Un anonimo funzionario della Gerit Equitalia, 16 ottobre 2007: «Per i contribuenti sotto indicati attendere istruzioni ( sospendere solleciti di pagamento». Nella lista degli intoccabili anche importanti nomi di soggetti privati. In una intercettazione Gianni Letta chiedeva a Befera di intervenire in favore di una cooperativa indebitata con il fisco. Befera rispondeva, ”ci penso io”. I contribuenti italiani devono al fisco, per il tramite di Equitalia, ben 475 miliardi di euro, una buona fetta del debito pubblico, a dirlo il sottosegretario all’Economia, Zanetti, nel question time in commissione Finanze alla Camera. Peccato che al totale sono state sommati gli interessi e le sanzioni per 39,7 miliardi di euro. In questi giorni in una nota dell’ufficio legale di Federcontribuenti si parla di una ”ripresa aggressiva delle esecuzioni e dell’invio a mitraglia di richieste di pagamento da parte dell’agenzia di riscossione”. Anche dove l’Agenzia delle Entrate e la stessa Equitalia parlino di strumenti telematici forniti ai contribuenti di facile consultazione la verità è che le procedure restano poco chiare e la fila agli sportelli partono all’alba in tutte le maggiori città italiane. Bisogna poi considerare che di questi 475 miliardi, meno 39,7 (una parte del guadagno di Equitalia e una parte usata per compensare i debiti non pagati dagli amici degli amici del capitalismo da vincolo), ben pochi saranno esigibili perchè includono debiti prescritti e debiti di soggetti falliti. Un altro aspetto da esaminare è che i contribuenti finiscono indebitati per colpa di chi ha continuato ad alzare le tasse arrivando al punto di renderle difficili da pagare, somme che superano la capacità di reddito. È il livello di tassazione stesso ad aver fatto fallire il 62% dei contribuenti italiani.
Il capitalismo da vincolo, cioè quella formula deviata che vuole – l’industriale – in ottimi rapporti con esponenti politici e bancari ospita quella larga fetta di evasori eccellenti che difficilmente si vedranno scrivere da Equitalia o si vedranno espropriare di un bene o prelevarsi un tot sul cospicuo conto corrente. «Cambiare tendenza significa cambiare il sistema, particolare che non abbiamo riscontrato in nessuna delle riforme che tanto stanno scaldando i membri di governo. Si continua a crocifiggere il contribuente a tenerlo sulla graticola a chiedergli più di quanto è giusto chiedere. Se oltre la metà del reddito vine aggredito dalle tasse i consumi crollano, non si assume ma si licenzia producendo la recessione». Renzi ascolti Cottarelli a cui consigliamo di leggere questo utile resoconto: secondo la banca dati CONSOC, istituita presso il Ministero per la Pubblica Amministrazione, rileva che “nel 2012, erano 39.997 le partecipazioni possedute da amministrazioni pubbliche in 7.712 organismi esterni. Per un costo pari a 22,7 miliardi, circa l’1,4% di Pil; non sarebbe urgente fermare questa emorragia di denaro pubblico? Dare la priorità a questo comparto e utilizzare questi fondi per fermare la strage dei contribuenti? Per concludere, quando l’introduzione di questo pezzo verrà attenzionato come è giusto che sia, quando cioè si pretenderà il dovuto anche dai membri del capitalismo da vincolo, quando l’equità non sarà più solo teoria, più facile sarà provvedere a quelle riforme strutturali capaci di traghettarci fuori dalla recessione e indurre i contribuenti a pagare il giusto e non a costringerli a dire addio al 60% del reddito.
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