale, senza capire quanto danno ha procurato e procura ancora ai suddetti giudici che alla sprovveduta si compiacquero ad avallare le richieste avanzate tramite le controdeduzioni sottoscritte dagli incapaci di intendere e di volere, annidacchiati all’interno dell’Ufficio delle Entrate, si adibisce ancora da paguro Bernardo e manda in continuo moto cartelle di pagamento con sù scritte somme più false di lui.
Sappi, che per quanto riguarda l’ultima cartella di pagamento di Euro 44.603,54, la mia Signoria ha facoltà di ricorrere presso la CTP di Agrigento, e per quanto riguarda invece, la precedente cartella di Euro 200.767,13 può ricorrere al TAR, ma non osa.
Perché le precluse somme abusivamente richiamate nelle due cartelle le dovrà pagare u sceccu birbanti, con tutta la Sua birbanteria che ha in testa e con tutte le cattiverie che tiene dentro lo stomaco, così metterà un po’ di giudizio e non romperà più l’anima alle persone ricche di portamento personale ecc. ecc.
Pertanto, voglia la Signoria Vostra Illustrissima, prendere atto di quanto sto denunciando per la terza volta e chiudere una volta per tutte questo calvario che va avanti da 12 anni e mezzo senza né testa, né coda, “disciplinando con la massima severità”, il Direttore Generale Leto Pietro Pasquale e i Suoi seguaci implicati in questa storia di calunnie e di soprusi adoperate sulla mia Signoria senza alcun precedente.
Vorrà darmene cortese comunicazione a mezzo posta.
Alla presente si allega:
• copia della cartella di cui è oggetto;
• un fascicolo composto da 67 pagine che compongono la cronologia dei fatti accaduti dal 04/03/06 ad oggi.
In attesa di Suo cortese riscontro, porgo
Distinti saluti.
Favara, li 30/12/06.
Giacomo Sanfilippo
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OGGETTO: si muova il culo dalla poltrona e adempi ai propri doveri.
Il sottoscritto Giacomo Sanfilippo, nato il 24/01/1941 a Favara ed ivi residente in contrada Bagli 53, si riferisce alle lettere datate 12/10/06, 21/11/06, 30/12/06, inviate alla SV Ill.ma rimaste senza esito, per informaLa, che il Presidente di tutti gli italiani Giorgio Napolitano e il Presidente del Consiglio dei Ministri Romano Prodi hanno dato il tacito assenso su quanto si legge negli irrefutabili scritti dello scrivente, il che significa, che hanno lasciato cadere le responsabilità in testa a chi le ha commesse, come dire si sono lavati le mani come Ponzio Pilato. Per cui, è visto che il Dott. Leto Pietro Pasquale nell’Ottobre del 2003, per i suoi loschi scopi si è rifiutato di dissotterrare la spada di DAMOCLE per usarla nei confronti dei Funzionari che nella loro cecità e analfabetismo avevano accertato l’evasione fiscale su quel manipolato PVC stilato dai tre viziosi militari delle Fiamme Gialle di Agrigento, e nei confronti di questi ultimi, né ha voluto sotterrare l’ascia da guerra che tuttora la sta usando nei confronti di chi Le scrive, la dissotterri Ella, è la usi nei confronti del dirigente della Agenzia delle Entrate di Agrigento, Dott. Leto, quale unico responsabile di aver trasformato l’Agenzia delle Entrate di Agrigento a postribolo di gentaglia viscida e malfamata, e di aver contribuito a far portare più NOTABILI in questo stato di degrado umano.
• Per quanto sopra, voglia La SV Ill.ma provvedere d’Ufficio per sollevare dall’incarico il Dott. Leto Pietro Pasquale e disciplinare i Funzionari annidacchiati all’interno di tale Agenzia delle Entrate che hanno dato spalla al prefato Dott. Leto;
• cancellazione dalle liste degli evasori fiscali il nominativo dello scrivente;
• e dare risposta a stretto giro di posta della Sua presa di posizione;
• La presente sarà inviata:
• al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano;
• al Presidente del Consiglio Romano Prodi;
• al Ministro della Giustizia Clemente Mastella;
• al dirigente della Agenzia delle Entrate di Agrigento, Dott. Leto Pietro Pasquale, e altrove
• Allegati:
• 14 copie lettere inviate al Dott. Leto Pietro Pasquale dal 25/10/03 ad oggi;
• copia lettera del 28/09/07 inviata al Ministro della giustizia Clemente Mastella e per conoscenza al Ministro delle Infrastrutture Antonio Di Pietro;
• copie lettere del 06/11/07 e del 09/01/08 inviate al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano;
• copie lettere del 28/11/07 e del 09/01/08 inviate al Presidente del Consiglio Romano Prodi;
• copia lettera del 09/01/08 inviata al Ministro della Giustizia Clemente Mastella.
Distinti saluti.
Favara, li 09/01/08. Giacomo Sanfilippo
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OGGETTO: sollecito richiesta cancellazione del nominavo dello scrivente dalle liste degli evasori fiscali iscritto abusivamente dalla Agenzia delle Entrate di Agrigento.
Il sottoscritto Giacomo Sanfilippo, nato il 24/01/1941 a Favara ed ivi residente in contrada Bagli 53, si riferisce alla lettera del 09/01/08 cui, richiama le altre datate 12/10/06, 21/11/06, 30/12/06, inviate alla SV Ill.ma rimaste senza esito alcuno, per dirLe, che ad oggi non gli è pervenuto alcun documento che attesti l’avvenuta cancellazione del nominativo di chi Le scrive dalle liste degli evasori fiscali, come più volte reclamato nelle stesse. Per cui, La prega di provvedere il più presto possibile onde evitare altri inconvenienti.
• Con l’occasione Le invia:
• copia del giornale pubblicato l’8/02/08;
• copia lettera inviata in pari data della pubblicazione del suddetto giornale al dirigente della Agenzia delle Entrate di Agrigento, Dott. Leto Pietro Pasquale;
• copia lettera inviata in data 08/02/08 allo Spettabile Ufficio Direzione Regionale della Sicilia Ufficio Fiscalità, VIA KNRAD ROENTGEN N° 3 90146 PALERMO, IN PERSONA DEL DIRETTORE GENERALE.
Si rappresenta che lo scrivente ha facoltà di inviare tale lettera corredata da documentazione di specie dove riterrà opportuno.
• Allegati:
• Copia giornale;
• copia lettera del 08/02/08 inviata al dirigente della Agenzia delle Entrate di Agrigento, Dott. Leto Pietro Pasquale;
• copia lettera del 08/02/08 inviata alla Direzione Generale della Sicilia Ufficio Fiscalità Palermo.
In attesa di Suo cortese riscontro, si porgono
Distinti saluti.
Favara, li 13/02/08. Giacomo Sanfilippo