Pensavano di aver fatto un investimento redditizio e si ritrovano fra le mani un prodotto senza nessun valore, se non delle spese, che crea loro infiniti problemi. La storia che Philip Lidio Gamba, padovano acquisito, racconterà oggi in rappresentanza di tutti gli altri clienti che si sono rivolti a Federcontribuenti si può riassumere in poche parole, le loro: è il raggiro delle multiproprietà.
In questo caso anche il nome del proponente è noto: si tratta della Domina Vacanze Spa di Ernesto Preatoni. Ogni cliente della Domina ha una storia simile alle spalle: contattato da sedicenti venditori direttamente a casa, viene convinto a firmare un contratto per entrare in possesso di millesimi di multiproprietà alberghiera. Investimenti elevati, per cifre che partono da 80 mila euro a salire, per godere di “settimane” a Ca’Zusto, un residence di Venezia, vicino al Canal Grande. Ovviamente a tutti i clienti viene promesso un guadagno: le settimane di cui non si usufruirà saranno affittate e messe a rendita. Nessuno si accorge che, facendo un rapido calcolo sui millesimi, ogni appartamento avrebbe un valore di oltre 6 milioni di euro.
Il racconto di chi ha bussato alle porte di Federcontribuenti parla di una realtà diversa, come spesso in questi casi, da quanto viene raccontato a voce. Come dice il rogito al cliente è attribuito «il diritto di eseguire la prenotazione, per la fruizione ed il soggiorno a tariffe agevolate, delle seguenti unità». Ovvero il cliente pensa di entrare in possesso di un bene quando invece ha solo la possibilità di prenotarlo, a prezzi di favore. Neanche la rendita esiste: dopo i primi incassi, sempre bassi, la Domina Vacanze spa si appella alla crisi del settore alberghiero per spiegare ai propri clienti che le stanze non si riescono ad affittare. I clienti ormai cominciano a protestare, intuendo la pericolosità del meccanismo.
Qua la Domina Vacanze ci riprova: in cambio della mancata rendita offrono settimane in altre multiproprietà in giro per l’Italia, mettendoci altri euro. A volte, tramite una società collegata, si riesce a vendere pure un «diritto d’uso» per ville in multiproprietà in Egitto, a Sharm El Sheik, dove per legge non si può vendere ad uno straniero. Qualche cliente lo fa, entrando in una sorta di catena di Sant’Antonio che dà una sola sicurezza: veder andare in fumo i propri risparmi.