Si è rivolto alla Federcontribuenti il sig. F. Piazzi, residente in Portomaggiore, in relazione all’incresciosa vicenda che l’ha visto vittima di ingiustizie e gravi danni economici a causa di errori commessi dal personale della banca. Il sig. Piazzi, a causa della illegittima apertura di un conto corrente a lui intestato, senza la sua conoscenza e a sua insaputa, per mezzo di sottoscrizioni apocrife, la cui falsità è stata giudizialmente accertata con perizia tecnica disposta dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Bologna, ha perduto la casa. E’ emerso inoltre che la banca ha omesso di adottare tutte le accortezze necessarie al caso anche quando non ha provveduto ad attivare la polizza assicurativa sul fabbricato oggetto di esecuzione quando ha subito ingenti danni a seguito di una tromba d’aria: manovra che lo avrebbe salvato dall’esecuzione. In ragione di quanto accaduto, Federcontribuenti si sta attivando, vista l’urgenza, affinchè Emilbanca si assuma ogni responsabilità anche risarcitoria.
Tra pochi giorni l’ufficiale giudiziario con forza pubblica e fabbro torneranno dal sig. Piazzi per farlo uscire definitivamente dalla sua ex casa aggiudicata all’asta ad 1/8 del suo valore dopo 14 tentativi di vendita andati deserti . Ci hanno provato lo scorso 17 luglio per poi sospendere l’esecuzione vista la pericolosa reazione del sig. Piazzi. «Ho incontrato personalmente il signor Piazzi nel mio ufficio, – racconta il presidente Paccagnella -, e sono rimasto inorridito e spaventato. Inorridito dalle ombre inquietanti che fanno da cornice a questa storia, spaventato all’idea che si possa perdere una casa per un conto corrente aperto senza che l’interessato ne sappia nulla. L’errore del Piazzi è stato credere di poter risolvere privatamente la questione, il pensare che la banca accettasse le proprie responsabilità e provvedesse a risolvere la controversia. In Italia la giustizia non è un concetto ovvio, scontato: i diritti vanno conquistati giudizialmente ma non sempre, anzi, sempre più raramente è così. Quando il Piazzi si è reso conto che necessitava di un intervento legale era troppo tardi e mi domando: è giusto condannare un cittadino solo perchè ha ritenuto fosse pacifico per la banca fare mea culpa? Senza considerare che è una perizia disposta dalla procura a dire alla banca che la firma sul conto corrente è falsa. Abbiamo atteso, come associazione, che la banca da noi interpellata rispondesse alle nostre richieste, così non è stato. Certo, ormai la casa è andata perduta, ma, il signor Piazzi ha diritto almeno ad un risarcimento».
Lo scorso 17 luglio, durante il primo tentativo di rilascio forzato della casa, è stato chiamato in commissariato mentre gli veniva staccata la luce e impedito il rientro in casa. Quando si è reso conto di ciò il signor Piazzi non si è arreso ed è rientrato in casa con la forza barricandosi dentro. Riscontriamo un atteggiamento gravemente lesivo nei confronti di un cittadino che non ha mezzi per difendersi.
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