218 deputati del PD il 27 maggio 2014 respinsero il disegno di Legge ( n.2299 ) sulla soppressione di Equitalia con trasferimento funzioni all’AE. Federcontribuenti: ”diccelo tu – Matteo – hai cambiato idea su Equitalia? Alle votazioni erano presenti il 60,3% dei deputati. Favorevoli 101 tra cui il M5S con FI e PPL, contrari 279. E poi perchè riordinare Equitalia Nord, Sud e Centro se l’Agenzia verrà soppressa entro il 2018?
Quasi 10 anni di abusi e soprusi, corruzione e indagati, gente che si è data fuoco o che si è impiccata, migliaia di artigiani fatti scomparire nell’enorme foiba della riscossione selvaggia. Denunce, interrogazioni parlamentari, proposte di legge a non finire e ora, come se niente fosse, quasi si trattasse di un messaggio celeste, Renzi annuncia la soppressione di Equitalia per il 2018.
”Quantificare i danni prodotti da Equitalia con l’appoggio della classe politica è impossibile, dovremmo calcolare il costo di una vita umana e moltiplicarla per troppe volte; i danni economici per le migliaia di micro imprese fallite; dovremmo stabilire un prezzo al dolore e alla dignità tolta a chi voleva solo essere aiutato. Sia chiaro – precisa Marco Paccagnella -, eliminare Equitalia non basta, perchè occorre riformare il sistema legato alla riscossione e al recupero crediti in generale”.
”Il bilancio sull’intera attività svolta da Equitalia è aberrante se pensiamo alle tante iniziative piovute da ogni parte con lo scopo di denunciare le gravi violazioni e i mancati raggiungimenti dello stesso Ente. Aberrante perchè perpetrate con la complicità di tutti i partiti che sapevano cosa stava e sta accadendo. Una evasione fiscale lambita ma mai attaccata, un guadagno da parte di Equitalia che svilisce le entrate incassate per lo Stato. Equitalia ha triplicato un carico fiscale asfissiante”.
Secondo Federcontribuenti, Renzi, deve per prima cosa parlare di Equitalia ricordando gli sfaceli degli ultimi 9 anni, rispettando i ”caduti” e magari iniziare il ragionamento sulla riforma del sistema della riscossione e poi dell’Ente che dovrebbe occuparsene perchè altrimenti, ”è solo un dare fiato alle trombe”.
Le idee di Federcontribuenti
Ripristinare giustizia e parità di trattamento tra contribuente e Stato. Tra cartelle pazze, tributi scaduti o decorsi o prescritti non si è mai fatta chiarezza né a livello di Legge e né tanto meno dentro le stesse commissioni tributarie anche grazie al silenzio, assenso, del governo.
La Cassazione parla chiaro in materia di termini di decadenza e prescrizione e da tali sentenze dobbiamo partire per tagliare i costi di giudizio a carico del governo, la morte di centinaia di micro imprese all’anno e spezzare le gambe ad una disoccupazione ormai diventata ingestibile dando sollievo alle casse dello Stato ma, soprattutto ai contribuenti.
Eliminare dagli archivi dell’Agenzia delle Entrate e di Equitalia i debiti prescritti o decaduti secondo i termini di legge ribaditi dalla Cassazione ( cartelle decadute inviate ciclicamente al contribuente e che danno via ad azioni esecutive );
Il Governo deve sospendere ogni cartella esattoriale i cui importi siano legati al periodo di tempo compreso tra il 2006 ed il 2016 a carico delle piccole, medie, imprese.
Le scadenze fiscali devono diventare più elastiche per dare possibilità al contribuente di pagare anche in ritardo senza incorrere in sanzioni. Le scadenze hanno un calendario rigido che male si sposa con i bisogni dei piccoli imprenditori, artigiani o commercianti che siano. Spesso il committente ritarda un pagamento come anche la PA e a farne le spese è l’imprenditore che non sa dove accingere per saldare la scadenza fiscale in tempo.
3 PMI su 3 hanno problemi con le scadenze fiscali, le più ricorrenti riguardano INPS e IRPEF
Sono circa 8 miliardi i debiti insoluti che Equitalia non riscuoterà mai, ( per morte del contribuente o cessazione del lavoro ), che senso ha accanirsi con l’invio convulso delle cartelle? Mantenendo il contribuente prigioniero a vita di un debito fiscale che non potrà sanare, gli si occlude la possibilità di aprirsi una nuova attività perchè verrebbe subito colpito a morte. Atteggiamento quindi dannoso per la comunità e per lo Stato.
Il contribuente in difficoltà economica deve avere la possibilità di vedersi ascoltato e di vedersi venire incontro dall’Ente dove ha maturato il debito. Ogni Ente dovrà quindi avere un ufficio preposto ai casi sopra descritti.
Il piano di rientro deve essere altrettanto elastico dotando ogni contribuente di tutto un ventaglio di possibilità per pagare senza ulteriormente indebitarsi. Modalità e numero di rate senza che queste siano appesantite dagli interessi. Meglio un euro al giorno che un disoccupato a vita a totale carico della comunità
Per il salvataggio delle imprese è altresì fondamentale modificare il DURC e le relative forme di pagamento degli arretrati, gli stessi che hanno fatto si che il documento risultasse negativo.
Il DURC deve essere rilascio con scadenza annuale, questo perchè chiediamo venga reso elastico il calendario delle scadenze fiscali. Basta un niente per non vedersi rilasciare il DURC e non poter lavorare. Il DURC dovrebbe solo attestare il buon rendiconto e buona fede dell’imprenditore e non essere una mannaia trimestrale sulle loro teste.