Equitalia in 7 anni ha recuperato solo 55 miliardi di euro a fronte di una media di 120 suicidi all’anno per la crisi su 330 miliardi annui di economia sommersa. Equitalia ha un passivo di 858 milioni di euro. Un fallimento sotto tutti i punti di vista: politico, sociale, amministrativo, etico. L’economia sommersa non è praticata dal contribuente raggiunto dalla cartella di riscossione, ma dai gruppi criminali che operano nel grande mercato commerciale e finanziario e che si muovo indisturbati nelle gare d’appalto delle grandi opere. Infatti il 71% delle rateizzazioni concesse da Equitalia riguarda debiti fino a 5 mila euro, il 25,8% debiti tra 5 mila e 50 mila euro e solo il 3,2% oltre 50 mila euro. «Questi numeri evidenziano il fallimento della politica fiscale, come il fallimento della lotta alla mafia, cioè l’economia sommersa. Si ha la sensazione di una zona franca, un triangolo dove a fare da base troviamo Equitalia e il ruolo politico, al vertice la criminalità, nel buco, i contribuenti». Una trappola perfetta. Lo Stato proclama il bisogno di combattere l’evasione fiscale in nome di tanti buoni motivi, ma negli ultimi anni nessuna vera misura si è presa contro coloro che abusano della propria poltrona per fare affari con la mafia e non si interroga neanche sulle poche entrate ottenute dall’utilizzo di Equitalia. «La riforma fiscale ideata da noi risolve tutte queste lacune. Oggi i contribuenti sono il capro espiatorio, attraverso il loro sacrificio i criminali chiedono perdono, beneficio e soprattutto favori»