Quanti anni sono che si parla di mafia al nord, quanti pentiti, indagini, interrogazioni parlamentari e fatti di cronaca hanno confermato questa scomoda presenza. Ebbene, l’argomento continua ad essere fonte di sorpresa e di scetticismo. Ancora oggi chi, come Federcontribuenti, affronta il tema in un convegno diventa palpabile tanto la sorpresa, quanto lo scetticismo e l’attenzione dei media. Se è vero come lo è che il traffico di droga, della prostituzione, del racket e delle armi come dei rifiuti sono affari riconducibili alla mafia e se è vero come lo è, che al nord ci sono tutti questi traffici, perchè non credere alla presenza mafiosa come ad una presenza reale, sovrana, pregnante? Se è vero come lo è che le mafie usano per riciclare il denaro investire in attività lecite e se è vero come lo è che solo al nord resiste o sopravvivere una qualche forma di vita industriale, come le grandi opere pubbliche, perchè non credere alla mafia come presenza tangibile nel nord di Italia? Potrebbe, tale presenza mafiosa, non essere ben visibile dal cittadino ma gli inquirenti non dovrebbero cadere nell’inganno di scambiare un apparente cigno in quel che è, un mafioso. I consigli di amministrazione, gli investitori diventano quindi la traccia da seguire se si è intenzionati a colpire al cuore la mafia e i referenti politici, quando scovati, vanno puniti in maniera esemplare, che siano da esempio a chi tenta la scalata affidandosi alla mafia. Dove ci sono soldi, a tutti i livelli, non sarà difficile scovare la scomoda presenza. Federcontribuenti si fa quindi portavoce, intenzionata a raccogliere voci, bisbigli, rivelazioni scottanti ad aiutare chi crede ancora nella giustizia. Come Pino Masciari, testimone di giustizia e presidente onorario di Federcontribuenti che non si arrende alla sua condizione e non ci sta a darla vinta a chi gli ha pignorato la vita con il sigillo mafioso. O come il senatore Casson che prendendo spunto dallo scioglimento per infiltrazioni del comune di Verona dice che è facile e comodo dire che al sud sono omertosi perchè al nord si stanno dimostrando peggio, ” basti guardare la vicenda Aspide”. Anche Enrico Cappelletti del M5s non manca nel criticare la decisione politica sul voto di scambio che non è altro che quell’accordo tra Stato e mafia che in tanti snobbano. «Le mafie si combattono iniziando ad unire l’Italia sotto questa lotta, ricucendo quegli strappi culturali che hanno alimentato le mafie mandandole a pieno regime, – spiega il presidente di Federcontribuenti Paccagnella, – camorra, mafia, n’drangheta, sacra corona unita, tutte sigle che parlano di morte, violenza, prepotenza, speculazione e ingiustizie contro il cittadino e lo Stato. Le varie associazioni dovrebbero unirsi e spingere chi di dovere ad agire al di la delle sigle anche politiche perchè questa è una di quelle guerre che se vinte possono risolvere molti dei nostri problemi di ordine morale, politico, sociale e culturale».
- Perchè la mafia è merda e le mosche fanno sentire il loro ronzio, non ignoriamolo.