Domenica 10 maggio, ore 14,30, uno dei numeri sempre attivi della Federcontribuenti inizia a squillare: “scusi per il disturbo, se la sto importunando chiudo……Sono un piccolo artigiano in questo periodo caduto in una forte depressione che sto nascondendo ai miei familiari. Non so ancora se riaprirò la mia attività oppure se, per la vergogna, togliermi la vita e fermare l’insopportabile disperazione in cui mi trovo che è dolorosissima perché non si ferma mai un istante. Ho parlato anche con altri miei amici imprenditori e la situazione è la medesima. Vi prego, se potete rassicuratemi voi che uno Stato c’è”. Federcontribuenti: ”La lentezza del governo sta stringendo la gola ai piccoli artigiani rimasti ormai senza risparmi. 25 suicidi nelle settimane del lockdown sono la grave accusa contro proclami e menzogne. Queste richieste di aiuto pesano sulle nostre coscienze, perché ci fanno testimoni di morti annunciate, perché ci rendono complici di queste tragedie. Il governo si muova, subito!”.
La storia di questo artigiano simile a molte altre. Una drammatica testimonianza, lo spettro di quel che ci sta per crollare addosso: ”ho iniziato a lavorare in questa ditta da minorenne, ora sono verso la sessantina. Quando il titolare decise di andare in pensione io decisi di rilevare il piccolo laboratorio a costo del mio TFR, circa vent’anni fa. Produciamo valvole di sicurezza ad alta precisione in metallo misto per i serbatoi di combustibile liquido o gassoso ad alta pressione per varie società. Nel 2018 mi sono preso la responsabilità di assumere anche un apprendista (sembrava vedere me stesso all’inizio). Arriviamo a febbraio 2020 quando, a seguito della pandemia, ci viene chiesto di chiudere. Ascoltavo in silenzio tutti i tg per capire se la situazione migliorava o meno, ho ascoltato parola per parola i proclami del nostro presidente del consiglio che mi rassicurava che nessuno sarebbe stato lasciato indietro e che le coperture economiche sarebbero state sufficienti per tutti, con somme a fondo perduto e altri a tassi molto agevolati per la perdita di fatturato. La cosa era strana ma buona, non sono mai rimasto tanto a casa con la mia famiglia, Partecipo ai lavori casalinghi, mia moglie continua con la battuta “hai le mani talmente callose che puoi grattugiare il parmigiano senza grattugia. Oggi è il 10 maggio, i miei dipendenti non hanno ancora ricevuto la cassa integrazione, io ho finito i risparmi perché ho sempre pagato tutte le tasse e quel pò che avevo messo da parte l’ho perduto con il crac della BPVI, perciò non riesco nemmeno ad anticipare gli stipendi a bravi lavoratori che riserve economiche non ne hanno. Sono indietro di 3 affitti del laboratorio, per fortuna sono riuscito a sospendere il mutuo di casa, per ora le bollette le ho saldate ma non ho più un centesimo, sono andato in banca ma mi hanno guardato come un alieno, mi hanno chiesto quali erano le garanzie che potevo fornire e se qualcuno poteva venire a firmare per me. Come non bastasse, le ultime forniture non mi sono state saldate perché l’economia è una catena e se il cliente non paga il committente il committente non paga noi! Ora mi trovo a fare la spesa per la mia famiglia con una carta di credito che non avevo mai usato e non so come coprirla il mese prossimo quando andrà in addebito in banca! Sono cosciente di essere caduto in una forte depressione che sto cercando di celare alla mia famiglia, finché ci riuscirò. Non riesco a fare i conti con le mie notti imbianco popolate da incubi e paure reali: non so ancora se riaprirò la mia attività e riuscirò a pagare i debiti che ho maturato, se cercarmi un’occupazione da dipendente, cosa che non vedo per nulla semplice…..oppure sparire per la vergogna è togliermi la vita. Grazie e mi scuso ancora per il disturbo”.
Federcontribuenti: ”i tempi biblici della politica mal si coniugano con i bisogni reali di chi non ha più un reddito e si vede collassare sotto il peso dei debiti accumulati e lavorazioni annullate. Ci vorranno almeno 12 mesi di cure economiche, finanziarie e fiscali concrete e solide per limitare il numero di fallimenti e di suicidi. Abbiamo il dovere morale di salvare queste famiglie al di là dell’importanza di salvare l’economia italiana, altrimenti non avrà avuto senso averci salvato dal covid 19. Che senso ha evitare il contagio per poi lasciarci morire così nel silenzio di una vergogna che non è e non deve essere nostra? C’è chi non ha avuto ancora i 600 euro, chi non ha avuto più uno stipendio da marzo e i soldi dalle banche garantiti dallo Stato restano un proclamo senza riscontro! A queste persone diciamo di reagire, di chiedere aiuto senza vergogna, di non lasciarsi morire. Denunciate e non mollate! Al governo abbiamo dato un piano per far fronte alla mancanza di soldi, ma sembrano non voler realizzare il dramma che ci sta per piovere addosso. Fate presto!”
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