Energia elettrica, ”allarme per i consumatori che dal 30 ottobre prossimo non avranno più energia presso le abitazioni o le aziende”. Dissesto economico per diverse aziende fornitrici di energia costrette a chiudere entro la fine del mese di ottobre lasciando al buio i propri clienti. Intanto il prezzo sale in 12 mesi del 20%: ma non doveva esserci il libero mercato e la sana concorrenza?
Federcontribuenti è stata raggiunta da alcuni associati che si son visti recapitare in questi giorni lettere di – licenziamento – dal proprio fornitore di energia elettrica: – siamo spiacenti di comunicarle che la nostra società non sarà più in grado di garantire la fornitura di energia elettrica. La ragione dell’interruzione del servizio risiede nei noti avvenimenti straordinari che hanno determinato prima, un immediato e rilevante rialzo dei costi dei principali prodotti energetici e poi ingenerato una tendenza rialzista aggravatasi negli ultimi mesi che rende eccessivamente onerosa la prosecuzione dell’esecuzione dei contratti conclusi – .
Cosa è successo?
L’anno scorso i prezzi dell’energia erano ai minimi storici, alcuni fornitori pur di accaparrarsi clienti e grossi volumi hanno fatto offerte con margini nulli, se non addirittura in perdita. L’aumento del comparto energetico, che ha colpito non solo l’energia elettrica, ma tutti i settori (gas e petrolio) si è ripercosso sul mercato causando grossi problemi a chi aveva solamente pensato a prendere il cliente.
Chi decide quanto costa l’energia elettrica?
”I costi vengono decisi giornalmente tramite un’asta sul sito del GME di proprietà del Ministero dell’Economia”. Vediamo la struttura societaria dei padroni dell’energia elettrica.
Il Gestore dei Mercati Energetici S.p.A. (GME) è una società interamente partecipata dal Gestore dei Servizi Energetici – GSE S.p.A. a sua volta interamente partecipata dal Ministero dell’Economia e delle Finanze. Il GSE S.p.A. è capogruppo anche delle società Acquirente Unico – AU S.p.A. e Ricerca sul sistema energetico – RSE S.p.A., entrambe controllate al 100%.
Praticamente tale struttura societaria con a capo il Ministero dell’Economia nasce a seguito del Decreto Bersani del 1999 sulla liberalizzazione del mercato energetico e ci si chiede, ”se il decreto è stato funzionale al business o se l’affare energetico ha reso necessario il decreto Bersani”.
Dopotutto i bilanci parlano chiaro: la sola capogruppo ha un patrimonio netto di circa 127,3 milioni di Euro, un fatturato di circa 7,9 miliardi di Euro ed un utile netto di circa 18,2 milioni di Euro.
I dati economici sono sconcertanti perchè se è vero che un’azienda deve avere degli utili è altrettanto vero che la speculazione sui prezzi al consumo da parte di un Ministero è inaccettabile, ”nella fattura dell’energia elettrica noi paghiamo oltre al consumo le imposte, le accise, il trasporto fino alla nostra abitazione e come abbiamo detto in apertura, in soli 12 mesi, il prezzo al consumo è salito del 20%”.
Quale soluzione?
”La soluzione è quella di rivolgersi a dei professionisti, broker esperti del mercato energetico. Il consumatore deve oltre che guardare al prezzo valutare la veridicità del contratto e la credibilità del fornitore: verifica dei costi dell’energia e pianificazione degli acquisti.
Che fine faranno i clienti orfani di fornitore?
– In mancanza della scelta da parte sua di un nuovo fornitore, saranno forniti dall’esercente il
servizio di salvaguardia territorialmente competente -.
Conclusione.
”Le società pubbliche che acquistano e producono e poi commercializzano l’energia elettrica agli italiani saranno oggetto di una interrogazione parlamentare che stiamo ultimando – spiega Marco Paccagnella presidente della Federcontribuenti – possibile non si possa avere mai un servizio chiaro, senza fregature o inganni gestito da un apparato dello Stato? Il mercato libero, la sana e leale concorrenza sono state solo parole perchè sulla carta le piccole aziende che hanno tentato di farsi largo tra le big della fornitura energetica stanno fallendo e ai consumatori non resta che il solito interlocutore che potrà impostare il prezzo che vuole”.