Per ogni pensionato abbiamo 1,3 lavoratore attivo e qualcuno inizia a paragonare il sistema previdenziale italiano ad un Sistema Ponzi. Federcontribuenti: ”L’Italia è tra i Paesi in cui la differenza tra la retribuzione lorda e netta è maggiore. Un dipendente con un reddito medio e senza persone a carico costa il 47,88% in più rispetto al netto che percepisce. E cosa vuol fare il dicastero di Gualtieri? Un decreto che consenta di ridurre le tasse per 14 milioni di lavoratori con un reddito da lavoro dipendente fino a 35.000 euro quando il 60% del costo è a carico del datore di lavoro e solo il 14% a carico del lavoratore: tra l’altro un reddito fino a 35 mila euro non è certo la fascia più debole”. La spesa assistenziale negli ultimi 11 anni è aumentata di 43 miliardi l’anno e i governi l’hanno sempre messa in conto all’INPS falsando così il diritto ad una pensione adeguata nei confronti di chi ha sempre versato i contributi.
”Lo Stato non sa neanche quanto spende in agevolazioni nazionali e locali e quindi non ha idea di quanto denaro ha a disposizione eppure, si continuano ad ipotecare 100 miliardi di euro – in deficit sempre – in misure che non hanno contrastato la povertà perché non hanno inciso sulla disoccupazione come sui redditi dei pensionati, o dei dipendenti privati o delle Partite Iva”.
468 spese fiscali tra detrazioni, bonus e deduzioni che generano 80 miliardi di euro di spesa pubblica e che nessuno sa a chi vanno perché manca una banca dati sull’assistenza. Nessuno sa dove confluiscono per codice fiscale e per nucleo familiare tutte le prestazioni erogate da Stato, enti pubblici ed enti locali e quindi nessuno sa quanto ogni soggetto o nucleo familiare
percepisce dai vari soggetti erogatori e, come accaduto per il Reddito di Cittadinanza, probabilmente sovvenzioniamo un mare di persone che non vogliono lavorare o che appartengono a gruppi criminali. Diversamente non si spiegherebbe come mai abbiamo oltre 38 milioni
di potenziali lavoratori, ma quelli che lavorano regolarmente sono solo 23,4 milioni.
Dobbiamo decidere rapidamente a chi tagliare le tasse senza compromettere il delicato equilibrio tra entrate e uscite nel sistema previdenziale e assistenziale che andrebbe diviso sia chiaro.
Eppure le proposte avanzate non mirano a garantire una vecchiaia più dignitosa e sicura quanto semmai ad assicurare maggiori entrate al bilancio dello stato.
”I regnanti dovrebbero smetterla di verificare il loro indice di gradimento sui social e mettersi di impegno a studiare tutte le storture del nostro megalomane sistema amministrativo”.
Cosa fare nell’immediato?
Semplificare le regole del lavoro e i troppi inutili contratti esistenti; annullare la decontribuzione che non incide sulla forza occupazionale; scindere la spesa previdenziale e la spesa assistenziale dall’INPS andando a rimodulare l’iniquo cuneo fiscale come il costo del lavoro; abolire le casse previdenziali come Enasarco che trattengono e non intervengono né sulla spesa previdenziale né su quella assistenziale; verificare con strumenti moderni tutti quei cittadini che non dichiarano redditi e infine dare lavoro. Abbiamo bisogno di giovani capaci di produrre redditi e occupazione e quindi intervenire con una riforma rivoluzionaria sul sistema della formazione fin dopo le scuole secondarie. Infine, premiando il lavoro e riducendo l’assistenza che, come insegna il reddito di cittadinanza (non solo in Italia), sono vere e proprie trappole del welfare.
Tagliare immediatamente con effetto retroattivo i mega stipendi e pensioni del settore pubblico, azzerare le pensioni dei politici che hanno approvato le baby pensioni e a tutti quelli che la percepiscono da decenni di reversibilità e andare subito a rimpinguare le casse del INPS per dar fine allo status quo. Dora in poi, per chi utilizzerà le casse pensionistiche per farsi la campagna elettorale aprendo le casse dei fondi pubblici sia previsto lo spogliamento di tutti i suoi bene e magari anche un po’ di carcere duro. Vi sembra troppo? Non rispetto a chi viene costretto a dormire in macchina o a non avere accesso ai farmaci o alle cure o vedersi affondare da uno Stato incapace di onestà e coraggio.