Equitalia invia intimazione di pagamento pari a euro 81.119,90, il giudice accoglie il ricorso e dichiara nulli i debiti per 78.685,28 euro. Federcontribuenti: Equitalia insiste ad inviare intimazioni per debiti decaduti o prescritti o non notificati e puntualmente i giudici gli danno torto.
A fronte di una intimazione di pagamento pari a euro 81.119,90 il contribuente dovrà pagarne soli 2,434,62. La sentenza è dello scorso aprile 2017 ( n. 70/2017 RG n. 707/2015 ) ed è del Tribunale di Spoleto Sezione Lavoro.
Un caso complesso perchè si è ricorsi contro una Intimazione di Pagamento emessa sul calcolo di più cartelle per debiti verso diversi Enti; è stato bravo il contribuente che ha deciso di non soccombere e l’avvocato della Federcontribuenti, Fortunato Forcellino ormai un guru nella tutela dei contribuenti da Equitalia assistito dall’avv Ciurnelli.
Il fatto.
Il sig. O. G. riceveva a mezzo pec la notifica di una intimazione di pagamento in data 19.10.2015 rivoltosi all’avv. Forcellino sono emersi elementi per presentare ricorso: ”per prima cosa ho richiesto un contraddittorio con le amministrazioni interessate considerata l’illegittimità della intimazione di pagamento riferita ad una pluralità di cartelle esattoriali ed un avviso di addebito afferenti pretese contributive eterogenee”.
Più in particolare l’illegittimità dell’intimazione di pagamento nasce ”dalla inesistenza o nullità della notifica non essendo state rispettate le procedure di notifica a mezzo PEC. Oltre a sottolineare come fosse decorso il termine quinquennale di prescrizione e, per l’altro, che in alcuni casi i crediti contributivi sarebbero prescritti anche ove si ritenesse applicabile il termine decennale di prescrizione”.
Un’altra questione, sempre la solita, che l’avv. Forcellino ha sottolineato riguarda la contestazione sulla ” fondatezza della somma anche in relazione alla omessa spiegazione del calcolo degli
interessi di mora, rilevando che la – cripticità del conteggio – incide sulla motivazione delle cartelle di pagamento, da ritenersi pertanto nulle per difetto di motivazione”.
Il giudice ha accolto il ricorso accogliendo le contestazioni dell’avv. Forcellino.
Conclusioni
Federcontribuenti: ”molti contribuenti si sono rivolti e si rivolgono a commercialisti o centri Caf per vedersi risolvere il problema con le cartelle esattoriali, ma – è bene ricordare – che entrambe le figure possono aiutare il contribuente nella richiesta di una rateizzazione, non di certo potranno vedersi tutelare e rappresentare legalmente, venendo così condannate al pagamento anche di debiti che in realtà sarebbero ormai illegittimi”.
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