Si presentano come persone accomodanti e attente, desiderose di conoscere ogni aspetto della tua vita prima di formalizzare un rapporto di affitto della propria abitazione. Ti chiedono quali sono i
tuoi hobby e le tue passioni, il tuo impiego, l’età e la residenza. Infine numero di telefono e dati personali per aprire una transazione che, evasa, potrà aggiungersi alla lunga pila di denunce già avanzate alle autorità competenti.
Succede a una giovane coppia, decisa ad affittare un piccolo appartamento nel centro della città di Verona: “Prima di rivolgerci ad un’agenzia, non avendo alcuna fretta, abbiamo deciso di dare
un’occhiata agli annunci di privati presenti su internet – raccontano i due, che aggiungono – Con nostro stupore abbiamo trovato un appartamento di 110 metri quadri nel cento storico della città:
ammobiliato, con posto auto e disponibile da subito. Il prezzo quasi surreale: appena 400 euro al mese”. I due raccontano di aver pensato che qualcosa nell’annuncio fosse stato errato (“questo genere di fortune capitano solo agli altri”) ma, per scrupolo, hanno deciso di verificare: “Abbiamo contatto Cristian, l’utente che aveva scritto l’annuncio, chiedendo maggiori informazioni. Ci risponde una donna, Jacqualine Willems, che comunica con noi solo in inglese.
Ci spiega di aver visto la nostra richiesta e inizi a raccontarci della sua vita: francese, sposata in Italia, si è
recentemente trasferita a Madrid per lavoro con i figli. Ci comunica che il canone dell’affitto era,
come scritto sull’annuncio, di 400 euro comprensivo (pure!) di tutte le utenze: acqua, gas,
riscaldamento, internet e pay-tv”. Una vera occasione, insomma: “Lei ci dice di voler affittare la
casa solo a persone estraente responsabili, così ci chiede di noi e della nostra vita. Le rispondiamo
raccontandole del lavoro e delle nostre passioni e chiedendole se fosse possibile visitare la casa”.
Willems risponde con solerzia, cercando però di evitare la visita alla casa: “Ci ha detto che lei si
trovava già a Madrid da alcune settimane ma che, la casa, era esattamente come la mostravano le
dieci foto inserite nell’annuncio. In più era appena stata ristrutturata e corredata di tutto: dal
microonde alla lavatrice alla televisione. I mobili potevamo o tenerli o farli spostare in un deposito a
suo nome, accreditandole le spese di trasferimento”. La coppia le chiede, quindi, come pensava di
stipulare il contratto di affitto: “Ci dice che lei era disponibile a tornare in Italia per un paio di giorni,
per definire il contratto e darci le chiavi”. I due, che avevano annusato la truffa, si aspettavano che
lei chiedesse i soldi anticipati dell’affitto o del biglietto aereo. E invece no: “Ci dice che tutte le
spese di trasferta sarebbero state a suo carico ma, onde evitare di fare un viaggio a vuoto, voleva
sincerarsi della nostra volontà: ci chiede, senza impegno, il deposito della caparra – una mensilità –
che lei avrebbe incassato solo alla firma del contratto”. La donna chiede una transazione su
Escrow: “Noi, onestamente, non sapevamo che cosa fosse. Così, prima di darle ogni risposta,
abbiamo cercato su internet qualche definizione”.
Digitando Escrow sui motori di ricerca i due vedono tra i primi risultati quello di Wikipedia: “Escrow
o acconto di garanzia è un accordo legale nel quale un bene reale o virtuale è depositato da una
parte presso il conto di una terza parte neutrale (agente), fino all’adempimento delle clausole
contrattuali da parte dell’altra parte. All’adempimento delle clausole, l’agente consegnerà all’altra
parte il bene depositato. Gli acconti di garanzia comprendono le istruzioni, che regolano il modo in
cui la transazione viene svolta. Tipiche istruzioni sono quelle riguardanti chi svolge la transazione,
le date fissate per il trasferimento di beni e denaro, la descrizione dei beni e la quantità di denaro
scambiati, le modalità in cui beni e denaro verranno trasferiti, le condizioni per cui l’accordo possa
definirsi concluso, le commissioni e le spese varie relative all’intermediazione dell’agente.!
L’acconto di garanzia è noto nel mondo col nome inglese di “Escrow” ed è molto utilizzato nelle
transazioni via Internet tra paesi distanti tra loro. Escrow è soprattutto utilizzato nelle transazioni
immobiliari negli USA. Una compagnia apposita che tratta Escrow coordina i documenti che
devono essere firmati da venditore e compratore; riceve deposito e pagamento finale e rilascia i
fondi e il titolo della proprietà quando tutti gli adempimenti sono stati soddisfatti”. “Ammettiamo che
la lettura della definizione ci ha tratti in inganno. Parlandone abbiamo pensato che, se il
completamento della transizione avveniva su nostra richiesta, effettivamente non poteva esserci
alcuna truffa”. Però il prezzo era troppo basso per il tipo di appartamento: “Abbiamo chiesto alla
donna di darci qualche garanzia per verificare la reale proprietà dell’appartamento. I quel momento si sono scoperti gli altarini”. I due raccontato che la donna – rispondendo loro sempre più
rapidamente – ha cercato di mettere fretta al pagamento: “I 400 euro iniziali sono diventati 800 con
un pagamento entro 24 ore. Noi li abbiamo capito che si trattava di una vera e propria truffa ma,
cercando di smascherarli, abbiamo continuato a scrivergli. Le dicevo che io desideravo moltissimo
il suo appartamento ma che il mio fidanzato, essendo più pignolo di me, desiderava una qualsiasi
garanzia. Le ho detto che mi sarei accontenta di una copia non firmata del contratto di affitto. Ma
lei, sempre più scocciata, continuava a chiedermi i dati per aprire la transazione su Escrow. Io le
ho proposto di agire all’inverso: mi sono proposta di aprire la transazione con i suoi dati, ma lei si è
ovviamente rifiutata”. E dopo averle fatto capire di non credere alle sue intenzioni, la donna non si
è più fatta viva.
“Escrow è solo uno dei nuovi metodi di truffa che stanno prendendo piede oggigiorno – dice Marco
Paccagnella, presidente di Federcontribuenti – E’ vero che in America questo sistema viene
utilizzato spesso, ma è anche vero che spesso questi agenti a cui viene affidato il deposito sono
società che collaborano al cento per cento con i truffatori. Una volta effettuato il pagamento il
portale si blocca o il sito risulta non raggiungibile. Ovviamente le comunicazioni con il paventato
affittuario si interrompono e i soldi non vengono più restituiti. Noi denunciamo spesso episodi di
questo tipo, con l’obbiettivo prima di tutto di invitare le persone alla prudenza e all’attenzione”.
“Le truffe in tutti i settori sono ormai un businnes in forte ascesa, forse l’unica attività che con la
crisi ha un incremento esponenziale – dice l’avvocato Marco Zanetti, responsabile dello sportello
immobiliare di Federcontribuenti – Complice la facilità dei contatti tramite internet, il sistema è
spesso strutturato facendo breccia sul prezzo conveniente del bene offerto, ma l’anonimato o
comunque la possibilità di crearsi una identità virtuale sono in grado di garantire spesso l’impunità
dei truffatori. La difficoltà poi di verificare la titolarità del conto corrente e la collocazione dello
stesso sono poi la “via di fuga” dei denari “estorti”. Infatti – continua l’avvocato – le cifre
singolarmente non sono altissime, pertanto rendono spesso antieconomico il tentativo di
recuperarle giudizialmente. A ciò si aggiunge la scaltrezza dei truffatori che sono in grado di
rigirare le somme in altri conti correnti che non sono riconducibili direttamente agli ideatori della
truffa. Il risultato è che anche le denunce penali non sono in grado di far recuperare le somme.!
Per concludere il consiglio migliore, seppure banale, è quello di diffidare da offerte troppo
vantaggiose e comunque di cogliere altri pareri dalla rete”.
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